martedì 31 maggio 2016

[Oldies but goldies] SERGIO BONELLI 2001

Continua la "riscoperta" degli articoli, interviste e materiali vari apparsi su Ultrazine.org ora che il sito non è più online. 
Questa volta si tratta di un recupero davvero importante: riproponiamo infatti un'intervista a SERGIO BONELLI (non credo sia necessario presentare una delle figure cardine, sia dal punto di vista creativo che da quello editoriale, della Storia del Fumetto italiano), raccolta dall'amico scrittore Fabrizio Lo Bianco e pubblicata su Ultrazine nel lontano 2001. Buona lettura!
Intervista a SERGIO BONELLI
Di Dino Battaglia, dell'editoria italiana e d'altro...
   
Abbiamo intervistato SERGIO BONELLI in occasione di un'importante mostra della scorsa primavera su Dino Battaglia a Bruxelles intitolata "Sotto il sole nero della malinconia", di cui l'editore milanese è stato uno dei promotori. [smoky nota: la mostra fu ospitata al Centre belge de la bande dessinée di Bruxelles dal 09/01 al 01/04/2001]. In questa chiacchierata abbiamo parlato dello stesso Battaglia, di editoria e di fumetto in genere.

Ci può parlare del connubio Bonelli Editore - Dino Battaglia?
In realtà più che parlare di Sergio Bonelli editore di Dino Battaglia amo parlare di Sergio Bonelli "con" Dino Battaglia. Quando l'ho conosciuto era il lontanissimo 1949, 1950 e la casa editrice era composta da due, tre persone. In quel momento è nata un'amicizia che si è protratta per anni ed è continuata anche quando Battaglia ha smesso di lavorare per la nostra piccola casa editrice e ha iniziato a collaborare con case editrici più importanti, inglesi come la Amalgamated Press, per il Vittorioso, per il Messaggero dei Ragazzi. Queste gli fornivano un tipo di lavoro più gratificante per lui, che soffriva, ed era un po' sprecato secondo me, a disegnare serie con sequenze ripetitive d'inseguimenti, d'azione. Per cui credo che le sue cose più importanti le abbia fatte per loro ma nonostante questo la nostra grande amicizia è continuata, fatta di consuetudini, di serate trascorse insieme, di piccoli viaggi.

Quale delle vostre nuove serie affiderebbe oggi a Battaglia?
Teoricamente, per quanto riguarda l'atmosfera gotica di cui era un maestro e uno dei più importanti interpreti a livello europeo, la tentazione sarebbe quella di proporgli Dampyr, una serie basata sui vampiri, un po' cupa che avrebbe bisogno del suo bianco e nero. Pensandoci bene ci sarebbe un'altra serie, Napoleone, che ha un aspetto molto poetico. Una serie che pur essendo il tipico giallo, con delle vicende poliziesche, ha un aspetto più delicato grazie ad alcuni personaggi molto particolari, surreali che Dino avrebbe reso in maniera perfetta.

Si dice che la Bonelli agli esordi fosse, ricorrendo a un termine talvolta abusato, l'etichetta "indipendente" degli anni '40: con quale atteggiamento guarda alle piccole case editrici di fumetto, in un periodo come questo di crisi del settore?
Guardando alla storia del Fumetto italiano, che magari pochi conoscono, in realtà negli anni del dopoguerra la maggior parte delle case editrici poteva essere considerata indipendente. I grandi colossi dell'editoria come Mondatori o Rizzoli snobbavano molto il medium Fumetto e così facendo hanno permesso la nascita di piccole case editrici come la nostra e tante altre, alcune ancora presenti in edicola, altre che purtroppo sono sparite. Il fenomeno della casa editrice indipendente e, come dico io volentieri, "superartigianale", è stato un fenomeno generale.
Noi siamo cresciuti molto, penso anche troppo, per una sorta di passione e di curiosità che mi ha spinto ad avere intorno a me un numero sempre maggiore di disegnatori. Tutto questo non per ragioni commerciali ma per quella passione che mi spingeva ad arruolare un bravissimo disegnatore che scoprivo in Inghilterra, un altro che vedevo in Spagna, un argentino che mi piaceva - e quindi oggi ci troviamo con dimensioni totalmente diverse da altri. Però la cosa non mi piace. Guardo con molta simpatia chi ha delle piccole dimensioni e ogni tanto affronta il mercato e ci prova. Il problema vero è che purtroppo oggi, per chi comincia con pochi mezzi, è molto più difficile. Intanto il mercato richiede un'organizzazione distributiva con molte più copie di quelle che occorrevano al tempo in cui abbiamo iniziato noi.
In Italia ci sono 35 mila edicole e se si vuole avere la sensazione di aver fatto un vero tentativo con una buona distribuzione occorre mettere in circolo 60, 70, 80 mila copie, con grandi spese. Mentre prima per un test credibile erano sufficienti 15 mila copie. Quindi guardo con simpatia chi oggi è come ero io 40, 50 anni fa e mi manca l'apporto di quei giovani editori che hanno incominciato e che poi hanno smesso.
Sento molto la responsabilità di rappresentare, purtroppo, l'ultima spiaggia per tutti quegli sceneggiatori e disegnatori che volessero intraprendere questa professione perché con la scomparsa di tanti editori tanti che cercano lavoro fanno fatica a trovarlo. Io stesso, per quanto abbia tanti collaboratori, ma proprio tanti, tanti, non posso certo trasformarmi in un ente assistenziale. Questo è un senso di responsabilità molto grave che prima non sentivo perché c'erano dei piccoli editori che facevano anche un po' da palestra per chi cominciava. Questa situazione di monopolio che si è in pratica creata adesso non è un privilegio ma anzi mi dà l'ansia di non poter dare lavoro a tutti quelli che me lo chiedono.

Ritiene che il fumetto possa ricoprire un ruolo rilevante nella cultura e nell'arte contemporanea?
Personalmente non ho mai pronunciato la parola Arte perché è una definizione difficile. Mi è capitato di leggerla, questo sì. Mi accontento di poter pensare che il Fumetto è un'espressione d'alto artigianato che rappresenta spesso anche il frutto dell'incontro di più persone perché non sempre il soggetto è fatto dalla stessa persona che fa i disegni. Sinceramente mi accontento di molto meno. È molto difficile stabilire cosa sia Arte e cosa non lo sia, e quindi esito a pronunciare questa parola. Mi accontento di stabilire che come altri media - cinema, teatro, canzone, qualunque mezzo d'espressione - può essere usato bene o male e dare risultati nobili o ignobili. La parola Arte non mi sento proprio di pronunciarla, e nessuno di noi che lavora in questo campo, in fondo, ha mai avuto queste pretese. Può anche diventarlo, però - una cosa che può anche essere discussa è che quando si avvicina troppo all'Arte o intende diventare Arte è facile che perda quelle caratteristiche di immediatezza che sono proprie del Fumetto in genere.
È una domanda che sicuramente richiederebbe un paio d'ore di conversazione seduti tranquillamente in poltrona.
Torpedo
Quale fumetto o quale autore non-Bonelli le sarebbe piaciuto editare?
Mi sarebbe piaciuto editare Torpedo, scritto da Abuli e disegnato dallo spagnolo Bernet, che è un amico e ha anche disegnato un Texone per noi. È una serie pubblicata sia in Spagna che in Francia, su un gangster violento ma ironico. E poi, mi sarebbe piaciuto editare, ma è solo colpa mia se non è successo, Corto Maltese perché Hugo Pratt, in una nostra gita in macchina, l'aveva offerto in prima visione a me. Ma con Hugo avevo una tale amicizia che cercavamo di limitare al massimo i nostri rapporti di lavoro perché stavamo molto bene andato a spasso, andando al cinema - mentre magari sul lavoro, non dico che avremmo potuto guastare tutto, ma magari ci sarebbe stato qualche momento un po' più nervoso.

giovedì 26 maggio 2016

recensioni in 4 parole [40]

Il lavoro: orrore vero.
Troppo chiedere solo Moore.
Intrecci, definizioni, rompicapi, divertimento.
Qualcosa è andato storto.
*********
Abbiamo detto 4 parole su:
Dylan Dog N. 356 - La macchina umana
Soggetto e sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Fabrizio De Tommaso
Copertina: Angelo Stano
Editore: Sergio Bonelli Editore
Formato: brossurato, 98 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 3,20
Anno di pubblicazione: 2016
Per qualche parola in più: QUI 

Cinema Purgatorio N. 1 (in Inglese)
Storie: Alan Moore & AAVV
Disegni: Kevin O'Neill & AAVV.
Editore: Avatar Press
Formato: 52 pagine, bianco e nero
Prezzo: $ 5,99
Anno di pubblicazione: 2016
Per qualche parola in più: QUI e QUI (in Inglese)

More Fun

Storia e disegni: Paolo Bacilieri
Editore: Coconino
Formato: brossurato, 160 pagine, bianco e nero (e colore)
Prezzo: € 19
Anno di pubblicazione: 2016
Per qualche parola in più: QUI e QUI 

Injection Vol. 1 (in Inglese)
di Warren Ellis (testi), Declan Shalvey (disegni) e Jordie Bellaire (colori)
Editore: Image Comics
Formato:  brossurato, 120 pagine, colore
Prezzo: $ 9,99
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

mercoledì 11 maggio 2016

LADRÖNN: Jodorowsky e il ritorno di El Topo

*** ENGLISH VERSION BELOW ***
La notizia è stata diffusa ufficialmente pochi giorni fa: Alejandro Jodorowsky ha realizzato il seguito del suo film-culto El Topo... a fumetti! 
Illustrato dal magistrale LADRÖNN, che con il poliedrico artista cileno naturalizzato francese aveva già realizzato l'Incal Finale, sarà pubblicato a Giugno in Francia per Glénat: si intitolerà Les fils d’El Topo (in italiano, I figli di El Topo) e sarà una trilogia.

A dire la verità, grazie a regolari contatti con Ladrönn, artista che ammiro da tempo e autentico gentiluomo, ero a conoscenza di questo evento sin dall'anno scorso e, in realtà, lo stesso Jodorowsky ne aveva parlato in un video diffuso da Glénat, pubblicato sul canale Youtube della casa editrice a Febbraio 2015 (si veda intorno al settimo minuto), in previsione di un'uscita nei mesi a venire.
Per cui colto dall'eccitazione avevo subito approfittato per intervistare LADRÖNN ma l'intervista era stata poi lasciata in sospeso perché il libro aveva subito qualche ritardo e sarebbe stato pubblicato solo nel 2016.
Nel seguito potete finalmente leggere la chiacchierata con Ladrönn, disegnatore dal segno vibrante e dallo storytelling elegante, su I figli di El Topo, nella speranza di vederne presto una edizione Italiana.

Un grazie speciale all'amico Ladrönn per la sua disponibilità.

L'intervista è stata raccolta inizialmente a Giugno 2015, rivista e completata ad Aprile 2016. 
Tutte le immagini sono tratte da Les fils d’El Topo 1-Caïn di Jodorowsky e Ladrönn.
Buona lettura! 
smoky man: Quando hai iniziato a lavorare a I figli di El Topo? Se ben ricordo Jodorowsky aveva pianificato di farne un film che poi non è stato mai realizzato...
Ladrönn:
Alejandro Jodorowsky ha scritto la sceneggiatura per I figli di El Topo oltre trent’anni fa come sequel di El Topo, il suo film cult del 1970. Sin da allora ha cercato di realizzare il film ma sappiamo tutti che non è una cosa facile: occorre tempo e tanto denaro.
Alejandro crede che il fallimento non esista e che quando non puoi realizzare un'idea in un certo modo, lo puoi fare in un modo diverso. Dopo aver finito di lavorare sull'Incal Finale, Alejandro ed io abbiamo parlato de I figli di El Topo: voleva capire quali potessero essere le opzioni per creare qualcosa partendo dalla sua sceneggiatura per il film.
In origine, l’idea era di realizzare una sorta di adattamento illustrato del film, non un fumetto vero e proprio, vero?
Sì, è così. Alejandro voleva creare un art-book con i personaggi e gli ambienti presenti ne I figli di El Topo, una sorta di “storyboard dipinto”. Mi ha dato la sceneggiatura originale e ho lavorato su quest’idea dipingendo diverse scene e facendo alcuni ritratti dei personaggi principali.

Come siete passati a fare un “vero e proprio” fumetto?
Dopo aver visto quello che avevo prodotto, Alejandro ed io abbiamo pensato che ci fosse sufficiente potenziale per trasformarlo, con qualche aggiustamento, in un nuovo tipo di fumetto, in questo caso, un fumetto con l’atmosfera di un film. L'idea per noi era chiara: non volevamo realizzare un fumetto tradizionale, piuttosto volevamo creare un "graphic film". Così abbiamo iniziato a lavorare al fumetto, abbiamo parlato del tipo di disegni e abbiamo concordato che avrebbero dovuto essere realistici. Poi abbiamo deciso che le tre strisce sarebbero state il layout migliore per la pagina, così che i lettori avrebbero avuto la sensazione di un film al cinema.

Com'è lavorare con Jodorowsky? Che tipo di collaborazione avete stabilito tra voi?
Per me, lavorare con Alejandro è e sempre sarà un privilegio: è una persona brillante ed estremamente creativa, un uomo saggio, una persona da cui si impara molto.
Dal momento che I figli di El Topo era stato pensato per essere un film, abbiamo dovuto pensare alle ambientazioni e ai personaggi.
Quando lavoriamo insieme, Alejandro e io discutiamo di dove “mettere la cinepresa” e decidiamo insieme quali siano le scelte migliori, poi creo i layout e successivamente decidiamo, come si fa per il montaggio di un film. Lavoriamo come un team.
Il nostro modo di lavorare è semplice: stiamo sempre in videochat e in questo modo la collaborazione scorre in modo fantastico e il feedback è immediato. Alejandro, letteralmente, “gira” il fumetto come se stesse girando un film e io realizzo dei bozzetti delle cose più importanti, lavoriamo praticamente in tempo reale: è una maniera inusuale di realizzare un fumetto ma di sicuro è il modo migliore per creare qualcosa con una propria personalità. Con l'aiuto di mia moglie, prendo inoltre nota dei testi e di altri dettagli specifici: potremmo scrivere un libro soltanto raccogliendo quelle annotazioni.
Nel suo sviluppo, hai contribuito con qualche tua idea alla storia?
Sì, io e Alejandro abbiamo lavorato spalla a spalla su ogni singola tavola de I figli di El Topo. Leggevamo continuamente la sceneggiatura, io facevo i layout e poi decidevamo quale fosse l'approccio migliore per la storia, per le scene e i personaggi.
Alejandro è un attore esperto e, per alcune scene, ha recitato per mostrare quali fossero i sentimenti provati dai personaggi in momenti precisi della storia.
Alla fine, Alejandro e io abbiamo risolto insieme tutte le situazioni presenti nella sceneggiatura.

In che cosa El Topo si differenzia dai tuoi fumetti sull'Incal?
Incal Finale è stato un progetto fantastico, un'avventura cosmica, una specie di sinistra commedia con un tocco di black humor. I personaggi erano sempre impegnati a salvare l'universo e c'era poco spazio per sentire i loro pensieri e conoscere quello che provavano. I figli di El Topo è un'opera completamente diversa: è una storia senza tempo, ambientata in un altro universo. È un racconto in cui scaviamo in profondità nell'anima e nella natura dei personaggi. In questa opera possiamo vedere e sentire l’atmosfera degli eventi, l’assurdo fanatismo della gente, la follia religiosa unita all’ipocrisia, la pura innocenza, la rabbia e l’ambizione.
A mio parere, I figli di El Topo è una delle più belle ed esemplari storie scritte da Alejandro Jodorowsky.

Ora il fumetto è finito e presto sarà disponibile. So bene che questa è una domanda difficile da fare a un artista ma... sei soddisfatto del risultato finale?
Il primo libro, Caïn, è pronto. L'ho finito qualche mese fa e ora sono al lavoro sul secondo libro.
La tua è una domanda difficile perché un artista non vede mai un proprio lavoro come finito, vorrà sempre fare di più di più, ma ovviamente un giorno bisogna fermarsi e lasciarlo andare, altrimenti si diventa pazzi. Sono felice e soddisfatto del lavoro che io e Alejandro abbiamo realizzato insieme.
Quanti volumi de I figli di El Topo sono previsti?
Il progetto prevede tre soli volumi.

Stai lavorando a qualcos'altro? Fumetti, copertine? O sogni solamente un po' di riposo?
Quando si lavora a un libro a volte ci si dimentica di cosa sia dormire. Ho potuto riposarmi qualche giorno dopo la conclusione del primo albo ma sono già pronto ad iniziare il nuovo. Mi piacerebbe fare molte altre cose ma la verità  è che disegnare un fumetto del genere richiede tantissimo tempo.

*****
LADRÖNN: Jodorowsky and El Topo's return
In June, Glénat will publish Les fils d’El Topo 1-Caïn, the first volume of a trilogy that is... a comics sequel of El Topo, the cult movie written, scored, directed by and starring Alejandro Jodorowsky.
Les fils d’El Topo 1 is written by Jodorowsky and drawn by acclaimed artist LADRÖNN who previously worked together on Final Incal.
I originally interviewed Ladrönn in 2015 discussing the work and its production but then we decided to wait for the actual publication of the book and... here we are!
The interview has been edited and updated in April 2016.
Special thanks to Ladrönn for his support. I want to publicly say that I consider him one of the best artists working in comics and it was a real pleasure interviewing him.

All pictures are from Les fils d’El Topo 1-Caïn by Jodorowsky and Ladrönn.

smoky man: How did you start working on THE SONS OF EL TOPO? If I remember well, Jodorowsky planned to make a movie out of it, an unproduced movie...
Ladrönn:
Alejandro Jodorowsky wrote the script for THE SONS OF EL TOPO more than three decades ago as a sequel to the cult film EL TOPO (1970). Since then, he has been trying to make the movie, but we know that it is not easy, it takes time and a lot of money. Alejandro believes that failure doesn't exist and when you can't realize your idea in one way, you can do it in a new way. After I finished the FINAL INCAL Alejandro and I talked about THE SONS OF EL TOPO: he wanted to know what could be the possibilities to create something with his movie script.

The original idea was some sort of illustrated movie adaptation drawn by you, not sequential art... am I right?
Yes, you are right. Alejandro wanted to create an art book based on the characters and landscapes of THE SONS OF EL TOPO story, some kind of painted storyboard. I got the  original script and I worked on this idea, I painted some scenes and I did some portraits of the main characters.
How did it become a "proper" comic?
After seeing the painted artwork that I did, Alejandro and I thought that the art had enough potential to become, with some adjustments, a new kind of comic book, in this case, a book with a movie atmosphere. The idea was clear now for us: we did not want to create a traditional comic book, instead we wanted to create a "graphic film". Alejandro and I started to develop the book, we talked about the interior art, we agreed that it should be realistic, then we decided that three bands was the best layout for the pages, so the readers could feel they are in a movie theather.

How's working with Jodorowsky? What kind of collaboration did you establish?
For me, working with Alejandro is and always will be a privilege: he is a brilliant and extremely creative person, a wise man, you learn a lot from him. Since the THE SONS OF EL TOPO was planned to be a movie, we had to plan from the sets to the character designs. When we work, Alejandro and I discuss where is the best place ‘to locate the camera’ and we pick the best choices, then I create some layouts and finally we edit them, as an editor does with a film. We work like a team. Our process is simple: we videochat all the time, in this way the work flows in a fantastic way and the feedback is immediate. Alejandro literally shoots the strip in the same way as he shoots a movie and I draw layouts of the most important things, we work in real time: it is a very unusual way of doing a comic book, but definitely the best way if you want to create something with its own personality. With the help of my wife, I also take notes of the texts and other specific details, we could write a book only with this notes.
Did you contribute with any ideas during the development?
Yes, I did. Alejandro and I worked shoulder to shoulder on every single page of THE SONS OF EL TOPO. We read the script all the time, I do specific layouts and then we talk about what could be the best approach for the story, the scenes and the characters. Alejandro is an experienced actor, in some scenes he performed to express the different kinds of feelings the characters had in precise moments of the story. At the end of the day Alejandro and I resolved all the situations that the script had proposed.

In which ways El Topo is different compared to the Incal books?
The FINAL INCAL was a fantastic project, it was a cosmic adventure, some sort of scary comedy with a touch of black humor. The characters were always busy trying to save the universe and there was little time to hear their thoughts and know their feelings. THE SONS OF EL TOPO is a completely different book: this is a timeless story, a story set in a different universe. In this story we will go deep into the soul and the human nature of the characters. In this book we can see and feel the mood of the scenes, the people's absurd fanaticism, the religious madness combined with hypocrisy, the pure innocence, the rage and the ambition.
From my point of view, THE SONS OF EL TOPO is one of the most beautiful and exemplary stories written by Alejandro Jodorowsky.
Now the story is done and it will be available soon. I know this could be a difficult question for an artist to answer but… are you satisfied by the final result?
The first book, Caïn, is done. I finished it some months ago, right now I'm working on the second book.
That is a difficult question, because an artist never see his work finished, you always want to do more and more, but seriously, one day you need to stop and let it go, otherwise you will become crazy. I'm happy and satisfied with the work that Alejandro and I did together.

How many volumes for The Sons of El Topo do you plan?
The original plan is to create only three books.

Any other project you are currently working on? Other comics, covers? Or do you just dream to take some rest?
When you work on a book sometimes you forget what sleep is. I could rest some days after I delivery the first book, now I'm ready to start the next chapter. I would like to do many things along this project, but the truth is that it takes a lot of time to draw one book like this.