venerdì 25 novembre 2016

Karen Berger: Alan è Alan!

Karen Berger e Alan Moore nel 1986.
Nel seguito, un breve estratto dall'intervista a Karen Berger, storico editor della Vertigo, raccolta a Marzo 2012 e pubblicata in appendice all'interessante volume The British Invasion: Alan Moore, Neil Gaiman, Grant Morrison, and the Invention of the Modern Comic Book Writer di Greg Carpenter edito da Sequart Organization. 

Greg Carpenter: Molti di noi, col senno di poi, tendono a mitizzare alcune storie a fumetti come La lezione d'anatomia. Anche se al tempo non eri ancora l'editor di Swamp Thing, quando la sceneggiatura arrivò in DC suscitò un qualche clamore?
Karen Berger: Assolutamente. Bastava leggere la sceneggiatura, leggere l'albo e sapevi che quel tizio stava facendo qualcosa che nessuno aveva mai fatto prima nei comics. Non sapevamo dove sarebbe arrivato - nessuno lo sapeva - ma sapevamo che era uno scrittore speciale con un talento speciale. Ogni volta che una sceneggiatura di Alan arrivava nella posta in quelle buste inglesi dallo strano formato, ci sedevamo tutti intorno e Len [Wein] leggeva la sceneggiatura perché anche le indicazioni di regia e composizione erano davvero interessanti. Le cose erano più semplici e meno frenetiche allora, c'era tempo per farlo.
E il valore di quell'albo, sinceramente, rimane inalterato tuttora. Lo rileggo ogni paio d'anni. Per diverso tempo Alan ha affermato (era ancora quando lavoravamo insieme su Swamp Thing) di pensare che il N. 21 fosse il suo albo migliore. "Dopo una storia così", diceva, "dove vai?"

[...]

Carpenter: Dal punto di vista dell'editor come funzionava su Swamp Thing? Tu e Moore vi parlavate e sviluppate idee insieme oppure le sceneggiature arrivavano in quelle "strane buste" e tu facevi la semplice revisione del testo [in inglese "line editing", N.d.T. ]? Oppure era una via di mezzo?
Berger: Alan pensa tutto da sé e ha fatto così sin dall'inizio. Non è mai stato uno scrittore che procede numero per numero. Lui pianificava un anno di storie. Quando sono diventa l'editor della serie, mi ha semplicemente inviato i soggetti e le trame da lì ad un anno. Aveva già pensato a tutto ed era tutto splendido. Poi parlavamo delle storie e lui procedeva a scriverle. 
Alan appartiene a quel tipo di scrittori che... non hanno nulla da supervisionare o correggere. Credo che il più grande cambiamento che abbia fatto ad una sua sceneggiatura - non era neppure una vera sceneggiatura - sia stato quello di cambiare l'ordine di una sequenza di storie. Credo volesse fare prima Il carteggio Nukeface e io ho voluto posticiparlo poiché preferivo facessimo prima un'altra storia. Credo che questo sia stato il mio massimo contributo. [risate]
Si sa, Alan è Alan. Voglio dire, con la massima onestà, c'è Alan e poi ci sono tutti gli altri. Lui è davvero in una categoria tutta sua.

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