Circa vent’anni fa mi fu chiesto di proporre delle storie, ambientate ai giorni nostri, ispirate alle opere di H.P. Lovecraft per un antologico in prosa; così iniziai a lavorare su un’opera sperimentale basata su
Fungi from Yuggoth, il suo ciclo di sonetti.
Intitolata
Yuggoth Cultures, la mia iniziale e nebulosa idea era di trattare ciascun sonetto come una spora fungina lasciata su una
piastra di Petri, prendendone il titolo o l’immaginario e vedendo che cosa si sarebbe sviluppato di utile.
Circa a metà di questa impresa, però, a causa dello smarrimento in un taxi dell’unica copia esistente di gran parte del lavoro, si decise che uno dei pochi testi sopravvissuti, un racconto completo ispirato dal sonetto
The Courtyard [
in italiano Il Cortile, N.d.T.] e intitolato allo stesso modo, sarebbe stato abbastanza per portare a termine il mio incarico. Si trattava, pensai, di un approccio piuttosto inedito alla scrittura di fiction basata sulle opere di Lovecraft, cercando di evitare i monotoni pastiche e i cliché che avevano caratterizzato molti lavori di quel genere, ambientando la storia in quello che al tempo era il fantascientifico panorama dell’America in un immaginario XXI Secolo mentre attraverso il razzismo, la misoginia e l’anti-semitismo del protagonista e voce narrante, l’agente dell’FBI Aldo Sax, la storia era, in un certo qual modo, capace di porre un accento critico alle medesime tendenze di Lovecraft come individuo.
Trovavo che il mondo evocato nella storia fosse così interessante che avrei potuto farvi ritorno prima o poi, e questo desiderio fu soltanto rafforzato dall’adattamento a fumetti del racconto realizzato dall’impeccabile
Antony Johnston e dallo straordinario Jacen Burrows, pubblicato dalla Avatar.
Questo mi portò al lavorare con Jacen al seguito a fumetti del racconto originale, esplorando alcune delle sue implicazioni… soprattutto quelle poste dalla
figura nascosta da una coperta mostrata in
The Courtyard in una presunta fotografia di
J. Edgar Hoover... nel lavoro pubblicato nel 2011 e intitolato
Neonomicon.
Soddisfatto di come il fumetto si fosse evoluto rispetto allo scopo iniziale di
The Courtyard nel suo tentativo di creare una moderna e innovativa forma di horror Lovecraftiano, mi resi inoltre conto che la storia, lasciando intendere che le opere di Lovecraft fossero state in qualche modo ispirate alla sua conoscenza di fenomeni reali, poneva molte più domande di quelle a cui dava risposta. Stante questa nuova prospettiva, esattamente in che modo il testardo razionalista del Rhode Island avrebbe ricevuto l’ispirazione per i suoi racconti?
Questo è il percorso che mi ha condotto, inevitabilmente, a questo nuovo lungo racconto che è, sotto molti punti di vista, il culmine di un processo iniziato lo scorso secolo con
Yuggoth Cultures, l’imminente
Providence, ancora una volta con Jacen Burrows che ha realizzato quello che deve essere il suo lavoro più sbalorditivo in una carriera, finora, esemplare. Credo che sia giusto dire che quello che abbiamo portato a termine è forse il più ponderato e ambizioso approccio a fumetti sia al Lovecraft scrittore che all’uomo che sia mai stato tentato e se funzionerà, per come è stato pensato, dovrebbe riuscire a centrare diversi obiettivi: sto cercando di applicare alcuni dei principi che mi hanno portato a re-inventare altri generi all’horror Lovecraftiano, nel farlo stiamo posizionando, si spera per il meglio, i peculiari e bizzarri personaggi della fiction di Lovecraft in un mondo che sia assolutamente credibile e immersivo, secondo le nostre capacità di evocarlo.
Stiamo inoltre tentando di collegare i diversi personaggi e concetti presenti nelle storie originali in una maniera che sia più coerente e convincente rispetto al trattamento standard del “Ciclo di Cthulhu” e, si spera, sia più vicino al tipo di collegamenti che lo stesso HPL potrebbe aver immaginato sebbene li abbia espressi in modo differente e attraverso un mezzo espressivo diverso. Inoltre, ovviamente, c’è la nostra versione di Lovecraft medesimo.
Al contempo sequel e prequel di
The Courtyard e di
Neonomicon, la storia ha richiesto che approcciassimo il visionario/materialista di Providence come un personaggio e che, sebbene si trattasse di fiction, il nostro ritratto fosse il più autentico possibile rispetto alla vita di Lovecraft e alle sue opinioni. A tal fine,
Providence è un tentativo di coniugare la storia personale di Lovecraft con un mosaico delle sue opere letterarie, inserendo l’uomo e i suoi mostri nel contento di un’America persuasivamente reale durante l’anno chiave del 1919: prima del
Proibizionismo e di
Weird Tales,
prima del
Suffragio femminile o del matrimonio con Sonia, prima dello
sciopero della Polizia di Boston e di
Cthulhu.
È la storia della nascita dell’America moderna, e della nascita del moderno horror Americano. Inoltre è mia personale opinione che si tratti, finora, del più spettacolare sviluppo del nostro campione fungino originale e aspetto con interesse la reazione sia dei lettori di Lovecraft che della critica. E soprattutto è un riesame di Lovecraft, non come icona dell’horror del passato, ma del suo futuro. Potrebbe darsi che le stelle siano finalmente nel giusto allineamento.
Alan Moore