lunedì 27 febbraio 2012

a MADMAN & a MONSTER in me!

Annunciato ufficialmente ad Aprile 2011 e, personalmente, ordinato a Dicembre dello scorso anno, qualche giorno fa ho ricevuto, con sommo godimento, la mia spettacolosa e gigantesca copia del tomo THE MADMAN 20th ANNIVERSARY MONSTER (pubblicato dalla Image e disponibile a partire dal primo Febbraio). Il volume ospita in un formato monster (cartonato 28 cm x 43 cm, 264 pagine) una manciata di nuove avventure della creatura di Mike Allred, disegnate dal suo creatore e da artisti ospiti (tra cui gli Hernandez Bros., Matt Wagner, Frank Quitely, Darwyn Cooke, Philip Bond & Peter Milligan, Jay Stephens, Erik Larsen, David Mack, Craig Thompson, Paul Pope, Jeff Smith e altri). 
Tavole di Mike Allred
Tavole di Frank Quitley (a sinistra) e Jeff Smith (a destra)
In più, TUTTE le pin-up di Madman e degli Atomics realizzate negli ultimi 20 anni (da autori del calibro di Kirby, Toth, Kubert, Moebius, BWS, Vess, Frazetta, Stevens, Miller, Simonson, Bolland, Ware, Clowes, Seth, Sale, Cassaday, McCloud, Hewlett, Hughes, Gibbons, Darrow, Adams, Mignola, Burns, Ross, Sienkiewicz, Groening, Cho, Timm e moooolti altri)!!!
Illustrazioni di Al Columbia
Illustrazioni di Paul Pope (a sinistra) e Javier Pulido (a destra)
Insomma... una vera goduria, per uno come me che ha comprato il primo albo di Madman nel lontano 1994, nell'edizione targata Dark Horse, e che da allora non si è più fermato, letteralmente innamorato del personaggio e dello stile pop di Allred.
Allred se la gode! :)
Se anche tu sei un po' pazzo... l'acquisto è più che consigliato

giovedì 23 febbraio 2012

Miguel Angel Martin: fumetti dell'altro mondo

Quarto appuntamento con il set di interviste ai protagonisti del Fumetto che mi ero ripromesso di fare con cadenza più o meno (ir)regolare. 
Dopo Daniele Serra, Beatrice Penco Sechi, la traduzione dell'intervista ad Alan Moore, è la volta di MIGUEL ANGEL MARTÍN, autore spagnolo, piuttosto conosciuto anche in Italia. Martín è noto per i suoi fumetti (su tutti, probabilmente, Brian the Brain) che percorrono sentieri poco battuti, fuori dagli schemi, che colpiscono spesso allo stomaco e non lasciano indifferenti (ricordiamo il caso Psychopathia Sexualis), nonostante il segno lieve, molto cartoon, dei suoi lavori. Un vero narratore di razza. 
L'ultimo suo lavoro edito in Italia è il Calendario Apocalittico 2012 (NPE), presentato durante la passata edizione di Lucca Comics & Games.
Sito dell'Autore: martincomic.com

Com’è nata l’idea del Calendario Apocalittico?
Martín: È stata una proposta di Nicola Pesce Editore. Considerando che quest’anno secondo i Maya sarà la fine del mondo, mi è stato chiesto di disegnare la mia interpretazione dei segni zodiacali.

Cosa c’è dietro la scelta delle immagini per i vari mesi?
Come ho detto prima, ogni mese corrisponde a un segno zodiacale. Ho utilizzato la mia fantasia e i miei riferimenti culturali: Arte, Cinema, Letteratura, Scienza... Per esempio, gennaio/Acquario è un omaggio a J.G. Ballard, maggio/Gemelli è inspirato al film Il Cacciatore di Michael Cimino, dicembre/Capricorno è un omaggio a Damien Hirst...
il mese di Gennaio secondo Martin
Il tuo mese preferito?
Luglio, il mese in cui sono nato, ha, ha! Il mio compleanno è il 20: uno dei giorni fasti del calendario.

Cosa è per te l' "Apocalisse"?
Uno scherzo divertente e un modo di fare soldi per i trafficanti di paura come gli Stati, i governi, gli eco-fascisti... ha, ha!
Ho sempre considerato i tuoi lavori o molti di essi come una sorta di "fantascienza sociale", e per questo penso a te come il Ballard, il Cronenberg del fumetto. Probabilmente ha poco senso ma pensi sia o possa essere una "definizione calzante"? Ti ci ritrovi?
Non ti sbagli. Entrambi gli autori che citi sono tra le mie influenze. E mi piace il concetto "fantascienza sociale": bella etichetta!

Come nascono le idee delle tue storie? Lo so che è un "domandone" ma prova a rispondere... :)
Il “detonatore” puoi scattare quando meno te l’aspetti. Qualche volta ho preso spunto da una notizia sul giornale o da un evento quotidiano. Dopo deve essere elaborato e pensato, aggiungendo un mix di elementi diversi. Le tre influenze principali per me sono la tecnologia, la scienza e la pornografia. Tutte e tre sono cose quotidiane. C’è anche la parte autobiografica che è importante.
Motor Lab Monqi: tavola a matita
A cosa stai lavorando ora? Puoi rivelarci qualcosa in merito?
Ho appena finito le matite del nuovo graphic novel di Brian the Brain: Motor Lab Monqi. Comincio a lavorare sulla china e l’edizione spagnola uscirà il prossimo messe. Nicola Pesce Editore lo pubblicherà in Italia, forse per la prossima Lucca. Al momento NPE sta lavorando alla nuova edizione di Bug che uscirà per il prossimo Comicon. Ultimato Brian, il prossimo progetto sarà illustrare le 120 giornate di Sodoma, di De Sade.

In passato è noto che hai avuto problemi con la censura. Come è la situazione adesso? In qualche modo la possibilità d'avere "problemi", limita o ha limitato la tua vena creativa?
Tutta la situazione si è risolta con l’assoluzione dell’editore (Topolin edizioni). La possibilità della censura non ha mai limitato la mia vena creativa. Non ci penso mai. Un artista non ha responsabilità sociale né deve avere simpatie etiche.
Tavola da Bug
Facendo qualche ricerca sul web, mi sono imbattuto in una vecchia intervista che ti feci io stesso una decina di anni fa (!), in cui dichiarasti: "Leggo pochissimi fumetti, fondamentalmente perché raccontano cose che non mi interessano. Questo non vuol dire che non ci siano buoni prodotti di alto livello grafico. È una questione di contenuti e impostazioni: trovo che ci sia una grande mancanza di immaginazione e di rischio per scommettere su altre cose e altre tematiche. Mi piace abbastanza Charles Burns." Considerando l'esplosione in questi ultimi anni di "graphic novel" e di "comics journalism", ad esempio, la tua posizione rispetto ai fumetti che leggi è cambiata? Che mi dici?
Non è cambiato molto, ha, ha! Molti graphic novel sono "autobiografici". Alcuni dei miei autori preferiti sono anche loro autobiografici come, ad esempio, William Burroughs, Bukowski, Hunter Thompson, Henry Miller o Céline. Tutti hanno vissuto vite intense e interessanti. L'unico autore di fumetto autobiografico che mi sembra interessante è Robert Crumb. Non posso sopportare i fumetti dei piccoli borghesi con problemi e vite di merda che sono così piagnucoloni, con la posa triste e ridicola o la posa di  "tutto il mondo è tonto, tranne me che sono così speciale", puagh! Per me sono solo sottoprodotti della cultura del narcisismo, caratterizzata dalla popolarità dell’autobiografismo, nostalgia del passato, paura del futuro, autostima bassa, sentimentalismo pacchiano. Tempi molto mediocri.

Come è la situazione delle tue pubblicazioni in Italia? Hai avuto diversi editori ed ora l'approdo in NPE. Che cosa dobbiamo aspettarci nei mesi a venire?
NPE è il mio nuovo editore italiano e sono molto felice di lavorare con loro. Bug e il nuovo graphic novel di Brian the Brain verranno pubblicati da NPE e spero anche il resto dei miei lavori.
Sei anche un grande appassionato ed esperto di musica. Per questo 2012 apocalittico ci lasci con una ideale playlist di otto tracce? Perché otto, dirai? Mah, richiama il simbolo dell'infinito, etc... insomma... credo che sia una chiusura adatta per questa chiacchierata, no? :)
Con piacere. Ecco:

Canzoncine allegre, eh? Buona Apocalisse a tutti, allora! :)
Tutte le immagini utilizzate sono (c) Miguel Angel Martin
Intervista condotta via email nei mesi di Gennaio e Febbraio 2012

domenica 19 febbraio 2012

Watchmen 2: they did it!!!

parodia realizzata per il San Diego Comic Con 2008
Il 1 Febbraio la DC Comics ha ufficialmente annunciato quello che in molti, ufficiosamente, davano per inevitabile da diverso tempo (dopo il film e, soprattutto, dopo i rumors degli ultimi mesi): Before Watchmen, prequel di Watchmen, uno dei capolavori riconosciuti del Fumetto mondiale. Watchmen 2, sì chiamiamolo col suo "vero" nome (e così farò nel seguito, quando potrò), anche se la DC ha scelto per il "progetto" una differente etichetta, si comporrà di 35 albi, in uscita a cadenza settimanale durante la prossima estate, e vedrà coinvolti diversi autori di richiamo dei comics made in USA.

Dan DiDio e Jim Lee, co-publisher della DC Entertainment, hanno dichiarato: "Come editori, è nostra responsabilità trovare nuovi modi per mantenere rilevanti tutti i nostri personaggi. Dopo 25 anni, i personaggi di Watchmen sono diventati dei classici ed è arrivato il momento di raccontare nuove storie. Abbiamo chiamato a raccolta i migliori sceneggiatori e disegnatori del settore affinché possano accrescere la complessa mitologia dell’originale." Dichiarazione da businessmen, 'nuff said!

Degli autori originali solo il colorista John Higgins sarà presente, nelle vesti però di disegnatore.
Riguardo Alan Moore e Dave Gibbons le reazioni sono state di segno diverso. Dopotutto da diversi anni Moore si è ritirato dalla produzione mainstream e, con coerenza, ha sempre mantenuto un atteggiamento fortemente critico nei confronti delle corporation del fumetto e non solo riguardo lo sfruttamento delle proprie creazioni; viceversa Gibbons ha continuato le sue collaborazioni con le major USA, ha supportato il film di Snyder ed è in procinto di lanciare il nuovo progetto Secret Service scritto da Mark Millar. Tra i due inoltre qualcosa sembrava già essersi incrinato da qualche anno, proprio per via degli strascichi relativi al film su Watchmen e di quelle che, stante le notizie di questi giorni, ora potrebbero essere interpretate come manovre apripista a Watchmen 2.
Come riportato dal New York Times, e come era prevedibile considerati i precedenti, Moore si è quindi prontamente dissociato dall'intera operazione: "Non voglio soldi. Quello che voglio è che tutto questo non accada." Ha inoltre aggiunto che non intende fare causa alla DC Comics perché si troverebbe contro una "quantità infinita di avvocati". La conclusione è puro British humour: "Per quello che ne so, non ci sono stati molti prequel o sequel di Moby Dick."
La reazione di Gibbons è stata invece maggiormente diplomatica, col rischio di apparire ai più come una sorta di "appoggio esterno" all'iniziativa (per quale tempo i rumors indicavano invece un suo coinvolgimento diretto come scrittore o quanto meno copertinista; ipotesi tutte, per il momento, disattese): “La serie originale di Watchmen contiene la storia completa che io e Alan volevamo raccontare. Nonostante questo, comprendo le ragioni della DC e il desiderio degli sceneggiatori e dei disegnatori coinvolti di rendere omaggio alla nostra opera. Possano queste nuove appendici avere il successo che loro desiderano."

Immediatamente dopo l'annuncio ufficiale, di qua e di là dell'Atlantico, sopratutto su Web e social network, si è scatenato un veemente dibattito "pro e contro" il prequel (per di più a venticinque anni di distanza dalla pubblicazione dell'originale) di una delle opere più acclamate, "fondamentali" e "rivoluzionarie" del Fumetto contemporaneo.
Ecco una manciata di tweet "selezionati" tra quelli rilasciati, a caldo, da alcuni autori di comics:

Mike Oeming @Oeming
Sono entusiasta per i prequel di Watchmen. Alan Moore ha scritto un fumetto, non il Corano. L'aspetto più importante dei fumetti sono i fumetti, non gli autori.

Dave McKean @DaveMcKean
La DC pubblicherà dei prequel di Watchmen. Che cosa idiota. Non ci si deve meravigliare se il loro nuovo logo sembra un cerotto che rivela sotto una grande C. Che branco di

Leah Moore @leahmoore
Perché non fare una NUOVA, originale, graphic novel con gli stessi autori coinvolti in Before Watchmen o ancora meglio con dei nuovi talenti. Perché non usare quel budget per cercare invece il *prossimo* Watchmen?

Dan Slott @DanSlott
Il VERO fumetto "Before Watchmen" mostrerebbe Alan Moore mentre legge pile di fumetti della Charlton e guarda un episodio di Outer Limits.

Damon Lindelof @DamonLindelof
A. Sono profondamente infastidito per i prequel di Watchmen. B. Comprerò ogni singolo albo della serie.

robertliefeld @robertliefeld
Non capirò mai lo status di "vacca sacra" di Watchmen.

Erik Larsen @ErikJLarsen
Davvero vuoi fare la fine di Alan Moore e Jack Kirby? Allora creati i TUOI personaggi, coglione sfaticato!

Anche in Italia non sono mancati pareri e commenti di fan, lettori e addetti ai lavori. Tra questi ultimi quelli che ho trovato più "centrati" sono stati i due post di Susanna Raule (qui e qua) e il divertente intervento di Leo Ortolani. Diversi hanno invece sottolineato che "quando si sigla un contratto bisogna esserne consapevoli" e che "dopotutto anche Moore stesso, vedasi La Lega e Lost Girls, ha usato personaggi di altri a proprio piacimento."

Ritengo erronei entrambe queste due "critiche". La seconda è fuori luogo: accomunare l'operazione Watchmen 2 ai riusciti esperimenti creativi de La Lega e Lost Girls non ha davvero senso. Sulla critica "contrattuale", bisogna ricordare che le condizioni del mercato in cui fu firmato il contratto di Watchmen erano completamente diverse da quelle attuali: parliamo di un'epoca, metà anni '80, pre-DVD, pre-iPod, pre-Internet, etc. In più, entrambe le parti coinvolte, ma sopratutto Moore & Gibbons, ritenevano la clausola - secondo cui i diritti sarebbe tornati agli autori all'uscita di stampa del volume - un vincolo che sarebbe stato rispettato. Invece sappiamo tutti come andò a finire col fumetto in stampa in eterno: in pratica, per Moore & Gibbon, un caso da "vittime del proprio successo".
Qualche ulteriore chiarimento su questo punto potrete trovarlo nell'intervista a Padraig O’Mealoid, uno dei più ferrati esperti e studiosi di Moore e della sua opera.
La reazione di Alan Moore, nella divertente visione di Ty Templeton
Inoltre mi turba che degli autori, dei fumettisti come Moore, prendano le difese di una multinazionale: c'è qualcosa che non quadra, quasi di "innaturale", no? 
Che ci sia pure una mal celata invidia nei confronti di Moore scrittore che emerge in questo supponente rimprovero "ma stare attento ai contratti che si firmano?" 
Trovo il post di Eric Stephenson, publisher della Image Comics, sul suo blog (non a caso il titolo del pezzo è "No fun") illuminante: 
"Sto ancora digrignando i denti dopo l’annuncio di Before Watchmen, a causa soprattutto dell’atteggiamento sprezzante della gente nei confronti dei diritti di Alan Moore quale creatore.
Storicamente la comunità fumettistica è stata al fianco dei creatori in molte delle battaglie che li hanno visti contrapposti alle corporation. [...]

[Kirby] voleva  che gli fossero attribuiti maggiori meriti e godere di una maggiore ricaduta economica per il suo contributo alla loro ideazione rispetto a quanto abbia effettivamente ricevuto? Sì. Se lo meritava? Mille volte sì [...]. Ma sapeva di star ideando dei personaggi che, alla fine, sarebbero stati proprietà della Marvel? Anche in questo caso, la risposta è ancora sì.

Al contrario, Alan Moore e Dave Gibbons hanno creato Watchmen avendo l’impressione che, alla fine, avrebbero riavuto indietro i diritti della loro creazione. [...] Questo è un fatto. [...] Ma poi il libro è stato tenuto in stampa per sempre e Moore e Gibbons non hanno più avuto indietro i diritti di Watchmen.

E c’è gente che si chiede perché Alan Moore si sia sentito tradito.

Si è trattato di un accordo sleale, e il fatto che ci siano delle persone che cercano di giustificare la cosa dicendo 'Beh, Alan Moore ha scritto La Lega degli Straordinari Gentlemen e Lost Girls, e in quei fumetti usa personaggi di altri autori, per cui, dov’è la differenza?', mostra solo quanto la verità sia una moneta tristemente svalutata.

E sì, i personaggi di Watchmen furono ispirati da personaggi come Peacemaker, Thunderbolt e The Question. Lo sappiamo perché Alan Moore e Dave Gibbons ne hanno parlato in lungo e in largo. Se fossero stati più discreti circa quell’ispirazione, chi mai avrebbe scambiato Watchmen per qualcosa edito dalla Charlton Comics? Dire che Dr. Manhattan è uguale a Capitan Atom è come dire che Capitan Marvel è Superman o Blue Beetle è Spider-Man.

Nel complesso, è uno strano caso di due pesi e due misure, applicato arbitrariamente nei confronti di uno scrittore eccezionale che ha fatto probabilmente più di chiunque altro per dare credibilità a questo medium. Ed è qualcosa che chiunque sostiene i diritti degli autori dovrebbe trovare piuttosto  preoccupante, se non andare su tutte le furie."
Credo ci sia poco da aggiungere. Io personalmente mi trovo perfettamente d'accordo con Stephenson.

Eric Berlatsky, curatore del volume Alan Moore: Conversations (University Press of Mississippi, Settembre 2011), ha scritto su una mailing list dedicata a Moore: "[...] Ad ogni modo l’obbiezione più grande da porre alla DC contro questi prequel non è di natura morale o legale, ma estetica. […]"
Ecco quale estetica? In Watchmen 2 non c'è una visione estetica. Non ci sono Moore & Gibbons che partoriscono un'idea e la vedono evolversi in un romanzo coeso e unico (anche per la collisione di diversi casi "fortunati"). Non c'è spinta a cercare nuovi meccanismi narrativi, nuove vie. In Watchmen 2 c'è solo business, è un'operazione di marketing con un bel make-up magari, ma sempre marketing. Una prova evidente sono le copertine di questi prequel che sono state diffuse: piatte, anonime, che scimmiottano il design della serie originale, mettendo però al centro i "classici" personaggi, laddove erano solo uno sguardo ad un dettaglio e, al contempo, la prima vignetta dell'albo. Una trovata originale e mai vista nel 1986! Qui non c'è uno sguardo "altro". Nessuna evoluzione, ma un ritorno al noto, se non una involuzione. Suonano come un cantante tolto dal coro a intonare solo la sua parte, isolandolo, quando la meraviglia era nella polifonia.
L'innovazione è da un'altra parte. La si può intravedere, forse, restando nel mainstream, ad esempio in alcune proposte della Image, che a vent'anni dalla fondazione lancia una serie di titoli innovativi e provocatori o affida personaggi "morti" ad autori indie per portarli in direzioni mai viste prima.

Non comprerò Watchmen 2. Non lo leggerò. Non sono i Watchmen che, da lettore e appassionato di Fumetto, ho incontrato, conosciuto e amato. Quelli che ho amato sono lì, in quel tomo che a distanza di 25 anni viene costretto a generare un seguito.
E i giocattoli sono già pronti! Business, solo business.

"Quello che voglio è che tutto questo non accada". Beh, per me non accadrà! Spenderò quei soldi in fumetti "diversi" e "originali". Almeno ci proverò...
Jess Nevins @jessnevins 
I brutti "seguiti" vengono sempre dimenticati. L'originale rimane.
Cercate i "seguiti" di Don Chisciotte e di Ivanhoe, se riuscite a trovarli.

giovedì 9 febbraio 2012

venerdì 3 febbraio 2012

dopo (anzi prima) Watchmen... V for Vendetta?

In questi giorni chiunque, anche solo marginalmente, bazzichi il Fumetto-mondo non potrà non aver saputo dell'uscita, prevista per quest'estate, dei prequel su Watchmen, pianificati dalla DC e di cui, a dire il vero, si vociferava da tempo. Ovviamente si è subito scatenata una ridda di reazioni, alcune piuttosto "discutibili", di qua e di là dell'Atlantico
Naturalmente la reazione più importante è quella degli autori dell'opera originale.
Come era facilmente prevedibile, state le sue passate "disavventure" con le major del fumetto USA, il parere di ALAN MOORE è stato tranchant (come riportato dal NYT). Riferendosi anche a precedenti tentativi della DC per avere la sua approvazione su prequel o sequel di Watchmen, Moore ha dichiarato: "Non voglio soldi. Quello che voglio è che tutto questo non accada." Lo scrittore di Northampton ha precisato che non intende fare causa alla DC Comics per bloccare questi prequel anche perché, ha aggiunto, si troverebbe contro una "quantità infinita di avvocati". La chiusura è marcata dalla solita ironia mooriana: "Per quello che ne so, non ci sono stati molti prequel o sequel di 'Moby Dick'."
La reazione di DAVE GIBBONS, la cui amicizia e legame con Moore sembrano essersi incrinati da qualche tempo, è stata invece più posata, di certo maggiormente diplomatica: “La serie originale di 'Watchmen' contiene la storia completa che io e Alan volevamo raccontare. Nonostante questo, comprendo le ragioni della DC e il desiderio degli sceneggiatori e dei disegnatori coinvolti di rendere omaggio alla nostra opera. Possano queste nuove "appendici" avere il successo che loro desiderano."
Sulla questione dei prequel di Watchmen, potrei/vorrei tornare a parlare in un prossimo post (nel frattempo vi segnalo la lettura delle opinioni di Eric Stephenson e di Padraig O’Mealoid, per maggiori approfondimenti), ma una delle mie prime urgenze, venuto a conoscenza dell'ufficialità della cosa (da tempo ufficiosamente sembrava comunque un evento oramai inevitabile), è stata quella di sentire DAVID LLOYD per raccogliere un suo parere sulla vicenda ma, sopratutto, per chiedergli se un "destino" simile potesse toccare anche a V for Vendetta. Nel seguito domanda e replica, che pubblico su questo blog con l'autorizzazione dell'autore.
Sono sicuro che sei al corrente dei prequel di Watchmen. Che cosa ne pensi? Inoltre, mi stavo chiedendo... ed ero piuttosto "spaventato" di fronte ad una simile ipotesi... possono fare qualcosa di simile con V for Vendetta? Voglio dire, possono fare dei prequel o dei sequel basati su V? Avete firmato un contratto simile a quello di Watchmen?
David Lloyd: Non mi importa granché di quello che fanno con Watchmen, anche se non lo dico per una qualche avversione verso il fumetto ma perché non ho sviluppato nessun "legame d'affezione" verso di esso. Credo che la DC potrebbe fare qualcosa su V perché, qualche tempo fa, un collega sceneggiatore mi ha chiesto come mi sarei sentito di fronte ad una simile eventualità. Non vorrei averci nulla a che fare ma difficilmente potrei avere qualcosa da ridire nei confronti della DC se lo facessero: è un business [quello dei comics] finalizzato a far rendere il più possibile le propriety. Tutto questo si riduce ad una semplice lezione per gli autori: mantieni i diritti in modo completo su quello che crei, non c'è altro modo. Decidi cosa fare quando firmi il contratto e non lamentarti dopo che l'hai fatto.

[English version]
David, I am sure you are pretty aware of the Watchmen prequels they are producing. What's your opinion about it? Furthermore, I was wondering... and I was really really scared of such hypothesis... can they do something similar to V for Vendetta? I mean, can they produce prequel or sequel based on V? Did you sign a similar deal such as Watchmen?
David Lloyd: I don't really care about what they do with Watchmen - though that's not because I have antipathy to it but because I've developed no affection for it. DC I think could do something connected to V because I was asked by a writer colleague some time ago about how I would feel about such a thing.  I'd have nothing to do with such a thing but I could hardly blame DC for doing it - it's a business dedicated to making as much from its properties as possible. This all boils down to a simple lesson for creators - own what you create completely or don't. Make your mind up when you sign the contract and don't whine about it afterwards.

Questa la sintetica replica di Lloyd. 
Per cui: dopo (anzi prima) Watchmen... e poi, potrebbe davvero toccare anche a V for Vendetta?!!!?