Ancora recuperi di un certo (credo) interesse.
Nel seguito una intervista pubblicata nel Dicembre 2000 su Ultrazine.org e da me realizzata con il co-creatore di From Hell e autore di Bacchus: EDDIE CAMPBELL.
Buona lettura!
EDDIE CAMPBELL: Una vita a fumetti
a cura di smoky man
Eddie Campbell - scozzese e attualmente residente a Brisbane, in Australia [N.d.T., al momento, come recita il suo sito, Campbell vive a Chicago] - è uno degli autori di comics più autorevoli e innovativi. Attivo fin dagli anni '70, è tra i paladini della scena indipendente - pur avendo collaborato anche con DC e Dark Horse - con lavori come Bacchus e From Hell (insieme ad Alan Moore).
Da From Hell, epocale narrazione delle vicende di Jack lo Squartatore, è stato di recente tratto un film: la Twentieth Century Fox ha annunciato che dovrebbe essere nelle sale nella primavera del 2001 per la regia degli Hughes Brothers e con la partecipazione, tra gli interpreti, di Johnny Depp e Heather Graham.
ULTRAzine: So che lavori nel mondo dei fumetti da più di 20 anni e che hai speso tutto questo tempo stando nel campo delle pubblicazioni indipendenti. Ti ricordi quando hai letto il tuo primo fumetto? Quando hai iniziato a lavorare come professionista?
Ricordo di aver letto alcuni albi americani della Marvel quando da piccolo fui ricoverato in ospedale. Ho raccontato questa storia in un numero recente di Bacchus.
In particolare avevo notato che nei comics americani venivano indicati i nomi degli artisti. Non mi era mai venuto in mente prima dall'ora che i fumetti erano creati da esseri umani. Pensavo fossero un atto di un dio e da quel momento decisi che volevo diventare come uno di quegli incredibili autori. Da quell'istante ho sempre desiderato diventare un'artista e ho cercato di vivere la mia vita secondo quel principio ma, non sono riuscito a farne un mestiere che mi permettesse di viverci fino a che non ho avuto sui trent'anni.
ULTRAzine: Quali sono stati gli autori che ti hanno influenzato sia come disegnatore che come scrittore?
Una volta scoperti i comics americani sono venuto in contatto con tutta la storia dei fumetti pubblicati sui quotidiani e questo mi ha aperto gli occhi sull'idea del fumetto come Arte. Penso in particolare ai lavori di George Herriman, Cliff Sterret, Clare Briggs e Milton Caniff.
ULTRAzine: Cosa pensi dell'editoria indipendente? La tua scelta di autoproduzione è stata una questione di libertà creativa o una necessità?
Il punto cruciale non è creativo, semplicemente posso guadagnare di più con l'autoproduzione.
ULTRAzine: In Italia tu sei conosciuto fondamentalmente per il capolavoro From Hell scritto da Alan Moore. Puoi dirci qualcosa riguardo quest'esperienza? Com'è stato lavorare su una storia così densa e atipica?
Certamente è stata una grande esperienza lavorare con un genio come Alan Moore ma credo che From Hell non sia nulla se paragonato all'altro lavoro che abbiamo fatto insieme intitolato The Birth Caul che è di prossima pubblicazione in Italia per la casa editrice Black Velvet.
ULTRAzine: Hai dovuto fare molte ricerche prima di scegliere uno stile che si adattasse alla storia e alle sue atmosfere? È stata una scelta naturale o hai dovuto faticare per trovare la giusta soluzione?
Ho essenzialmente immaginato di essere nel 1890 e ho utilizzato lo stile che credo mi sarebbe venuto naturale se fossi vissuto in quel periodo storico.
ULTRAzine: So che vedremo presto un film tratto da From Hell e che lo stanno girando a Praga. Puoi darci qualche informazione a riguardo? Tu, o Alan Moore, siete coinvolti in qualche modo nella sua realizzazione?
Le riprese del film sono finite e dovrebbe uscire in America per Maggio 2001 ma è possibile che sia a Giugno o più tardi. Né io né Alan siamo coinvolti in alcun modo.
ULTRAzine: Un'altra tua storia pubblicata qui in Italia è stata "Il Ritorno di Mink Stole", che hai disegnato per la serie Will Eisner's The Spirit New Adventures su testo di Neil Gaiman.
Neil è un mio carissimo amico da moltissimi anni è stato un grande piacere per me illustrare una sua storia dopo tutto questo tempo. Per Spirit ho scritto e disegnato anche un'altra storia che forse non hai letto intitolata "Il Pacifista" ed era l'autobiografia di un proiettile senziente con un'avversione per la violenza.
ULTRAzine: La prima volta che mi sono imbattuto nei tuoi lavori è stata leggendo un meraviglioso volume di Bacchus. Puoi presentare al pubblico italiano questo personaggio così particolare? Perché hai deciso di creare un personaggio basato su una figura della mitologia?
Con la mia produzione autobiografica il mio intento è stato quello di rendere i monotoni dettagli della mia vita e dei suoi sviluppi in un modo che fosse eccitante così come credo in realtà sia la vita di tutti i giorni.
Continuo a pensare ancora che sia un'avventura. Nello stesso modo in cui da bambini ci si sveglia eccitati la mattina per tutte le cose che farai e tutti i personaggi che interpreterai. Ho sempre avuto un grande amore per i serial d'avventura che ho seguito sia che si trattasse di Steve Canyon di Milton Caniff o di Star Trek e sono sempre stato desideroso di creare qualcosa di simile. Una serie regolare con personaggi a tutto tondo e con ambienti esotici che cambiavano di continuo. Ho scoperto così che la mitologia metteva a disposizione un trampolino per creare personaggi come Eyeball Kid o Gods of Business. Sarebbe stato difficile tirare fuori questi personaggi dal nulla. La mitologia da loro una logica interna, una "raison d'etre" o una back story come si dice oggi.
ULTRAzine: Puoi presentarci The Birth Caul che come detto verrà pubblicato presto in Italia. È stata una starna esperienza realizzarlo?
The Birth Caul è la cosa migliore che Alan abbia mai scritto. Si tratta di un monologo che ha scritto per una performance teatrale che ha messo in scena alla Old County Court House a Newcastle-Upon-Tyne in occasione del suo quarantesimo compleanno. È stata registrata e pubblicata come CD e successivamente adattata a fumetti. È un oscuro e profondo lavoro poetico che mi ha posto, come artista, di fronte a straordinarie domande, in particolare nel capitolo riguardo la fanciullezza dove Alan ha ricreato perfettamente, molto più di qualunque altra cosa abbia mai letto, le sensazioni del crescere.
Ho adottato diverse soluzioni inusuali per risolvere il problema di trovare delle immagini che si adattassero ad un testo così elusivo. Per esempio ho fatto a pezzi una sveglia e ho incollato alcune parti sulla pagina. Oppure ho cucito un pigiama in miniatura per neonati e l'ho attaccato alla tavola.
ULTRAzine: C'è una qualche verità nella voce che scriverai storie per Tom Strong?
Alan me l'ha chiesto, ma per via della mia febbrile attività editoriale non credo che sarei in grado di dedicargli l'attenzione che merita.
Qualche tempo fa il Comic's Journal ha stilato una coraggiosa classifica dei 100 Fumetti del Secolo (di Lingua Inglese). Sul podio troviamo: terzo, Pogo di Walt Kelly; secondo, i Peanuts di Charles Schulz; primo, Krazy Kat di George Herriman. Sei d'accordo con questo risultato finale o ci sono altri, magari al di fuori dei fumetti di Lingua Inglese, che avresti preferito? Per completezza: tu eri al 51mo posto con il tuo autobiografico Alec Stories e al 41mo con From Hell.
Sono perfettamente d'accordo con la scelta dei primi tre classificati anche se ho avuto una lunga discussione apparsa sulla message board del Comics Journal riguardo le altre loro scelte. Due dei miei cartoonist preferiti non compaiono per nulla nella loro lista: Clare Briggs and Tad Dorgan.
ULTRAzine: Potresti darci una tua definizione di Fumetto?
Non sono d'accordo con la definizione di Scott McCloud perché non credo che si debba cercare di definire il Fumetto su una base formale. Penso che alcuni dei fumetti migliori non rientrino nella definizione di "immagini sequenziali" che è la base di ogni definizione formale del Fumetto.
ULTRAzine: Pensando ad Internet vedi per il Fumetto un futuro on line o credi che il piacere della carta non potrà mai essere sostituito?
Penso che i fumetti cambieranno così tanto che al limite smetteremo semplicemente di chiamarli fumetti perché saranno diventati qualcos'altro. Penso che lo spirito del Fumetto si sposterà su altre strade così come è sempre accaduto in passato. Penso che il Fumetto, così come la musica jazz, sia semplicemente una tradizione.
Il fumetto è una tradizione del cartooning come ce ne sono altre e penso che la necessità di vederlo come un'arte a sé sia una cattivo segnale che indica che è moribondo. Piuttosto che ricercare delle definizioni gli artisti più importanti dovrebbero cercare (e non dico che non lo stiano facendo) di portare nuova linfa nel medium e questo potrebbe anche condurre a spezzare le forme e le definizioni passate.
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