Frank Miller e Alan Moore negli anni '80. |
Estratto da un'intervista a cura di Chris Sharrett pubblicata sulla rivista David Anthony Kraft's Comics Interview N. 65 nel 1988. L'intervista è stata ripubblicata nel 2012 nel volume Alan Moore: Conversations.
Chris Sharrett: I paragoni tra Il Ritorno del Cavaliere Oscuro e Watchmen sono inevitabili, in particolar modo in relazione a come entrambi trattano i supereroi.
Alan Moore: Io e Frank Miller siamo buoni amici, sai. Potremmo avere idee politiche diverse ma non abbiamo mai trovato nulla su cui litigare. Siamo entrambi persone che potrebbero essere chiamate dei radicali, in un certo senso, e come risultato credo che tra i due lavori ci siano delle somiglianze. Ma penso che più delle similitudini in certi approcci siano interessanti le differenze negli interessi di base dei due fumetti.
A Frank piace la fiction d'avventura [in originale "adventure fiction", N.d.T.] e quello che voleva fare con Il Cavaliere Oscuro era produrre un'opera di quel genere ma di qualità superiore, realizzata alla perfezione. Non so come dirlo in altri termini senza dare l'impressione che stia banalizzando Il Cavaliere Oscuro, ed è l'ultima cosa che vorrei fare, ma Il Cavaliere Oscuro incorpora concetti morali e politici come parte del suo stile, per renderlo più credibile ai lettori di oggi. Si tratta sostanzialmente di fiction d'avventura con l'aggiunta di idee politiche. Noi invece abbiamo usato l'approccio inverso. Non ci interessava l'avventura; non c'era tanta azione, non c'era un eroe palese. Eravamo interessati ad aspetti più minuti rispetto al Cavaliere Oscuro.
Il Cavaliere Oscuro è un'avventura supereroistica con l'aggiunta di idee politiche e morali; Watchmen è una storia su temi morali e politici con supereroi.
Chris Sharrett: I paragoni tra Il Ritorno del Cavaliere Oscuro e Watchmen sono inevitabili, in particolar modo in relazione a come entrambi trattano i supereroi.
Alan Moore: Io e Frank Miller siamo buoni amici, sai. Potremmo avere idee politiche diverse ma non abbiamo mai trovato nulla su cui litigare. Siamo entrambi persone che potrebbero essere chiamate dei radicali, in un certo senso, e come risultato credo che tra i due lavori ci siano delle somiglianze. Ma penso che più delle similitudini in certi approcci siano interessanti le differenze negli interessi di base dei due fumetti.
A Frank piace la fiction d'avventura [in originale "adventure fiction", N.d.T.] e quello che voleva fare con Il Cavaliere Oscuro era produrre un'opera di quel genere ma di qualità superiore, realizzata alla perfezione. Non so come dirlo in altri termini senza dare l'impressione che stia banalizzando Il Cavaliere Oscuro, ed è l'ultima cosa che vorrei fare, ma Il Cavaliere Oscuro incorpora concetti morali e politici come parte del suo stile, per renderlo più credibile ai lettori di oggi. Si tratta sostanzialmente di fiction d'avventura con l'aggiunta di idee politiche. Noi invece abbiamo usato l'approccio inverso. Non ci interessava l'avventura; non c'era tanta azione, non c'era un eroe palese. Eravamo interessati ad aspetti più minuti rispetto al Cavaliere Oscuro.
Il Cavaliere Oscuro è un'avventura supereroistica con l'aggiunta di idee politiche e morali; Watchmen è una storia su temi morali e politici con supereroi.
2 commenti:
Che bello che fu esserci...
L'eroe palese di Watchmen è il signor Gibbons che ha disegnato una griglia di nove vignette in media a pagina ripiene di dettagli e senza mai farsi prendere dalla tentaz di far schizzare un personaggio di qui e di lì come in una splash page di FM con tante testoline tutt'intorno sormontate da didas sincopate. Mi pare di vederlo il vecchio Dave mentre è chino nel crepuscolo sul tavolo reclinato disegnando il lab del Nite Owl e sogna nel contempo una sana storia di sci-fi distopica scritta da Frank Miller con paginone che fanno respirare il cartoonist ed il lettore.
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