Pádraig Ó Méalóid: Che cosa puoi dirmi su From Hell Companion?
Eddie Campbell: The From Hell Companion è una selezione di extra e di materiali di produzione relativi a
From Hell, il fumetto. È organizzato in modo da essere una "ri-narrazione" della storia da diverse nuove angolazioni, inclusi gli aspetti personali e le vicende editoriali. Intendo dire che ho usato degli estratti dalle sceneggiature e dagli schizzi realizzati da Alan, ma non li ho buttati dentro in sezioni separate. Li ho inseriti in una sequenza narrativa, unitamente a commenti tecnici, saggi brevi, congetture e, inoltre, insieme ad aneddoti e miei disegni mai visti prima. È ricco di digressioni. Il contributo più raro che contiene è una sinossi di 15mila parole che Alan scrisse per descrivere la seconda parte della storia a beneficio della casa di produzione del film. Considerato che avevano comprato i diritti quando eravamo solo al capitolo 8.
La cosa interessante della sinossi è che ci sono delle sequenze che si sviluppano in maniera differente rispetto al fumetto così come tutti noi lo conosciamo. Lo ripeto, ho inserito questi materiali nel punto a cui appartengono, narrativamente parlando.
PÓM: Che cosa ti ha spinto a realizzare questo libro proprio ora?
EC: Io ed Alan avevamo in mente da tempo di fare qualcosa insieme, in generale pensavamo di farlo in coincidenza col il quindicesimo o il ventesimo anniversario dell'inizio o della conclusione di
From Hell. Ma Alan non era mai abbastanza libero da altri progetti che assorbivano le sue energie e continuavamo a perdere l'occasione. Nel 2011 ho fatto un incontro e avevo bisogno di un argomento di cui parlare e ho tirato fuori un vecchio aneddoto legato alla sceneggiatura di
From Hell. La cosa ha funzionato così bene che ho pensato che avrei potuto mettere insieme il libro da solo, usando il materiale disponibile, sia mio che di Alan, ma senza dover aspettare. Una volta trovata la motivazione tutto si è svolto piuttosto velocemente come se fosse un qualcosa semplicemente in attesa di concretizzarsi e, ovviamente, lo era.
PÓM: L'aspetto interessante di libri come The From Hell Companion è che ci permettono di vedere il "dietro le quinte". Voglio dire, la gente che dice "Ho letto tutto quello che Alan Moore ha scritto" non potrebbe affermare una cosa più falsa perché quello che Moore ha scritto è la sceneggiatura ed è una cosa che raramente possono vedere. Quello che in realtà hanno visto è la sua sceneggiatura attraverso l'elaborazione di un disegnatore, in questo caso tu. Per questo l'opportunità di dare un'occhiata al processo di trasformazione della sceneggiatura "grezza" scritta da Alan nel prodotto finito è sempre un'occasione interessante e rivelatrice.
EC: Sì è un libro sui "processi" creativi. Porto il lettore di fronte ad un paio di problemi che bisogna risolvere e, via via, gli mostro le possibili soluzioni.
From Hell è come un'automobile di grossa cilindrata con uno splendido, pulito e ordinato cruscotto. E poi quando lo smonti e tiri via le coperture, sotto vedi tutto un groviglio di cavi, ingranaggi e parti mobili incrostate di grasso. Questo è il
Companion. Dopo aver visto questo cruscotto per anni, questa nuova versione della macchina rende il tutto interessante in modi che non avresti mai immaginato prima.
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Steve and Alan Moore |
PÓM: Ho dato una rapida lettura al pdf che mi hai mandato e ci sono un paio di cose che mi hanno colpito particolarmente. Per iniziare, ci sono le foto fatte a Londra come documentazione insieme ad Alan e Steve (nessuna relazione di parentela) Moore. E ci sono alcuni punti in cui confronti alcuni passaggi del fumetto con delle sequenze del film. E c'è un tema comune in questo caso: il passaggio da un medium ad un altro.
EC: "Nessuna parentela" è diventato ormai il nome ufficiale di
Steve, l'hai notato? Dovrebbe renderlo permanente con un atto unilaterale. Sì, c'è il tema del passaggio da un medium ad un altro. Ho anche messo parecchi "thumbnail" delle pagine, realizzati da Alan, affiancati alle relative tavole finali, entrambi mostrati, approssimativamente, con la stessa grandezza. Alan l'ha sempre fatto nel corso della sua carriera, nei suoi quaderni d'appunti personali, non solo per
From Hell, ma i disegnatori non li hanno mai visti. Per cui, quando me li sono procurati, io stesso sono rimasto in alcuni casi davvero sorpreso. Specialmente nel vedere, in alcuni casi, quanto fossero davvero vicini alla pagina finale. Ci sono poi alcune tavole in cui ho fatto dei cambiamenti, per una ragione o per un'altra, e racconto al lettore le motivazioni delle modifiche. Mostro molto della lavorazione e delle riflessioni alla base del fumetto e porto il lettore dentro le discussioni, tra una cosa e l'altra.
From Hell sarebbe già abbastanza complicato dal punto di vista della medicina legale, ma ci sono anche tutte le varie complicazioni di natura estetica. Ho inserito altri livelli di racconto, nuove sotto-trame. Ad esempio, come disegnare un personaggio e allo stesso tempo dire che forse lei non era lì. Uno dei temi ricorrenti è la rappresentazione grafica di una teoria o di una ipotesi.
PÓM: Sono rimasto affascinato dalle illustrazioni fatte da tua figlia Hayley quando aveva sette anni, che rappresentano lei mentre viene uccisa in tanti modi diversi. Voglio dire, l'ho incontrata da poco e mi sembra sia una persona abbastanza normale...
EC: È stata un'aggiunta successiva. Ho pensato che avessi bisogno di una luce gioiosa in tutto quell'orrore, così ci siamo chiesti come sarebbe stato il libro visto dalla prospettiva di un bambino. Mentre lavoravo al capitolo sei mi resi conto che mia figlia se ne stava seduta nella stanza a disegnare la sua versione degli... ORRORI. Non voglio dire che stesse disegnando il suo
From Hell. Il suo libro era molto più originale. Stava disegnando un compendio di tutti i possibili modi in cui morire. Ne disegnò una trentina prima di perdere interesse. Dopotutto aveva solo sette anni, e poca esperienza della morte. Ma sì, mi sembra sia abbastanza normale. Deve aver trovato il modo di liberarsi della cosa.
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Un esempio degli "orrori" di Hayley Campbell |
PÓM: Ne stavo parlando con lei poco fa, e mi ha detto che le piacerebbe se venisse pubblicato. E so che sta lavorando ad un libro su Neil Gaiman, al momento [verrà pubblicato da Ilex Press a Marzo 2014]. Hai visto qualche anteprima?
EC: Penso che quello sia stato il suo primo libro.
The Ripper Files, era questo il titolo che aveva scelto, è stata la prima volta in cui ha scoperto d'essere un'autrice. Tutti noi abbiamo avuto la nostra "prima volta", la prima volta in cui abbiamo espresso le nostre idee invece di fare delle cose che ci erano state ordinate o che si aspettavano da noi, come ad esempio i compiti a casa. E Hayley ora è arrivata al punto di scrivere un "vero" libro, intendo dire un libro commissionatole da un editore, che è l'opposto dell'urgente e completa gioia di realizzarne uno, e credo che al momento sia in quella fase in cui si trova a discutere con la casa editrice che vuole trasformare il tutto in un "compito a casa", eventualità che voleva evitare. La parte più difficile quando stai scrivendo un libro è quella fase in cui devi discutere con l'editor che vuole qualcosa di diverso dal libro che gli hai consegnato. Succede ancora anche a me, persino con
The From Hell Companion, che tu ci creda o no.
PÓM: Vedremo mai pubblicate tutte le sceneggiature di From Hell? Mi piacerebbe molto che la serie pubblicata dalla SpiderBaby Grafix di Steve Bissette venisse completata.
EC: Chi può dirlo? Ma alcuni capitoli sono andati persi. Nel
Companion ho risolto coprendo quei buchi con altro materiale. Inoltre penso che ci vorrebbe un interesse di studio davvero motivato per spingere una persona per leggere la storia in quel modo. Inevitabilmente, gran parte di una sceneggiatura tende essenzialmente all'obiettivo di mettere tutto al posto giusto. Ho selezionato le parti più interessanti di "pura scrittura", e alcune sono davvero, davvero notevoli. Chiunque sia interessato all'opera di Alan troverà nel libro diverse cose validissime, la maggior parte mai viste prima. E circa la medesima quantità delle mie speculazioni teoriche. Per cui c'è parecchio materiale interessante per chi è affascinato dal capire come realizzare un buon fumetto. Tutti quei "
letterati" potrebbero imparare una cosa o due.
PÓM: Hai mai avuto una tua ipotesi personale su chi potesse essere davvero Jack Lo Squartatore, sia prima che dopo aver lavorato al fumetto?
EC: La mia ipotesi è che non riusciamo a sopportare il fatto che l'universo sia frutto del caso e per questo abbiamo inventato dio e le varie
teorie della cospirazione. Preferiamo credere che siano i malvagi ad avere il controllo rispetto al fatto che nessuno abbia il controllo.