lunedì 28 gennaio 2019

Lee & Kirby 1972: Green Lantern, la droga, i comics

Jack Kirby e Stan Lee ad una convention negli anni '80.
Nei giorni successivi alla scomparsa di Stan Lee mi sono ritrovato a sfogliare diversi numeri del Jack Kirby Collector, storica rivista edita da TwoMorrows dedicata al Re dei comics. Così, per caso, mi sono  soffermato su un breve passaggio iniziando a tradurlo. Confesso d'essermene completamente dimenticato fino... ad oggi. Nel seguito trovate la traduzione.

Si tratta della trascrizione di un incontro tenutosi il 29 Aprile 1972 presso la Vanderbilt University, Nashville, Tennessee, in particolare alcune risposte alle domande dal pubblico dopo lo speech degli autori. Il pezzo in questione si trova a pagina 83 del The collected Jack Kirby Collector Volume One: è incentrato sui famosi albi, usciti qualche mese prima per la National - ossia la casa editrice che poi diventerà la DC Comics - di Green Lantern/Green Arrow (i numeri 85 e 86 scritti da Dennis O'Neil per i disegni di Neal Adams) che trattarono per primi il controverso tema della dipendenza dalle droghe. Buona lettura!
Che cosa pensate di fumetti come Green Lantern/Green Arrow che trattano problemi di rilevanza sociale?
JACK KIRBY: Credo che realizzare una storia su temi così seri per un comic book sia sbagliato. A causa delle intrinseche limitazioni del formato, un comic book non può fare un’analisi conclusiva di un determinato problema. Può farla in termini generali, può probabilmente trattarla marginalmente o farne menzione o forse dedicargli una parte della storia ma non potrà darne un’opinione conclusiva. Se pensassi che Green Lantern abbia realizzato qualcosa di positivo in quella direzione andrebbe benissimo. Ma penso che non hanno potuto darci tutta la storia, e probabilmente hanno lasciato fuori una parte importante del problema. Per cui sento che erano nel giusto ma non hanno capito che serviva un altro formato per farlo. Avrebbero dovuto fare un numero di Green Lantern con più pagine, un volume di 200, 250 pagine. In questo modo si potrebbe raccontare una buona storia su qualsiasi problema, una storia che avrebbe un qualche valore. Perché questi temi non sono intrattenimento, sono problemi reali. E credo che un problema dovrebbe essere descritto minuziosamente. Un comic book, per come è adesso, cerca di far del suo meglio per veicolarlo. Certamente questi albi hanno fatto un buon lavoro, per quanto hanno potuto. Ma penso che  avrebbero dovuto avere più di una sola occasione per raccontare davvero il tema. Perché è quello che uno vuole: se è un tema serio, dovresti raccontarlo in ogni dettaglio. Questa è la mia opinione su Green Lantern.

STAN LEE: Non concordo con Jack sul fatto che i comic book non siano un mezzo idoneo per trasmettere messaggi seri. Ho sempre pensato che i comics fossero una forma artistica legittima, senza alcuna differenza rispetto al cinema, la radio, televisione, romanzi, il teatro... Penso che se un argomento si può trattare in qualsiasi altro media allora può essere trattato anche con i comics. Anni fa, quando ero nell'esercito, tra le varie cose, scrissi dei fumetti su argomenti piuttosto importanti legati all'addestramento. Insegnai alle persone come manovrare un carro armato Sherman e come evitare le malattie veneree.  Argomenti davvero importanti ma usarono dei comics. Fummo in grado di trattare quei temi in modo chiaro, succinto ed estremamente efficace, usando il fumetto. Riguardo Green Lantern, credo che gli editor della National Comics e noi della Marvel abbiamo una politica editoriale completamente diversa riguardo come questo genere di cose andrebbero gestite. Concordo con Jack quando dice che i comics sono intrattenimento; è ovvio che lo siano. Il nostro scopo è intrattenere i nostri lettori come meglio possiamo. Mi piace cercare di mettere dei messaggi nelle storie. Mi piace cercare di fare la morale, predicare... ma va fatto in modo sottile, in un modo quasi subliminale. Invece alla National amano l’idea che i loro albi sia “rilevanti” ora. E da parte mia, è una mia opinione… cercano di colpire il lettore come questa “rilevanza”. Le loro copertine dicono: “Ehi tu, questo è un albo rilevante. Guarda a questo tizio con una siringa infilata nel braccio!” E potrebbero avere ragione loro ma il mio approccio va in una direzione completamente opposta.   

JACK KIRBY: Posso aggiungere soltanto un’altra considerazione? Credo che ci sia una cosa che hanno fatto nel modo giusto. Una cosa che in quegli albi hanno fatto nel modo giusto: hanno mostrato il problema. Credo che se si cerca di mostrare il problema per quello che è, l’ago nel braccio sia il solo modo per rappresentare il tema della droga, il solo modo per rappresentare quel dramma. Perché si tratta essenzialmente di quello. Non c’è un altro modo di farlo. Da questo punto di vista credo che Green Lantern sia stato perfetto. Non hanno girato intorno al problema. Ma credo che non abbiano detto abbastanza. Avrei voluto vedere una storia di Green Lantern più lunga in modo da raccontare la vera storia della droga. Se si raccontasse quella storia e la gente potesse leggerla e capire davvero di cosa si tratta, allora credo che le persone che hanno una qualche inclinazione a scivolare in questo genere di cose esiterebbero a farlo. Per cui l’ago nel braccio, penso, è un simbolo di quello che il problema è per davvero, e se è sgradevole beh, affrontiamolo, è sgradevole e dobbiamo mostrarlo così com’è. E penso che siano stati davvero onesti nel farlo e assolutamente nel giusto.

martedì 1 gennaio 2019

Bilancio 2018

Dopo il bilancio 2017, continuiamo con la "tradizione"...

Il 2018 conferma sostanzialmente i numeri dell'anno precedente, con 28 post contro i 27 del 2017: numeri bassi rispetto ai desideri ma, per lo meno, si resta ancora pragmaticamente "attivi" su questo spazio digitale.
Alan Moore World invece in calo con 48 post pubblicati contro i 61 del 2017, mentre Sardinian Connection è sempre un... archivio statico.

Il 2018 mi ha però visto più "presente" sul fonte cartaceo, con il mio coinvolgimento in tre "piccoli progetti" di cui soltanto uno, Nella mente di Alan Moore, ha visto (ahimè) la luce nel corso dell'anno: confido che gli altri due possano concretizzarsi quanto prima.

Gli apici del mio anno fumettistico sono stati: la fortunata collaborazione con Nicola Testoni, l'oramai rituale e rigenerante partecipazione al TCBF (Massimo veglia su di noi!) e qualche sfizio per la mia fumosa "collezione".

È ora il tempo del 2019 e... i fumetti continuano a piacermi!