martedì 26 gennaio 2021

[Oldies but goldies] Luciana Giussani e Diabolik 2001

A seguire, un prezioso recupero dallo scrigno pieno di gemme che fu Ultrazine: un'intervista a LUCIANA GIUSSANI, la "madre" di Diabolik insieme alla sorella Angela, realizzata dal nostro Giuseppe Pili e pubblicata a Marzo 2001, pochi giorni dopo la scomparsa dell'autrice.
Buona lettura!
Angela e Luciana Giussani
Luciana Giussani, in collaborazione con la sorella Angela, creò Diabolik nel 1962. Quarant'anni di successi che hanno portato l'eroe "noir" ad essere conosciuto in tutto il mondo. Vi proponiamo un'intervista che l'autrice ci rilasciò il 6 marzo scorso [2001, sm]. 

Ultrazine: Ma Diabolik è un super-eroe o un super-criminale?
Luciana Giussani: Diabolik è un GRANDE criminale. Non è un supereroe, né un superuomo... né ha superpoteri. Proprio la sua "normalità" di fondo, i suoi "limiti umani" sono alla base del suo fascino.

C'è stato un periodo, a metà dei sessanta, in cui l'opinione pubblica si scagliava contro il fumetto, accusandolo di essere diseducativo e di incitare alla violenza. Non ha mai pensato seriamente "accidenti, cosa abbiamo combinato?"
Angela ed io abbiamo pensato "che cosa abbiamo combinato?" molto prima, nel '63, quando cominciammo a intravvedere il successo di Diabolik. Ma non ci preoccupavamo del potenziale diseducativo del nostro personaggio (la letteratura è piena di anti-eroi, e non riesco a immaginare una persona sana di mente capace di farsi influenzare da letture violente: se così fosse la Sacra Bibbia sarebbe all'indice, e la Divina Commedia con lei) ma della "diseducazione" legale e culturale di pretori e benpensanti. Per fortuna, almeno con Diabolik, abbiamo avuto ragione a "confidare nella giustizia": nessuna condanna, in quarant'anni, ci ha mai sfiorato.
I limiti etici che Diabolik ha sviluppato nel corso degli anni sono dovuti alla volontà di allentare la pressione della censura, all'ammorbidimento dei suoi autori o all'invecchiamento fisiologico del personaggio?
Molto semplicemente, abbiamo pensato che ripetere situazioni sempre uguali avrebbe stufato, che a esagerare con la violenza c'erano già i concorrenti, che dovevamo divertirci prima noi autori, per interessare i nostri lettori... e non c'è nulla di più noioso che scrivere sempre le stesse cose. L'"invecchiamento fisiologico", poi, ha colpito più la redazione che Diabolik. Beato lui!

Può raccontarci qualcosa sul vostro originale metodo di lavoro redazionale, il famoso "brainstorming"?
Un episodio di Diabolik, qualsiasi episodio, nasce da più cervelli, da più mani. C'è chi ha lo spunto per il soggetto, chi lo arricchisce con una bella trama, chi inventa trucchi, colpi e fughe. Poi c'è chi stende la prima traccia della sceneggiatura, chi la rilegge, chi la ribatte a computer, chi ritocca l'ultima versione. A questo punto si può cominciare a disegnare. A matita. Il lettering (per lo più ancora oggi realizzato a mano) viene scritto prima del ripasso a china, così che la coerenza tra disegni e testi possa essere verificata quando ancora le correzioni sono - relativamente - possibili. A questo punto il fumetto viene ripassato a china, i retini vengono sovrapposti al disegno... ma prima di andare in stampa l'episodio viene di nuovo letto e controllato. E salta sempre fuori qualcosa da correggere ancora, maledizione! Tutte queste fasi coinvolgono persone diverse, con diverse specializzazioni, e il risultato del lavoro di gruppo è l'uniformità di logica e stile cui i nostri lettori sono abituati. 
Quando si è resa veramente conto di aver creato un'icona indelebile per intere generazioni?

Davvero Angela ed io abbiamo creato un'"icona indelebile"? Pensavo fosse semplicemente un personaggio a fumetti, sia pur di successo.
 
Se le condizioni culturali fossero state favorevoli le sarebbe piaciuto far nascere la testata "Eva Kant", e relegare Diabolik al ruolo di comprimario?
L'idea ci ha stuzzicato non poche volte, nella storia. Ricordo che circa venticinque anni fa Castelli e Gomboli (allora erano dei ragazzi in fase di decollo!) ci portarono una proposta articolata, disegnata da un giovane ma già bravissimo Alessandrini. Interessante, stimolante, innovativa... forse troppo. Ci spaventava l'idea che potesse "fare ombra" a Diabolik, ma soprattutto ci terrorizzava l'idea di ritrovarci a dover scrivere o anche solo controllare una seconda testata. Quell'idea finì sulle pagine di Cosmopolitan e non ebbe seguito. Da allora, periodicamente, torna alla luce con formule e logiche diverse ma il coraggio di portarla avanti mi è sempre mancato. Vedremo in futuro. 
 
[Intervista pubblicata originariamente su Ultrazine nel marzo 2001]
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mercoledì 20 gennaio 2021

L'ultima intervista di RICHARD CORBEN

A seguire, la traduzione di alcuni estratti dall'intervista a RICHARD CORBEN pubblicata a Novembre 2020 su Heavy Metal n.301, probabilmente l'ultima prima della scomparsa del leggendario artista americano avvenuta il 2 Dicembre.

[...] Come sono cambiati i comics rispetto ai tuoi inizi nella scena underground?
CORBEN: Ho iniziato la mia carriera nel mondo amatoriale delle fanzine e del fumetto underground. Fu un periodo meraviglioso e pieno di libertà. Potevo disegnare qualsiasi cosa volessi con, per lo meno, qualche accenno di pagamento da parte di quegli editori e piccole realtà. Ora sono tutti spariti. Ho capito quindi che se volevo continuare a fare fumetti dovevo stringere un legame commerciale con gli editori di maggior peso come Marvel e DC. Non è stato facile perché, nonostante avessi una certa reputazione nella scena indipendente, non avevo alcuna esperienza o interesse per disegnare super eroi in costume. Gli editor delle grandi case editrici non erano particolarmente impressionati da me. Perciò ho dovuto ricominciare da capo.
[...] Murky World si avvia a conclusione. Che cosa dobbiamo aspettarci in futuro? Il tuo prossimo fumetto sarà ancora su Heavy Metal?
Quando mi sono accordato con gli editor di Heavy Metal per Murky World, avevo completato poche tavole della storia. Ero preoccupato di non riuscire a tenere il passo con la periodicità di Heavy Metal ma la rivista ha avuto delle uscite irregolari per cui non ho avuto problemi. Spero di riuscire a pubblicare io stesso la raccolta in volume di Murky World.

Non solo ho ultimato Murky World prima del previsto ma ho anche lavorato a lungo a una nuova storia, Dimwood, che ora è vicina alla conclusione. Al momento non l'ho ancora venduta ad un editore e sto già pensando ad un'altra storia dopo Dimwood. Ho molti progetti che voglio realizzare. E ritirarmi non è tra questi.
[...] Nei primi anni '70 hai realizzato un gran numero di fumetti inusuali e provocatori al di fuori delle case editrici mainstream. Puoi raccontarci quei tempi? Quali erano gli svantaggi e i vantaggi?
In giovinezza facciamo tutti delle cose che vorremmo dimenticare e che vorremmo che anche gli altri dimenticassero. In realtà, l'unica cosa "provocatoria" dei fumetti che ho realizzato al tempo è stato disegnare uomini e donne in stato di nudità integrale cosa che è stata fatta dagli artisti ed è mostrata in musei e gallerie sin dall'inizio dei tempi. Credo che il solo reale beneficio che ho avuto è stato finire sotto i riflettori. Tra le difficoltà c'è stata la reazione scandalizzata di alcuni fan ed essere considerato un artista che disegnava soltanto gente nuda.
[...] Stiamo vivendo tempi straordinari. Con le incredibili lenti dei vari mondi fantascientifici che hai esplorato, avresti mai immaginato che potesse accadere qualcosa di simile?
Praticamente la fantascienza ha investigato tutte le opzioni sul futuro dell'umanità, belle o brutte. Nella Storia ci sono stati molti episodi di epidemie. Sembra che una catastrofe simile sia inevitabile.
[...] Se potessi trasformare una qualunque delle tue storie in un film, quale sceglieresti?
L'industria cinematografica è ben lontana da qualsiasi scenario che mi piacerebbe vedere per la realizzazione di una mia storia. Credo che un produttore alla ricerca di una property stia cercando di sviluppare la propria idea di quella storia, per cui il legame con il materiale originale è, nella migliore delle ipotesi, inconsistente o del tutto assente. Attualmente, sono contento di realizzare le mie animazioni per quanto naif possano essere.
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venerdì 1 gennaio 2021

Bilancio 2020

Continua la "tradizione" dei bilanci, rispetto all'anno appena passato che, certamente, resterà nella memoria di tutti!
 
Relativamente alle sole questioni dei blog, si conferma un trend in miglioramento (probabilmente anche dovuto alle contingenze dell'annata): smokyland passa dai 36 post del 2019 ai 49 del 2020 mentre Alan Moore World registra un vero e proprio boom con ben 165 aggiornamenti contro i 57 del 2019; Sardinian Connection rimane un archivio statico, con l'ultimo aggiornamento datato 2016.

Tra le rare, oramai, soddisfazioni cartacee si segnala l'intervista ad Alan Moore, da me tradotta, e apparsa sul n.116 di Scuola di Fumetto unitamente all'immancabile arricchimento della mia fumosa collezione di ritratti barbuti (qui). 
 
Nadir dell'anno fumettistico: non aver potuto partecipare "live" al rituale soggiorno trevigiano per il TCBF, ahimè.

Speriamo tutti nel 2021. See you later, alligator!
 
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