Copertina di U.D.W.G. N.1. Illustrazione di Mat Brinkman. |
U.D.W.F.G. è un semestrale (96 pagine, bianco e nero, formato A4, 700 copie numerate, 18 euro) dal respiro internazionale, realizzato non a caso in inglese, che ospita cinque serie che si sviluppano sulle traiettorie di un fantasy... molto dark, molto weird e molto underground.
Il volume presenta storie, spesso (quasi) mute, popolate di mostri e bizzarre creature, dove tutto può succedere e il lettore ha la sensazione di non poter staccare gli occhi dai mondi impossibili ideati dalla Hollow Crew ovverosia un dream team di artisti "indie": l’americano Mat Brinkman (Multiforce), autentico guru della scene indipendente, di ritorno al fumetto dopo una lunga assenza; lo spagnolo Miguel Angel Martin (Brian the Brain); il giapponese Tetsunori Tawaraya (Can you see the rainbow from there?) e gli italiani Ratigher (Trama) e Paolo Massagli (OZ).
Il progetto, all'insegna del D.I.Y, è stato finanziato da Nitri tramite l'acquisto delle tavole originali, in modo da garantire agli autori un compenso adeguato. Le tavole sono state poi proposte sul mercato dei collezionisti di originali, generando così un circuito virtuoso capace di sostenere la produzione.
U.D.W.F.G. si è in breve tempo guadagnato l'attenzione e il riscontro positivo dei lettori e della stampa specializzata, raccogliendo recensioni lusinghiere non solo in Italia ma anche a livello Internazionale.
Il popolare sito BleedingCool lo ha definito "Il prossimo Creepy o Eerie per una nuova generazione, straripante di talento e storie da incubo." mentre il prestigioso The Comics Journal ha scritto "I lettori che hanno apprezzato i libri di Monster di Paul Lyons gradiranno altrettanto anche questo volume ma U.D.W.F.G. è molto più riuscito sia nella confezione che nelle storie che propone."
Nel seguito potete leggere un'intervista a Michele Nitri, che ringrazio, condotta via email durante il mese d'Agosto 2014.
Puoi raccontarci la genesi di questo progetto, sia dal punto di vista editoriale che creativo?
Michele Nitri: Dal punto di vista creativo, è stato principalmente un mix di due cose. La lettura di uno dei più bei libri dark fantasy di sempre, Zothique di Clark Ashton Smith, che mi fece ricredere del mio pregiudizio nei confronti delle raccolte, dimostrandomi che dei racconti messi insieme in modo coeso possono avere più potenza narrativa del classico romanzo. In particolare mi affascinò lo “status” dell’insieme, rispetto alla trama in sé che quasi sempre è ciò che ci tiene incollati alle pagine. E la rilettura del Multiforce di Mat Brinkman, che mi ha fatto scervellare su come poterlo racchiudere in un determinato genere, giungendo all’underdarkweirdfantasygrounds (un dark fantasy che esce fuori da ogni schema per sfociare nel weird, il tutto in uno “spirito” molto underground).
Dal punto di vista editoriale potrei parlarne per pagine e pagine. Ma la principale domanda a cui provavo a rispondere era: “esiste un metodo per retribuire in modo onesto gli artisti coinvolti rivolgendosi alla nicchia?”
Sembra di sì, o almeno per il momento funziona… basta acquistare tutte le tavole originali per sostenere le paghe e divertirsi a sperimentare con i ricavi delle copie vendute. Cioè, da collezionista mi venne in mente di sfruttare una delle nuove e SANE manie ultimamente in costante sviluppo: il collezionismo delle tavole originali.
Perché la scelta di un sotto-genere così di “nicchia” e specifico?
Perché come tutti sono un po’ egoista. Nessuno pubblicava o quasi i fumetti che avrei voluto leggere. E poi perché è un genere inesplorato: non ha senso essere la brutta copia di vecchie glorie.
Come sei giunto ai cinque autori coinvolti nel progetto? Quale selezione hai fatto, se c’è stata una selezione prima di arrivare ai “magnifici 5” di U.D.W.F.G.?
Mat Brinkman per me è il precursore, l’avrei coinvolto ad ogni costo, anche solo come copertinista. Gli altri dovevano rientrare nei seguenti requisiti: appartenere al mio Olimpo personale per inventiva e qualità; essere persone serie e oneste quali sono; e soprattutto non avere familiarità con il genere… troppo spesso l’eccessivo studio di una materia ingabbia la creatività.
Come sei riuscito a convincerli? Penso ad esempio all’eclatante caso di Mat Brinkman che di fatto torna al Fumetto dopo anni d’assenza e il suo seminale contributo alla “cosiddetta scena di Providence”…
A questa domanda possono rispondere solo loro. Ma credo si sia trattato di un insieme di cose. L’originalità creativa ed editoriale del progetto, la mia serietà dimostrata nel tempo e la tenacia nell’investire in un progetto completamente indipendente, che non abbia bisogno di leccate di culo e finti guadagni.
Qual è stata l’interazione tra te, come editore e ideatore del progetto, e gli autori? Quale input hai dato tu e quale gli autori, se ve n’è stato uno? Voglio dire, hai presentato loro un’idea definita di progetto oppure le loro “reazioni” e il loro interesse a partecipare hanno in qualche modo influito sul risultato finale?
Diciamo che c’è stato un input, ma molto generico. Ho richiesto solo di rimanere in un tema fantastico, oscuro e insolito. Chiedendogli di concentrarsi sul mondo che si apprestavano a creare e non sui personaggi, volevo che questi ultimi guadagnassero spessore di riflesso al mondo in cui vivevano. E la risposta degli artisti non ha assolutamente deluso le mie aspettative.
Sei giovanissimo, ma mi sembra tu abbia già le idee abbastanza chiare e di sicuro la “temerarietà” per proporre un progetto simile con un respiro internazionale (non a caso il volume è in Inglese)… so che sei stato un collezionista di tavole originali, immagino lo sia ancora… essere un collector ti è stato d’aiuto per creare U.D.W.F.G.?
Sì! Tantissimo! Per idee, per contatti, per dinamiche di mercato, mi ha aiutato in tutto. Come tutte le cose d’altronde. Non smetterò mai di ripetere che il più grande aiuto lo sto ricevendo dalla vita intensa che cerco di condurre: con una mentalità aperta si può ben capire come ogni piccola esperienza possa essere trasposta in altri interessi.
Per Ottobre, in concomitanza con Lucca Comis, è in arrivo il Vol. 2. Puoi fare un primo bilancio? Inoltre, qual è la pianificazione, in termini di uscite, del progetto? Prevedi una conclusione? Magari, qualche new entry in termini di autori, anche se immagino sia troppo presto per parlarne…
Il bilancio è che in soli 4-5 mesi ho raggiunto abbondantemente i fondi per finanziare il secondo numero.
Per quanto riguarda la conclusione è variabile, dipende da come proseguirà l’iniziativa e dalla creatività degli autori. Il mio traguardo minimo è la pubblicazione di almeno 5 numeri, poi chissà… grazie a me, grazie agli autori e grazie soprattutto a voi che sosterrete il progetto, potremmo andare avanti all’infinito, l’importante è avere sempre buone idee da mettere su carta.
Invece sulle new entry non c’è alcuna possibilità. Se si dovesse presentare qualche proposta allettante da parte di autori interessanti, pubblicherò dei volumetti autoconclusivi in stile “U.D.W.F.G. Presents…”
Qual è la prospettiva per il 2015? Pensi, ad esempio, di raccogliere le singole storie in volumi specifici, magari includendo making-of e altro?
Di sicuro per i prossimi 2 anni mi dedicherò solo ed esclusivamente a questo progetto, per questioni logistiche. Poi il mio sogno nel cassetto è aprire una piccola casa editrice underground rivolta ad un pubblico internazionale.
Le singole storie verranno raccolte in TP solo una volta concluse, in edizioni superlimitate e da collezione. Ma per il momento non ci penso troppo, credo e spero se ne riparlerà tra anni.
Inoltre, che altro bolle in pentola per Hollow Press?
Tanto U.D.W.F.G., qualche “special guest” (se ne avrò occasione) e mi piacerebbe pubblicare una serie epica di ampio respiro…
Michele Nitri: Dal punto di vista creativo, è stato principalmente un mix di due cose. La lettura di uno dei più bei libri dark fantasy di sempre, Zothique di Clark Ashton Smith, che mi fece ricredere del mio pregiudizio nei confronti delle raccolte, dimostrandomi che dei racconti messi insieme in modo coeso possono avere più potenza narrativa del classico romanzo. In particolare mi affascinò lo “status” dell’insieme, rispetto alla trama in sé che quasi sempre è ciò che ci tiene incollati alle pagine. E la rilettura del Multiforce di Mat Brinkman, che mi ha fatto scervellare su come poterlo racchiudere in un determinato genere, giungendo all’underdarkweirdfantasygrounds (un dark fantasy che esce fuori da ogni schema per sfociare nel weird, il tutto in uno “spirito” molto underground).
Dal punto di vista editoriale potrei parlarne per pagine e pagine. Ma la principale domanda a cui provavo a rispondere era: “esiste un metodo per retribuire in modo onesto gli artisti coinvolti rivolgendosi alla nicchia?”
Sembra di sì, o almeno per il momento funziona… basta acquistare tutte le tavole originali per sostenere le paghe e divertirsi a sperimentare con i ricavi delle copie vendute. Cioè, da collezionista mi venne in mente di sfruttare una delle nuove e SANE manie ultimamente in costante sviluppo: il collezionismo delle tavole originali.
Una tavola di Miguel Angel Martin. |
Perché come tutti sono un po’ egoista. Nessuno pubblicava o quasi i fumetti che avrei voluto leggere. E poi perché è un genere inesplorato: non ha senso essere la brutta copia di vecchie glorie.
Come sei giunto ai cinque autori coinvolti nel progetto? Quale selezione hai fatto, se c’è stata una selezione prima di arrivare ai “magnifici 5” di U.D.W.F.G.?
Mat Brinkman per me è il precursore, l’avrei coinvolto ad ogni costo, anche solo come copertinista. Gli altri dovevano rientrare nei seguenti requisiti: appartenere al mio Olimpo personale per inventiva e qualità; essere persone serie e oneste quali sono; e soprattutto non avere familiarità con il genere… troppo spesso l’eccessivo studio di una materia ingabbia la creatività.
Una tavola di Mat Brinkman. |
A questa domanda possono rispondere solo loro. Ma credo si sia trattato di un insieme di cose. L’originalità creativa ed editoriale del progetto, la mia serietà dimostrata nel tempo e la tenacia nell’investire in un progetto completamente indipendente, che non abbia bisogno di leccate di culo e finti guadagni.
Una tavola di Tetsunori Tawaraya. |
Diciamo che c’è stato un input, ma molto generico. Ho richiesto solo di rimanere in un tema fantastico, oscuro e insolito. Chiedendogli di concentrarsi sul mondo che si apprestavano a creare e non sui personaggi, volevo che questi ultimi guadagnassero spessore di riflesso al mondo in cui vivevano. E la risposta degli artisti non ha assolutamente deluso le mie aspettative.
Sei giovanissimo, ma mi sembra tu abbia già le idee abbastanza chiare e di sicuro la “temerarietà” per proporre un progetto simile con un respiro internazionale (non a caso il volume è in Inglese)… so che sei stato un collezionista di tavole originali, immagino lo sia ancora… essere un collector ti è stato d’aiuto per creare U.D.W.F.G.?
Sì! Tantissimo! Per idee, per contatti, per dinamiche di mercato, mi ha aiutato in tutto. Come tutte le cose d’altronde. Non smetterò mai di ripetere che il più grande aiuto lo sto ricevendo dalla vita intensa che cerco di condurre: con una mentalità aperta si può ben capire come ogni piccola esperienza possa essere trasposta in altri interessi.
Una tavola di Ratigher. |
Il bilancio è che in soli 4-5 mesi ho raggiunto abbondantemente i fondi per finanziare il secondo numero.
Per quanto riguarda la conclusione è variabile, dipende da come proseguirà l’iniziativa e dalla creatività degli autori. Il mio traguardo minimo è la pubblicazione di almeno 5 numeri, poi chissà… grazie a me, grazie agli autori e grazie soprattutto a voi che sosterrete il progetto, potremmo andare avanti all’infinito, l’importante è avere sempre buone idee da mettere su carta.
Invece sulle new entry non c’è alcuna possibilità. Se si dovesse presentare qualche proposta allettante da parte di autori interessanti, pubblicherò dei volumetti autoconclusivi in stile “U.D.W.F.G. Presents…”
Una tavola di Paolo Massagli. |
Di sicuro per i prossimi 2 anni mi dedicherò solo ed esclusivamente a questo progetto, per questioni logistiche. Poi il mio sogno nel cassetto è aprire una piccola casa editrice underground rivolta ad un pubblico internazionale.
Le singole storie verranno raccolte in TP solo una volta concluse, in edizioni superlimitate e da collezione. Ma per il momento non ci penso troppo, credo e spero se ne riparlerà tra anni.
Inoltre, che altro bolle in pentola per Hollow Press?
Tanto U.D.W.F.G., qualche “special guest” (se ne avrò occasione) e mi piacerebbe pubblicare una serie epica di ampio respiro…
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