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Folla e cosplayer. This is... Luccaaaa! |
Partiamo subito dal finale: il mio giudizio,
negativo, su questa Lucca è fortemente condizionato dalle oggettive difficoltà di spostamento (all'interno degli stand e nei collegamenti tra questi) e di logistica (strade, autostrade, parcheggi, ristoranti, etc...) che hanno reso assai problematico godere degli eventi, soprattutto quelli legati ai "Comics", gli unici, o quasi, di mio interesse.
Paragonare, con tutti i distinguo del caso, la mia esperienza quasi horror di questa Lucca 2014 a quella, praticamente, idilliaca dello
Stripped 2013 di Edimburgo è... un'operazione impossibile!
Certo è stato un piacere rivedere amici e autori che non incontravo da anni di persona ma è come se tutto fosse stato fagocitato da un ritmo e da un senso di compressione (di spazio e di tempo) insostenibili.
I numeri parlano di un ennesimo straordinario successo di presenze ma i numeri non sono tutto. O meglio, sono solo una "fotografia neutra", direi, che necessita di un'analisi attenta a mente fredda. Si può crescere a dismisura? Oppure, così facendo, si rischia l' "implosione" su se stessi?
Sabato 1 Novembre, dentro le mura, Lucca era un ammasso uniforme di corpi incollati l'uno all'altro. In ogni dove: nelle strade, dentro gli stand, nei locali, o-v-u-n-q-u-e!
Oltreoceano le foto diffuse hanno suscitato "stupore" e rivalutazione della folla che prende d'assalto il San Diego Comic-Con. Domenica la situazione è leggermente migliorata ma se fosse accaduto il contrario sarebbe stato un tangibile segno dell'Apocalisse imminente.
Il 4 di Novembre sulla sua pagina Facebook, l'apprezzato sceneggiatore
Francesco Artibani, con cruda schiettezza ha "riassunto e commentato" i numeri: "
E' tempo di bilanci per Lucca Comics: 240.000 biglietti venduti e 400.000 presenze in città. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: 160.000 persone non sapevano che cazzo fare." [l'uso di questa citazione è stato autorizzato da
Artibani medesimo, N.d.R.]
E così a pochissimi giorni dalla fine della manifestazione il direttore della rassegna
Renato Genovese ha dichiarato: "
Si dovrà intervenire però assolutamente a tutela del vero popolo dei Comics che è quello che arriva a Lucca perché vuole partecipare al sempre più ricco programma di eventi proposto. Per questo penso che dovrà essere messo in campo un sistema per disincentivare gli arrivi in città, o almeno in alcune aree del centro storico, di coloro che non sono visitatori paganti."
In un interessante
articolo su Lo Spazio Bianco - dal calzante titolo
Lucca Comics & Games è morto - Ettore Gabrielli, proiettato verso quel che succederà, ha scritto: "
Non mi stupirei per questo di vedere in un futuro non tanto lontano, sparire l’attuale denominazione [...] magari per far posto a un Lucca Entertainment Festival." Hurm...
Stefano Casini riportava un po' di "speranza"
chiudendo così il suo resoconto: "
Lucca è bella perché unica nel suo genere. La dimostrazione è che, nonostante tutto, anno dopo anno siamo qui a parlarne."
Insomma, non ci giro ulteriormente intorno, questa Lucca non me la sono goduta quasi per nulla.
Molti degli autori che volevo vedere non li ho neppure minimamente intravisti (
Brian K. Vaughan c'era?
Fiona Staples c'era?
Enrique Breccia c'era? Solo per fare qualche nome...) tanto da dubitare della loro presenza (sì lo so, c'erano, c'erano... sommersi dalla folla!) e con molti amici ho scambiato solo chiacchiere veloci oppure ho semplicemente desistito sopraffatto dal flusso della moltitudine umana. Inoltre ho scoperto che alcuni "fenomeni" mi risultano totalmente imperscrutabili e, azzardo un termine, indigesti (come spiegare la fila immane per
"tale" Sio contrapposta agli sparuti appassionati che si fermavano per uno sketch o una dedica dal gigante
Vittorio Giardino?)
Meno male che c'era la Self Area, isola felice (e vivibile), crepitante di energie e
good vibrations!
Dicevo "non me la sono goduta
quasi per nulla" perché, come scritto sopra, mi sono "goduto" i due vecchietti straordinari,
Gilbert Shelton e
Robert Crumb, che il 1 Novembre sono stati protagonisti di un eccezionale incontro-intervista condotto da Matteo Sefanelli e Paolo Interdonato nella splendida cornice dell'
Auditorium San Romano. Crumb, stante la location, è entrato benedicendo la folla emozionata e in trepidante attesa e domandando "dove sono i preti? dove sono i chierichetti?" Risate e applausi come se piovesse. I due, nell'oretta dell'incontro, hanno ricordato i tempi andati ed è emerso chiaro il noto disinteresse di Crumb per la scena attuale del fumetto: "ci sono molte storie pretenziose, i testi non si leggono, spesso il lettering è incomprensibile... i disegni possono anche andar bene ma per me le storie vengono prima di tutto." [ricordo estrapolato, non le vere parole di Crumb, N.d.R.]
Particolarmente dolente il ricordo di Crumb sul suo "eroe"
Harvey Kurtzman, come riportato dal
sito Bad Comics (così evito d'attivare la mia fumosa memoria!): "Harvey Kurtzman, creatore della rivista
Mad, è stato senza dubbio l’artista che maggiormente li influenzò, oltre a dar loro una mano effettiva nell’emergere. Una figura tragica, finito schiacciato dall’impero di Playboy, per cui lavorava e a cui dovette sacrificare la propria autenticità per i compensi notevoli che assicurava. Crumb infatti confessa di odiare ancor oggi
Hugh Hefner per quel che fece a Kurtzman, che aveva bisogno di denaro, e di aver giurato a se stesso che non avrebbe mai permesso che qualcuno facesse lo stesso a lui e alla sua arte. Kurtzman era il suo eroe. Un giorno andò a trovarlo e lo trovò che scriveva un fumetto per Playboy [
Little Annie Fanny, N.d.R.]. Hefner, un fumettista frustrato che aveva abbandonato le sue velleità, voleva visionare ed approvare tutto il lavoro di Kurtzman che si trovava correzioni del patrono di Playboy su carta trasparente, vergate con una penna blu: stupidi interventi privi di valore per cercare di essere parte del processo creativo. Crumb racconta che a volte Kurtzman piangeva pensando a ciò che era obbligato a fare pur di lavorare. Ma ai tempi della fondazione di MAD, e prima ancora, nel ‘64 e ‘65 con la rivista Help, aveva pubblicato e creduto nei fumetti di Crumb e Shelton, pagandoli 35 dollari a pagina: metà dell’affitto di casa dei due. Un grandissimo aiuto per loro." [il resto può essere letto
qui]
Beh... Crumb e Shelton "valgono" una Lucca intera, no?
Una menzione la meritano anche le mostre visitate, ahimè, a iper-velocità:
Gabriele Dell'Otto,
Silver,
Rutu Modan,
Hirohiko Araki, Guido Scarabottolo e... le varie chiacchiere con amici e addetti ai lavori (che non elenco perché di sicuro dimenticherei qualcuno) in Piazza San Michele e in Piazza Anfiteatro, as usual! Ah... e il bel tempo!
Ah... ho "visto" per circa 3 secondi in totale Masakazu Katsura, incrociato in Area Pro e individuato spuntare dallo stand assaltato dai fan memori dei turbamenti di Video Girl Ai, suppongo!
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Al centro, con cappello, il sensei Katsura firma per i fan. Foto gentile omaggio di un generoso visitatore di passaggio. |
Special thanks to:
Bruno Olivieri, la crew della
Hollow Press (Michele Nitri,
Paolo Massagli e
Gabriele Di Fazio) e... i frenetici, esplosivi
Mammaiuto!
Alla prossima Lucca... ehmmmm, anche no! A meno che dopo Crumb non mi portino...
IL Barbuto! LOL!!!
[A casa di problemi tecnici al mio personale equipaggiamento fotografico, tutte le foto a corredo di questo post (se non diversamente indicato) sono state scattate dall'amico Gabriele Di Fazio, animatore dell'ottimo blog Just Indie Comics, che ringrazio vivamente per il supporto.]