mercoledì 17 aprile 2013

Una questione di... etichetta!

Opera di René Magritte
Sul sempre interessante ed intelligente Conversazioni sul Fumetto m'imbatto in un pezzo firmato da Tonio Troiani dall' "acchiappante" titolo «La vita è una chiavica», ovvero il Graphic Novel come categoria merceologica, più una discussione con Massimo Giacon, che vi invito a leggere.
"Ogni utente di un qualsiasi social network documenta e condivide ogni banalità che ai suoi occhi, in un narcisistica prospettiva, è degna di essere “notabile”. Ora, proporre prodotti che cadono sotto lo stesso interesse documentaristico instilla e risponde all’esigenza che ogni “condivisore seriale” ha di rendere “pubblicabile” le proprie memorie. Il graphic novel, allora, risponde sia a questo bisogno di immedesimazione e riconoscimento e, nel contempo, ingloba tutto quello che è fumetto, perché fare romanzo grafico è più semplice, forse, che fare fumetti.", scrive Troiani.

Essendo un critico omeopatico lascio le riflessioni di sostanza ad altri, da parte mia mi limito ad ammiccare un po' stanco, ammettendo di incominciare a trovare queste riflessioni, in generale, "stucchevoli". Nulla di personale nei confronti di Troiani di cui leggo sempre con piacere gli scritti, "invidiandogli", tra l'altro, l'acume e la "lunghezza" dei pezzi!

Nel seguito, Giacon (artista fenomenale che apprezzo anche per il suo approccio ironico all'Arte), da parte sua, afferma: "Per la Lettura ho proposto una storia di due pagine che era ambientata durante un party d’artista, una situazione vagamente felliniana e grottesca, anche se l’avevo tratta da una situazione parzialmente realmente accaduta e vissuta. Quella storia è stata scartata perché era troppo sboccata e strampalata, e non era abbastanza “reale”. Il paradosso è che il GN è diventato a suo modo una realtà a sé stante, forse è quello il vero territorio fantastico contemporaneo."
Hmmm.... (espressione autentica di critica omeopatica!)

Ma non finisce qui. 
Il Corriere della Sera pubblicizza così la sua nuova iniziativa legata alla Nona Arte: "Dal 20 aprile non perdete la collana “Graphic Journalism: il fumetto che racconta la realtà”. Rizzoli Lizard ha selezionato per il Corriere della Sera 20 opere di Graphic Journalism che, con un linguaggio grafico di facile lettura e forte impatto emotivo, raccontano storie autobiografiche, testimoniano eventi drammatici e raccontano momenti importanti di storia contemporanea." Ora il testo di lancio sulla pagina Web del giornale è cambiato, sembra,  ma... che vuol dire "un linguaggio grafico di facile lettura"???

Hurm...

Al solito arriva il Saggio Barbuto ad illuminarmi. Lo so, sono di parte. 
"Continuerò a fare ciò che faccio adesso, cioè esattamente ciò che voglio. Non voglio essere costretto su un singolo mezzo, posso fare fumetti pur restando lontano dai comics, film senza partecipare alla scena cinematografica, libri non entrando in alcun circolo letterario. Ecco cosa voglio. Nessuna etichetta" [Alan Moore parlando del suo futuro, Aprile 2013]
Beh... corro a leggermi un albo di Geppo, felice, recente ritrovamento.
Buon Fumetto a tutti!

5 commenti:

Orlando Furioso ha detto...

Bel post smoky, come sempre.
Amo e seguo anch'io Conversazioni, e tu non hai nulla da invidiare a nessuno.
Un abbraccio pieno di stima
Orlando

Joachim ha detto...

Questa non è una pipa...
Io so perché si chiama il tequila e non la tequila
ma non so perché si chiama il graphic novel e non la graphic novel
L'hanno chiamata graphic novel per una vita
e adesso tutti a dire il graphic nobel
Io so perché si dice il tequila e non la tequila
ma non so perché tutti hanno iniziato a chiamarla il graphic novel
Io continuerò a chiamarla graphic novel

Questa non è una pipa...

smoky man ha detto...

@Fumetti di Carta
Grazie Orlando!

@Joachim
"Questa non è una pipa..." :D

CREPASCOLO ha detto...

Geppo di Moore e Giacon potrebbe essere interessante. Spero che non lo facciano parlare in rima - so di essere in minoranza, ma preferirei di no, come direbbe lo scrivano di Melville - perchè mi bastano i sonetti di Etrigan.
A dirla tutta non sopporto nemmeno Zatanna quando recita i suoi incantesimi al contrario.
E le glosse di Bendis in cui ci spiega - con tutta l'ironia post moderna e post serial delle Streghe - da che libro il dottor Strange ha pescato il suo magheggio.
Io sono della vecchia scuola del trucco c'è - ma-non-si- vede
( quanto soffro oggi rivedendo i video anni ottanta dei Duran ! ) e mi piace il Costantine di Azzarello che attiva la sua luccicanza sempre fuori scena.
Una idea per il Bardo ed il Giac quando avranno finito di occuparsi del diavolo buono: perchè non rilanciare Hellblazer come fosse il Colombo della serie dei seventies ? Hmmm....

smoky man ha detto...

@Crepascolo
ma LOL!!! :D