sabato 30 luglio 2011
mercoledì 27 luglio 2011
studiare per l'aldilà
Avevamo studiato per l'aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo.
[Painting of a dog, Francis Bacon]
domenica 24 luglio 2011
frammenti di vita fumosa
Il palco attende... |
Altro non si può fare se non vivere il tempo, nel tempo. La famigerata quarta dimensione. Insomma stare in un tesseratto. Ma le cose così si fanno difficili... beh, basta divagare...
Vita fumosa si diceva. Il volume targato Black Velvet dedicato ad Alan Moore, in lavorazione oramai da oltre due anni (e forse più), a cui ho dedicato tante energie e che tante energie ha assorbito (non solo strettamente fumettistiche), sembrerebbe alle sue battute conclusive (le ultime news in mio possesso lo davano in pre-stampa, per cui..) e dovrebbe materializzarsi come oggetto concreto dopo l'estate. Ecco, uno dei segni dell'Apocalisse 2012 potrebbe essere quello. A essere sincero, l'uscita reale del tomo la vedo un po' con un senso a la San Tommaso ("se non vedo, non credo") misto a una certa quantità di disillusione. Ma il libro in sé è assolutamente un must-have per tutti gli amanti di Alan Moore. S-i-c-u-r-o!
Per il resto procedono lentamente le altre attività, tra cui il "controllo finale" della supervisione di una traduzione (l'opera oggetto è legata ad un autore piuttosto importante) e l'attività di curatore e traduttore per un volume che credo ingolosirà molti. Tutti impegni presi da tempo e altri in divenire, che conto di onorare. Anche se non escludo sorprendenti decisioni. Dipenderà dal mio mood nei prossimi mesi.
Continuo imperterrito con il leggere fumetti a sprazzi e lasciarli (quasi) sempre a metà. La Genesi di Robert Crumb è però un gioiello assoluto, questo è certo. Per cui centellino le pagine.
Vita fumosa si diceva. Il volume targato Black Velvet dedicato ad Alan Moore, in lavorazione oramai da oltre due anni (e forse più), a cui ho dedicato tante energie e che tante energie ha assorbito (non solo strettamente fumettistiche), sembrerebbe alle sue battute conclusive (le ultime news in mio possesso lo davano in pre-stampa, per cui..) e dovrebbe materializzarsi come oggetto concreto dopo l'estate. Ecco, uno dei segni dell'Apocalisse 2012 potrebbe essere quello. A essere sincero, l'uscita reale del tomo la vedo un po' con un senso a la San Tommaso ("se non vedo, non credo") misto a una certa quantità di disillusione. Ma il libro in sé è assolutamente un must-have per tutti gli amanti di Alan Moore. S-i-c-u-r-o!
Per il resto procedono lentamente le altre attività, tra cui il "controllo finale" della supervisione di una traduzione (l'opera oggetto è legata ad un autore piuttosto importante) e l'attività di curatore e traduttore per un volume che credo ingolosirà molti. Tutti impegni presi da tempo e altri in divenire, che conto di onorare. Anche se non escludo sorprendenti decisioni. Dipenderà dal mio mood nei prossimi mesi.
Continuo imperterrito con il leggere fumetti a sprazzi e lasciarli (quasi) sempre a metà. La Genesi di Robert Crumb è però un gioiello assoluto, questo è certo. Per cui centellino le pagine.
Il serpente tentatore visto da Crumb! |
E non ho saputo resistere all'acquisto dell'Omnibus di Toffolo, sarà per via della copertina in toni rossoblu.
Ho invece assistito a due spettacoli teatrali: la performance di Iaia Forte e Rita Atzeri incentrata sulla figura della Donna e il nuovo spettacolo scritto e interpretato da Massimo Carlotto con la partecipazione canora di Elena Ledda.
Il primo, intenso e giocato tutto sulle straordinarie qualità recitative delle due attrici, mescolava le voci di figure femminili "mitologiche" come Penelope, Medea, Elena a quelle di donne più vicine alla contemporaneità, vicende dolenti come quella di Neda, la ragazza uccisa nel 2009 durante le manifestazioni in Iran, o più lievi come quella di Wallis Simpson. Molto più dramma che leggerezza, comunque.
Tra tutti i vari frammenti recitati mi ha molto colpito la citazione della terribile lettera che le madri di Piazza de Majo indirizzarono al "Sig. Giovanni Paolo II", anche se in generale lo spettacolo mi è sembrato mancare di qualcosa, di una maggiore struttura capace di "reggere" il peso di un argomento così vasto e multiforme.
Tra tutti i vari frammenti recitati mi ha molto colpito la citazione della terribile lettera che le madri di Piazza de Majo indirizzarono al "Sig. Giovanni Paolo II", anche se in generale lo spettacolo mi è sembrato mancare di qualcosa, di una maggiore struttura capace di "reggere" il peso di un argomento così vasto e multiforme.
"Mattatrici" in scena!!! |
Maggiormente "pensato" invece - dal mio umile punto di vista, sia chiaro - il lavoro scritto da Carlotto che univa temi di denuncia a elementi di "fiction" con un meccanismo di "storie dentro le storie". Il tutto reso ancora più intrigante dagli inserti musicali, incastrati perfettamente nel tessuto narrativo, di Elena Ledda e della sua straordinaria band. Applausi!
Carlotto, Ledda e band sulla "Via del pepe" raccolgono applausi |
In ambito musicale il mio ultimo amore è l'incantevole Selah Sue! Voce calda avvolgente e idee ben chiare. Consiglio assolutamente l'ascolto e la visione del suo showcase su Repubblica.
Ah, in chiusura, un simpatico nonnino si gode la brezza notturna in compagnia della splendida Gea, siberian husky di 6 anni. Mi son divertito assai a giocare con la simpatica e docilissima cagnetta!
It's smoky life, dude!:)
L'incantevole Selah Sue... is this love? :) |
It's smoky life, dude!:)
lunedì 18 luglio 2011
nuotare (non ascoltare...)
Pelle: è la tua proprio quella che mi manca
in certi momenti e in questo, momento
è la tua pelle ciò che sento, nuotando nell'aria.
Odori dell'amore nella mente dolente, tremante, ardente,
il cuore domanda cos'è che manca
perché si sente male, molto male,
amando, amando amandoti ancora.
Nel letto aspetto ogni giorno un pezzo di te
un grammo di gioia del tuo sorriso
e non mi basta nuotare nell'aria per immaginarti:
se tu sapessi che pena.
Intanto l'aria intorno è più nebbia che altro
l'aria è più nebbia che altro.
E' certo un brivido averti qui con me
in volo libero sugli anni andati ormai
e non è facile dovresti credermi
sentirti qui con me perché tu non ci sei
mi piacerebbe sai sentirti piangere
anche una lacrima per pochi attimi
mi piacerebbe sai sentirti piangere
anche una lacrima per pochi attimi.
in certi momenti e in questo, momento
è la tua pelle ciò che sento, nuotando nell'aria.
Odori dell'amore nella mente dolente, tremante, ardente,
il cuore domanda cos'è che manca
perché si sente male, molto male,
amando, amando amandoti ancora.
Nel letto aspetto ogni giorno un pezzo di te
un grammo di gioia del tuo sorriso
e non mi basta nuotare nell'aria per immaginarti:
se tu sapessi che pena.
Intanto l'aria intorno è più nebbia che altro
l'aria è più nebbia che altro.
E' certo un brivido averti qui con me
in volo libero sugli anni andati ormai
e non è facile dovresti credermi
sentirti qui con me perché tu non ci sei
mi piacerebbe sai sentirti piangere
anche una lacrima per pochi attimi
mi piacerebbe sai sentirti piangere
anche una lacrima per pochi attimi.
giovedì 14 luglio 2011
BRAZIL! BRAZIL! BRAZIL!
Prove tecniche prima dello show! |
A dirla tutta, con mio massimo sconcerto, la gente arriva con attitudine pantofolaia: telo per il prato, panino/pizzetta, birretta, sedietta... bah! "Ehi, guardate che qui si vuol ballare, eh?"
Va bene che il buon Sérgio ha i suoi annetti, però... mica siamo a teatro!
Va bene che il buon Sérgio ha i suoi annetti, però... mica siamo a teatro!
Il pubblico si prepara... |
Il concerto inizia e... tutti giù, seduti. Io me lo godo in primissima fila, un po' soffrendo a dirla tutta, dopo timidi tentativi, condivisi da qualche altro temerario, di scuotere la folla e indurla a stare in piedi e a lanciarsi nel ritmo.
Lo show parte alle 21e45 e va via come un treno, senza pause. Mastro Mendes a trarre suoni senza tempo dal suo Yamaha.
La band è eccellente: percussioni, batteria, basso, chitarra, tastiere, rapper, trio vocale tutto femminile.
Tra le cantanti, spicca la voce cristallina della compagna di Mendes, Gracinha Leporace, e la bellezza solare della mora vocalist. Più tardi Mendes svelerà il suo nome: Rozzi (Crane, aggiungo io ora. Grazie Google!:)).
Il ritmo si fa incalzante e allora, tutti in piedi. E ci si scatena sulle note di Mas che nada: irresistibile.
Poco oltre le 23 si finisce. Il ballo finale ci ha reso tutti fradici di sudore nella canicola estiva: gli sguardi si incrociano... siamo brasilianamente tutti felici! :)
Ben fatto Sérgio! E oggi si suona a Umbria Jazz, mica l'ultima delle fiera di paese! :)
Lo show parte alle 21e45 e va via come un treno, senza pause. Mastro Mendes a trarre suoni senza tempo dal suo Yamaha.
Mendes sembra saper suonare... :) |
Tra le cantanti, spicca la voce cristallina della compagna di Mendes, Gracinha Leporace, e la bellezza solare della mora vocalist. Più tardi Mendes svelerà il suo nome: Rozzi (Crane, aggiungo io ora. Grazie Google!:)).
Si canta... si canta... |
Poco oltre le 23 si finisce. Il ballo finale ci ha reso tutti fradici di sudore nella canicola estiva: gli sguardi si incrociano... siamo brasilianamente tutti felici! :)
Che ritmo... che ritmo! |
sabato 9 luglio 2011
Alberto Conte: la libertà di... scrivere fumetti!
Conosco ALBERTO CONTE da diversi anni oramai. E ne ho sempre apprezzato la lucida e tagliente ironia, i giudizi e le risposte "senza peli sulla lingua", unitamente, è ovvio, alla capacità di scrivere fumetti non banali (U.S.S. e L'ultimo della lista, Magic Press). Oltre a invidiargli le spettacolari collaborazioni con Luca Rossi, artista dal segno indimenticabile.
Per questo non mi sono fatto sfuggire l'occasione di una chiacchierata con l'amico Alberto in occasione di un duplice appuntamento: l'imminente uscita per il mercato francese de Le Fauteuil du Diable (Editions Clair de Lune), per gli immancabili disegni di Rossi, e l'odierna inaugurazione presso la Galleria Libreria dell'Arco di S. Margherita Ligure (Via dell'Arco 17, tel. 0185-285276) di una mostra dedicata appunto a LUCA ROSSI, con esposizione di alcune tavole tratte dalle storie frutto del sodalizio con Conte.
Notizia di servizio: la mostra sarà visitabile nei mesi di Luglio e Agosto.
Notizia di servizio: la mostra sarà visitabile nei mesi di Luglio e Agosto.
E ora sotto con le domande. Buona "fumosa" lettura!
smoky man: È da un po’ di tempo che non si hanno tue notizie "italiane". Praticamente dai tempi del progetto con la Magic Press.
Alberto Conte: Non si hanno notizie di me, innanzitutto perché non sono importante, ma soprattutto perché aborro il continuo parlarsi addosso di alcuni autori italiani. Capisco la necessità di farsi conoscere, ma mi sembra triste comunque. Dovrebbero essere gli altri, tecnici e lettori a farlo. Sono poi fuori dai meccanismi editoriali italiani, praticando serenamente un percorso tutto mio, che può finire ad ogni volume. Tutto qui. Vi è poi da considerare l’aggravante che il mio punto di vista sulla sceneggiatura non collima con quello vigente nel mercato italiano. Per essere espliciti, se i complimenti reiterati degli editor Bonelli per la qualità della mia scrittura, si rivelano poi paradossalmente una chiusura, mi limito a recepire il dato. La SBE, però, vende ancora numeri importanti di copie quotidianamente e quindi sono io in torto.
Sia chiaro: ho la “fortuna” di poter scegliere altrimenti, non dovendo sbarcare il lunario con le sceneggiature, e quindi faccio esercizio di arroganza, bonariamente definita da Ivo Milazzo “consapevolezza dei propri mezzi”.
Un bel j’accuse… ma con la Magic come finì? Al tempo delle loro interessanti produzioni italiane la tua e di Luca Rossi doveva intendersi come una incursione nei “generi”: noir (Ultimo della lista), fantascienza (U.S.S.)… Che puoi dirci di quella vicenda?
Nessun atto d’accusa, in realtà, piuttosto una semplice constatazione dei fatti, sulla base del mio esperito. Allora mi indignai, quando un responsabile editoriale cercò di convincermi di una castroneria lapalissiana: un fumetto come Dampyr sarebbe stato assimilabile a Preacher. Adesso mi fa sorridere. Il progetto con Magic avrebbe dovuto articolarsi in tre volumi, in origine, ma dopo i primi due non abbiamo riscontrato le condizioni per proseguire con l’editore. Ci saremmo aspettati, fra le altre cose, un minimo di promozione, essendo un prodotto italiano e data l’ottima accoglienza di critica di entrambi i volumi, addirittura entusiastica per quello noir, ma abbiamo capito non sarebbe stato possibile ed abbiamo scelto di soprassedere. Luca era sulla rampa di lancio per la Vertigo ed io stavo sondando il mercato francese, che mi sembrava più adatto alle ambizioni “autoriali” del sottoscritto. Il resto è storia: Luca ha intrapreso il lavoro su House of Mystery ed io ho iniziato la collaborazione con Clair de Lune, grazie anche a Fred Bremaud.
Alberto Conte: Non si hanno notizie di me, innanzitutto perché non sono importante, ma soprattutto perché aborro il continuo parlarsi addosso di alcuni autori italiani. Capisco la necessità di farsi conoscere, ma mi sembra triste comunque. Dovrebbero essere gli altri, tecnici e lettori a farlo. Sono poi fuori dai meccanismi editoriali italiani, praticando serenamente un percorso tutto mio, che può finire ad ogni volume. Tutto qui. Vi è poi da considerare l’aggravante che il mio punto di vista sulla sceneggiatura non collima con quello vigente nel mercato italiano. Per essere espliciti, se i complimenti reiterati degli editor Bonelli per la qualità della mia scrittura, si rivelano poi paradossalmente una chiusura, mi limito a recepire il dato. La SBE, però, vende ancora numeri importanti di copie quotidianamente e quindi sono io in torto.
Sia chiaro: ho la “fortuna” di poter scegliere altrimenti, non dovendo sbarcare il lunario con le sceneggiature, e quindi faccio esercizio di arroganza, bonariamente definita da Ivo Milazzo “consapevolezza dei propri mezzi”.
Un bel j’accuse… ma con la Magic come finì? Al tempo delle loro interessanti produzioni italiane la tua e di Luca Rossi doveva intendersi come una incursione nei “generi”: noir (Ultimo della lista), fantascienza (U.S.S.)… Che puoi dirci di quella vicenda?
Nessun atto d’accusa, in realtà, piuttosto una semplice constatazione dei fatti, sulla base del mio esperito. Allora mi indignai, quando un responsabile editoriale cercò di convincermi di una castroneria lapalissiana: un fumetto come Dampyr sarebbe stato assimilabile a Preacher. Adesso mi fa sorridere. Il progetto con Magic avrebbe dovuto articolarsi in tre volumi, in origine, ma dopo i primi due non abbiamo riscontrato le condizioni per proseguire con l’editore. Ci saremmo aspettati, fra le altre cose, un minimo di promozione, essendo un prodotto italiano e data l’ottima accoglienza di critica di entrambi i volumi, addirittura entusiastica per quello noir, ma abbiamo capito non sarebbe stato possibile ed abbiamo scelto di soprassedere. Luca era sulla rampa di lancio per la Vertigo ed io stavo sondando il mercato francese, che mi sembrava più adatto alle ambizioni “autoriali” del sottoscritto. Il resto è storia: Luca ha intrapreso il lavoro su House of Mystery ed io ho iniziato la collaborazione con Clair de Lune, grazie anche a Fred Bremaud.
Due tavole pulp da In the blues. Disegni di Luca Rossi. |
Parlavi di Clair de Lune, quindi Francia. Per quel mercato hai fatto diverse cose in questi anni…
Clair de Lune è un piccolo editore francese con cui collaboro da un po' di tempo e con cui ho un ottimo rapporto di fiducia reciproca. Questo si è tradotto in un minimo controllo sui contenuti delle storie. Mi piacerebbe poter avere maggiore autonomia sul colorista, ma è da sempre un affaire particolare per la Gallia. Ho avuto la fortuna, però, di avere Andrea Piccardo sui primi due volumi con Luca Rossi e Romina Denti sull’ultimo (sempre con Luca): hanno fatto entrambi uno splendido lavoro di cui siamo tutti soddisfatti. Io per primo, essendo daltonico... I primi volumi che cito sono quelli già pubblicati in Italia con Magic Press ed in Francia con Clair de Lune (U.S.S. e L'ultimo della lista), mentre l’ultimo, che è uscito in queste ore, si intitola, La Sedia del Diavolo. Ho pubblicato due volumi per una serie SF: Codename Heroes for hire, con Vincenzo Acunzo. Ho pubblicato infine una storia sulla rivista Mono edita da Tunuè, dal titolo Ulisse con Stefano Biglia, ottimo disegnatore e grande amico, ed una noir sul numero di marzo della rivista Heavy Metal, ancora una volta con Luca e con Andrea, che si è occupato del lettering e dell’impaginazione: intitolata In the blues, dove tornano i miei amati Wops, che forse qualche lettore ricorderà (apparsi su UdL). Sto preparando anche diversi progetti: un paio di genere noir con Michele Duch, un talento che sorprenderà; un paio di progetti SF con Valentino Forlini (tra cui forse la prosecuzione della serie cui ha collaborato Vincenzo), ed infine un altro con Mick Bertilorenzi, non appena sarà libero dal suo impegno con la grande “M”.
Mi sembra che non te ne stia certo con le mani in mano... :)
Parlaci de La Sedia del Diavolo, sarebbe l’horror, il terzo “genere” da esplorare… Di che storia si tratta? Come è nata?
Sono stato sinceramente sorpreso che il mio attuale editore francese, abbia fatto la proposta di un nuovo progetto con Luca. Molto merito va anche alla stima nutrita per quest’ultimo. L’idea è nata anni fa, a seguito di un weekend romano, durante il quale ho conosciuto la storia di questo edificio, sito nel quartiere Africano: ho cominciato così a documentarmi, leggendo testi di storia e di esoterismo, per dare maggiore credibilità alla vicenda. E’ rimasta a ronzarmi nella testa per parecchio tempo. E’ ancora una volta una storia che “usa” un genere, per cui la definizione di “horror” appare riduttiva in questo caso, per raccontare altro. Si potrebbe definire anche noir esoterico, ma in realtà ciò che mi premeva realmente, era l’opportunità di raccontare una storia attuale, ancorché ambientata nella Roma di fine Ottocento: un intreccio di ipocrisia, prevaricazione, manipolazione dei desideri e delle paure altrui. Unica pecca, la necessaria riduzione a sole 46 pagine, per pressanti impegni di Luca: tagliare chirurgicamente la prevista sceneggiatura di 64 pagine e mantenere la medesima efficacia non era un compito semplice. Ancora adesso mi chiedo se non ho combinato un disastro, in realtà. Il prossimo passo sarà trovare un editore italiano ed uno statunitense: visto lo splendido lavoro di Luca, sarebbe davvero deprecabile che i lettori italiani ed americani, già innamorati del suo stile davvero unico, non possano ammirarlo in quest’ultimo volume.
Copertina de Le fauteuil du Diable. Illustrazione di Luca Rossi. |
Luca Rossi è un disegnatore straordinario. Come si articola la vostra collaborazioni artistica? Credo sia oramai piuttosto “oliata”…
Concordo con il tuo giudizio sul Rossi disegnatore e rilancio: è una persona fantastica; un ottimo compagno di bevute e di lavoro. Bilancia con il suo carattere zen la mia vena maniacale. Non sono mai contento della sceneggiatura e talvolta sono pignolo addirittura riguardo al lavoro di Luca, che è così comprensivo da passare sopra alla mia ossessività, oppure da correggere anche le ali alle mosche quando potrei avere ragione… La nostra collaborazione è davvero semplice, e con un talentuoso come lui non potrebbe essere diversamente: per fare un esempio, talvolta mostra nelle vignette cose che ho dimenticato di segnalare e questo è davvero una prova di grande sintonia fra noi. Gli sottopongo, come sempre, il plot e la caratterizzazione dei personaggi e successivamente lo sommergo con riferimenti fotografici per ambientazioni e personaggi cui fare riferimento. Comincio poi a macinare tavole, con il mio solito contorto procedere. Questo è il migliore lavoro di Luca, di una spanna sopra alle sue numerose opere, a mio immodesto parere: ha disegnato tavole sontuose, ricche e dettagliate, cogliendo ogni sfumatura della vicenda e dei caratteri dei protagonisti. Merito anche del ritmo lavorativo francese, meno frenetico dell’italiano e dell’americano. Un editore francese è disposto ad aspettare, pur di avere un prodotto migliore. Vorrei aggiungere che è ogni volta per me incredibile come riesca a rendere degno di lettura il mio delirare. Mi chiedo piuttosto come mai si ostini Luca a collaborare con il sottoscritto, ma credo sia un mistero da lasciare irrisolto. Almeno per il mio ego: mi cullo nell’illusione che dietro un grande disegnatore vi sia un grandissimo sceneggiatore. Come e se proseguirà il nostro rapporto lo dirà il tempo: fra i diversi generi da trattare con lui, mi rimane forse ancora un western alla Cormac McCarthy (ed io so quanto odi disegnare cavalli, ma quanto gli riescano bene), oppure riuscire a trovare un editore interessato agli Wops, personaggi assai cari ad entrambi e derivati dall’amore di entrambi per Torpedo, per cui ho già preparato materiale per almeno tre volumi…
Poker di Diable. Disegni di Luca Rossi. |
Parlaci brevemente dei tuoi modelli di riferimento come sceneggiatore: il tuo stile non sembra riferirsi alla tradizione italiana, quanto piuttosto a modelli stranieri.
Ops: colpito ed affondato. Parlando di scrittori sono rimasto fermo a Pratt e Berardi, ma al tempo di Ken Parker. Credo ci siano ottimi professionisti in Italia, ma si rifanno a modelli diversi ed un poco datati per i miei gusti. I primi nomi a venirmi in mente sono Oesterheld, Abulì, Alan Moore, Warren Ellis, Grant Morrison, Garth Ennis, Pete Milligan, Jamie Delano. Autori che connotano decisamente ogni storia con stile inconfondibile e spunti originali.
Fai qualche nome di autori o opere lette recentemente che, a tuo parere, siano degni di menzione.
Ho letto Daytripper di Moon e Ba, che ho trovato entusiasmante; un’ottima edizione di Cerebus, già letto in originale; Batman 100 di Paul Pope; Camelot Park. Leggo in realtà soprattutto romanzi e saggi, che insieme ai film o ai serial televisivi stranieri forniscono spesso ottimi spunti narrativi. Preciso, però, per non sembrare una xenofilo ad oltranza, che leggo anche autori italiani, quali Massimo Carlotto, Valerio Evangelisti e Giuseppe Genna: ottimi scrittori e persone fuori dal comune. Devo ringraziare ancora una volta i primi due per la cortese (e gratuita!) disponibilità a scrivere l’introduzione dei due volumi editi da Magic Press. Con Giuseppe si era parlato di un progetto basato su un suo libro, ma credo purtroppo si possa considerare abortito. Mai dire mai, però: nel mondo del fumetto tutto può essere…
PS.: se non siete ancora sazi dei disegni di Luca Rossi fate un salto qui.
PS.: se non siete ancora sazi dei disegni di Luca Rossi fate un salto qui.
venerdì 8 luglio 2011
Rossella Faa: musica e ironia
Di ritorno dal piacevolissimo concerto di Rossella Faa, straordinaria cantante, autrice, attrice e... maestra di ironia, non posso evitare di postare qualche foto.
Sighi sighi: una manciata di nuove canzoni, seguito ideale del piacevolissimo Baa-bà, mescolando, con la solita istrionica maestria, ritmi bossa-nova e jazz a strampalati racconti (storie di topi, blatte, spettri e improbabili santi, per dire... :)) in limba.
La locandina dello spettacolo e i disegni sfogliati da Rossella durante lo spettacolo sono opera dell'amico Paciolus.
Tutto pronto per il concerto |
Locandina sul leggio! |
Rossella canta... e racconta |
Rossella racconta e... canta |
Il batterista del futuro! |
mercoledì 6 luglio 2011
Odio i fumetti!!!
Sì li odio. La casa è colonizzata da loro. Ovunque.
Incomincio ad accumularli senza un ordine. Inizio a leggerne uno ma non arrivo alla fine. Passo a un altro. Capita sempre più spesso.
Ho pensato ad un falò rituale. Oppure ad una serata a tema: "ruba un fumetto a casa mia... (è gratis!)". Tutti gli invitati possono impadronirsi a costo zero di un qualunque fumetto presente in casa. Uhmmmm, forse, meglio limitare la scelta ad una... selezione.
Maledetti fumetti!
L'altra notte o la notte prima, ho sognato il Barbuto che discuteva col suo vocione con un altro Barbuto, un architetto che parlava in portoghese o in un inglese con accento portoghese. Moore parlava in inglese. Io capivo tutto, qualsiasi lingua fosse. Non chiedetermi il perchè... era il mio sogno, DOVEVO capire!
Discutevano di labirinti e città immaginarie. Costruzioni bianche, angoli, matematica frattale... volte, vuoti, vedute... Non ricordo come sia finita la cosa.
Lavoricchio ad alcune traduzioni e ad altri progetti in divenire. Autori che stimo e ammiro, non aggiungo altro. Nulla. L'afa dell'estate mi fa arrivare ad orari vampirici.
Odio i fumetti...
Girando per la città, ieri, mi sono fatto un regalo...
Una maglietta firmata... Daniel Clowes.
Odio i fumetti! Davvero.
Incomincio ad accumularli senza un ordine. Inizio a leggerne uno ma non arrivo alla fine. Passo a un altro. Capita sempre più spesso.
Ho pensato ad un falò rituale. Oppure ad una serata a tema: "ruba un fumetto a casa mia... (è gratis!)". Tutti gli invitati possono impadronirsi a costo zero di un qualunque fumetto presente in casa. Uhmmmm, forse, meglio limitare la scelta ad una... selezione.
Maledetti fumetti!
L'altra notte o la notte prima, ho sognato il Barbuto che discuteva col suo vocione con un altro Barbuto, un architetto che parlava in portoghese o in un inglese con accento portoghese. Moore parlava in inglese. Io capivo tutto, qualsiasi lingua fosse. Non chiedetermi il perchè... era il mio sogno, DOVEVO capire!
Discutevano di labirinti e città immaginarie. Costruzioni bianche, angoli, matematica frattale... volte, vuoti, vedute... Non ricordo come sia finita la cosa.
Lavoricchio ad alcune traduzioni e ad altri progetti in divenire. Autori che stimo e ammiro, non aggiungo altro. Nulla. L'afa dell'estate mi fa arrivare ad orari vampirici.
Odio i fumetti...
Girando per la città, ieri, mi sono fatto un regalo...
Una maglietta firmata... Daniel Clowes.
Odio i fumetti! Davvero.
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