Copertina di U.D.W.G. N.2. Illustrazione di Miguel Angel Martin. |
Il secondo numero di U.D.W.F.G. verrà presentato durante l'imminente Lucca Comics.
La Hollow Crew in versione toy! |
Le interviste sono state condotte via email nel periodo Agosto-Settembre.
Buona lettura e... "Prepare to lose your soul!"
Una tavola di Mat Brinkman. |
Mat Brinkman: La storia stava fermentando da molti molti anni, Michele [Nitri, N.d.T.] si è fatto avanti e cercava esattamente quello che la storia offriva.
Miguel Ángel Martín: Michele mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto disegnare una storia “dark weird fantasy”. Michele sa che sono un fan di William Burroughs, come lo è anche lui. Ho capito quello che voleva. La mia idea di “weird fantasy” è Burroughs, non Lord Dunsany. Gli ho mostrato dei vecchi disegni e illustrazioni e gli sono piaciuti tantissimo e mi ha detto “vai avanti”. Non mi ero mai cimentato prima col “dark weird fantasy”. Grazie a lui mi sto divertendo un mondo a disegnare The Emanation Machine.
Tetsunori Tawaraya: Un giorno un mio amico mi ha detto che c'era un tizio in Italia che comprava online tutti i miei fumetti, da Tacoche, la più importante fumetteria dedicata ai fumetti underground e anche dall'editore indipendente Sweet Dreams Press.
Alla fine mi ha contattato direttamente e abbiamo parlato di un progetto a cui stava lavorando. Sì quella persona era Michele.
Ratigher: Conosco Michele, l'uomo dietro Hollow Press, da qualche anno. Viviamo a pochi chilometri di distanza e ci piacciono le stesse cose devianti, abbiamo anche molti interessi divergenti e questo rende le nostre chiacchiere frizzanti e accese. Lui pretende di insegnarmi a guidare usando il freno motore e io cerco di obbligarlo a leggere Shakespeare sottolineando con l'evidenziatore giallo. Nel progetto sono praticamente il suo braccio destro (diciamo almeno il pollice destro), mi occupo anche della grafica e dell'impaginazione della rivista e sono sempre l'ultimo a consegnare la storia; lo faccio solo per metterlo davanti alle difficoltà dell'editoria D.I.Y. È una specie di nonnismo dei fumetti.
Paolo Massagli: In quel periodo stavo auto-producendo il mio fumetto O.Z e Michele mi contattò perché era interessato al mio stile, mi parlò del suo progetto di editare una fanzine con autori molto famosi nel settore dell'underground e accettai subito.
Una tavola di Miguel Angel Martin. |
Mat Brinkman: Non posso dire nulla sulla mia storia: per quello c’è la storia stessa. Se c’è un tema nel racconto quello è… “Shit Happens".
Miguel Ángel Martín: La mia storia è improvvisata. Ho delle idee prima di iniziare a disegnare ma la storia è completamente improvvisata. Ora ho un’idea di base per il terzo episodio ma non so minimamente cosa succederà dopo. Non posso rivelare nulla perché non c’è nulla da rivelare. So solo come la storia finirà ma non so quanto sarà lunga. Penso che il tema principale sia la ricerca di qualcosa d’importante, un tema classico, come il Graal. Ma l’aspetto per me importante sono i personaggi e le situazioni.
Tetsunori Tawaraya: La mia storia è iniziata con delle immagini che si ricollegano al secondo episodio. Dopo aver letto il secondo numero si riuscirà a capire che cosa sta succedendo.
Fondamentalmente racconta le avventure di Mr. Rotten Donuts ma le cose diventeranno strambe e imprevedibili.
Ratigher: La mia serie si chiama Five Mantles. La scintilla è la voglia di occuparmi di una storia di pura avventura e azione. Diversamente dai miei fumetti classici, con questa storia voglio occuparmi solo di stratagemmi di sceneggiatura che incollino il lettore. Vorrei che fosse letta da dodicenni che poi si coprono di stracci, si dipingono la faccia e vanno a costruire delle basi nella boscaglia vicino casa. Five Mantles è ambientato in un mondo esclusivamente fatto di dungeon, nel solco della tradizione dei giochi di ruolo, da tavolo, dei libri game. La primigenia ispirazione credo sia proprio il gioco: io per primo, con i personaggi, sto giocando. Non so cosa succederà loro, ho un'idea molto fumosa del proseguire dell'avventura, cerco colpi di scena che stupiscano per primo me. Il mondo dei cunicoli è di solito legato a doppio filo con l'immaginario fantasy, io invece mi prendo la libertà di inventare mostri e scelte estetiche anche lontane dal fantasy classico, sempre perché sto giocando e il pallone è mio e le regole le decido io. Ambientare tutto nei dungeon mi permette di sperimentare un'altra sensazione che ho sempre considerato regina tra quelle suscitabili dal racconto a fumetti: la claustrofobia.
Paolo Massagli: La mia storia o, per meglio dire, le mie storie "Hell" sono sempre diverse ad ogni albo, l'unica cosa che l'accomuna è il paesaggio e, come dice il titolo "Hell", sono tutte svolte in un inferno più fantasy che horror con tematiche e personaggi diversi.
La storia è nata perché Michele mi disse che il mondo dove era svolta doveva diventare il protagonista e non i personaggi che l'animavano e spero di esserci riuscito.
Una tavola di Tetsunori Tawaraya. |
Qual è la tua reazione nel vedere il tuo fumetto fianco a fianco con quello degli altri autori? Vedi una sorta di “dialogo” tra loro oppure si tratta piuttosto di “sfida artistica” tra di voi oppure… semplicemente è la natura intrinseca di un libro antologico?
Mat Brinkman: Penso che il dialogo farebbe deragliare le nostre storie e visioni.
Miguel Ángel Martín: Sono abituato a pubblicare le mie storie in riviste insieme ad altri autori. Per cui questo progetto non è una novità per me. La prima rivista in cui ho pubblicato si chiamava Zona 84 per l’editore spagnolo Toutain, una rivista dedicata alla fantascienza classica. La mia idea di fantascienza in stile Ballard non fu compresa al tempo. Sto parlando dei primi anni ’90.
Tetsunori Tawaraya: La mia prima storia è una sorta di "flashback" di Mr. Rotten Donuts per cui è difficile da comprendere ma le cose inizieranno ad andare al loro posto nel secondo episodio.
Ratigher: È troppo presto a mio avviso per "dialogare" tra di noi. Siamo partiti tutti con idee molto diverse, ma con il passare dei numeri, di sicuro ci influenzeremo. Credo che manchi anche la "sfida artistica", non siamo partiti come gruppo coeso, e di solito vuoi sbaragliare i tuoi amici piuttosto che i tuoi colleghi. Ma anche in questo caso, la "sfida" arriverà, anzi, è già arrivata.
Io poi vivo con particolare emozione la presenza di Brinkman, sono un suo fan da molti anni e lo considero al pari di Chris Ware come innovatore del nostro medium. Credo sia uno di quei pochi miracolati dal genio del racconto a fumetti, sembra sia la sua lingua madre.
Tanti anni fa, io e Tuono Pettinato ci procurammo il suo numero di telefono di Providence e gli telefonammo per chiedergli una storia per una fanzine che poi non ha mai visto la luce. Non ci rispose lui, ma una coinquilina che ci diede la sua mail, una cosa tipo 0000xx000x0xtuyanhhangh00xx098@antisocial.com. Io e Tuono eravamo tanto felici avesse una email così simpatica.
Paolo Massagli: Sono molto contento che il mio lavoro sia affiancato a questi grandi autori, per me non è una sfida e nemmeno un dialogo, per me è un apprendimento delle tecniche sia grafiche che narrative degli altri artisti.
Quali sono, in generale, le tue aspettative per UDWFG?
Mat Brinkman: Onestamente nessuna. Tutti quelli coinvolti si sono tuffati ma non sono sicuri di quanto sia profondo il mare.
Miguel Ángel Martín: Sono molto motivato e carico per questa avventura. Non sono a conoscenza di altri progetti simili. Penso che Nitri, come editore, abbia creato qualcosa di davvero speciale. È un piacere per me condividere lo spazio della rivista con artisti così eccezionali e originali.
Tetsunori Tawaraya: UDWFG mi sta dando così tante opportunità di disegnare nuovi personaggi e gli altri quattro autori sono una grande fonte d’ispirazione. Tutti quelli coinvolti in questo progetto sembrano la mia nuova famiglia. Me la sto godendo.
Ratigher: Spero di costruire un'avventura coinvolgente e diventare amico degli altri autori, così quando ci incontreremo tutti insieme ci berremo delle caipiroska e faremo combattimenti con le spade.
Paolo Massagli: Le mie aspettative sono già appagate, come ho detto in precedenza sono orgoglioso di far parte di questo gruppo di grandi artisti dell'underground. Per il resto la parola va al lettore e spero che apprezzi il nostro lavoro.
Mat Brinkman: Penso che il dialogo farebbe deragliare le nostre storie e visioni.
Miguel Ángel Martín: Sono abituato a pubblicare le mie storie in riviste insieme ad altri autori. Per cui questo progetto non è una novità per me. La prima rivista in cui ho pubblicato si chiamava Zona 84 per l’editore spagnolo Toutain, una rivista dedicata alla fantascienza classica. La mia idea di fantascienza in stile Ballard non fu compresa al tempo. Sto parlando dei primi anni ’90.
Tetsunori Tawaraya: La mia prima storia è una sorta di "flashback" di Mr. Rotten Donuts per cui è difficile da comprendere ma le cose inizieranno ad andare al loro posto nel secondo episodio.
Ratigher: È troppo presto a mio avviso per "dialogare" tra di noi. Siamo partiti tutti con idee molto diverse, ma con il passare dei numeri, di sicuro ci influenzeremo. Credo che manchi anche la "sfida artistica", non siamo partiti come gruppo coeso, e di solito vuoi sbaragliare i tuoi amici piuttosto che i tuoi colleghi. Ma anche in questo caso, la "sfida" arriverà, anzi, è già arrivata.
Io poi vivo con particolare emozione la presenza di Brinkman, sono un suo fan da molti anni e lo considero al pari di Chris Ware come innovatore del nostro medium. Credo sia uno di quei pochi miracolati dal genio del racconto a fumetti, sembra sia la sua lingua madre.
Tanti anni fa, io e Tuono Pettinato ci procurammo il suo numero di telefono di Providence e gli telefonammo per chiedergli una storia per una fanzine che poi non ha mai visto la luce. Non ci rispose lui, ma una coinquilina che ci diede la sua mail, una cosa tipo 0000xx000x0xtuyanhhangh00xx098@antisocial.com. Io e Tuono eravamo tanto felici avesse una email così simpatica.
Paolo Massagli: Sono molto contento che il mio lavoro sia affiancato a questi grandi autori, per me non è una sfida e nemmeno un dialogo, per me è un apprendimento delle tecniche sia grafiche che narrative degli altri artisti.
Una tavola di Ratigher. |
Mat Brinkman: Onestamente nessuna. Tutti quelli coinvolti si sono tuffati ma non sono sicuri di quanto sia profondo il mare.
Miguel Ángel Martín: Sono molto motivato e carico per questa avventura. Non sono a conoscenza di altri progetti simili. Penso che Nitri, come editore, abbia creato qualcosa di davvero speciale. È un piacere per me condividere lo spazio della rivista con artisti così eccezionali e originali.
Tetsunori Tawaraya: UDWFG mi sta dando così tante opportunità di disegnare nuovi personaggi e gli altri quattro autori sono una grande fonte d’ispirazione. Tutti quelli coinvolti in questo progetto sembrano la mia nuova famiglia. Me la sto godendo.
Ratigher: Spero di costruire un'avventura coinvolgente e diventare amico degli altri autori, così quando ci incontreremo tutti insieme ci berremo delle caipiroska e faremo combattimenti con le spade.
Paolo Massagli: Le mie aspettative sono già appagate, come ho detto in precedenza sono orgoglioso di far parte di questo gruppo di grandi artisti dell'underground. Per il resto la parola va al lettore e spero che apprezzi il nostro lavoro.
Una tavola di Paolo Massagli. |
Le interviste precedenti: