lunedì 21 settembre 2020

Magia AMANO

YOSHITAKA AMANO.
A seguire la traduzione (a partire dai sottotitoli in inglese) di un interessante, breve video dedicato al fenomenale artista giapponese YOSHITAKA AMANO (che non credo abbia necessità di presentazioni!). Il video è disponibile su YouTube (QUI) da Aprile; realizzato da Archipel in collaborazione con l'editore francese Mana Books alla fine del 2017. 

Quando mi trovo di fronte a un foglio bianco mi chiedo come lo "sporcherò". Aggiungere colori, forme... Come posso spiegarmi?
Non è un processo doloroso, al contrario è piacevole.
Succede sia quando lavoro su qualcosa sia quando faccio degli sketch veloci. 
Il fatto che le persone apprezzino quello che faccio è un bonus. Mi spinge a disegnare ancora di più. 
Succedeva già quando ero un bambino e non è cambiato da allora.
Quando avevo 14 anni, il mio migliore amico si trasferì a Tokyo e andai a trovarlo.
Poiché lo studio di animazione Tatsunoko Pro era poco distante, andai a far vedere i miei disegni e così mi fecero un'offerta di lavoro.
Mi unii al gruppo di produzione, inizialmente come animatore. Una delle caratteristiche di Tatsunoko Pro era che realizzavano serie originali. Per questo fino a quasi trent'anni lavorai per loro alla creazione di nuovi personaggi.
I miei disegni venivano usati come base dagli animatori per le varie serie che poi venivano trasmesse alla tv. Ma volevo che le persone vedessero direttamente i miei disegni e per questo sono diventato un illustratore.
Anche se sono giapponese, mi piace moltissimo il fantasy occidentale. Volevo disegnare cavalieri, etc...
Così iniziai a realizzare copertine per libri. Questo mi ha permesso di disegnare mondi che non esistevano. Mi sono divertito moltissimo a farlo.
I videogame al tempo erano qualcosa di nuovo. Non ne sapevo granché.
Ricevetti un'offerta da Sakaguchi della Square, che stava cercando qualcuno per disegnare un universo fantasy.

Mi sembrò un'offerta interessante. Ed è così che iniziai a lavorare a Final Fantasy. Mi sembra strano visto che sto tuttora lavorando alla serie.
Quando sento parlare di videogame, penso sempre a Final Fantasy. Include varie mitologie, come ad esempio quella greca. Ma anche in quel caso ho dovuto immaginare dei nuovi universi che incorporassero degli elementi fantastici. Ero libero di disegnare qualsiasi cosa mi venisse in mente. 
Alla fine, per me, questi universi sono reali, sono oltre la semplice fantasia.
È come se questi mondi mistici possano esistere grazie ai videogame.
Per il gioco, ho creato personaggi, mostri e anche illustrazioni e vario materiale visivo.
All'inizio pensavo che avrei dovuto disegnare nello stile da videogioco, fatto di pixel... ma mi dissero che potevo realizzare delle illustrazioni realistiche.
Per me fu come se i miei disegni venissero materializzati dentro il videogioco.

L'eterna ricerca dello stile
Non ho mai dovuto davvero sforzarmi o faticare [per il disegno]. Non penso molto, cerco soltanto di disegnare seguendo il mio istinto. 
Per esempio, se mi viene richiesto di creare 10, o 20 personaggi per una determinata scadenza, incomincio a disegnarli uno dopo l'altro senza pensarci. È così che lavoro. Non ho mai avuto problemi da questo punto di vista.
La pittura è il campo in cui esprimo le mie emozioni. 
Attualmente costituisce il 90% della mia attività anche se tutto il lavoro d'illustrazione che ho fatto o per Final Fantasy è anch'esso rappresentato, in un modo o nell'altro.
La sola differenza è il modo in cui i miei disegni vengono utilizzati.
Ma per me, non c'è una netta divisione tra i due aspetti.
La differenza è nel mezzo che viene usato.
Al momento mi piace cercare di trovare un mio spazio nel mondo dell'arte. A differenza dell'illustrazione o dei videogame, in questo campo non sono un veterano per questo mi piace evolvere in questa scena.
La mia carriera è iniziata nel character design che consiste, in parte, nel creare delle identità grafiche.
Quando ho iniziato come illustratore non sapevo quale fosse il mio stile sebbene dovessi esprimerlo attraverso le mie opere. Per questo mi sono ispirato al lavoro di artisti come Gustave Moreau, Mucha e molti altri, tra cui Leonardo Da Vinci. Cercando di imitarli, il mio stile si è via via definito da sé. È così che sono arrivato ad esprimermi, in un certo senso.
Tuttora non so quale sia il mio stile né che cosa definisca il "tocco" Amano ma, ciò nonostante, continuo a disegnare quello che mi piace.
Forse è questo il mio stile.

giovedì 17 settembre 2020

Ricreare il Dark Knight

Da qualche tempo, Cristian Casares, un appassionato di comics e (ipotizzo, facoltoso) collezionista, ha incaricato diversi affermati disegnatori professionisti di "ricreare" il primo numero del Dark Knight, assegnando a ciascuno una tavola della seminale opera realizzata da Frank Miller (per gli inchiostri, al tempo, di Klaus Janson e i colori di Lynn Varley).

Su Comic Art Fans trovate alcune delle tavole realizzate finora anche se pare, a leggere quello che scrive Casares, che quasi tutte le pagine (l'albo originale ne contava 48) dovrebbero già essere state completate. Le tavole per ora visibili sono realizzate da Moritat, Matt Lesniewski, Ben Stenbeck, John McCrea, Michael Allred, Michael Walsh e Jock (anche se ne è circolata qualche altra e addirittura qualcuna... "respinta" da Casares perché non fedele all'originale!). 
Come si suol dire, alla passione non c'è limite!

Page 02: Moritat. 
Page 25: Michael Allred.

Page 18: John McCrea.
Page 45: Jock
Chissà che, prima o poi, questo incredibile tributo all'opera di Miller non venga, in qualche modo, stampato per la gioia di tutti noi... comuni mortali.

Per maggiori informazioni, la pagina CAF di Casares: QUI.

sabato 12 settembre 2020

recensioni in 4 parole [85]

Mad Max, Kenshiro. Forse.
Tracce di vita eterna.
Tener gli occhi aperti!
Magnus per sempre. Mito!
*********
Abbiamo detto 4 parole su:
Wonder Woman: Terra Morta N.1
di Daniel Warren Johnson (testi e disegni)
Editore: Panini Comics
Formato: spillato, 48 pagine, colore
Prezzo: € 6,90
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI

Jack Kirby: The Epic Life of the King of Comics (in English)
di Tom Scioli (testi e disegni)
Editore: Penguin Random House
Formato: cartonato, 208 pagine, colore
Prezzo: $ 28.99
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI (in English)
  
Dylan Dog n. 408 - Scrutando nell'abisso
di Gigi Simeoni (soggetto e sceneggiatura), Marco Soldi (disegni)
Copertina: Gigi Cavenago
Editore: SBE
Formato: brossurato, 96 pagine, b/n
Prezzo: € 3,90
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI 

Linus n.9 (Settembre 2020)
di AA.VV.
Editore: Baldini+Castoldi - La nave di Teseo
Formato: brossurato, 120 pagine, colore (numero dedicato a Magnus)
Prezzo: € 6
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI

domenica 30 agosto 2020

[Oldies but goldies] Giancarlo Berardi 2001

A seguire, un prezioso recupero datato 2001, a cura dell'amico Giuseppe Pili, pubblicato nel luglio 2001 su Ultrazine.org. Buona lettura.

Quattro chiacchiere con GIANCARLO BERARDI
a cura di Giuseppe Pili
  
Si vorrebbero chiedere tante cose a Giancarlo Berardi. Tante al punto che una piccola restrizione renderebbe deludente qualsiasi intervista. Quando poi le domande a disposizione sono una manciata, è chiaro in partenza che si riuscirà giusto a scalfire la superficie di una personalità così profonda. A quel punto l'unica speranza è che sia lui a dilungarsi oltre misura, a mostrarci dallo spiraglio lo scrigno da cui attinge tante meravigliose storie. Inutile. Lo scrigno non si apre e la nostra immensa curiosità resta allo stato larvale. Non resta che tuffarsi nelle sue storie e scoprire l'uomo attraverso i suoi indimenticabili personaggi.

Una breve biografia a cura del sito Bonelli, QUI.
Pagina di Wikipedia dedicata all'autore, QUI.

Può fare una piccola presentazione della sua ultima serie, Julia?
Giancarlo Berardi: Julia Kendall, è una giovane donna, una criminologa, ossia specializzata in una scienza che studia il crimine in tutti i suoi aspetti basandosi sull’antropologia, sulla psichiatria, sulla psicoanalisi … tutte materie preziose, che richiedono istinto e capacità d’immedesimazione per essere efficaci.
Ma è anche una donna del nostro tempo, con tutti i dubbi, le limitazioni, le legittime aspirazioni tipiche dei nostri giorni. Quindi una donna normale, che non vola, non pratica il karatè e che affronta la vita con le armi tipiche del suo sesso come l’intelligenza, la sensibilità e la partecipazione. Una donna che più che giudicare i delitti efferati che deve investigare cerca di capirne le motivazioni.

In questo momento quali fumetti - italiani e stranieri - la interessano e la coinvolgono?
Tra i fumetti che preferisco ci sono sicuramente le opere di Max Cabanes, autore francese che non ha realizzato un personaggio fisso e che racconta spesso storie di provincia che reputo davvero letteratura disegnata. Mi piace molto Rip Kirby, personaggio americano degli anni ’40, disegnato e scritto da Alex Raymond e le opere di Alex Toth, che considero il miglior disegnatore di fumetti in assoluto.

Se dovesse condensare in tre nomi i maestri del fumetto da cui un esordiente dovrebbe imparare i segreti della sceneggiatura, quali sarebbero?
Partirei da Gian Luigi Bonelli, sicuramente il papà di un certo fumetto avventuroso sulle cui tracce mi sono messo anch’io. Tra gli autori più recenti e i colleghi che stimo, direi Alfredo Castelli e Tiziano Sclavi.
In una narrazione a suo parere è più importante un soggetto avvincente o una sceneggiatura ben orchestrata?
Ci sono due tipi di narrazione, quella che si basa su soggetti particolarmente originali e quella che si basa sui personaggi. Io preferisco la seconda ipotesi, perché una buona storia è quella che si basa sui personaggi e questi escono da una buona sceneggiatura. Per cui dovendo scegliere, è più importante una buona sceneggiatura che un soggetto eclatante.

Che tipo di collaborazione instaura generalmente con gli artisti che illustrano le sue storie?
Gradisco avere un rapporto molto diretto e piuttosto continuo con i miei collaboratori, perché loro realizzano l’altro 50 per cento del lavoro e ci deve essere una sintonia tra di noi. Ci sentiamo molto spesso, ci scambiamo fax, lunghe telefonate. Cerco di capire, di conoscere meglio questi collaboratori perché scriverò poi delle sceneggiature su misura, come un sarto quando realizza un abito. E poi è piacevole, perché in certi casi si instaurano dei rapporti d’amicizia e sappiamo bene tutti che l’amicizia è un bene prezioso.

Perché secondo lei in Italia la sceneggiatura ha una netta prevalenza sul disegno, mentre ad esempio in America e in Giappone avviene il contrario?
Non so se questa affermazione sia vera. Comunque se l’avete riscontrata, io mi fido. Posso pensare al fatto che in Italia essendo abituati ad un certo tipo di narrazione, forse anche un pochino feuilletonistica … tornando in dietro non c’è dubbio che abbiamo avuto la tradizione del romanzo d’appendice ottocentesco, con personaggi realizzati in un certo modo… citavo prima Gianluigi Bonelli che sicuramente è stato un autore che ha portato avanti quel tipo di tradizione con storie forti, ben costruite, e per di più le sue avventure di Tex, essendo articolate su molte pagine, gli davano la possibilità di approfondire i temi, i personaggi, i colpi di scena… negli Stati Uniti le storie sono di 15, 20 pagine, in Italia sono di 100 pagine, e questo fa una certa differenza.

E poi dobbiamo tenere conto che il fumetto italiano è prevalentemente popolare, comprato come tale e consumato come tale e per questo una certa abbondanza, anche di pagine, è necessaria.

[Intervista pubblicata originariamente su Ultrazine.org nel luglio 2001]  

venerdì 14 agosto 2020

recensioni in 4 parole [84]

La ragazza è tosta.
Una dolente vicenda. Finale.
Alan Moore's Cinema Purgatorio
Oscure visioni di celluloide.
Quasi n.1
Rivista senza lettori. Quasi.
*********
Abbiamo detto 4 parole su:
Io sono Eva
Soggetto: M. Gomboli e T. Faraci (da un'idea di A. Artusi e M. Zilio)
Sceneggiatura: T. Faraci - Disegni: G. Palumbo e M. Buffagni    
Copertina: G. Palumbo
Editore: Astorina (collana Il Grande Diabolik n.52)    
Formato: brossurato, 196 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 5,40
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI
 
di Akab (testi e disegni)
Editore: Progetto Stigma
Formato: cartonato, 180 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 25
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI

Alan Moore's Cinema Purgatorio
di Alan Moore (testi) e Kev O'Neill (disegni)
Editore: Panini Comics
Formato: cartonato, 160 pagine, b/n
Prezzo: € 22
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI (in Inglese, parecchie parole!) 

Quasi n.1
di AA.VV.
a cura di Boris Battaglia & Paolo Interdonato
Copertina: Massimo Giacon
Editore: Oblò
Formato: spillato, 64 pagine, b/n
Prezzo: € 8
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI (parecchie parole!)

mercoledì 12 agosto 2020

Massimi Maestri: Moebius & Miyazaki

Nel seguito una traduzione di un'inestimabile conversazione tra Moebius e Miyazaki, avvenuta in occasione della mostra Miyazaki et Moebius: Deux Artistes Dont Les Dessins Prennent Vie tenutasi a Parigi nel 2004. La traduzione (dall'inglese) è basata su un breve video disponibile su YouTube, QUI.

Soltanto a "lavoro" concluso, accecato dalla bellezza di un simile incontro tra Giganti, mi sono accorto che sul web si trovano, già da da tempo, diversi materiali sul tema (qui, qui e qui). Ad ogni modo... repetita iuvant! :)
Miyazaki: L'Arzach di Moebius... penso l'abbia realizzato nel 1975.
Io l'ho visto per la prima volta intorno al 1980. Ne rimasi molto impressionato.
Ma sfortunatamente, al tempo, il mio stile era già piuttosto consolidato. Per cui non l'ho potuto utilizzare in modo così efficace come avrei altrimenti fatto nel corso della mia crescita artistica.
Ma è assolutamente vero che ho creato Nausicaa influenzato dall'opera di Moebius.

Moebius: Quando ho visto La Principessa Mononoke e ancor di più La città incantata sono rimasto colpito dal fatto che non riuscivo a immaginare un produttore al mondo che avrebbe potuto accettare delle storie simili. Ed è questo il genio di Miyazaki.

Miyazaki: Il mio produttore non ha mai fatto obiezioni tranne [ride]... tranne sul fatto di finire nei tempi previsti...
Moebius: Quello che mi ha colpito sin dall'inizio è che Miyazaki per i suoi film ha tratto ispirazione dall'Europa. La sua è una visione dell'Europa molto lontana nel tempo, idealizzata, quasi da innamorato. Allo stesso tempo, film come Totoro, Mononoke o La città incantata rappresentano anche una sorta di ritorno a casa. Sono opere molto toccanti.

Miyazaki: Credo che la visione del mondo di una persona e il suo approccio creativo siano qualcosa di indivisibile. Riguardo l'approccio tecnico, abbiamo sostanzialmente utilizzato il metodo appreso dalla pittura europea che si basa sulla luce e sullo spazio. Disegniamo usando quel metodo. Quando abbiamo dovuto realizzare gli interni del bagno pubblico de La città incantata dovevamo rappresentare delle cose tipicamente giapponesi. Non ero sicuro che saremmo riusciti a farlo usando la tecnica europea. Ma il mio team ha mostrato una straordinaria capacità, che non sapevamo di avere, per rappresentare gli oggetti tradizionali giapponesi. Insieme alla tecnica europea questa nostra capacità innata è evidente in ogni scena. Alcune scene erano completamente diverse da qualsiasi cosa avessimo disegnato in precedenza. Questi due elementi di solito non sono compatibili ma in questo film ognuno ha avuto il proprio spazio e hanno funzionato in armonia. È stata un'esperienza meravigliosa che abbiamo vissuto mentre realizzavamo il film.

Moebius: Durante la conferenza stampa Suzuki ha detto che a Miyazaki piace sempre smontare il sistema in cui opera e che la sua preoccupazione principale è verso gli spettatori, il suo obiettivo è la soddisfazione del pubblico. In questo ci vedo un senso d'avventura unito alla premura per lo spettatore...

Miyazaki: Riguardo al nostro lavoro... non voglio vederlo soltanto come una questione di business ma tengo sempre a mente che ha valore soltanto se intrattiene il pubblico. Il XXI secolo è un tempo complicato. Il nostro futuro non è chiaro. Dobbiamo riconsiderare molte cose che abbiamo dato per scontate... sia che si tratti del senso comune o del nostro modo di pensare, dobbiamo ripensare ad ogni norma.
E questo vale anche nel campo dell'intrattenimento e dei film per ragazzi. Dobbiamo interrogarci sul format che stiamo seguendo. Non possiamo semplicemente creare un cattivo con lo stampino per poi sconfiggerlo. Non si deve fare un film in un modo così semplicistico.

Moebius: Nei suoi film è evidente il riguardo, il rispetto per gli spettatori...
Miyazaki: Ovviamente dentro di me ho anche della negatività, disperazione, mancanza di speranza. A dire la verità, parecchia mancanza di speranza e pessimismo. Ma non penso che sia un elemento da inserire nei film per ragazzi. Sono più interessato a quello che mi spinge a fare un film felice o a quello che mi rende felice. È una domanda che mi faccio spesso.

Il video disponibile su YouTube, QUI.

martedì 21 luglio 2020

Alan Moore sostiene Extinction Rebellion

Alan Moore sostiene Extinction Rebellion.
Ieri sul canale YouTube di Extinction Rebellion UK è stato diffuso un breve video messaggio di ALAN MOORE a sostegno del movimento XR, il cui prossimo evento inglese è pianificato per il primo settembre a Londra, e non solo.

A seguire potete leggere la traduzione di quanto detto da Moore nel VIDEO
Un grazie all'amico Omar Martini per il solito, tempestivo aiuto.
Salve a tutti, sono Alan Moore e sono davvero fiero di fare questa dichiarazione a supporto di Extinction Rebellion.
Extinction Rebellion manifesterà per le strade di Londra per richiedere, tramite un'azione diretta nonviolenta, che il governo faccia qualcosa per la crisi ambientale che loro stessi hanno dichiarato essere un'emergenza nazionale.
Dobbiamo essere assolutamente chiari: il consenso scientifico su questo punto è unanime. Se non vogliamo che il pianeta diventi quasi inabitabile a parte, forse, alcune regioni polari dobbiamo fare qualcosa ORA.
Dobbiamo agire, nel peggiore dei casi, entro i prossimi 18 mesi e, se siamo molto molto molto fortunati, entro i prossimi 10 anni. E questo significa agire ORA. Questo significa che dobbiamo scendere in piazza. E dobbiamo dare il nostro sostegno per il nostro bene, per il bene dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Personalmente, mi sono reso conto che la situazione ambientale era davvero grave durante gli anni '70 quando sentii dire dall’amministratore delegato di un’importante multinazionale… credo fosse la Dupont… che erano sicuri sul fatto che la biosfera avrebbe agito per preservare la vita.

Capii che si trattava di una manomissione dell'ipotesi Gaia di James Lovelock, di un tentativo dei grandi gruppi industriali di trasformare quella teoria in un altro modo per non dover limitare le loro abitudini distruttive. A quel punto compresi che l'ambiente era il problema più importante in assoluto perché se non l'avessimo affrontato non avremmo avuto il tempo o il lusso di affrontare nessuno degli altri temi importanti. Ecco perché vi incito a scendere in piazza e a manifestare con Extinction Rebellion. Non dovete farvi arrestare. Non dovete farvi trascinare in nulla che vi faccia sentire a disagio, ma è importante che partecipiate. Se non potete scendere per le strade allora mettetevi in contatto con rebellion.earth e trovate un modo per farvi coinvolgere.
È importante per tutti noi e per tutti quelli che manifesteranno e faranno sentire la propria voce.

Vi auguro ogni fortuna. Vi voglio bene.
Per favore, prendetevi cura di voi stessi e prendetevi cura del pianeta.

La trascrizione in inglese è disponibile QUI.

sabato 4 luglio 2020

recensioni in 4 parole [83]

Così vanno le cose...
Amore e futuro incerto.
Carnevale e i Carnival.
La morte non basterà.
*********
Abbiamo detto 4 parole su:
La solitudine del fumettista errante
di Adrian Tomine (testi e disegni)
Editore: Rizzoli
Formato: brossurato, 160 pagine, bianco e nero
Prezzo: €19
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI
 
di Ales Kot (testi), Tradd Moore (disegni) e Heather Moore (colori)
Editore: saldaPress
Formato: cartonato, 176 pagine, colore
Prezzo: € 19,90
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI

Tex: La vendetta delle ombre
di Mauro Boselli (testi) e Massimo Carnevale (disegni)
Editore: Sergio Bonelli Editore
Formato: brossurato, 240 pagine, b/n (collana Speciale Tex n. 36)
Prezzo: € 8,90
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI

Conan il Barbaro n.7
di Jason Aaron (testi), Mahmud Asrar (disegni)
Copertina: Esad Ribic
Editore: Panini Comics
Formato: spillato, 48 pagine, colore
Prezzo: € 5
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI (English)

lunedì 15 giugno 2020

Una Mooraviglia firmata Bacilieri

Moore visto da PAOLO BACILIERI.
Qualche giorno fa, come conseguenza finale di una serie di irripetibili eventi (si spera), ho avuto l'assoluto piacere di poggiare gli occhi su una tavola originale firmata dall'adorato PAOLO BACILIERI che ritrae un giovane Dylan Dog in compagnia di... Alan Moore, beh... una "specie" di Alan Moore.
In questo post potete ammirare anche voi qualche dettaglio: godetene! E... grazie, Paolo!

La tavola fa parte di una storia breve recentemente apparsa su Dylan Dog Magazine 2020.
Il giovin Dylan incontra... Alistair Roome! By PAOLO BACILIERI.

sabato 13 giugno 2020

recensioni in 4 parole [82]

Furia sul Nono Cosmo.
Cosa volete, il sangue?
Dai, suonatela ancora, Frank!
 Ricordando innominabili aliene possessioni.
*********
Abbiamo detto 4 parole su:
L'Immortale Hulk n.25
di Al Ewing  (testi),  German Garcia e Joe Bennett (disegni)
Editore: Panini Comics
Formato: spillato, 48 pagine, colore
Prezzo: € 5
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI (English)
 
di Erik Larsen (testi e disegni)
Editore: Marvel Comics
Formato: spillato, 40 pagine, colore
Prezzo: $ 4.99
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI

Dark Knight Returns: The Golden Child
di Frank Miller (testi), Rafael Grampà (disegni),
Editore: DC Comics
Formato: spillato, 48 pagine, colore
Prezzo: $ 5.99
Anno di pubblicazione: 2019
Per qualche parola in più: QUI

L'Ombra Venuta dal Tempo
di Gou Tanabe
Editore: J-Pop
Formato: box, contiene n.1 e 2, 192 pagine cd., b/n e colore
Prezzo: € 13,80
Anno di pubblicazione: 2020
Per qualche parola in più: QUI

domenica 7 giugno 2020

[Oldies but goldies] JEFF SMITH 2002

Dagli archivi (pressoché) infiniti di Ultrazine, ripesco una vecchia intervista con JEFF SMITH, il geniale creatore di Bone, da me tradotta e pubblicata sul sito nel novembre 2002. 
L'intervista originale apparve su Bone n. 46, come estratto dalla guida della APE, Alternative Press Expo, una delle più importanti manifestazioni del fumetto americano "indipendente" tenutasi nel mese di febbraio 2002 a San Francisco. Purtroppo l'esperienza dell'APE si è conclusa nel 2017.
Per maggiori informazioni e aggiornamenti su JEFF SMITH rimando alla sua pagina Facebook ufficiale, QUI. Per qualche info su Bone, date un'occhiata QUI.
Buona lettura!
APE: All'inizio Bone era un fumetto umoristico con delle sfumature da fumetto realistico. Nella terza parte della storia sembra essere più un fumetto realistico con delle sfumature umoristiche. Si tratta di un aspetto pianificato sin dal principio o è solo la natura di una storia in tre atti?
Jeff Smith: Penso che la risposta a questa domanda sia un po' di entrambi. Ho iniziato Bone cercando di farlo sembrare come lo Zio Paperone di Carl Barks, con dei tipici personaggi da cartoon con cui la gente si sarebbe trovata a proprio agio.
Credo d'averlo fatto perché non pensavo che la gente avrebbe comprato una monumentale opera di fantasy epico se avessero saputo che si trattava proprio di quello, e un ottimo modo per attrarre i lettori è farli ridere. Inoltre ho molto amato da bambino le storie più lunghe di Barks e, in un certo senso, Bone è la mia versione dell'avventura "definitiva" di Zio Paperone.
Ma hai ragione, non è un opera umoristica che non ha una fine, è una storia con un inizio, una parte centrale e un finale. E la natura del raccontare una storia è "sorpresa e conflitto". Per avere "conflitto" ci devono essere delle forze che si oppongono ai protagonisti e tanto più oscuri e difficili sono gli ostacoli, tanto maggiore sarà il trionfo quando verranno superati. Siamo ad un punto della storia che è il momento più buio prima dell'alba. Se Smiley Bone può ancora essere divertente ora, tanto meglio.

APE: Hai creato un intero mondo in cui far vivere i personaggi di Bone. Che tipo di ricerche hai condotto per farlo?
JS: Faccio molte ricerche per i miei fumetti. Ti farò un esempio recente: per il gran finale della storia tutti i personaggi si stanno radunando in un'antica città di nome Atheia. Volevo catturare l'atmosfera di Atheia come una grande città un tempo potente, le cui vie erano vibranti di misticismo e i mercati pieni di gente. E poi, in anni recenti, il posto è caduto in decadenza. Per questo sono andato in Nepal e ho trascorso un po' di tempo a Kathmandu e in altre città della regione e ho trovato quello che cercavo. Ho trovato l'architettura e lo stile medievale su cui poter basare il mio racconto. Ho scattato molte foto e preso appunti. Era molto più piccola di quello che mi sarei aspettato. I ponti, le strade e le finestre erano molto stretti. Ad ogni angolo potevi vedere un tempio meraviglioso, un po' annerito da tutto il fumo che proveniva da ogni banco dei negozianti che ti invitano a comprare fino a che non giravi al prossimo angolo. Ho quaderni schizzi pieni di quelle cose che vedi girando per le case della gente: vecchi tegami, delle pietre piatte usate per la molitura, cani che gironzolano, fascine di legna per il fuoco. Penso che tutte queste cose rendano il mio mondo fittizio più credibile e se è reale per me ha maggiore possibilità d'apparire reale al lettore.
APE: Sei uno dei paladini dell'auto-produzione con Bone prossimo al suo 50esimo numero e la pubblicazione di numerose miniserie e progetti legati al suo mondo. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell'auto-produzione?
JS: Lo svantaggio è che hai pochi capitali a disposizione. Hai le tue sole risorse. Non c'è un editore come la Fantagraphics che ti promuove sui forum di discussione o sul loro Comics Journal. Non hai la Dark Horse che alle varie manifestazioni ti promuove, compra spazi pubblicitari su Comic Book Guide o su Wizard. Sei davvero solo, eccetto quando ci sono adunate come l'APE qui a San Francisco, o la SPX sulla costa est.

Dall'altra parte, sei libero di scrivere quello che vuoi. Puoi esplorare il medium fumettistico nel modo che preferisci e puoi andare in stampa e restarci senza chiedere il permesso a nessuno. Segui solo la tua musa. Per alcuni autori, questo da solo vale più di qualsiasi svantaggio.

Lascia che scenda un po' più in dettaglio su questo argomento. Una valida casa editrice come Fantagraphics o Alternative Comics ti lascia ovviamente fare le cose a cui tieni. È esattamente quello che vogliono e per questo ti incoraggeranno e ti supporteranno. Hanno dei mezzi per far conoscere il tuo lavoro e sono presenti alle manifestazioni in giro per il mondo. Questo è un grosso vantaggio. Perciò se vuoi auto-produrti è perché vuoi fare quelle cose di cui solitamente si occupa un editore.

Mi piace stampare i miei albi, ingaggiare delle persone che mi aiutino alle mostre, lavorare con Vijaya [moglie di Jeff Smith e sua partner nella loro casa editrice Cartoon Books, N.d.T.] sulle edizioni straniere e i contratti di licenza. Mi piacciono persino gli shakespeariani conflitti che si hanno trattando con tipografie, distributori e occasionalmente altri autori che si auto-producono. A volte può essere snervante. Ancora, quello che è importante è che se vuoi avere il controllo del tuo lavoro, mandarlo in stampa, gestire in prima persona i tuoi affari, per fare questo esiste l'auto-produzione. I primi team come Wendy & Richard Pini [ideatori della serie Elfquest, N.d.T.] e Sim & Gerhard [autori di Cerebus, N.d.T.] hanno dato credibilità all'auto-produzione, e le hanno persino dato un sacco di onori. Successi di critica e di pubblico come le Tartarughe Ninja, From Hell, e Strangers in Paradise l'hanno legittimata, e per questo l'auto-produzione non scomparirà tanto presto.

APE: Vuoi dirci quali fumetti "alternativi" e "commerciali" ti piacciono attualmente?
JS: Mi piace lo stesso genere di cose che apprezzo da sempre. Cose indipendenti, particolari, più sono nuove e meglio è. Sono appena tornato da San Francisco dove ho preso un fumetto nuovo di zecca realizzato da un tipo di nome Ben Catmull. La storia d'apertura s'intitola "Emily", su questa ragazza che il narratore ha incontrato quando era più giovane. È una storia incantevole, e non sono certo se si tratti o meno di fiction. Ne sono rimasto molto colpito. L'autore ha avuto una sovvenzione Xeric [importante premio americano assegnato annualmente ad un nuovo autore per la pubblicazione di una loro opera, N.d.T.] e ha realizzato il suo albo Paper Theater giusto in tempo per l'edizione dello scorso anno della SPX [Small Press Expo, N.d.T] che fu però cancellata. Ora farà il suo debutto alla APE ed è esattamente il genere di libro che cerco lì. Se è un vincitore di uno Xeric, questa di solito è un'indicazione piuttosto buona. Peter Laird e la sua fondazione hanno dei buoni gusti. Inoltre puoi sempre contare su Fantagraphics e Dawn & Quarterly.

Anche alcuni dei nuovi editori come Top Shelf e Alternative Comics hanno mostrato d'avere buon gusto. Ho fatto la conoscenza di un gran numero di autori in manifestazioni dedicate al fumetto alternativo, autori di cui continuo a seguire le loro opere, come Paul Pope, James Kochalka, Craig Thompson, Tom Hart, Nick Bertozzi, Dean Haspiel e Josh Neufeld. Il nuovo lavoro di Dylan Horrocks sembra ottimo come il suo precedente. Mi è piaciuto moltissimo il volume con la raccolta delle storie di Box Office Poison di Alex Robinson che Chris Staros [responsabile della Top Shelf, N.d.T.] ha appena editato. Chi altro? Colleen Doran e faccio un passo indietro. Non mi sono perso un solo numero dei suoi albi in dieci anni. I suoi disegni sono sublimi. Amo l'onestà del lavoro di Julie Doucet. Terry Moore è sempre un'irrinunciabile lettura da fare, così come Stan Sakai, Jill Thompson e Mark Crilley. Il nuovo Castle Waiting di Linda Medley, che è tornata all'auto-produzione, mostra che ci sa sempre fare. Che cosa posso dire di più? Gli autori "indipendenti" sono quelli a cui sono più vicino. Oh, Dave Cooper! Il miglior artista che ci sia attualmente, vince a mani basse.

Riguardo il fumetto commerciale, ho appena preso il nuovo Dark Knight. Non c'è alcun dubbio sul fatto che pensi che Frank Miller sia uno dei Maestri. Infatti, ho lasciato l'animazione per fare fumetti per via del Dark Knight nel 1986. Leggo qualsiasi cosa faccia. Sa come far procedere una storia, vignetta dopo vignetta, semplicemente meglio di chiunque altro.
Ho appena comprato il nuovo Acme Novelty Library di Chris Ware. Mi piacciono le parti di "Rusty Brown" ... grazie Chris per avermi fatto passare un'ora di infelicità nichilista.
Gli ultimi due libri di Kyle Baker mi hanno sconvolto. È uno dei più temerari autori indipendenti che ci siano. Non ha mai fatto un progetto che seguisse le regole.
Will Eisner è sempre nella mia lista di letture. Puoi ancora imparare dai suoi lavori.
Paul Pope è uno dei migliori cartoonist che lavorino in questo campo. È molto eclettico. Nessuno è mai riuscito davvero ad incasellarlo. La nuova serie di THB sono tra i fumetti più divertenti che siano mai stati fatti. I suoi lavori sono così forti, e c'è del vero movimento nel disegno. È uno dei tre, forse, nel campo del fumetto che sappia davvero come farlo.

APE: Che cosa è per te l'Alternative Press Expo?
JS: Uno dei motivi per cui vado sulla costa ovest e alla SPX su quella est, è perché voglio vedere le cose nuove, quali sono le nuove idee in giro. Ho incontrato alla prima APE Paul Pope, e da quell'incontro è nata un'amicizia che è durata tutti questi anni. A queste piccole fiere c'è sempre dell'eccitazione o del fermento intorno a qualche nuova produzione. È per questo che l'APE è così importante; il passa-parola intorno a un nuovo fumetto o ad un nuovo autore che sta nascendo. Quello è l'aspetto positivo, questo è il modo in cui il medium fumettistico si mantiene vitale. Quell'energia, quella vibrazione lo fa rinnovare. APE non è solo l'avanguardia del fumetto come forma d'arte, segna anche la rinascita di questa forma artistica, anno dopo anno.