DUE GIORNI DI ARF!
un reportage di
Andrea Pau
Immagina.
Immagina una fiera dove non ci sia ressa, e confusione.
Immagina una sala conferenze ampia e comoda.
Immagina uno spazio dove puoi parlare con disegnatori, sceneggiatori, registi tra i migliori in Italia.
Immagina, ecco.
Poi fatti il biglietto per l’
Arf Festival dell’anno prossimo.
L’Auditorium del Massimo si trova in una zona di Roma poco caotica e così verde da commuovere.
Io e il compare Alberto, giovane disegnatore entusiasta, ci siamo arrivati nella prima mattinata di sabato 23 (non potrò quindi parlare di ciò che è successo nella giornata inaugurale, e mi dispiace abbastanza).
Già dai primi minuti, abbiamo capito come sarebbero stati i due giorni del Festival: un misto di informazione e spessore culturale in ambiti diversissimi e complementari: fumetto, musica, animazione, cinema. Il tutto condito con la leggerezza. Sì, perché, sia benedetta in sæcula sæculorum, c’è stata anche quella.
C’è stata durante le conferenze (grazie alla verve degli intervenuti e di chi li presentava, tra gli altri i preparatissimi Adriano “Conte Zarganenko” Ercolani e Luca Raffaelli) e c’è stata nello spiazzo che divideva il primo androne con la zona dedicata a editori, espositori e mostre.
Una zona franca dove abbracciare vecchi amici, scambiare pareri sulla manifestazione e sulla situazione del fumetto in Italia. Un cortile dove le ore d’aria erano tempo fertile, e facevano da contorno spettacolare agli incontri.
Incontri che per mia comodità divido in alcune macrocategorie.
La prima la chiamerei “Mostri sacri”.
Luca Raffaelli, che in passato ha intervistato Miyazaki, ha raccontato gustosi aneddoti sul maestro dell’animazione giapponese. Aneddoti che raccontano l’insoddisfazione latente e la personalità difficile del cartoonist, capace di avanzare dubbi sul reale valore del proprio lavoro (Dio dei mangaka, perdonalo!) e di commuoversi per un semplice libro. Vabbe’, semplice mica tanto: era un dono che gli eredi dell’
aviatore Arturo Ferrarin, in segno di rispetto, gli hanno spedito in Giappone dopo l’uscita di Porco Rosso.
Massimo Rotundo ha parlato del suo
Texone in un incontro presentato dall’inappuntabile e ironico Adriano Ercolani, in un continuo svisare da Tex a Bob Dylan e da Bob Dylan al calcio, dal calcio a Tex. Il mood del festival, una tensione infinita verso serietà e divertimento, ha consentito di ricordare
Paolo Morales con un evento che mischiava musica e narrazione (con l’interessante esperimento dei fumetti letti da uno stuolo di attori strepitosi, tra i quali Cinzia Mascoli e Greg) e subito dopo di celebrare Valentina assieme alla figlia di Guido Crepax.
La domenica, l’incontro più partecipato è stato quello tra Gipi e il suo ‘maestro’ Mannelli. Mi piacerebbe tanto raccontarvelo, ma la sala era così gremita che non sono riuscito a entrare. Quindi mi fido di chi ha assistito e vi riporto i commenti: “Due grandi”; “Fantastici”; “Persone mai banali”.
La seconda macrocategoria è stata quella degli “Annunci”.
Durante l’incontro con Artibani e Mastantuono sul ritorno in edicola di PK in edicola (tra le pagine di
Topolino), lo sceneggiatore ha risvegliato i ricordi dei PKers presenti, raccontando senza reticenze e ipocrisie il momento in cui Claretta Muci, ex direttrice di Topolino, con alcune decisioni discutibili riuscì ad allontanare “le migliori menti della Disney” (Barbucci, Canepa, lo stesso Artibani).
“Meglio di lei ha fatto solo Ebola”. I Pkers hanno sghignazzato e applaudito a lungo, felici che quel momento sia stato definitivamente superato dalla direzione De Poli. Al termine dell’evento, Artibani ha approfittato dell’occasione per annunciare che
Monster Allergy sarà ristampato in due tomi da Tunué, e per l’occasione vedrà la luce anche la conclusione della vicenda, con i disegni di Barbucci e Canepa. Un colpo da maestro per gli editori di Latina, e mani spellate da parte del pubblico.
Durante la conferenza dedicatagli, la Sergio Bonelli Editore, rappresentata da Roberto Recchioni, Emiliano Mammucari e a Mauro Marcheselli (il gran capo), ha rivelato che l’autore di Orfani sarà impegnato anche con il primo titolo Bonelli pensato per un pubblico di ragazzi:
4 Hoods vedrà la luce nel 2016 e conferma il rapporto stretto tra l’editore milanese e il gruppo di lavoro che ruota attorno al fumettista romano. La notizia è rimbalzata subito tra forum e siti specializzati, e continua a scardinare il refrain trito e sfiancante sull’immobilismo di via Buonarroti.
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Incontro Bonelli. |
Charlie Adlard, il disegnatore di
Walking Dead, ha annunciato in collegamento Skype che sarà presente alla prossima Lucca. Prevedo orde di zombi claudicanti che aspettano il loro turno per una dedica.
L’ultimo annuncio lo voglio dare io, e me l’ha sussurrato in anteprima Mirko Oliveri, uno dei responsabili del sito
Verticalismi.it. da fine maggio è disponibile sull’APPstore l’applicazione Verticomics, che offre un fumetto al giorno gratis (“un applauso per la parola gratis!”, diceva il saggio), da leggere in verticale.
La terza macrocategoria la voglio battezzare “Gli altri e il fumetto”.
E, forse, è stata l’idea più interessante che gli Arfers hanno messo in atto. Il linguaggio delle nuvole disegnate sta uscendo dalla sua nicchia, sempre di più. Acquista lettori che non leggevano fumetti, o che magari lo leggono su altri mezzi (l’exploit di Sio, Zerocalcare, Drizzit lo dimostra), acquisisce nuovi spazi, entra di prepotenza su canali differenti. E aumenta la sua rilevanza all’interno della società.
In questa categoria inserisco l’incontro con Danno dei Colle der Fomento e Zerocalcare, ideato probabilmente da Stefano Piccoli, S3keno, artista che di musica e realtà urbane ha trattato nei suoi lavori.
La chiacchierata tra Danno e Zerocalcare è stato un confronto divertente e assieme profondo tra due artisti amatissimi, e ha toccato anche argomenti difficili come gli sgomberi e l’emergenza abitativa, cherosene che le parti politiche più populiste spruzzano sul fuoco a intervalli regolari. Un’ora e venti tiratissima (che ha regalato anche un poderoso free style del rapper) e che è stato seguita dall’intervento più toccante della manifestazione (almeno per chi scrive):
Cecilia Strada che, affiancata da Giacomo Bevilacqua e dallo stesso Zerocalcare (con Gipi e Sio, i due hanno realizzato una linea di magliette per
Emergency), ha raccontato del Programma Italia dell’associazione umanitaria. Programma che si occupa di tappare le falle del servizio sanitario nazionale, con interventi mirati nelle zone più disagiate. Strada ha raccontato che la forte propaganda pseudorazzista di certa politica ha avvelenato la normale vita delle persone a tal punto che, quando molti vedono i camper di Emergency, la prima reazione è di rabbia.
“Curate gli stranieri e invece dovreste curare noi” dicono, prima di venire a sapere che Emergency cura tutti, senza nessuna distinzione. Inserire in una manifestazione legata ai fumetti un incontro di questa lavatura, e temi non proprio comodi, segna un ulteriore punto a favore dell’Arf.
All’Arf, il collettivo Skeleton Monster (un gruppo di autori composto da Pontrelli, Dell’Edera, Simone, Gud, Fuso e Lecce, che lavorano per i migliori editori italiani) ha raccontato di come riesca a portare l’illustrazione fuori dalle pareti dello studio. Il gruppo partecipa a eventi nei quali si dà libero sfogo alla propria arte per un pubblico che –spesso – coi fumetti c’entra poco.
I registi Fausto Brizzi, Fabio Guaglione e Claudio Di Biagio hanno raccontato il rapporto che hanno con il fumetto, citando anche youtube e i nuovi canali fondamentali per la diffusione di contenuti innovativi.
I tre giorni di ARFestival sono stati chiusi in maniera strepitosa grazie all’intervista via skype con l’animatore e saggista John Canemaker, che ha raccontato di Winsor McCay, fumettista (è l’autore di Little Nemo) e vero pioniere dell’animazione. Mentre sullo schermo della sala conferenze venivano proiettati alcuni film del fumettista statunitense (come Gertie), gli ospiti (Mauro Uzzeo, Luca Raffaelli, Francesco Artibani, Federico Rossi Edrighi, Giovanni Masi e Flaviano Armentaro) dipingevano il loro affresco sulla situazione dell’animazione in Italia e in Europa oggi. Una situazione non proprio incoraggiante, per quanto riguarda l’Italia.
Per concludere, nella categoria “Gli altri” inserisco anche l’attenzione massiccia verso i giovani lettori. I laboratori per i piccoli sono stati seguitissimi e si avvalevano di professionisti di prima grandezza (cito almeno Alessandra Bracaglia, Nicoletta Baldari e Roberto Recchioni). Avrò un conflitto di interessi, ma sono straconvinto (e non sono il solo) che solo interessando i piccoli OGGI, il fumetto possa continuare DOMANI a produrre storie interessanti.
Momento polemico mode ON. Tra parentesi, ho visto TANTISSIME bimbe (bimbe!) leggere
Scottecs Magazine, la rivista realizzata da Sio e Shockdom. Al netto delle diatribe che il successo dell’autore suscita tra gli addetti ai lavori, un interesse dei ragazzi per una rivista da edicola a fumetti tipo è un’OTTIMA notizia. Per tutti quelli che lavorano nel settore, anche quelli che fanno un altro tipo di fumetto. Momento polemico mode OFF.
Cosa rimane da dire?
Forse si può passare alla spolverata di impressioni negative, giusto per stemperare l’entusiasmo sconfinato che traspare dal resto del reportage.
Le mostre.
Quando non eravamo impegnati a seguire gli eventi, a guardare gli artisti in Area dediche o a cazzeggiare con gli amici, siamo rimasti ad ammirare le tavole di Crepax, Gipi, Zerocalcare e Davide De Cubellis, i nomi scelti per le mostre. Le opere lasciavano a bocca aperta – sarò rimasto un’ora a sbavare davanti agli storyboard di quel gigante di De Cubellis – ma lo spazio era davvero troppo raccolto. L’allestimento, sebbene minimale ed elegante, non rendeva giustizia alla grandezza degli artisti.
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La mostra di De Cubellis. |
Il pubblico.
Sebbene per certi incontri ci fosse il pienone, un evento di questo tipo ha le potenzialità per richiamare una massa di pubblico ancora più massiccia. La filosofia dell’Arf, l’apertura verso altri ambiti della cultura, è il punto fermo dal quale partire per una seconda edizione ancora più spettacolare.
In un’intervista, Mauro Uzzeo, sceneggiatore e organizzatore dell’ARF, ha ammesso che questa prima edizione del Festival ha avuto pochissimi finanziamenti, e questo ha influito anche sulla scelta degli autori. L’Arf però ha avuto la fortuna di nascere nel momento più florido per il fumetto romano: anche se abitano a pochi chilometri dalla sede del festival, i nomi coinvolti sono tutti di prima grandezza, tra i più importanti in Italia.
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Conferenza sull'animazione. |
Auguro agli Arfers che l’anno prossimo vengano sommersi dal denaro, in modo da offrire un festival ancora più ricco e con personalità differenti. Con un’unica speranza: che la commistione di ironia e profondità rimanga un tratto distintivo di questo piccolo, gigantesco, ritrovo di amanti del fumetto.
Arf!