domenica 6 dicembre 2020

[Oldies but goldies] GIUSEPPE PALUMBO 2000

A seguire ripropongo un'intervista datata 2000 al grandissimo GIUSEPPE PALUMBO, apparsa originariamente sulla rivista Macchie d'Inchiostro (Nuova Serie) n. 1, realizzata dagli amici dell'Associazione Chine Vaganti. L'intervista fu poi pubblicata anche sulle pagine digitali di Ultrazine
PALUMBO a fumetti
a cura di smoky man
GIUSEPPE PALUMBO è un artista tra i più noti e apprezzati in Italia. Nato a Matera il 24/7/1964, ha esordito nel 1986 sulle pagine del quotidiano Reporter e sulla rivista Tempi Supplementari. In quasi 15 anni di attività ha collaborato con tutti i principali editori italiani creando personaggi di culto come Ramarro e Tosca la Mosca. Ha inoltre pubblicato per alcune prestigiose case editrici estere: la giapponese Kodansha e l’americana Dc Comics.

ULTRAzine: Cosa è per te il Fumetto?
PALUMBO:
Croce e delizia. Non mi attarderò in definizioni da Accademia della Crusca, né in "integralismi" di vario genere. Woody Allen in "Manhattan" si chiedeva perché amava New York e si rispondeva: amavo New York, perché era la mia città e lo sarebbe sempre stata. Quando ami qualcosa è sempre meglio non chiedersi perché... Per gli accademici, invece, rimando alle definizioni di Scott McCloud (sempre valide...).

ULTRAzine: Puoi parlarci dei tuoi riferimenti grafici? Ci sono dei disegnatori che segui tuttora con particolare attenzione?
PALUMBO:
Andiamo per ordine. I miei modelli sono fin troppo evidenti, Magnus sopra tutti. La mia naturale curiosità (nasco prima come lettore e poi come autore, ovvio) mi porta a cercare un po' dovunque la materia prima per la mia materia grigia. Ma una cosa è certa: i miei riferimenti grafici li cerco un po' oltre l'orto fumettistico; sarebbe un peccato altrimenti. Nutrirsi solo della stessa passione alla fine ti rende sterile. La colpa più grande di un esordiente, per quanto mi riguarda, è quella di fare un fumetto "con" i fumetti di altri e basta, senza altro aggiungere di proprio, né contaminare con differenti spunti o linguaggi: sono parti incestuosi. A chi ama il mio disegno a china, consiglierei la visione delle opere di Duilio Cambellotti, artista del periodo fascista, o Felix Vallotton, sommo genio del disegno art nouveau. Cosa leggo? Chris Ware, Charles Burns, Daniel Clowes ma anche Tezuka, Mignola, Munoz... 
ULTRAzine: Tu hai partecipato a riviste come Frigidare, Dolce Vita e Cyborg. Perché lo spazio per pubblicazioni simili non esiste più? Sono semplicemente cambiati gli scenari? E ancora, dov’è finito il fumetto d’autore? O forse, dove sono finiti gli autori?
PALUMBO:
Dove sono finiti autori e riviste? Ci sarebbe da chiedersi dove è finito il pubblico che quelle riviste acquistava. Forse legge altro, forse i fumetti li va a cercare in libreria. Ci sarebbe poi da chiedersi perché grossi editori di riviste, modello Espresso-Panorama, quando c’è da parlare di fumetto fanno tanto di cappello (il fumetto che si è emancipato di qua, il fumetto che si è emancipato di là) ma poi non pubblicano più come in passato opere a fumetti sulle loro pagine. Eccezion fatta per Manara o per brevi comparse di Altan o Staino o Silver... E poi sarebbe ora di farla finita con la lagna del fumetto d'autore. Quello che è sempre mancato al cosiddetto fumetto d'autore è stata la figura dell'editor, colui che avrebbe dovuto aiutare a dare una rotta produttiva e un argine di controllo alla pletora di cazzate che per anni sono state strapagate e "straincensate" in quanto fumetto d'autore. Se non ci sono più le riviste che hai citato, la colpa è un po' di tutti: editori, distributori, autori, pubblico (nel caso di Frigo ci aggiungerei una certa commissione per l'editoria che bloccando certi congrui sgravi fiscali, bloccò lo slancio di una rivista fondamentale... sic transeat gloria mundi). Quelle furono riviste volute da gruppi di fumettari e di intellettuali insieme, ma soprattutto da fumettari che volevano dare nuova dignità al fumetto italiano e portare aria nuova nel panorama di idee e di immagini italiano; questo livello dello scontro così volutamente alto ha dato grossi risultati: dove sono ora autori capaci di questo? Ma anche dove sono intellettuali capaci di dialogare con i fumettari al fine di compiere imprese simili? E gli editori? Eccetera ecc...

ULTRAzine: Che cosa diresti ad un giovane esordiente che ti chiedesse consiglio su cosa fare per pubblicare?
PALUMBO:
Scegliere l'editore che gli è più vicino, come idee, come immaginario e con lui edificare... Altrimenti fare il prezzolato per il miglior offerente ma è un gioco che alla lunga forse non vale la candela ed è sicuramente meno divertente!
ULTRAzine: Palumbo e la Kodansha, come è successo? Che cosa pensi ci abbiano insegnato i manga? Qual è la tua spiegazione del loro grande successo presso i giovani?
PALUMBO:
"Palumbo sei bravo, facce ride". Fatto. Vi rimando alla lettura del mio catalogo "Jumbo" per ulteriori informazioni. Cosa "mi" hanno insegnato i manga? Il gusto di sezionare, smontare, ricomporre e sviluppare una sequenza con il solo uso delle immagini; la velocità e il ritmo; il gusto del dettaglio. Credo che tutto questo, unito a una immaginazione e a una sensibilità dettate da una tradizione culturale radicalmente diversa dalle nostre, porti a un livello di empatia altissima e che questo sia alla radice del loro successo.

ULTRAzine: Come è stata la tua esperienza americana? Se non ricordo male hai chinato Sal Velluto su un albo DC. Avendo creato Ramarro, pensi che l’icona del supereroe abbia ancora un senso?
PALUMBO:
L'esperienza DC Comics è stata una esperienza sfortunata, a causa soprattutto della situazione logistica in cui si è svolta, ma anche a causa della cattiva organizzazione del lavoro da parte della casa editrice. A parte questo, lavorare con Sal per me è stato importante, perché mi ha portato a ragionare diversamente, in maniera più professionale al mio modo di inchiostrare; peccato che l'impresa non sia andata avanti, anche perché mi faceva piacere lavorare con una persona amica come Sal con un oceano di mezzo...Ramarro: è sempre stato un supereroe atipico, bizzarro, per definizione. Questo tipo di supereroe è il supereroe che avrà sempre senso.

ULTRAzine: Un ricordo dell’esperienza in casa Bonelli. Dopo Martin Mystere ti piacerebbe disegnare qualche altro personaggio bonelliano?
PALUMBO:
No. Disegnare Martin Mystere significa disegnare tutto contemporaneamente. Finora ho al mio attivo ho: Milano nel '400 e oggigiorno, Matera oggigiorno e nel Neolitico, Australia, Egitto, Firenze, Twin Peaks e la base di Altrove nell'800, dimensioni parallele e via così. C'è un bel po' da divertirsi, non vi pare? Confesso che un numero o due di Napoleone mi piacerebbe farli, ma il BVZM mi va bene.

ULTRAzine: Tu e Brolli un sodalizio di ferro. Come è lavorarci insieme? Quanto conta la passione nel mestiere del fumettista?
PALUMBO:
Brolli oltre che un vero amico è l'editor di cui parlavo prima. Se mi chiede di correggere qualcosa, l'80% delle volte non sbaglia. Certo nessuno è perfetto, ma ce ne fossero...Daniele è anche l'editore con cui ho costruito il maggior e il miglior numero di imprese personali e alcune tra le migliori in "team". Scusate se è poco. La passione? L'ho già detto: è tutto!

ULTRAzine: Fumetto e Internet, qual è la tua opinione?
PALUMBO:
La Kodansha ha utilizzato alcune delle storie di Cut (che sono in uscita nella collana NoWords della Phoenix) per la rivista Morning OnLine. Anche lì il mio editor, Yasuyuki Shin, ha fatto un gran lavoro: effetti sonori, colonna sonora, montaggio serrato delle singole vignette... Con editor simili e investimenti seri anche Internet può essere un buon terreno di caccia per il fumetto. 
ULTRAzine: Qualche tempo fa Sergio Toppi ha dichiarato: “Molte volte fare l’artista è più facile… Uno dice “Sono un’artista” e quindi… Mentre il fumettista se disegna una cosa che non funziona, un aeroplano un po’ approssimativo o un’auto fatta male, non se lo può permettere. L’artista può anche cospargersi di vernice e mettersi su un piedistallo e dire: “Io sono la statua di me stesso!”.  Se io o gli altri miei colleghi facciamo delle cose che non corrispondono a una precisa cosa, siamo dei pessimi professionisti!”. Cosa ne pensi?
PALUMBO:
Vorrei capire meglio il contesto in cui il maestro ha espresso questo concetto che detto così mi lascia un po' perplesso. Sono due contesti assolutamente non paragonabili l'elaborazione di un'opera di arte contemporanea e la professionalità richiesta a un illustratore o a un fumettista. Non capisco....

ULTRAzine: Per concludere puoi svelarci qualcosa sui tuoi progetti futuri? Hai un “sogno” fumettistico che vorresti realizzare?
PALUMBO:
I miei progetti futuri mi portano sempre più verso la multimedialità (sto lavorando a un opera colossale in CD-Rom sulla Divina Commedia) e verso l'illustrazione (sono copertinista della collana Junior Gialli della Mondadori). Per i fumetti: Phoenix a tutta birra, Altrove per la Bonelli, un tentativo in territorio francese e poi un progettone segreto con un altro colosso del fumetto italiano... Per quanto riguarda i sogni, ne ho fatto giusto uno che vorrei fare tanto a fumetti... E poi sicuramente ho dimenticato qualcosa...
 
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