Un recupero d'annata, dall'archivio di Ultrazine, per quei quattro affezionati lettori che ancora approdano su queste sponde!
Intervista a GENE HA condotta via e-mail nel mese di Novembre 2004. Pubblicata in versione ridotta su Vertigo Presenta n. 45 (Magic Press). Al tempo Ha era impegnato sulla serie Top 10, da lui co-creata insieme ad Alan Moore; attualmente l'eccelso autore e disegnatore americano dedica il suo talento a Mae, la sua serie di graphic novel young adult.
Intervista a GENE HA condotta via e-mail nel mese di Novembre 2004. Pubblicata in versione ridotta su Vertigo Presenta n. 45 (Magic Press). Al tempo Ha era impegnato sulla serie Top 10, da lui co-creata insieme ad Alan Moore; attualmente l'eccelso autore e disegnatore americano dedica il suo talento a Mae, la sua serie di graphic novel young adult.
smoky man: Iniziamo con una curiosità. A cosa stai lavorando in questo momento sul tuo tavolo da disegno?
Gene Ha: Sto lavorando sodo al prequel di Top 10, The 49ers [in uscita in USA nell'estate 2005, ndt]. Per un po' ho lavorato ad altri occasionali progetti mentre stavo disegnando The 49ers. Questo mi ha rallentato. Ora sono impegnato solo su The 49ers e nient'altro.
sm: Penso che il tuo stile sia davvero unico nel panorama dei comics. Così dettagliato e con un forte senso del racconto per immagini. In particolare mi piacciono i tuoi personaggi dall'anatomia così "allungata". Non so, ma vedo una certa somiglianza con i dipinti di El Greco. Quali sono le tue influenze? Hai avuto una formazione artistica o sei autodidatta?
GH: Ho delle doti artistiche ma non sono autodidatta. Ho studiato grafica pubblicitaria in un college a Detroit. Sono diventato famoso per i miei dipinti ad olio. Era la sola tecnica che ho capito istintivamente sin dall'inizio. (Forse sono un autodidatta!)
Ma la pittura ad olio è troppo lenta per la grafica. Quando sono entrato nel mondo del fumetto, ho accettato la classica suddivisione all'americana dei compiti: sceneggiatore, disegnatore, inchiostratore, colorista e letterista. E sono diventato un disegnatore. Al tempo, al mio college non insegnavano nulla che si avvicinasse al modo in cui sono realizzati i fumetti secondo il sistema americano. Da questo punto di vista, sono autodidatta.
Agli inizi sono stato influenzato da diversi pittori, illustratori e fumettisti. Mi vengono in mente John Singer Sargent, Joaquin Sorolla e Velázquez. Nei primi fumetti che ho fatto le mie anatomie avevano delle proporzioni abbastanza realistiche. Quando ho iniziato Top 10 ho sperimentato con delle proporzioni allungate. Volevo solo vedere se ero in grado di farlo. El Greco e le illustrazioni per la moda mi hanno molto influenzato. Uno dei miei insegnati alla scuola d'arte mi disse che, nella grafica, non puoi mai fare le gambe troppo lunghe. Aggiungerò questo avviso contrario: allunga la parte inferiore della gamba più di quella superiore.
Mi fa piacere che ti piaccia il mio modo di raccontare! Mi sforzo sempre di rispettare la sceneggiatura. Guardando indietro, alcune delle prime sceneggiature che ho avuto non chiedevano d'essere rispettate alla lettera. Ma una sceneggiatura di Alan Moore richiede tutta l'attenzione e la cura di cui sei capace.
sm: Hai definito Top 10 come il lavoro più importante della tua carriera. Puoi dirci come è nato tutto?
GH: Alex Ross stava facendo delle copertine per i fumetti di Moore pubblicati dalla Awesome. Dissi a Ross che avrei desiderato lavorare anch'io con Moore. E lui mi rispose "di muovere il culo" e provarci. Perciò contattai la Awesome e la Wildstorm. Alla fine, alla Wildstorm, Scott Dunbier si disse interessato e gli mandai una selezione di miei lavori da mostrare ad Alan. Ad Alan piacquero e così divenni uno dei membri fondatori dell'America's Best Comics. Fu un momento davvero incredibile della mia vita! Alan Moore è stato il mio scrittore di fumetti preferito sin da quando ero adolescente. Le sue opere non sono solo d'intrattenimento. Ma mi hanno insegnato quello che so sulla filosofia moderna e hanno profondamente influenzato le mie idee politiche.
sm: Come ci si sente non solo a lavorare ma a co-creare insieme ad una leggenda dei comics come Moore?
GH: Intimiditi. Lui è un po' come Gandalf, ma parla come un idraulico inglese invece che come un professore inglese. È perfettamente a suo agio con sé stesso e ti fa sentire allo stesso modo.
È pieno di storie meravigliose e ama ascoltare una buona storia. Non puoi far a meno di notare quanto sia abile nel capire come raccontare. È sempre consapevole dell'impatto che ogni sottotrama avrà nell'arco di 10 o 20 numeri a venire. E succede sempre qualcosa di nuovo in ogni tavola.
Gli ho suggerito delle idee e sono sempre sorpreso su quale userà o quanto cambierà. Ho avuto un'idea per un Superman alcolizzato con un super-vomito. Alan ha preso l'idea ma l'ha applicata invece ai film giapponesi di mostri. Ecco come è nato Gograh. Mi piacerebbe incontrarlo un giorno, ma finora ci siamo solo scambiati delle lettere oppure ho parlato con lui al telefono.
sm: Lo stesso per me. L'altro anno ero alla Bristol Comicon per l'uscita del libro-tributo su Moore che ho curato insieme a Gary Spencer Millidge e Omar Martini. Alcune settimane prima Omar aveva parlato con Alan e lui si era detto d'accordo perché gli facessimo visita a Northampton. Ma all'ultimo momento ha avuto un contrattempo ed è saltato tutto. Non ho neppure mai parlato con lui al telefono. Ho provato a chiamarlo un paio di volte ma senza successo. Ma gli ho spedito delle lettere e... una tipica maschera del carnevale sardo! Spero d'incontrarlo prima o poi...
Tornando a Top 10. Mi piacerebbe sapere qualche dettaglio in più sul modo in cui tu e Zander Cannon collaborate. Se ricordo bene nei primi numeri Zander inchiostrava solamente, poi lui ha iniziato a fare i layout e tu facevi le matite dettagliate e i disegni definitivi, giusto?
GH: Zander ha iniziato a pagina 13 del primo numero. Ha iniziato facendo i layout. Leggeva la sceneggiatura e creava la composizione delle tavole. Erano layout molto grezzi. Disegnava degli ovali per le teste e cilindri e rettangoli per gli arti. Solo qualche dettaglio perché potessi riconoscere i diversi personaggi. Dopo, chi di noi aveva tempo avrebbe fatto le matite e inchiostrato. Sulle tavole che lui aveva disegnato e inchiostrato io avrei aggiunto un'ulteriore fase d'inchiostrazione per rendere le tavole conformi al mio stile. Quando abbiamo iniziato il terzo numero, avevamo stabilito i nostri compiti. Lui avrebbe fatto i layout preliminari e nient'altro. Io avrei disegnato, avrei delineato i personaggi e prospettive, realizzato gli sfondi e il lavoro finale d'inchiostrazione.
Ma durante la serie Zander avrebbe comunque realizzato graficamente importanti personaggi. Ad esempio i membri dei Fabulous 5 sono stati ideati da Zander. Adoro il modo in cui crea graficamente i personaggi.
sm: Top 10 è ricchissimo di rimandi e citazioni di fumetti di supereroi negli sfondi di ogni vignetta. Quali sono i tuoi preferiti?
GH: Quando ho iniziato Top 10 non ero a conoscenza di come venissero chiamati nel gergo fumettistico. Li chiamano "uova di Pasqua": negli States, la mattina di Pasqua, si usa nascondere delle uova bollite e decorate e dei dolci per i bambini. Ora sono famoso per questo. Sono molto fiero degli arredi del distretto di polizia. I tavoli e le sedie vengono dal Johnson Wax Building progettato da Frank Lloyd Wright. Le macchine da scrivere sono la testa del robot Robby dal film Il Pianeta Proibito.
Mi sono divertito ad inserire qualche rimando alla Pop Art: c'è un quadro di Roy Lichtenstein al Krakatoa's Diner, e una serie di cloni di Andy Warhol che escono dalla Stazione Trans-Mondo. Nel numero 8, i Fantastici 4 compaiono nel dipinto di Picasso Les Demoiselles d'Avignon. Ci sono un paio di riferimenti letterari. Shakespeare e Oscar Wilde compaiono al funerale di Girl One. Sono vicini alla lapide di Wilde resa in stile Art Deco influenzato dall'arte azteca. È pieno di citazioni cinematografiche. Nella scena dell'omicidio, nel primo numero, nello sfondo compare Woody Allen vestito da robot come nel film Il dormiglione. Nella pagina in cui appare per la prima volta la macchina in dotazione alla polizia di Top 10, si vede la biga di Charlton Heston dal film Ben Hur. In realtà Captain Jetman è basato su Charlton Heston solo più magro, con meno capelli e con degli occhiali con lenti spesse. Nell'iniziale sequenza onirica del numero 6, il cavaliere di Bergman gioca a scacchi con la Morte.
Nell'appartamento della madre di Duane [nel numero 5, ndt] mi sono divertito con alcuni dei primi personaggi Marvel. Il telefono della madre è una delle vecchie armature di Iron Man. La cucina è Thor: il tubo d'aspirazione sopra la cucina è l'elmo di Thor e i cerchi del costume sono i fornelli. La lampada sul tavolino è Dormammu. Il suo bastone è analogo a quello usato dal primo Devil. Il tappeto è il logo del fumetto Blackhawk edito dalla DC.
Mi piace inserire personaggi delle strisce. Nel numero 8 c'è Spaceman Spiff da Calvin & Hobbes. L'idea di Charlie Brown vestito da Dr. Destino è stata di Alan ma sono orgoglioso di come l'ho realizzata [nel numero 6, ndt].
sm: Qualche settimana fa ho scoperto che lo scrittore di fantascienza Paul di Filippo scriverà un seguito di Top 10. Sei coinvolto in qualche modo in questo progetto?
GH: Affatto! Sono davvero curioso di vedere quello che faranno. E sono felice di poter leggere altre storie di Top 10 senza dover impazzire a disegnare tutti quegli sfondi così dettagliati.
sm: Tranne un'illustrazione promozionale (con una versione di Promethea e Jack B. Quick diversa da quella definitiva) non hai mai auto la possibilità di disegnare nessun altro personaggio ABC. Se potessi, quale sceglieresti e perché?
sm: Tranne un'illustrazione promozionale (con una versione di Promethea e Jack B. Quick diversa da quella definitiva) non hai mai auto la possibilità di disegnare nessun altro personaggio ABC. Se potessi, quale sceglieresti e perché?
GH: Ho letto la proposta iniziale che Alan scrisse per ogni serie e so come avrei gestito ciascun personaggio. In ogni caso, mi piace come i disegnatori scelti per ciascuna serie hanno reso i personaggi al meglio. La mia versione di Promethea fu fatta prima che la serie venisse assegnata a J.H. Williams e non è una versione ben riuscita come la sua. Lui ha mantenuto il caduceo gigante, e mi ha fatto piacere. Adoro Jack B. Quick ma non credo che avrei potuto disegnarlo con lo stesso meraviglioso e tagliente humor che gli ha dato Kevin Nowlan.
A parte gli albi dell'ABC, non ci sono molti personaggi fumettistici disegnati da artisti della mia età che mi facciano impazzire. Non mi dispiacerebbe disegnare personaggi della Marvel o DC: infatti per loro faccio regolarmente delle copertine.
sm: Sì, ho visto le splendide copertine che hai fatto dei Fantastici 4 e di Superman. Ma il tuo ultimo, "vero" fumetto è stato l'episodio conclusivo di Global Frequency di Warren Ellis. Come è stato lavorare con Ellis su quella serie? Personalmente credo che la migliore qualità della scrittura di Ellis sia essere davvero in sintonia con i tempi moderni al punto d'immaginare futuri scenari che sembrano assolutamente credibili.
GH: Credo di vedere il suo lavoro come satira. È vicino in modo stupefacente alla verità, ma sufficientemente distante da suscitare l'attenzione di chi legge. Ad esempio, le agenzie d'intelligence americane (CIA, FBI) sono burocratiche e lente. Dipendiamo dalla tecnologia e abbiamo poche spie e davvero poche persone in grado di ingaggiare delle spie. Nel mondo di Ellis, queste persone sono amorali e competenti. Nel nostro mondo, sono immorali e incompetenti. È confortante leggere di un mondo in cui ci si può fidare di queste persone, ma Warren ci ricorda sempre qual è il costo del fallimento. Accadono cose terribili ai buoni, ma cose ancora peggiori accadono ai cattivi. E non solo ai cattivi con superpoteri: sono dittatori, malvagi responsabili di agenzie spionistiche governative, scienziati senza scrupoli, e la lista potrebbe continuare. Molte persone hanno apprezzato la fine dell'assassino del numero 10, soffocato con il suo stesso braccio. Mi chiedo come Warren Ellis avrebbe scritto l'invasione dell'Iraq. Ho il sospetto che i destini di George W. Bush e Saddam sarebbero stati molto più interessanti.
sm: Su Global Frequency hai sperimentato un po' con il tuo stile, in special modo per adattarti ai colori. Quanto è importante per un artista affermato come te cercare nuove strade, sperimentare con il medium fumetto?
GH: Cerco di sperimentare ma devo farlo nel contesto dell'industria dei comics americani. Perciò devo dividere il lavoro tra disegnatore, inchiostratore e colorista, anche se queste etichette non si usano più.
Faccio le matite e poi spedisco le scansioni digitali per essere pagato. Ellen Lyon ed io facciamo delle mezzetinte sui disegni. Poi Art Lyon colora le tavole al computer e trasforma anche i grigi con Photoshop. Poi spedisce un voucher per essere pagato. La DC fa parte di una società molto grande con molti avvocati (gli USA sono pieni d'avvocati). Non possono cambiare il loro modo di fare per adattarsi al mio. Mi piacerebbe spezzare il modo di pensare vincolato ai ruoli che caratterizza la produzione dei comics.
Dopo che avrò concluso The 49ers, vorrei rallentare il ritmo del mio lavoro e divertirmi semplicemente a disegnare. Provare stili più semplici e diversi programmi di grafica. Magari seguire un corso o due. Altrimenti, tra dieci anni non sarò più leggibile. Il mio stile rimarrebbe fermo.
sm: Dobbiamo aspettarci lo stesso stile per The 49ers?
GH: Oh sì. Questo è il risultato del mio ultimo periodo di sperimentazioni grafiche. The 49ers sarà l'espressione definitiva di quello stile. È uno stile volutamente nostalgico, come una fotografia in bianco e nero ricolorata. Volevo più controllo nella resa finale del mio lavoro ma non volevo dover fare una piatta colorazione al computer. Alcune scene saranno molto più dettagliate. Top 10 è scritto come un caleidoscopio, ricco di dettagli complessi e mutevoli. The 49ers doveva avere lo stesso stile elaborato.
sm: Puoi dirci qualcosa su The 49ers ?
GH: È ambientato nel 1949 durante la costruzione di Neopolis. Jetlad (il futuro capitano di Top 10) ha appena lasciato l'esercito ed è arrivato in questa nuova città.
I personaggi principali saranno quelli raffigurati nel murale all'ingresso dell'attuale distretto di polizia. Skywitch, la donna con il cappuccio, avrà un ruolo preminente. Nel 1949 il suo costume sarà molto più semplice.
sm: Quali fumetti leggi attualmente?
GH: Fables di Bill Willingham. The Age of Bronze di Eric Shanower. Vecchi numeri di Zot! di Scott McCloud. Ex Machina di Brian Vaughan e Tony Harris. Caper di Judd Winick. Blankets di Craig Thompson.
Quando non leggo fumetti, leggo libri sulla politica americana e irachena.
sm: Un'ultima (e impegnativa) domanda: quale pensi sarà il futuro dei comics ?
GH: Come industria, il fumetto americano dipende dai soldi derivanti dalle licenze per gli adattamenti cinematografici. Questo ci ha dato una rete di sicurezza ma ha anche reso i dirigenti molto compiacenti. Per questo le case editrici sono molto fragili. Se non si smettesse d'accordare licenze per I fumetti di supereroi, DC e Marvel sarebbero in una brutta situazione.
I fumetti americani dovrebbero essere venduti come degli antologici settimanali, come delle riviste corpose al prezzo di 6 o più dollari. Invece, vengono venduti come albi di 22 pagine in negozi specializzati a 2 o 3 dollari. E le case editrici diventano nervose all'idea di pubblicare qualcosa di diverso dai supereroi. Fortunatamente, il fumetto in America non dipende solo dalle major.
È così economico auto-prodursi che chiunque può farlo. Hai solo bisogno di uno scanner economico e un computer usato, carta, inchiostro e tanto esercizio. C'è sempre qualche artista capace che crea qualcosa di valido (e molti altri disegnatori noiosi che scimmiottano i fumetti che vanno per la maggiore). Perciò non ho timori sul fumetto come forma artistica. È come il rock Americano suonato nei garage: finché i ragazzi potranno fare musica così il rock non morirà mai.
La mia speranza è che Scott McCloud o qualcuno come lui "pubblichi" un fumetto "digitale" che abbia grande successo. Forse un giorno li leggeremo sui nostri cellulari. Chi può dirlo. Ma anche se non succederà, possiamo ancora aspettarci dei comics originali e innovativi. Il futuro dei comics dipenderà sempre dall'essere a basso costo, veloci e creativi. Il futuro appartiene ai ragazzi.
[Intervista contotta via e-mail nel mese di Novembre 2004.]
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