Estratto da un'intervista apparsa nel 1997 sul
Feature Magazine Volume 3, Number 2.
FEATURE: Dove stai andando come artista? Che tipo di lascito stai cercando di costruire? Che genere di opere stai cercando di creare?
Alan Moore: Non ho mai davvero pensato a quale eredità lasciare. Suppongo di non saperlo, mi fido di quello che faccio. Guardo indietro ai miei lavori
precedenti. Se ripenso a Watchmen devo ammettere di sentire un qualche immeritato disagio. Non dovrei provarlo ma... è solo il fatto che si
trattava di un fumetto di supereroi. Stavo cercando di dire qualcosa di serio in un modo abbastanza leggero. Come detto, oggi non lo farei. Sono
ancora molto orgoglioso di Watchmen ma lo sono ancora di più di lavori che non rientrano nel genere supereroistico come From Hell e Lost Girls.
Si tratta di uno sviluppo, di una semplice progressione di idee nella mia testa ma stanno seguendo una sorta di percorso. Io mi trovo su
quella strada ma non so dove porta e non ho in mente una destinazione vera e propria. Non c'è un piano, c'è solo una strada che cerco di
scoprire e interpretare mentre la percorro. I miei lavori, suppongo, siano una sorta di comunicati ufficiali che vengono rilasciati durante
questo viaggio; diranno più o meno dove mi trovo, in un determinato momento, lungo il cammino. Riguardo cosa mi aspetti... voglio dire, la
lista delle cose che ho intenzione di fare in futuro, suppongo debbano essere considerate come delle direzioni che mi sembrano promettenti da
investigare. Non so che cosa accadrà quando ci arriverò, non so quale altra strada si aprirà a quel punto. Non so poi cosa farò.
Ho anche io le mie fissazioni che tendono a riguardare il voler approfondire sempre di più le cose. Lavorando con i fumetti mainstream, ho provato a guardare agli aspetti politici e morali che stanno dietro alle altre situazioni in quel genere di storie, cercando di andare oltre la superficie. Una volta iniziato ho cercato di scavare ulteriormente. In modo da parlare di politica in senso più generale in relazione al mondo colorato dei comics. C'è un momento in cui vuoi andare ulteriormente oltre. È come scavare un tunnel, suppongo. È il modo migliore che riesco a trovare per descrivere questo processo. Voglio cercare di decifrare i vari livelli di significato che ci sono nel mondo quanto più in profondità. Qualsiasi sia lo strumento o la strada che mi pare più produttiva per raggiungere questo scopo allora li utilizzerò. Ma è un approccio del tutto soggettivo. Ed è un processo completamente impredicibile dentro la mia testa. Dovrò semplicemente vedere dove mi condurrà. Non cerco di indovinare cosa accadrà.
Credo che quando, alla fine, schiatterò sulla macchina da scrivere, allora e soltanto allora, sarò in grado di capire l'insieme di opere che ho realizzato. Sono sicuro che l'ottanta per cento sarà merda ma probabilmente ci saranno un paio di buone cose che resteranno ed è possibile che saranno quelle che mai avrei pensato che l'avrebbero fatto.
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