Sergio
Toppi is a Maestro, a Master of the Art. He does the one thing that separates
the good from the astounding: Toppi makes the impossible look easy. (Frank Miller)
Il 21 Agosto SERGIO TOPPI ci ha lasciato.
Una notizia che, ancora oggi, fatico a credere vera in questo Agosto terribile che già si era portato via un altro Gigante come JOE KUBERT.
In diverse occasioni, negli anni passati, spesso grazie all'intercessione dell'amico Fabrizio Lo Bianco, avevo avuto l'incredibile e immeritato onore di "incrociare" la piccola strada della mia vita con quella magnifica e vasta del Maestro Toppi ("scusa Sergio, lo so che non volevi che ti chiamassero così. E ricordo ancora la tua bonaria occhiataccia quando, una delle prime volte che t'incontrai, osai chiamarti
Maestro. Replicasti che andava bene 'solo Sergio', che preferivi essere considerato un Artigiano... scusa
").
Ho pensato a quali parole usare, a cosa e come dirlo. Ho scritto diversi post che poi ho cancellato.
La sensazione è strana. Ma il ricordo dell'Arte
toppiana è offuscato, nonostante i miei sparuti contatti di prima persona, dalla Grandezza dell'Uomo. Come aver perso un nonno saggio, forte, autorevole, che conosceva i segreti della Vita e le cui parole e i silenzi valevano più dell'oro, più della gemma più preziosa.
Ho così deciso di riportare qui la mia breve e inadeguata introduzione, anche quella costatami molta fatica, alla sezione di omaggi che avevo coordinato insieme a Fabrizio per il suo volume
Sergio Toppi: Nero su bianco (Black Velvet, 2005). Al volume avevano contribuito, tra gli altri (vado a memoria, mi scuso con chi dimentico), illustratori e fumettisti come James Jean,
Gabriele Dell'Otto,
Jim Lee,
Nicola Mari,
Walter Simonson, una piccola rappresentanza dei numerosissimi ammiratori tra gli "addetti ai lavori" - a volte sorprendenti nella loro "lontananza" dallo stile di Toppi - sparsi per il Mondo.
Grazie per tutte le meraviglie, Sergio. E per i tuoi insegnamenti.
Sentite condoglianze e un forte abbraccio alla Signora Aldina e alla famiglia di Toppi.
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Illustrazione sul tema di Gilgamesh per l'Enciclopedia Garzanti Il mio amico, 1955 |
ARTISTA E GENTLEMAN
Sergio Toppi è un Artista che non
necessita di alcuna presentazione. Non c’è bisogno di indicarlo o puntargli
addosso improvvise luci della ribalta.
Per lui, come dovrebbe essere per
ogni Artista, parla una carriera pluridecennale e luminosa.
Per lui parla un segno
indelebile, uno stile "toppiano" che si
imprime nella mente di chi guarda, esperienza sconvolgente ed esteticamente
abbacinante, al solo incontrare l’originale verticalità
delle sue tavole, gli intarsi dei suoi bianchi e neri, l’oro e le gemme dei
suoi colori.
Per lui parla una straordinaria
umanità da gentleman d’altri tempi, una modestia dell’Uomo-Toppi nel parlare
dell’Artista-Toppi che non fa che amplificare la grandezza di entrambi.
Ho avuto il piacere e l’onore di
incontrare di persona il Maestro Sergio Toppi in diverse, seppur brevi,
occasioni. Vederlo disegnare dal vivo è uno spettacolo difficile da descrivere
a parole: velocità e precisione magica che materializzano in pochi segni
guerrieri, profili di dame, squarci verso mondi perduti, universi interi di
tratteggi e macchie d’inchiostro disposti da un vero Creatore.
Quando vidi per la prima volta
il ritratto di Alan Moore con l’occhio destro del Bardo di Northampton reso con un
rosso alieno e quello sfondo di chiazze e segni come galassie in esplosione,
rimasi folgorato dalla capacità di Toppi di “leggere” un volto, un’anima e
fissarla su carta. Ecco l’Artista.
Durante la produzione di questo libro ho avuto un’altra
piacevole sorpresa. Tra le immagini acquisite quale corredo iconografico ve ne
erano alcune tratte da un’enciclopedia edita negli anni ’50 dalla Garzanti.
Erano illustrazioni sul tema del Gilgamesh e, stranamente, risuonavano con
forza nella mia memoria. Dove le avevo viste? Ecco, erano in casa dei miei
nonni e da bambino le avevo sfogliate, ammaliato, tante di quelle volte che ora
quelle immagini riemergevano prepotenti. Ed erano di Toppi. Sempre lui.
Se con stupore scoprivo che il Maestro mi aveva, in
qualche modo, segnato sin da piccolo, questa sezione evidenzia nei contributi
disegnati (e non solo) quanto vasta sia la portata e l’impatto della sua Arte.
Disegnatori dallo stile profondamente diverso e apparentemente lontani dalla
sensibilità toppiana si dimostrano ammiratori profondi della sua opera
omaggiandolo, in molti casi, con la loro personale interpretazione del Collezionista, l’unico personaggio
originale creato dall’autore milanese e che ne rappresenta, sotto certi punti
di vista, il suo doppio avventuroso.
Una piccola galleria che come co-curatore di questa
sezione mi riempie d’orgoglio e che speriamo incontri l’apprezzamento di Toppi
e dei lettori.
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Non stupitevi se da oggi le nuvole vi sembreranno disegnate meglio del solito...
un saluto al grande Sergio Toppi... (
Luca Usai)
Tra i tanti ricordi di Toppi che si possono leggere girando per la Rete su siti e social network, segnalo l'articolo apparso su
Conversazioni sul Fumetto e quello pubblicato su
The Beat.