mercoledì 11 dicembre 2013

Scoperte dall'Universo Fumetto: Jesse Jacobs!

Una vignetta di Jesse Jacobs da The Divine Manifestation of a Singular Impulse
Uno degli aspetti per me più stimolanti e positivi del Fumetto è la possibilità continua di scoprire e/o riscoprire autori e serie, amplificata ancor di più dalle attuali, sterminate opzioni di scelta e investigazione (più o meno causale, più o meno consapevole) offerte dal Web e dai supporti digitali.

È con questo approccio avventuroso che mi sono inizialmente imbattuto in Rete in JESSE JACOBS, giovane artista canadese con già all'attivo diverse pubblicazioni e la collaborazione con Cartoon Network su Adventure Time. Jacobs ha uno stile inconfondibile, oserei dire lisergico, con un uso del colore assolutamente ipnotico e la costruzione di storie altamente immaginifiche. Insomma, un talento da tenere d'occhio.
E siccome le coincidenze non esistono, di recente (con colpevole ritardo) mi sono regalato alcuni volumi della splendida collana The Best American Comics, che di anno in anno raccoglie il meglio della produzione nord-americana.
Il volume 2013 vede Jeff Smith come editor ospite (non credo che Smith necessiti di presentazioni, vero?), affiancato ai curatori della serie Jessica Abel e Matt Madden. I criteri di scelta adottati da Smith sono esposti chiaramente nella sua introduzione, in una sorta di minimale manifesto programmatico: "Originalità, padronanza degli strumenti e della sintassi per far progredire il racconto vignetta dopo vignetta, e - aspetto più importante - se il fumetto mi ha sorpreso, allora è stato inserito."
Naturalmente nell'ottima selezione di storie (o estratti di storie), operata da Smith, era presente anche JACOBS col suo The Divine Manifestation of a Singular Impulse tratto dal volume "By This Shall You Know Him" pubblicato da Koyama Press: un racconto che vede protagonisti degli esseri divini alle prese con i problemi della creazione della vita, il tutto reso nello stile irresistibile e "sfrontato" di Jacobs.
"Il mio obiettivo era quello di creare una storia che mi permettesse la libertà di esplorare nuove trovate grafiche. Usare questi esseri celestiali e la loro abilità nel manipolare le molecole mi dava la possibilità di disegnare praticamente qualsiasi stramberia mi venisse in mente, potendola inserire nel libro mantenendo una certa coesione narrativa. È divertente disegnare cose strambe.", ha dichiarato JACOBS in appendice al volume.
Ed è piuttosto evidente - come si può constatare guardando le immagini a corredo di questo stesso articolo - che disegnare "cose strambe" sia un'attività che a Jacobs riesce particolarmente bene, no?
Vignetta da Even The Giants. Preview in pdf scaricabile qui.
Il prossimo libro del talentuoso canadese, annunciato per Maggio 2014 da Koyama Press, si intitolerà  Safari Honeymoon e promette altre stramberie ed eye candy.
Ecco cosa rivela la breve presentazione del volume sul sito dell'editore: "Unisciti a una coppia di novelli sposi mentre si inoltrano in una misteriosa foresta, incontrano creature sconosciute e visitano territori inimmaginabili. Nel mezzo di una flora e una fauna incredibile, i due scoprono dentro di loro stessi qualcosa di ancora più strano e terribile che nessun avvistamento durante il safari potrà offrire. Safari Honeymoon è un racconto, immerso nella giungla, d'amore e follia."
La psichedelica copertina di Safari Honeymoon.
Insomma, se amate l'originalità e lasciarvi sorprendere, JESSE JACOBS è un autore per voi.
Dopotutto l'Universo Fumetto è sempre in espansione!!!

Per i più curiosi segnalo qui un'intervista con l'autore, in Inglese.

giovedì 5 dicembre 2013

Segnali dal 2014: ritorna Strangehaven!!!

Copertina per il primo volume dell'edizione francese di Strangehaven.
Il 3 Dicembre scorso, quando davvero non me l'aspettavo più, l'amico Gary Spencer Millidge ha finalmente dato l'annuncio che attendevo - e non solo io, credo e spero -  da taaaantooo, taaantissimooo tempo: Strangehaven, la serie culto creata, scritta e disegnata da Millidge, ritorna nel 2014!!! Ed è inevitabile pensare che di certo l'anno nuovo sarà un anno migliore!

Ho tradotto e curato, insieme a Omar Martini, l'edizione italiana di Strangehaven pubblicata da Black Velvet dal 2003 al 2006. 
Mi ero innamorato della serie qualche anno prima (era forse l'altro millennio?), scoperta non mi ricordo più come (forse Gary e il fumetto erano stati segnalati sulla rivista Wizard? O mi confondo?). Mi avevano intrigato l'atmosfera estremamente british, i personaggi e la narrazione corale, le piccole cose che nascondono chissà quali segreti e... il richiamo a una certa misteriosa e morbosa atmosfera alla Twin Peaks. Insomma... un vero cult a fumetti!
Per Black Velvet uscirono in tutto 6 albi, che raccoglievano i primi 12 numeri auto-prodotti da Gary tramite la sua Abiogenesis Press. Il numero 7 - che avrebbe dovuto contenere gli albi inglesi N. 13 e 14 più una manciata di short collegate - per vari motivi subì dei ritardi, ma pareva pronto per essere presentato nel 2008 a Lucca (qui un post del periodo, i link all'intervista e preview sembra non siano più attivi): non uscì mai, ahimè.
Il N. 18 della serie originale, l'ultimo uscito, fece la sua comparsa nel lontanissimo Settembre 2005! Poi più nulla... sì, di tanto in tanto, nelle email più o meno regolari che scambiavo con Gary, lui mi rassicurava, "lo finirò, prima o poi... è la mia storia, la devo raccontare"; ed io replicavo, "ma quando?", e lui: “non preoccuparti, leggerai la fine… prima che arrivi il tempo dell’Apocalisse!”
Una evocativa tavola da Strangehaven N. 13.
E poi, ecco la buona novella: nel 2014 Strangehaven sarà serializzato su Meanwhile... una nuova rivista pubblicata da Soaring Penguin. Meanwhile... avrà una cadenza bimestrale e Strangehaven comparirà con 13-14 pagine in ogni numero. In questo modo il quarto e conclusivo volume della serie (6 numeri, dal 19 al 24 originariamente previsti) verrà completato nel 2016. Ma non corriamo troppo.

Per poter ultimare la sua storia Gary ha messo da parte l'intransigenza del self-publishing e ha accettato l'offerta dell'editore Soaring Penguin che lo pagherà per la realizzazione delle tavole ma gli garantirà il mantenimento dei diritti della serie. Un ottimo compromesso, dal mio interessato punto di vista, per "tutelare" sia l'autore che i lettori.

Insomma, l'attesa è quasi finita: anche se al momento non sono stati rivelati gli altri autori e fumetti coinvolti, a Maggio 2014 uscirà il primo numero di Meanwhile... e scopriremo finalmente che cosa è successo ad Alex Hunter e alla variegata umanità di Strangehaven.

Io ci sarò. E voi?
Autoritratto di Gary Spencer Millidge.

venerdì 29 novembre 2013

Sogni, Visioni, Incubi

il Sandman di John Watkiss
Finalmente, con un po' di ritardo, sono riuscito a leggere il primo numero dell'attesissimo Sandman: Overture (mentre il secondo albo è stato rinviato di qualche mese. La miniserie in sei albi, avrebbe dovuto avere cadenza bimestrale col N. 1 pubblicato alla fine dell'ottobre scorso. Il N. 2 sarebbe quindi dovuto uscire per la fine dell'anno ma è stato rinviato a Febbraio 2014).
Senza rivelare dettagli della trama, mi limito a dire che ci troviamo di fronte a un interessante prologo che mette in scena alcuni elementi e personaggi e si chiude sul più bello, lasciandoti con un lieve senso di insoddisfazione o con l'acquolina in bocca. La scrittura di Gaiman è... beh, puro Gaiman, i disegni di JH Williams sono semplicemente spettacolari, con la sensazione che siano un gradino sopra alla storia raccontata (per lo meno, in questo N. 1).
Una doppia-tavola da Sandman: Overture N. 1.
Non resta che aspettare l'evolversi degli eventi. Da stigmatizzare nell'albo l'inopportuna e disturbante presenza delle numerose pagine pubblicitarie che interrompono l'esperienza di lettura e la sospensione dell'incredulità. Segnalo un paio di recensioni, per i più curiosi: alcune molto positive (qui e qui), alcune più critiche (qui e qui)

Sempre parlando di Sandman, e del suo 25esimo anniversario, da segnalare la mostra che si sta tenendo in questi giorni alla galleria Nucleus, con la partecipazioni di artisti come Jason Shawn Alexander, Yoshitaka Amano, Scott Hampton, Sam Kieth, Dave McKean, Greg Ruth, John Watkiss, J.H. Williams III e altri.
Tutti in pezzi esposti sono in vendita: se volete fare o farvi un (costoso) regalo di Natale potrebbe essere un'idea. Magari...
Death nell'interpretazione di Dave McKean.
Nel frattempo... in Italia, crescono le attese per la\il "rivoluzione\rilancio\rinnovamento", in atto, intorno al personaggio di Dylan Dog e alle serie a lui legate, sotto la nuova direzione di Roberto Recchioni.
In questi giorni si è diffusa la voce - confermata - che alcuni artisti la cui estetica e produzione in questi anni è stata, di certo, lontana da quella Bonelli sono al lavoro sull'Indagatore dell'Incubo: Ausonia ed AKAb. Questi sono solo i primi nomi di una lista ben più nutrita che non mancherà di destare interesse, aspettative e, forse, qualche polemica. Le indiscrezioni sui nomi avevano anche tirato in ballo il coinvolgimento di Gipi, ma l'artista toscano ha prontamente smentito: "La cosa che disegnerò un DD, almeno al momento, non è vera. Per la cronaca." (Gipi, 28 Nov 2013). Peccato, aggiungo io.
Al momento non sono noti tempi e modalità di questa collaborazione ma pare probabile che si tratterà di un albo\volume "speciale".

Sogni e incubi, almeno nei fumetti, non sono mai abbastanza!
Illustrazione di AKAb, dal suo blog.

domenica 24 novembre 2013

Notizie dall'Italia e dall'Estero: Igort e Nick Bradshaw

In attesa di un dettagliato report dell'evento (prossimamente su queste stesse pagine digitali), mi affretto a informarvi che durante l'incontro tenutosi ieri nell'ambito della tre-giorni "Pazza Idea. Pensiero Creativo", IGORT ha dichiarato che le "celebrazioni" legate al 30ennale di Valvoline Motorcomics non sono un' "operazione-nostalgia" e anzi, presto, lo stesso gruppo tornerà con nuovi esperimenti e lavori (anche usando i "nuovi" media). L'autore ha anche rivelato in anteprima che il progetto si chiamerà... Abracadabra Motorcomics! Inutile dire che il sottoscritto non vede l'ora.

L'incontro, ottimamente condotto dal regista e documentarista Renato Chiocca, è stato l'occasione per parlare della nuova, eccellente edizione di Sinfonia a Bombay, appena stampato e disponibile in anteprima per l'acquisto. Ovviamente non me ne sono fatto scappare una copia.
E non poteva certo mancare lo sketch a impreziosire il volume!
A proposito di incontri con gli autori di Fumetto e di sketch, NICK BRADSHAW, l'apprezzato disegnatore di Wolverine and the X-Men (Marvel Comics), ha scritto oggi sulla propria pagina Facebook... svelando un'autentica trovata!

"Ho deciso di provare qualcosa di nuovo per le prossime convention. Per le persone che acquistano i miei cartonati, avrò a disposizione una varietà di sketch, realizzati precedentemente a mano su dei fogli adesivi, da attaccare sulla pagina interna della copertina (gratis: acquistate un volume e avrete uno sketch in omaggio). Il motivo di realizzarli prima è per non tirar via i disegni, non avere delle lunghe code e, aspetto più importante, per ringraziarvi per supportarmi con l'acquisto dei miei fumetti. Ho davvero apprezzato questo suggerimento da parte di un amico e voglio provare a vedere come funziona. Tutti gli sticker verranno ovviamente personalizzati."
Gli sketch adesivi di Nick Bradshaw!
Considerata la qualità di questi "sticker" direi che si tratta di un'ideona, no?

Bradshaw ha comunque precisato: "Per essere chiari: mi piace ancora fare sketch alle convention. Questi sticker sono solo per i momenti particolarmente concitati in cui devo iniziare a mandar via la gente. E non è per per fare dei soldi, è solo un ringraziamento. Per cui non sto pensando di vendere questi fogli adesivi, ne voglio avere solo qualcuno pronto come back-up quando le cose si fanno un po' folli."

Il meraviglioso mondo del Fumetto... degli autori e... dei fan!

lunedì 18 novembre 2013

Alan Moore fa... 60!

Photo by Diamond Geyser. Used under Creative Common licence.
Oggi il Bardo di Northampton compie... 60 anni! E mentre i festeggiamenti sono già iniziati e proseguono su Fumettologica, a cui ho contribuito in qualche misura, mi piace pensare di festeggiare tutti insieme (perché Moore è un po' l'"amato parente" di ogni appassionato della Nona Arte, no?) con un' "iniziativa", un "regalo" per i lettori amanti del Barbuto scrittore britannico. 

Si tratta di un'ipotesi di antologico di storie brevi scritte da Moore nel corso della sua pluridecennale carriera, (a memoria direi) del tutto inedite in Italia: non sarebbe male averle tutte in un unico libro (con qualche aggiunta di altre short edite ma ormai introvabili come, ad esempio, la storia di Dame Darcy apparsa sull'Alan Moore: Ritratto), magari con delle note introduttive che dessero qualche coordinata storica o commento "critico". Un'idea questa che proposi in passato, senza successo, considerata anche la complessità di un volume simile, a qualche editore italiano. Chissà che magari, un giorno... ma questa sarà tutta un'altra storia.

Nel seguito troverete una vignetta introduttiva, il titolo e un link a sito o blog dove qualche "volenteroso" ha postato le scansioni delle storie in esame (hurm... in Inglese, sorry).
Buona visione (e lettura)!

E... TANTI TANTI AUGURI al Barbuto per altri 60 anni di storie e racconti!!! :)
Fotografie: Gabor Scott. Disegni: Rex Archer.
(1982, in «Eagle» N. 12, IPC / Rebellion Magazines, 3 pagine e mezza)
In Pictopia
Disegni: Don Simpson
(1986, in «Anything Goes» N.2, Fantagraphics, 13 pagine)
Disegni: Myra Hancock
(1986, in «Myra» N.8, Myra Magazines, 5 pagine)
Disegni: Rick Veitch
(1986, in «Epic Illustrated» N.34, Marvel Comics, 8 pagine)
Leviticus: Chapter 20
Disegni: Hunt Emerson
(1987, in Outrageous Tales From The Old Testament, Knockabout, 6 pagine)
Disegni: Alan Moore
(1988,in «Heartbreak hotel» n. 1, Willyprods / Small Time Ink, 1 pagina)
The Bowing Machine
Disegni: Mark Beyer
(1991, in «Raw (Vol. 2)» N. 3, Penguin Books, 8 pagine)
The hasty smear of my smile
Disegni: Peter Bagge
(1998, «Hate» N. 30, Fantagraphics, 4 pagine)
Design: Todd Klein
(2007, prima di una serie di stampe ideata da T. Klein)

E visto che stiamo "sognando", non sarebbe male vedere realizzata la sceneggiatura de Il ventre di una nuvola, tradotta da L. Rizzi e inclusa nel 2011 nel volume Le Straordinarie opere di Alan Moore (di George Khoury, Black Velvet Editrice). Magari illustrata da un disegnatore Italiano.

Ancora AUGURI al Bardo! :)

lunedì 11 novembre 2013

recensioni in 4 parole [9]

La vera Grande Avventura.
Piccolo Hellboy incontra Pinocchio.
Dall'oscurità creature. Vita.
Purgatorio. Spiriti. Fight Club.
*********

Abbiamo detto 4 parole su: 
Soggetto: Decio Canzio e Sergio Toppi
Sceneggiatura: Decio Canzio e Sergio Toppi
Disegni: Sergio Toppi
Copertina: Sergio Toppi
Editore: Sergio Bonelli
Formato: brossurato, 240 pagine, colore
Prezzo: € 6
Anno di pubblicazione: 2013  
Per qualche parola in più: QUI

Storia e copertina: Mike Mignola
Disegni: Duncan Fegredo
Editore: Dark Horse Comics
Formato: cartonato, 56 pagine, colore
Prezzo: $14.99
Anno di pubblicazione: 2013
Per qualche parola in più: QUI (in Inglese)

Va tutto bene
Storia e disegni: Giusy Gallizia
Formato: webcomic, colore
Anno di pubblicazione: 2013 

Sbadiglio nero
Storia e disegni: Ratigher
Editore: Retina
Formato: pdf, 15 pagine, b/n
Prezzo: gratis

giovedì 7 novembre 2013

Vinci MAGIC WORDS, la biografia di Alan Moore

Esce ufficialmente oggi in UK il volume Magic Words: The extraordinary life of Alan Moore scritto da Lance Parkin (intervista qui) ed edito da Aurum Press

Si tratta di una imperdibile (e corposa) biografia dello scrittore di Watchmen e V for Vendetta, destinata a diventare un classico e un riferimento imprescindibile.





Un grazie ad Aurum Press per la disponibilità.

AGGIORNAMENTO (18/11/2013): Abbiamo un vincitore e... viene dal Brasile! Buona lettura! :)

martedì 5 novembre 2013

E poi arriva... Fumettologica!

Il 22 Ottobre scorso è "apparso" in Rete un nuovo sito italiano dedicato al mondo della Nona Arte: FUMETTOLOGICA. Nato su "spinta" di Matteo Stefanelli (nota personalità e apprezzato studioso di Fumetto ed, in tempi recenti, animatore di Fumettologicamente) e con il contributo essenziale della "banda" di Conversazioni sul Fumetto, primo tra tutti Andrea Queirolo (ma anche di altre autorevoli firme), dopo pochi giorni di vita online è già un punto di riferimento imprescindibile - forse "agognato" da tempo - e di evidente qualità per tutti coloro - appassionati, addetti ai lavori, curiosi o "semplici" navigatori della Rete - con un qualche interesse per il Fumetto e le sue mille influenze e relazioni con le altre Arti.

Certo dispiace che Fumettologicamente e sopratutto Conversazioni sul Fumetto abbiano entrambi interrotto i loro aggiornamenti e restino in Rete "solamente" a testimoniare l'egregio lavoro svolto in passato, ma FUMETTOLOGICA (esprimo qualche personale perplessità sulla scelta del nome, scusate) rappresenta di sicuro un passo avanti, una scelta nuova e (forse) più "professionale", con un (ipotizzo) "modello" di business che va oltre il "generoso" volontariato di qualità.
Di sicuro io lo seguirò con attenzione, non escludendo la possibilità, prima o poi, di una collaborazione. Forse servirebbero altri "esperimenti" dello stesso tipo, animati da una analoga progettualità e "compostezza" nel trattare la materia... Chissà. 
Da parte mia, non preoccupatevi, questo piccolo blog continuerà a stare online. Fino a che non mi stancherò.

"Ci siamo dati due anni di tempo, destinando le risorse necessarie per far navigare sereno il nostro battello, non grandissimo, ma solido. Poi c’è il fatto che sbaglieremo forte, sbaglieremo duro. Lo sappiamo, e speriamo vorrete un po’ capirci, e un po’ aiutarci, come abbiamo fatto qui, in rete. L’obiettivo, a noi, pare molto chiaro: fare qualcosa di nuovo e di utile (speriamo anche di bello), facendo una cosa piccola ma ambiziosa, e vedere cosa diventa.

Il Fumetto è... Fumetto.

giovedì 31 ottobre 2013

Abhishek Singh: Krishna, il Fumetto, la Vita, l'Arte

Ancora interviste! E stavolta, con un po' di ritardo rispetto alla realizzazione della chiacchierata (avvenuta via email alla fine del mese d'Agosto scorso), incontriamo un artista straordinario (e un amico): ABHISHEK SINGH, autore di Krishna, graphic novel pubblicato di recente in Italia da Bao Publishing (l'edizione originale è edita dalla Image Comics).
SINGH, oltre all'eccellente talento grafico, ben evidenziato in  Krishna, è uno studioso e appassionato di Fumetto e Arte, e un conoscitore e cultore degli artisti (non a caso lo incontrai di persona a Firenze dove si trovava per studiare i Grandi del Rinascimento) e fumettisti Italiani, primo tra tutti il Maestro Sergio Toppi (a cui scrisse una commovente lettera, poco prima della sua scomparsa: qui).

Abhishek Singh sarà presente a Lucca Comics (dal 31 Ottobre al 3 Novembre) tra i numerosi ospiti presenti allo stand Bao.

Per maggiori informazioni su ABHISHEK SINGH: il suo blog.
Inoltre rimando qui e qui per altre notizie e visioni correlate.

L'intervista può essere letta in originale qui. Una recensione di Krishna, in Italiano: qui.
Che cosa puoi dirci sulla genesi di Krishna? Di sicuro si tratta di un lavoro molto personale per te. Per questo mi interessa sapere quando e soprattutto perché hai deciso di farlo?
Avevo lavorato a Ramayana Reborn, un progetto che mi ha portato a fare molte ricerche, tutte legate alla mitologia Indiana, alla teologia e ad argomenti correlati. Essermi reso conto che quelle storie contengono così tanto di ognuno di noi e dell’Universo, ha accentuato la mia curiosità da diversi punti di vista. Ha segnato l’inizio di uno studio personale su queste meta-storie attraverso la mia arte, in un modo più consapevole.
Anche se per Ramayana ho fatto io le ricerche non ho scritto la storia ma ogni albo mi ha spinto a lavorare in modo che l’aspetto narrativo e quello grafico fossero allineati in modo più coeso, più personale, in modo da rispecchiare le mie riflessioni sull’argomento.
Volevo colorare i miei lavori e l’ho fatto su Kali, un fumetto a me molto caro e il mio ultimo lavoro per la Virgin Comics. Poi ho lasciato per dirigere un film d’animazione, per un paio di mesi, e poi smettere anche con questo e dedicarmi a quella che era diventata una incontrollabile urgenza: dedicarmi a un mio libro.
Ho riempito quaderni di tonnellate di schizzi che documentavano la mia vita parallela alla ricerca di idee su queste storie. Alla fine è giunto il momento, quando ho deciso di seguire quel sogno indomito, di raccontare quella storia che mi turbinava in testa e nel cuore.
È così che Un viaggio interiore è iniziato.

Dal punto di vista tecnico e dello storytelling, in Khrisna hai deciso di usare stili e toni differenti, a volte adottando uno stile cartoon, mentre in altre parti della storia hai preferito un segno più realistico. Anche i colori giocano un ruolo importante. Puoi spiegarci un po’ questo tuo approccio?
Penso all’Arte e ad ogni atto creativo come a una “entità viva” e, come qualsiasi altra pulsante entità energetica, è vincolata alle forze dell’inevitabile cambiamento. L’Arte è un testamento dei cambiamenti che affrontiamo, sia dal punto di vista sociale che spirituale, ma è anche rappresentazione. Io cambio e così farà la mia Arte. Allo stesso tempo mi piace studiare diversi linguaggi visivi che sono stati sviluppati in passato o che sono intorno a me. Le forze della trasformazione all’opera attraverso di essi ispirano modi di percezione e simulazione nel nostro mondo concreto.
Non solo come artista ma anche come osservatore del mondo sono interessato al linguaggio delle immagini. Parlando di Krishna, oltre al Fumetto e all’Arte, ho anche una formazione legata all’animazione e a un certo punto volevo fare il mio film a cartoni, che rimane uno dei miei desideri da realizzare, prima o poi.
Per cui Krishna è il mio film d’animazione senza limiti di budget :) e un omaggio a tutte le influenze dei cartoni animati che ho avuto sin da bambino. Dal punto di vista stilistico, provare qualcosa di nuovo era importante per imparare nuovi approcci e tecniche, per questo ho deliberatamente fatto in modo che Krishna avesse un aspetto diverso rispetto ai miei precedenti progetti. Ho imparato moltissimo sul colore, come aiuti a raccontare una storia, come serva per sottolineare un momento. Ho studiato molte sceneggiature d’animazione, perché volevo scriverne una, ed è stato davvero illuminante per capirne le splendide connessioni.

Nell’ultima parte del progetto ho iniziato a lavorare ad altre storie e alle mie mostre, in cui ho usato delle tecniche tradizionali. Amo lavorare così e gran parte di quello che ho imparato da quell’ambito è finito in qualche modo anche in Krishna.
Mi piace pensare d’essere un artista che sta facendo un fumetto e non un disegnatore di fumetti che disegna un fumetto. Al momento, e da qualche anno, la mia Arte è diventata un modo per scoprire il mondo, “per disegnare quello che uno cerca”.
Abhishek Singh al lavoro!
Credo che sia stata la tua prima esperienza da autore completo, specialmente su un graphic novel. Di base sembra essere una biografia della divinità induista, ma è molto di più di questo, no?
Credo che esprimersi creativamente sia un’estensione della propria individualità, un ponte per esprimere i propri conflitti, convinzioni e realizzazioni.
La bellezza di un processo creativo è che - anche se pensi d’avere tabula rasa su chi sei e sulla natura del mondo intorno a te - ti indirizzerà verso determinate idee, te le farà affrontare con uno stato mentale tormentato solo da guerrieri e avventure.
Creare è capire perché siamo qui e quale utilità le nostre azioni possano avere. Più si scende in profondità, maggiori sono le scoperte. La maggior parte delle volte la scoperta di sé rimane su un piano silente ma a volte affiora in superficie, rompendo le nozioni premeditate su noi stessi, lasciando che quel silenzio diventi una profonda affermazione su chi siamo. Questo è quello che il processo creativo compie, sia che ne siamo consapevoli o meno.
Parlando in modo più razionale, di sicuro, le cose diventano più impegnative quando si fa tutto da soli. Anche se per completare Krishna ho impiegato quattro anni, molte cose sono successe lontano dalla vita al tavolo da disegno: un test per la propria perseveranza, per la propria pazienza… altrimenti una persona non riuscirebbe a raccontare una storia, per lo meno è quello che credo.
Ho imparato a selezionare le cose che mi succedevano, rendendo la mia ricerca più interessante. Non vuol dire che non ho avuto dei momenti di disperazione ma ho anche trovato un modo per trasformare quella disperazione in qualcosa di più costruttivo. Scrivere e disegnare quella storia mi ha sollevato dalle preoccupazioni della vita di tutti i giorni. Il disegno, come un amico fedele, mi ha sempre reso felice. Ho creato qualcosa che mi ha avvolto in una sensazione di pace.
I temi dell’eroismo e della scoperta sono universali ma allo stesso tempo ognuno di noi ha le proprie storie: le loro intersezioni mi intrigano ed è questo che ho cercato di catturare in Krishna. È un racconto personale su cosa sia la vita e l’anima.
In Krishna volevo rappresentare una relazione più coesa tra le immagini e le parole, tra la manifestazione e la filosofia sottesa dalla venerata Divinità.
Ogni personaggio della storia è un simbolo che rappresenta delle sfumature emotive, spirituali e metafisiche.
La storia vuol essere una porta per capire quello che accade all’interno del piano mentale o del reame dell’anima. La mia intenzione era distillare la ricerca e il testo fino a renderlo semplice ma capace di racchiudere le complessità al proprio interno, ed è un processo che non si è ancora concluso: la visione continuerà a espandersi nella mia testa finché vivrò.
Se sarò riuscito ad interessare il lettore, a spingerlo a cercare le fonti e a continuare la propria ricerca in queste filosofie allora avrò fatto il mio lavoro.
Come hai firmato per la Image? Come è stata la collaborazione? Sei stato in contatto diretto con Eric Stephenson, una delle persone - a mio modesto parere - più intelligenti nel mondo dei comics contemporaneo… E le recensioni del libro mi sembra siano molto buone, no?
Sono appena stato al San Diego Comic-Con 2013 e l’accoglienza per il libro e per il mio lavoro è stata eccezionale. Me ne andavo in giro come un nomade senza alcun biglietto da visita incontrando i miei disegnatori preferiti ricevendo un sacco di complimenti. Il libro è andato esaurito, una cosa incredibile. La gente ne veniva attratta perché era in esposizione allo stand Image insieme ad altri loro titoli molto più noti. Lo prendevano perché pensavano che fosse affascinante. Molti di loro alla fine mi hanno scritto per dirmi che una volta letto l’hanno trovato un viaggio estremamente emozionante una volta immersi nella lettura. 
Per la Image pubblicare un libro di 300 pagine realizzato da uno sconosciuto (beh, non sto considerando i miei fumetti precedenti) è stato un grande passo, ma potrà sorprenderti sapere che non c’è stata nessuna negoziazione e neppure qualche contrattazione nel cogliere quest’occasione. Una notte stato visitando il sito della Image e ho trovato la mail di Eric. Stavo pensando di mandargli la proposta per il volume attraverso un corriere ma mi sono detto che non ci sarebbe stato alcun male a mandargli via email la copertina e qualche pagina del libro.
Non ci crederai ma Eric mi ha risposto nel giro di 10 minuti (o per lo meno è così che mi è sembrato). Non mi aspettavo una risposta. Voglio dire, stiamo parlando di una delle persone più impegnate nel mondo dei comics. Doveva essere una risposta automatica e, quando ho aperto la mail, ecco che cosa c’era scritto (copio il testo dalla mail originale di Eric): “Sembra qualcosa di incredibile. Quanto ti manca a finirlo? Hai delle tavole complete che posso vedere?" – e.s.
Tutto il resto è andato di conseguenza anche se non sapevo che avrei avuto bisogno di un altro anno e mezzo per concludere il libro. Mi ero anche impegnato a lavorare sui miei quadri e stavo cercando di dividere il mio tempo tra le due attività. La Image lo ha inserito tra i titoli in uscita per Dicembre 2012 ed è facile capire che un libro di 300 pagine dal costo di 30 dollari non può vendersi da solo, ma la Image l’ha stampato con una tiratura ambiziosa e devo dare tutto il merito ad Eric per la sua lungimiranza e per aver creduto nel mio lavoro.

Tutti alla Image hanno sostenuto il libro con grande amore e continuano a farlo. È davvero una storia fortunata se ci ripenso.
Qual è stata la tua educazione artistica? I tuoi riferimenti e interessi sia riguardo il Fumetto che le Arti visive in generale?
Mentre andavo ancora a scuola ho avuto l’opportunità di lavorare per un editore di fumetti, Raj Comics. Andavo da loro nelle vacanze estive, durante le scuole superiori. Ero felice di dare una mano persino cancellando le matite dalle tavole inchiostrate solo per poterle vedere da vicino. Era pura gioia. Nel tempo libero cercavo di affinare i miei disegni per portarli al livello di quelle tavole. Mi ricordo che un disegnatore senior mi regalò un libro d’anatomia per il mio duro lavoro e che ricopiai tutte le pagine in una settimana per migliorare il mio stile.
Durante il college, ho iniziato a sperimentare perché il mio disegno era plasmato dai fumetti, trovando nuovi modi per uscire da quell’importa ed evolvermi.
Ho fatto persino un piccolo film amatoriale intitolato A Hunter’s Tale a cui ho lavorato per un anno intero facendo praticamente tutto da solo e, al contempo, migliorando e raffinando ancor di più le mie abilità tecniche.
Più o meno in quel periodo ho iniziato a lavorare al progetto Ramayana. All’inizio è stata una cosa molto vaga. Mi piace quando le cose non sono ben definite, c’è tempo per pensare liberamente, per sentirsi più vivi nell’avventura. Poi è arrivato il gruppo e abbiamo iniziato a lavorarci insieme. Ho iniziato a domandarmi come fosse possibile illustrare una storia di qualità senza avere una direzione precisa. Tornavo a casa e buttavo giù varie opzioni per fare questo o quello: ho imparato moltissimo grazie a quel progetto.
Mi sono reso conto dell’immensa quantità di pazienza di cui si ha bisogno. La quantità di ricerche, d’esplorazione e di consapevolezza dal punto di vista artistico non era inferiore a quella necessaria per costruire uno space shuttle! La pazienza è diventata il centro del mio modo di gestire progetti di simile portata. Inoltre ho sviluppato un nuovo rispetto per il “tempo” e per rispettare le scadenze e quando ho iniziato Krishna sono diventato ancora più esigente lavorando sulle mie idee.
E la vita in generale è diventata un punto di riferimento. L’ispirazione viene da ogni evento ordinario, ogni singola azione può avere lo stesso effetto di un evento importante della vita.
Mentre la mia esperienza in un ambito particolare cresce, diventa sempre evidente che tutto converge. Il mio rapporto con l’Arte che ho iniziato a costruire con Krishna è di lasciarmi andare e fare tutto solo per me stesso. In qualche modo interesserà ad altri e agli editori e chiunque è felice di pagare per avere quello che è stato creato per la gioia di una singola persona.

Krishna verrà pubblicato in Italia da Bao e tu sarai tra i loro ospiti a Lucca Comics. Come ti senti? Conosci la scena fumettistica Italiana, i suoi artisti, le serie..? So che sei un grande fan di Sergio Toppi.
Il libro ora è già uscito in Italia. Grazie a questo lavoro ho fatto amicizia con alcune persone davvero speciali, e Michele [Foschini] di Bao è uno di loro. L’ho incontrato al SDCC: Michele è un altro visionario dell’editoria, le sue opinioni su questo lavoro e il suo rispetto per l’Arte e la vita sono impareggiabili.
Sono rimasto molto colpito - e in un certo senso mi è sembrato troppo – da come hanno realizzato il volume: è tradotto benissimo ed è un oggetto fantastico. Non vedo l’ora d’essere a Lucca per ringraziare tutti quelli che hanno lavorato al libro e dedicare tante copie.
Michele conosceva Toppi personalmente ed è pieno di storie incredibili su di lui. Il mio amore per il grande Maestro Toppi non è un segreto per te: lo devo a te se sono riuscito a scrivere una lettera a Toppi e dirgli del mio amore per lui. Non avrei mai pensato che ti avrei incontrato al di fuori del tuo blog, in Italia, che avremmo parlato di fumetti di persona e che grazie a te avrei cercato la casa di Toppi per vedere d’incontrarlo e poi, in senso spirituale, dirgli addio… per questo ti ringrazio tanto.
Il modo in cui siamo legati gli uni agli altri e quale ruolo giochiamo nelle vite altrui è qualcosa che mi fa sentire piccolo, mi sorprende e mi fa andare alla ricerca di nuove avventure.
Nel corso degli anni, sono passato attraverso un gran numero di influenze. Ma ora non ho più molti autori preferiti e poiché non lavoro su personaggi altrui non seguo una specifica scena troppo da vicino. Forse singoli disegni o lavori attirano la mia attenzione ma per ragioni completamente diverse da chi ne è l’autore. Detto questo diversi artisti e le loro opere hanno avuto un grande impatto su di me. La loro profonda conoscenza del mezzo espressivo e la semplicità della loro dedizione mi hanno incantato e ispirato per lavorare duro e continuare la mia ricerca nell’Universo. Per questo gli autori vicini al mio cuore sono Osamu Tezuka, Moebius, Joe Kubert, Bill Watterson e Toppi, tutti “racconta storie” di primissimo livello. Ho un gran numero di libri sulle culture tribali, mitologia, storia, filosofia e tra queste pile ci sono i libri disegnati da questi artisti.

Spero di scoprire molte cose a Lucca e non ho dubbi che quando tornerò a casa avrò moltissime storie da raccontare.
Abhishek Singh e Mike Mignola al SDCC 2013.

Le interviste precedenti:

martedì 29 ottobre 2013

001 e fumosità Mooriane: Dodgem Logic e Biographic

Illustrazione di Gary Spencer Millidge.
Mentre Lucca incombe, colgo l'occasione per comunicare l'ultima "mia" fumosa impresa (da curatore e traduttore), l'ennesima legata ad Alan Moore. Lo so, lo so... è una malattia!
Dopo un gestazione un po' "tribolata" sono felice d'annunciarvi la pubblicazione entro l'anno - e sì, purtroppo a Lucca non sarà ancora disponibile - per 001 Edizioni, di ALAN MOORE: BIOGRAPHIC, una biografia per immagini dello scrittore, realizzata da Gary Spencer Millidge, che in occasione del 60esimo compleanno di Moore (il 18 Novembre prossimo) ne racconta la vita e le opere. 
Si tratta di una versione espansa, riveduta e corretta di quella apparsa nel 2003, in bianco e nero,  su Alan Moore: Ritratto di uno Straordinario Gentleman, libro da tempo esaurito sia nell'edizione in lingua Italiana che in quella Inglese.

I più attenti avranno già visto il volume segnalato sulle pagine del catalogo Mega di Ottobre (pag. 128) come segue:
In occasione del 60esimo compleanno di Gary Spencer Millidge (Strangehaven, Alan Moore: Ritratto di uno straordinario gentleman, Alan Moore: Storyteller) realizza una originale "biographic" per raccontare la vita e le opere dell'autore di Watchmen e V for Vendetta.

L'edizione italiana, edita da
001 Edizioni e curata da smoky man (Alan Moore: Ritratto di uno straordinario gentleman, Le straordinarie opere di Alan Moore), è arricchita da una selezione ragionata di estratti da interviste che getta ulteriore luce sulla vicenda umana e artistica del Bardo di Northampton.
[Alan Moore: Una vita a fumetti (Biographic), di Gary Spencer Millidge,17x24, brossurato con alette, 80pp, colore, € 12]

Alan Moore: Biographic verrà pubblicato da 001 anche in Spagnolo e Francese, mentre l'edizione di lingua inglese sarà disponibile in digitale per la Panel Nine di Russell Willis.
Una vignetta da Alan Moore: Biographic.
A Lucca (e poi in tutte le fumetterie Italiane) sarà invece disponibile, sempre per 001, The Best of Dodgem Logic (192 pp, colore, € 25) un "sunto" della rivista underground curata da Moore che non mancherà di sorprendere e incuriosire non solo gli appassionati del Barbuto scrittore Inglese. 

Lettrici e lettori, Dodgem Logic di Alan Moore, 200 pagine scritte e a volte anche disegnate dal bardo di Northampton vi aspetta a Lucca, formato absolute da subito. 
[dalla pagina Facebook di 001 Edizioni, 26 Ottobre 2013]
 
Inutile dire che entrambi gli acquisti sono fumosamente consigliati! :)
Astounding Weird Penises, fumetto interamente realizzato da Moore, che compare su Dodgem Logic.

sabato 26 ottobre 2013

Alan Moore: LA biografia!

Il 7 Novembre prossimo uscirà in UK (e a dicembre negli USA), per Aurum Press, MAGIC WORDS: THE EXTRAORDINARY LIFE OF ALAN MOORE, una biografia dello scrittore di Watchmen e V for Vendetta, in "coincidenza" col suo imminente sessantesimo compleanno (il 18 Novembre). 
Il libro, un tomo di 400 pagine, scritto da Lance Parkin, noto soprattutto per i suoi lavori su Dr. Who, ma non nuovo a progetti su Moore (nel 2002 pubblicò The Pocket Essential Alan Moore, poi aggiornato nel 2009. In Italia edito in una versione espansa da Black Velvet), promette d'essere imperdibile non solo per tutti gli appassionati dello scrittore Britannico ma anche per il "pubblico generalista" interessato alla biografia di un grande autore.

Per capirne di più, qualche giorno fa, ho intervistato via mail Parkin, col quale sono in contatto da diversi anni. Buona lettura!

Sito di Lance Parkin: qui.
Quando hai iniziato a scrivere un altro libro - una biografia (!) – su Alan Moore? Quanto è stato difficile?
Volevo scrivere qualcosa di corposo su Alan Moore, un “vero” libro, una biografia letteraria che raccontasse la storia della sua vita e dei suoi lavori. Volevo qualcosa di approfondito, che trattasse la materia in dettaglio, non elencare semplicemente i fatti o fare affidamento su un’intervista con lo stesso Moore.
Come hai accennato, in precedenza avevo scritto The Pocket Essential Alan Moore, pubblicato originariamente nel 2002 e poi aggiornato per la ristampa del 2009. È un buon libricino, disponibile in ebook per chiunque sia interessato, ma è composto da 15mila parole. È piuttosto una introduzione a Moore. Magic Words consta di 156mila parole. Il capitolo più corto è comunque più lungo dell’intero Pocket Essential!
Ho impiegato tre anni a scriverlo per cui ho avuto il tempo di pensare e ripensare le cose, di riscrivere e di diventare ossessionato dalla ricerca di una piccola curiosità. Da un certo punto di vista, avere 165mila parole a disposizione è molto meglio che condensare tutto in 15mila. Non devi semplificare, puoi inserire tutti i dettagli necessari, anziché dire semplicemente 'hanno discusso', puoi specificare chi ha detto cosa, battuta per battuta.
La parte più difficile è stata spronarmi per fare in modo che il libro non fosse solo un racconto di eventi, ma che si sentisse la mia personalità, il mio tocco letterario. Chiunque con una connessione Internet può assemblare una pila di informazioni su Alan Moore usando Google. Perciò le domande erano: che cosa posso aggiungere? Perché sono proprio io a scrivere questo libro? Cosa posso trovare che altri non hanno visto? Accade ogni volta, quando si scrive: devi colpire il tuo soggetto da un determinato angolo.

Dopo che hai ultimato il libro, che cosa hai imparato che non sapevi su Moore e la sua carriera? Qualche aneddoto che puoi anticiparci?
Ho imparato un sacco. Ci sono delle cose molto interessanti sul periodo dell’Arts Labs, questi bizzarri luoghi d’incontro un po’ hippie dove la gente stava insieme a leggere poesie e a suonare. Non ero consapevole di quanto quel periodo fosse stato formativo per Moore, ma una volta che ne sei a conoscenza, ogni cosa su di lui acquista molto più senso. Ci sono argomenti che mi hanno sorpreso perché pensavo che fossero già stati trattati in profondità da altri. Ho scoperto, ad esempio, delle cose sulla genesi di V for Vendetta: il ruolo giocato da Evey nei piani originali, e aspetti pratici come quanto Moore sia stato pagato a pagina per scriverlo.
Ci sono dei passaggi in cui ho dovuto navigare tra argomenti molto complessi. “Perché Alan Moore rompe con la DC” è un gigantesca matassa di eventi ma una volta che si comincia ad appuntarsi le date esatte, tutto diventa una sequenza di piccoli episodi che origina una cascata.
Inoltre ci sono alcuni materiali che anche i più avidi fan di Moore probabilmente non hanno mai visto: il plot di Another Suburban Romance; una succinta descrizione di Sun Dodgers, una space opera a cui lavorò negli anni ’70; “He is risen”, il poster che disegnò per uno spettacolo degli Emperors of Ice Cream.  
Moore è stato coinvolto in qualche fase? Ho letto una “citazione” molto “carina” che ha scritto sul libro…
Gli ho mandato una lettera, facendogliela arrivare per un percorso piuttosto tortuoso, quando ho iniziato a lavorare al libro per informarlo del fatto e mi ha mandato una riposta molto gentile dicendomi che non voleva essere coinvolto. Mi ha chiesto di non assillare la sua famiglia ma sfruttare appieno il fatto che stessi scrivendo una biografia non autorizzata. E così ho fatto. Ho impiegato tre anni a scrivere il libro senza che Alan Moore mi sorvegliasse alle spalle e ho cercato di scriverlo nel modo più completo e onesto che potessi fare. Come per qualsiasi essere umano, Alan Moore ha fatto delle cose che possono essere criticate o che possono sembrare irragionevoli. Ci sono state delle dispute e quando c’è una disputa ci sono sempre due facce della stessa storia, per questo ho cercato di trovare l’altro lato delle vicende.

Passano tre anni e consegno il libro. Una volta che tutti siamo soddisfatti del risultato, come gesto di cortesia, mandiamo - non senza trepidazione - una copia del manoscritto ad Alan Moore. Era un venerdì e la mattina del lunedì successivo il mio editor riceve una telefonata: era Moore, il libro gli era piaciuto e voleva parlare con me.
Abbiamo fatto due lunghe chiacchierate al telefono. Durante la prima abbiamo sfogliato il libro e corretto o aggiunto piccoli fatti, come, ad esempio, il nome del campeggio per roulotte in cui andava da bambino. Nella seconda l’ho intervistato per davvero e gli ho chiesto aiuto per colmare alcuni “buchi”. Pubblicherò l’intervista sul mio blog in concomitanza con l’uscita del libro.

Ho incluso l’intervista nella biografia ma è esattamente il libro che ho scritto, con un paio di chiarimenti da parte di Alan Moore. Non l’ha letto pagina per pagina con una matita rossa e sottolineando le cose che non gli piaceva. Per cui mi ritrovo nella strana posizione d’aver scritto una biografia non autorizzata che è piaciuta al soggetto del libro. E Moore ha scritto un endorsement fantastico per il volume 
Quali sono le tue aspettative? Eventi? Tour promozionale?
Questo non è il primo libro scritto su Moore e non sarà l’ultimo. Magic Words è una biografia letteraria, è incentrato sul suo lavoro e la sua carriera. Spero che la gente lo legga, ovviamente, che li spinga a scoprire alcuni dei lavori meno noti di Moore e ai suoi bestseller da un punto di vista nuovo. Mi piacerebbe che fosse un buon resoconto di alcuni dei più ingarbugliati momenti della sua vita. Posso garantirti che persino i fan più appassionati di Moore da tutto il mondo impareranno delle cose che non sapevano prima. Come “speranza” di base, comunque, penso che Alan Moore sia una persona interessante e così spero che questo racconto della sua vita gli renda giustizia.
Sto facendo molte interviste e ho scritto un paio di articoli. Questo è il primo libro, tra quelli che ho scritto, che ho autopromosso in modo sistematico sui social network. Colgo l’opportunità per scusarmi con tutti i miei amici di Facebook che sono stati un po’ bombardati! Ma ora è un aspetto molto importante: recensioni positive su Amazon e Goodreads, ottenere pre-order, generare interesse con un meccanismo semplice come “guarda quanti Like”.

Ai tempi, Moore fu un pioniere di queste tecniche. È strano da dire ma frequentava le convention, faceva interviste fiume e comparsate.
I miei editori hanno usato tutte le risorse a loro disposizione, è fantastico. Mi hanno mandato al Comic Con di New York a metà Ottobre per un presentarlo: era la prima volta che il libro veniva messo in vendita, hanno spedito le copie per via aerea. Stanno organizzando un incontro di presentazione per il lancio del libro a Londra, a fine Novembre. Sarà un incontro piuttosto “sontuoso” per i fan di Moore, credo, perché ci sarà molto di più di me in compagnia di una penna.

Considerando la tua conoscenza dell’argomento, che cosa ti piacerebbe vedere realizzato da Moore nel prossimo futuro?
Attendo Jerusalem, il suo corposo nuovo romanzo. Se accettasse delle richieste, mi piacerebbe facesse qualcosa di immenso e sostanziale su William Blake. Un graphic novel che utilizzasse in modo ingegnoso l’opera e la complessa mitologia personale di Blake. Moore ne ha parlato in diverse occasioni, ha fatto una performance, Angel Passage che citava Blake, ma vorrei qualcosa che avesse la densità e la grandezza di From Hell
L'intervista originale può essere letta su Alan Moore World: qui.

Segnalo inoltre, un'intervista a Parkin raccolta al recente NYCC: qui (in Inglese).
Per una recensione del volume rimando qui (in Inglese).