lunedì 19 dicembre 2011

Beatrice Penco Sechi: talento & tenacia

Cover per Knife Magazine. Work in progress.
Rieccoci per il secondo appuntamento con la "fumosa" serie di interviste ai protagonisti del Fumetto. Dopo l'esordio con Daniele Serra, è la volta di una giovane autrice (classe 1987): BEATRICE PENCO SECHI. Ho "scoperto" Beatrice relativamente di recente e ne ho subito apprezzato il segno e la bravura uniti alla modestia e a un grande amore per il disegno e il racconto per immagini. La sua prima  - e finora unica pubblicazione (ma siamo certi che molte altre seguiranno) è stata il primo albo di Lady Doll edito nel 2010 dalla prestigiosa casa editrice francese Soleil, di cui è disegnatrice e colorista su testi di Daniele Vessella. Un'altra "matita in fuga" potrebbe dire qualcuno...
Stante queste premesse potrete facilmente immaginare che non ho perso l'occasione di intervistarla. Così... buona lettura!

Maggiori informazioni e news su Beatrice Penco Sechi sul suo blog personale. 
Lady Doll tome 1. Cover.
smoky man: Partiamo con un classico. Puoi presentarti ai frequentatori di questo blog? Come hai iniziato a fare fumetti? Qual è la tua formazione e i tuoi "riferimenti" fumettistici?
Beatrice Penco Sechi: Disegno praticamente da sempre. Tutti i bambini amano i giocattoli, e naturalmente non ero un’eccezione, ma disegnare per me era un intrattenimento quotidiano, un qualcosa che mi "spegneva" del tutto il cervello per ore e ore. Il resto praticamente è venuto da sé. Quando sono cresciuta ha cominciato a pensare di far fumetti, ma di sogni se ne fanno tanti, tendono ad arrivare velocemente, velocemente andarsene, poi magari ritornare, molto leggeri. Questo mio sogno però è ritornato con la leggerezza di un mattone, e questo mattone si chiamava David Lloyd. Quando l'ho visto firmare la riedizione di V for Vendetta a Cagliari nella fumetteria dove praticamente sono cresciuta, ho capito davvero che volevo intraprendere quella strada. Per quanto riguarda la mia formazione, parliamo di un bel calderone con un miscuglio impossibile dentro. Tendo ad "assorbire" tutto quello che mi piace. Il che è un bene e un male, perché ho uno stile in costante cambiamento. Mi annoio facilmente, in sostanza. Sicuramente i primi autori che graficamente mi hanno formato sono Claire Wendling, Guarnido con suo favoloso Blacksad e la coppia Barbucci/Canepa.
sm: L'incontro con David Lloyd è datato 2008. E un po' c'era il mio fumoso zampino, per cui... mi sento un po' in colpa! :) Tornando alla tua formazione, sei autodidatta o hai fatto delle scuole di Fumetto o corsi di illustrazione o affini? Quali sono le tappe attraverso le quali il tuo stile è maturato fino a diventare "pubblicabile"?
BPS: Sono completamente autodidatta. Mi sarebbe piaciuto frequentare corsi e scuole ma per vari motivi non ne ho mai avuto l'occasione. Alla fine ho adottato il motto "chi fa da sé fa per tre", semplicemente. Riguardo all'evoluzione del mio stile, mi rifiuto di definirlo "maturo" e "pubblicabile". Devo ancora imparare ed evolvermi molto. Al mio calderone ho già aggiunto tanti ingredienti, ma da brava strega quale sono, ci sono ancora molte cose che voglio assaggiare, sperimentare ed aggiungere alla mia brodaglia.
Lady Doll tome 2: Maison de poupée.
sm: Visti i risultati credo che alla fine “la brodaglia” abbia già un ottimo sapore… [risate]
Il tuo esordio professionale è avvenuto in terra francese, con la serie Lady Doll. Puoi parlarci di questa tua avventura?
BPS: Una strana storia in realtà. Un inizio veramente vorticoso e fortunato , che a mio parere riconferma una volta di più la teoria della "fortuna del principiante". Io e Daniele Vessella cercavamo un colorista di pregio per il progetto, ma in questa ricerca trovammo un invece editore. Per una serie di coincidenze e un passaggio preferenziale capitato fortunosamente (piccola parentesi criptica in cui ringrazio a gran voce Barbara), il progetto finì nelle mani di Audrey Alwett che all'epoca stava preparando il catalogo della sua nuova collezione alla Soleil. Volle assolutamente Lady Doll per sé, e poiché i tempi erano molto stretti (stava per chiudere la preview del catalogo Blackberry) in quattro e quattr’otto eravamo a bordo. Davvero, queste cose non capitano. Se capitano, é perché sei Alan Moore, o, come dicevo prima, un principiante sfacciatamente fortunato.
Lady Doll tome 2: Maison de poupée.
sm: Puoi parlarci di Lady Doll? Che storia è? Come è stata l’accoglienza da parte dei lettori, della critica e della casa editrice per questo tuo lavoro? So che stavi lavorando al secondo volume…
Si tratta di una storia che ricalca molto il romanzo ottocentesco intimista al femminile, con un tocco dickensiano. La protagonista affronta le difficoltà e angherie che il mondo e le persone le riservano a causa della sua diversità fisica, rifugiandosi in un proprio mondo interiore popolato esclusivamente dalle sue bambole. Alla fine del primo volume capiamo come questo mondo abbia finito col risucchiarla del tutto, inevitabilmente. La critica e la risposta del pubblico é stata ottima, considerando che io e Daniele siamo esordienti di primo pelo in Francia (ed anzi Lady Doll é il mio primo fumetto in assoluto). Per cui direi che abbiamo cominciato bene ed il panorama è abbastanza roseo. Il secondo (ed ultimo) volume della serie uscirà nel 2012. Spero di fare un buon lavoro e non deludere nessuno.
Lady Doll tome 2. Illustrazione.
sm: In Italia si parla tanto di crisi, non solo nel campo del fumetto ma della società in generale, ovviamente, visti i mala tempora...
Da autrice che sta muovendo i suoi "primi" passi nel mondo del fumetto, com'è stato lavorare con i francesi? In particolare mi interessa sapere del tuo rapporto con la figura dell'editor...
In Francia la cultura del fumetto é forte e presente, credo che sia il mercato europeo numero uno dove un autore può riuscire a trovarsi davvero bene. Inoltre, hanno un ottimo modo di considerare i giovani autori: un'esordiente può davvero pensare di trovare lavoro senza scomodare fantasie utopistiche, perché se sei bravo ed hai talento, in Francia lavori. Gli editor non ti guardano con viso arcigno perché non sei nessuno, anzi sono sempre interessati a scoprire nuove figure artistiche, riescono ad essere un poco lungimiranti e ad immaginarsi che dandoti un'opportunità non sarai un nessuno per sempre. Ti insegnano anche il mestiere, in certe occasioni.
Cover per Knife Magazine: "Have a Bloody Christmas".
sm: Qual è invece la tua sensazione del mercato fumettistico in Italia? Quali spiragli hai intravisto, che riscontri...? Immagino che da italiana ti piacerebbe prima o poi trovare un tuo "spazio"...
In Italia questa mentalità “alla francese” di cui parlavo è praticamente inesistente. Non nascondo che mi piacerebbe essere conosciuta come autrice anche nel mio Paese, ma la cosa incredibile é che, di questi tempi, TU autore italiano ti fai un nome in Italia solo in riflesso del successo hai avuto all'estero. Sono molto pessimista, lo so, ma la verità é che é l'Italia del fumetto (solo del fumetto?) ad essere pessima. Non vedo opportunità, meno che mai per i giovani. L'esordiente per non soffocare nel silenzio e l'anonimato imposto (che per un artista è davvero la morte) é COSTRETTO a portare le proprie idee e la propria arte altrove. Spiragli? Riscontri? Qui da noi? Dovremmo cambiare modo di pensare, regredendo magari di 500, 600 anni. Proviamo a chiedere ad un artista del Rinascimento quale paese offra il panorama lavorativo artistico-culturale migliore. Ecco, l'Italia una volta era tutto questo. 600 anni avevamo qualcosa in meno di cui vergognarci. Oggi qualcosa di più.
Gift art per "Ugly Angel".
sm: Amara constatazione, ma assolutamente reale, ahimè… Passando ad argomenti più lieti, che mi dici del tuo metodo di lavoro? Tradizionale, digitale? Qual è il tuo “processo” standard… anche se so bene che probabilmente uno standard non esiste, dipendendo da progetto a progetto…
Come ormai si sarà capito, mi piace molto reinventarmi, sia a livello di genere, che di stile di disegno, che di colorazione. Voglio che ogni mio progetto sia qualcosa a sé stante, che non suggerisca un plagio di me stessa. Amo molto la colorazione tradizionale, in particolare faccio un ampio uso dei pantoni, ma riesco bene anche in quella digitale, o ancora, come nel caso di Lady Doll, una tecnica mista.

Non sei solo disegnatrice ma anche colorista e… ideatrice di progetti e… autrice dei tuoi testi… So che stai lavorando a diversi progetti e idee. Cosa bolle in pentola?
BPS: Cerco di essere un'artista a tutto tondo. É inevitabile per chi ha avuto la fortuna (o forse sfortuna?) di nascere con occhi un po' speciali (come cantava De André), quegli occhi che invece di copiare i mondi li inventano. Di questo si tratta, l'esigenza di raccontare, mostrare, comunicare quel qualcosa che vedi soltanto tu, e la inventi su carta perché possano vederla anche gli altri. Vedo tante cose, voglio raccontarle tutte. Lady Doll é stato il mio esordio come disegnatrice/colorista, ma tra i miei prossimi ce ne é uno scritto, e due disegnati e scritti da me. E le altre "visioni" attendono il loro turno. Con pazienza (a loro non manca, a me invece sì!).
Character design per Sirénes et Salles de Bains.
Qualche dettaglio in più? Immagino stia proponendo queste tue idee po' in giro, ma immagino non in Italia...
Subito dopo Lady Doll lavorerò a Sirénes et Salles de Bains, un altro bd per la Soleil stavolta firmato in coppia con Audrey Alwett. Potremmo descriverla come la favola de "La Sirenetta" all'inverso, svecchiata e con una trama molto fresca e nuova. Mi aspetto molto da questo lavoro. Parallelamente non abbandono progetti personali interamente creati da me, che spero di poter mostrare presto sotto una "bandiera" editoriale. Tra questi c'é un gothic-horror che sto covando da quasi 10 anni, poi una reinterpretazione di un classico molto noto, ed ancora una favola macabra creata ex-novo.
Mi sto proponendo molto Oltralpe, è vero, e in America. In Italia ho tentato, all'inizio, ma come ho già detto, i riscontri sono veramente pochi per chi proporne opere inedite.

Grazie Beatrice per l’intervista e complimenti per il tuo talento unito a una positiva tenacia! In bocca al lupo! :)
  Intervista condotta via email nel mese di Dicembre 2011.

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