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martedì 23 aprile 2013

recensioni in 4 parole [5]

Rachel Rising Vol.1 
Di donne che "ritornano"...
Dylan Dog Color Fest N.10
Cercasi Dylan disperatamente. Forse.
Comics for engineers
L'Energia del Fumetto.
Shiny Beasts
Il passato ancora brilla.
********* 

Abbiamo detto 4 parole su: 
Storia e disegni: Terry Moore
Editore: Bao Publishing
Formato: brossurato, 128 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 11
Anno di pubblicazione: 2013
Per qualche parola in più: QUI
Extra-info: QUI 

Dylan Dog Color Fest N.10
Autori: AA.VV
Copertina: Davide De Cubellis
Editore: Sergio Bonelli Editore
Formato: brossurato, 132 pagine, colore
Prezzo: € 5,20
Anno di pubblicazione: 2013 
Per qualche parola in più: QUI
Making-of della copertina: QUI

Comics for engineers
Industrial storytelling: Paolo Vialetti
Matite ed inchiostri: Sergio Ponchione
Digital paint: Paolo Ubali
Formato: pdf, 28 pagine, colore
Realizzato su commissione di ABB SACE
Anno di pubblicazione: 2013
Per qualche parola in più: QUI 

Shiny Beasts
di  Rick Veitch (con Alan Moore e S.R. Bissette)
Editore: King Hell
Formato: brossurato, 96 pagine, colore
Prezzo: $16.95
Anno di pubblicazione: 2007
Per qualche parola in più: QUI

mercoledì 17 aprile 2013

Una questione di... etichetta!

Opera di René Magritte
Sul sempre interessante ed intelligente Conversazioni sul Fumetto m'imbatto in un pezzo firmato da Tonio Troiani dall' "acchiappante" titolo «La vita è una chiavica», ovvero il Graphic Novel come categoria merceologica, più una discussione con Massimo Giacon, che vi invito a leggere.
"Ogni utente di un qualsiasi social network documenta e condivide ogni banalità che ai suoi occhi, in un narcisistica prospettiva, è degna di essere “notabile”. Ora, proporre prodotti che cadono sotto lo stesso interesse documentaristico instilla e risponde all’esigenza che ogni “condivisore seriale” ha di rendere “pubblicabile” le proprie memorie. Il graphic novel, allora, risponde sia a questo bisogno di immedesimazione e riconoscimento e, nel contempo, ingloba tutto quello che è fumetto, perché fare romanzo grafico è più semplice, forse, che fare fumetti.", scrive Troiani.

Essendo un critico omeopatico lascio le riflessioni di sostanza ad altri, da parte mia mi limito ad ammiccare un po' stanco, ammettendo di incominciare a trovare queste riflessioni, in generale, "stucchevoli". Nulla di personale nei confronti di Troiani di cui leggo sempre con piacere gli scritti, "invidiandogli", tra l'altro, l'acume e la "lunghezza" dei pezzi!

Nel seguito, Giacon (artista fenomenale che apprezzo anche per il suo approccio ironico all'Arte), da parte sua, afferma: "Per la Lettura ho proposto una storia di due pagine che era ambientata durante un party d’artista, una situazione vagamente felliniana e grottesca, anche se l’avevo tratta da una situazione parzialmente realmente accaduta e vissuta. Quella storia è stata scartata perché era troppo sboccata e strampalata, e non era abbastanza “reale”. Il paradosso è che il GN è diventato a suo modo una realtà a sé stante, forse è quello il vero territorio fantastico contemporaneo."
Hmmm.... (espressione autentica di critica omeopatica!)

Ma non finisce qui. 
Il Corriere della Sera pubblicizza così la sua nuova iniziativa legata alla Nona Arte: "Dal 20 aprile non perdete la collana “Graphic Journalism: il fumetto che racconta la realtà”. Rizzoli Lizard ha selezionato per il Corriere della Sera 20 opere di Graphic Journalism che, con un linguaggio grafico di facile lettura e forte impatto emotivo, raccontano storie autobiografiche, testimoniano eventi drammatici e raccontano momenti importanti di storia contemporanea." Ora il testo di lancio sulla pagina Web del giornale è cambiato, sembra,  ma... che vuol dire "un linguaggio grafico di facile lettura"???

Hurm...

Al solito arriva il Saggio Barbuto ad illuminarmi. Lo so, sono di parte. 
"Continuerò a fare ciò che faccio adesso, cioè esattamente ciò che voglio. Non voglio essere costretto su un singolo mezzo, posso fare fumetti pur restando lontano dai comics, film senza partecipare alla scena cinematografica, libri non entrando in alcun circolo letterario. Ecco cosa voglio. Nessuna etichetta" [Alan Moore parlando del suo futuro, Aprile 2013]
Beh... corro a leggermi un albo di Geppo, felice, recente ritrovamento.
Buon Fumetto a tutti!

giovedì 11 aprile 2013

Asaf Hanuka il Realista

Asaf Hanuka per The Realist
Asaf Hanuka, fratello gemello di Tomer Hanuka (visto all'opera su alcune serie DC Comics), è uno straordinario autore ed illustratore israeliano, ingiustificatamente, poco noto in Italia. Personalmente l'ho scoperto, tempo fa, per il suo contributo all'eccellente Valzer con Bashir (sempre insieme a Tomer), per poi ammirarne, di tanto in tanto, la potenza delle illustrazioni e, più di recente, seguendo online, con regolarità, il suo The Realist.

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una sua recente intervista condotta da Yannis Tzannis, pubblicata il 21 Marzo scorso su Chasseur Magazine, e ho pensato fosse una buona occasione per proporla su questo blog e far conoscere "maggiormente" Asaf Hanuka ai lettori italiani.

Ringrazio sentitamente Yannis Tzannis per l'autorizzazione a tradurre l'intervista per questo blog.

L'intervista originale può essere letta qui.
Illustrazione di Asaf Hanuka.
Intervista © Yannis Tzannis

Asaf Hanuka non ha bisogno di grandi presentazioni. Illustratore di fama mondiale, medaglia d'oro della Society of Illustrators e vincitore del Communication Arts Annual, Hanuka è diventato una fonte d'ispirazione per un'intera generazione di nuovi illustratori grazie al suo approccio originale nel ritrarre la vita di tutti i giorni. 
Dopo aver lavorato per committenti prestigiosi come Nike, Canal +, New York Times, Forbes, attualmente vive a Tel Aviv con la sua famiglia, dividendo il proprio tempo tra l'attività d'insegnamento allo Shankar College of Engineering and Design e la realizzazione di un nuovo graphic novel. 

Dal 2010 sei al lavoro su The Realist, un fumetto a cadenza settimanale, vincitore di diversi premi, in cui racconti la tua vita. Che cosa ti ha spinto ad illustrare le tue "avventure quotidiane"?
In realtà è nato su commissione di un giornale di Tel Aviv, la città dove vivo. Si chiama Calcalist ed è un quotidiano economico, e il fumetto viene pubblicato nell'ultima pagina dell'edizione del weekend. Dal momento che il giornale si occupa di questioni finanziarie mi chiesero se fossi interessato a realizzare un fumetto in cui raccontare i miei sforzi per acquistare un appartamento a Tel Aviv. È così che ho iniziato, ma dopo pochi mesi il fumetto si è indirizzato verso questioni più personali.

Fino a quanto si possono spingere i propri limiti, dal punto di visto creativo, quando questi sono i protagonisti dei propri fumetti?
Usare episodi e personaggi tratti dalla vita reale è per me un modo di "barare" dal momento che non sono uno sceneggiatore vero e proprio e mi riuscirebbe quasi impossibile inventare una storia. Per questo presento degli eventi reali e cerco di raccontarli in un modo interessante. Credo che, partendo da questo assunto, ci sia moltissima libertà, almeno nel mio caso, perché, alla fine, sto usando l' "esterno" per disegnare l' "interno".
Asaf Hanuka per The Realist
I tuoi lavori sono un meraviglioso mix di immagini visivamente attraenti e di forti dichiarazioni politiche. Trovi che i fumetti siano un ottimo mezzo per esprimere questo tipo di idee?
Il vantaggio di fare fumetti è che spesso si possono dire delle cose che non passerebbero in altre forme d'espressione, perché la gente crede ancora che se è disegnato deve trattarsi di una storiella o di roba per bambini. E specialmente in Israele, dove la politica è al centro della vita di tutti i giorni, i fumetti sono un modo nuovo di affrontare questi temi. 

Bipolar [miniserie di cinque albi edita da Alternative Comics tra il 2000 e il 2004, N.d.T.] è stata uno delle tuoi primi progetti insieme a tuo fratello gemello, nonché illustratore di fama mondiale, Tomer Hanuka. Come vedi la tua evoluzione da allora?
Il lavoro di Tomer su Bipolar, raccolto poi nel volume Placebo Man (Alternative Comics), è stato la principale ispirazione per il mio The Realist. Tomer prese i suoi ricordi d'infanzia e li trasformò in storie. Allora per me fu come una porta che si apriva e, anni dopo, l'ho aperta di nuovo. Ai tempi di Bipolar lavorai insieme allo scrittore Etgar Keret e adattai a fumetti le sue storie. Col tempo pensai d'avere delle cose da dire come autore completo ma, per un po', non sono stato sicuro di riuscirci. Non ne sono ancora sicuro, ma farlo con un ritmo settimanale mi aiuta a migliorare. 

Qual è il "procedimento" che segui?
Tutto ha inizio con lo stress che mi assale il sabato notte, dal momento che so che devo mandare il fumetto al giornale entro martedì. La domenica inizio a buttare giù qualche frase sulla settimana appena trascorsa, cercando di trovare un'idea. Se sono fortunato lo schizzo per la pagina è pronto per lunedì, poi martedì inchiostro e coloro.
Illustrazione di Asaf Hanuka.
C'è stato un episodio specifico che è stato particolarmente difficile da realizzare?
È sempre molto difficile. Ogni volta c'è un "punto di rottura" in cui mi sento come se quello che ho fatto fosse inutile e vorrei soltanto bruciare tutto e uccidermi ma poi guardo l'orologio, penso alla scadenza che sta arrivando e al fatto che devo mandare qualcosa. E devo semplicemente venire a patti con quello che ho disegnato. 

Insegni Illustrazione e Fumetto allo Shenkar College of Engineering and Design. Secondo te, che cosa ha da offrire questa nuova generazione di illustratori?
Vita, energia, un nuovo punto di vista, originalità, nuovi trend... tutte quelle cose che possedevamo anche noi quando abbiamo iniziato.

Per molte persone i fumetti rappresentano una "scappatella" dalla routine quotidiana. Visto che sei costantemente circondato dall'arte, in cosa trovi "sollievo"?
Mi piace molto camminare.

Qual è il tuo prossimo progetto?
Una graphic novel a colori di 150 pagine, in collaborazione con mio fratello Tomer e con lo scrittore Boaz Lavie. S'intitola The Divine.
Tutte le immagini usate in questo post sono © Asaf Hanuka

venerdì 5 aprile 2013

I fumetti ti spezzeranno il cuore (forse no)

Jack Kirby (Jacob Kurtzberg, USA, 1917-1994) ritratto da Dylan Horrocks
L'articolo che segue è stato postato da Dylan Horrocks, sul suo sito, il 15 Marzo scorso.
Tradotto e pubblicato in questa sede con il permesso dell'autore che, sentitamente, ringrazio.
Horrocks è noto in Italia soprattutto per Hicksville, autentica gemma del Fumetto contemporaneo, edito da Black Velvet Editrice.

Il pezzo originale può essere letto qui, e fa parte di una serie di sketch dedicati ai Grandi della Nona Arte che include anche Hergé, Tove Jansson e George Herriman. Ovviamente, non sarà sfuggito a nessuno, sin dal ritratto in apertura, il protagonista qui è... il Re, JACK KIRBY!!!

"Questo sketch svela il 'dietro le quinte' della citazione che apre Hicksville. Mi fu raccontato da James Romberger, un illustratore e fumettista il cui splendido graphic novel Seven Miles a Second (scritto dall'attivista e artista David Wojnarowicz) è stato ristampato di recente da Fantagraphics.
Negli anni Ottanta, Romberger incontrò Kirby ad una convention a New York. Kirby prese gentilmente visione dei lavori di Romberger e poi gli dette un consiglio: 'Ragazzo, sei uno dei migliori. Ma porta le tue opere alle gallerie d'Arte. Non fare fumetti. I fumetti ti spezzeranno il cuore.'
Romberger seguì il consiglio di Kirby per anni, esponendo principalmente in gallerie e, a contorno, disegnando fumetti per riviste alternative e letterarie, occasionalmente per editori commerciali. Quando la prima edizione di Seven Miles a Second fu pubblicata dalla Vertigo nel 1996, Romberger menzionò nella sua scheda biografica che, una volta, Kirby gli disse 'i fumetti ti spezzeranno il cuore.' Appena letta quella frase, sapevo che avrei dovuto usarla in Hicksville. Sono grato a Romberger per aver successivamente condiviso con me la storia completa e vi invito caldamente ad acquistare il suo straordinario libro realizzato insieme a Wojnarowicz.
In ogni caso, dopo aver disegnato questo sketch, mi sono sentito così triste che ho dovuto disegnare ancora Kirby, ma questa volta da giovane, alla vigilia della II Guerra Mondiale, quando i comics americani erano una novità e lui era uno degli artifici della creazione, dal nulla, della loro mitologia, all'inizio della sua straordinaria carriera. Per cui eccolo qui..."[Dylan Horrocks]
Il giovane Kirby nella versione firmata Dylan Horrocks
Il 16 Marzo James Romberger inserisce un commento all'articolo, precisando meglio il racconto di Horrocks.
"Uh, sono sorpreso di vedere questa storia diffusa in questo modo e con un disegno fatto come se fosse visto attraverso i miei occhi. Kirby non mi sembrò così triste quando mi disse quelle parole. Era più realista e piuttosto brioso, era il Kirby anziano ma ancora vigoroso dei primi anni '80. La volta successiva che lo incontrai, diversi anni dopo, mi sembrò un po' in tono minore. E non ebbi occasione di parlarci. Da parte sua era più interessato a raccontare a mia moglie Marguerite storie sulla guerra e una folla di curiosi si formò intorno a lui. Mi ritrovai distante da lui e non riuscii più a sentire la sua voce roca e così mi misi a parlare con Roz."

I fumetti ti spezzeranno il cuore... forse no.
Lunga  vita al Re!!!

martedì 2 aprile 2013

Eddie Campbell: novità From Hell

Eddie Campbell è un autore e disegnatore scozzese (ma oramai residente da anni in Australia) che di certo ha bisogno di poche presentazioni. Artista di rara cultura ed intelligenza fumettistica (e non solo), co-creatore di From Hell, insieme ad Alan Moore, è noto anche per la saga di Bacchus dedicata alle moderne avventure del dio del vino.
In occasione dell'imminente uscita, per il mercato USA e UK, del volume The From Hell Companion (una co-produzione Top Shelf/Knockabout), l'esperto di fumetto Pádraig Ó Méalóid ha contattato Campbell e realizzato un'intervista pubblicata qualche giorno fa su The Beat.
Ringrazio Pádraig ed Eddie Campbell per l'autorizzazione a tradurre l'intervista per questo blog.

L'intervista originale può essere letta qui.

Ricordo inoltre che Eddie Campbell sarà l'ospite d'onore all'imminente Torino Comics che si terrà il 12-13-14 Aprile.
Articolo e intervista
© Pádraig Ó Méalóid

In Maggio Top Shelf in US e Knockabout in UK co-produrranno The From Hell Companion. Sul sito di Top Shelf viene descritto come:

"Un'incredibile selezione dalle sceneggiature e dagli schizzi originali realizzati da Alan Moore per la graphic novel, pietra miliare per il Fumetto, arricchita da annotazioni, commenti e illustrazioni di Eddie Campbell.

Per la prima volta verranno svelate delle pagine, inclusi alcuni dei migliori esempi della scrittura di Moore, che non sono mai state viste da alcuno se non dal suo collaboratore. A corredo le considerazioni di prima mano di Campbell sullo sviluppo del progetto, durato oltre un decennio, inclusi annotazioni, aneddoti, divergenze e ironiche confessioni. Organizzati come un racconto, questi materiali formano un'affascinante mosaico, un'opportunità per leggere From Hell sotto una nuova luce e costituiscono un viaggio all'intero delle menti di due giganti del Fumetto.

Ma l'avranno fatto per davvero?

Per conoscere la verità ho scritto ad Eddie Campbell, che ha fatto da solo tutto il lavoro per realizzare il volume, per sapere che cosa avesse da dire in proposito. Nel corso della conversazione abbiamo parlato di Bryan Talbot, del secondo nome di Steve Moore e se Hayley Campbell [la figlia di Eddie, N.d.T.] sia "venuta su normale"...
Eddie Campbell, autentico gentleman.
Pádraig Ó Méalóid: Che cosa puoi dirmi su From Hell Companion?
Eddie Campbell: The From Hell Companion è una selezione di extra e di materiali di produzione relativi a From Hell, il fumetto. È organizzato in modo da essere una "ri-narrazione" della storia da diverse nuove angolazioni, inclusi gli aspetti personali e le vicende editoriali. Intendo dire che ho usato degli estratti dalle sceneggiature e dagli schizzi realizzati da Alan, ma non li ho buttati dentro in sezioni separate. Li ho inseriti in una sequenza narrativa, unitamente a commenti tecnici, saggi brevi, congetture e, inoltre, insieme ad aneddoti e miei disegni mai visti prima. È ricco di digressioni. Il contributo più raro che contiene è una sinossi di 15mila parole che Alan scrisse per descrivere la seconda parte della storia a beneficio della casa di produzione del film. Considerato che avevano comprato i diritti quando eravamo solo al capitolo 8.
La cosa interessante della sinossi è che ci sono delle sequenze che si sviluppano in maniera differente rispetto al fumetto così come tutti noi lo conosciamo. Lo ripeto, ho inserito questi materiali nel punto a cui appartengono, narrativamente parlando.

PÓM: Che cosa ti ha spinto a realizzare questo libro proprio ora?
EC: Io ed Alan avevamo in mente da tempo di fare qualcosa insieme, in generale pensavamo di farlo in coincidenza col il quindicesimo o il ventesimo anniversario dell'inizio o della conclusione di From Hell. Ma Alan non era mai abbastanza libero da altri progetti che assorbivano le sue energie e continuavamo a perdere l'occasione. Nel 2011 ho fatto un incontro e avevo bisogno di un argomento di cui parlare e ho tirato fuori un vecchio aneddoto legato alla sceneggiatura di From Hell. La cosa ha funzionato così bene che ho pensato che avrei potuto mettere insieme il libro da solo, usando il materiale disponibile, sia mio che di Alan, ma senza dover aspettare. Una volta trovata la motivazione tutto si è svolto piuttosto velocemente come se fosse un qualcosa semplicemente in attesa di concretizzarsi e, ovviamente, lo era.

PÓM: L'aspetto interessante di libri come The From Hell Companion è che ci permettono di vedere il "dietro le quinte". Voglio dire, la gente che dice "Ho letto tutto quello che Alan Moore ha scritto" non potrebbe affermare una cosa più falsa perché quello che Moore ha scritto è la sceneggiatura ed è una cosa che raramente possono vedere. Quello che in realtà hanno visto è la sua sceneggiatura attraverso l'elaborazione di un disegnatore, in questo caso tu. Per questo l'opportunità di dare un'occhiata al processo di trasformazione della sceneggiatura "grezza" scritta da Alan nel prodotto finito è sempre un'occasione interessante e rivelatrice.
EC: Sì è un libro sui "processi" creativi. Porto il lettore di fronte ad un paio di problemi che bisogna risolvere e, via via, gli mostro le possibili soluzioni. From Hell è come un'automobile di grossa cilindrata con uno splendido, pulito e ordinato cruscotto. E poi quando lo smonti e tiri via le coperture, sotto vedi tutto un groviglio di cavi, ingranaggi e parti mobili incrostate di grasso. Questo è il Companion. Dopo aver visto questo cruscotto per anni, questa nuova versione della macchina rende il tutto interessante in modi che non avresti mai immaginato prima. 
Steve and Alan Moore
PÓM: Ho dato una rapida lettura al pdf che mi hai mandato e ci sono un paio di cose che mi hanno colpito particolarmente. Per iniziare, ci sono le foto fatte a Londra come documentazione insieme ad Alan e Steve (nessuna relazione di parentela) Moore. E ci sono alcuni punti in cui confronti alcuni passaggi del fumetto con delle sequenze del film. E c'è un tema comune in questo caso: il passaggio da un medium ad un altro. 
EC: "Nessuna parentela" è diventato ormai il nome ufficiale di Steve, l'hai notato? Dovrebbe renderlo permanente con un atto unilaterale. Sì, c'è il tema del passaggio da un medium ad un altro. Ho anche messo parecchi "thumbnail" delle pagine, realizzati da Alan, affiancati alle relative tavole finali, entrambi mostrati, approssimativamente, con la stessa grandezza. Alan l'ha sempre fatto nel corso della sua carriera, nei suoi quaderni d'appunti personali, non solo per From Hell, ma i disegnatori non li hanno mai visti. Per cui, quando me li sono procurati, io stesso sono rimasto in alcuni casi davvero sorpreso. Specialmente nel vedere, in alcuni casi, quanto fossero davvero vicini alla pagina finale. Ci sono poi alcune tavole in cui ho fatto dei cambiamenti, per una ragione o per un'altra, e racconto al lettore le motivazioni delle modifiche. Mostro molto della lavorazione e delle riflessioni alla base del fumetto e porto il lettore dentro le discussioni, tra una cosa e l'altra. From Hell sarebbe già abbastanza complicato dal punto di vista della medicina legale, ma ci sono anche tutte le varie complicazioni di natura estetica. Ho inserito altri livelli di racconto, nuove sotto-trame. Ad esempio, come disegnare un personaggio e allo stesso tempo dire che forse lei non era lì. Uno dei temi ricorrenti è la rappresentazione grafica di una teoria o di una ipotesi.

PÓM: Sono rimasto affascinato dalle illustrazioni fatte da tua figlia Hayley quando aveva sette anni, che rappresentano lei mentre viene uccisa in tanti modi diversi. Voglio dire, l'ho incontrata da poco e mi sembra sia una persona abbastanza normale... 
EC: È stata un'aggiunta successiva. Ho pensato che avessi bisogno di una luce gioiosa in tutto quell'orrore, così ci siamo chiesti come sarebbe stato il libro visto dalla prospettiva di un bambino. Mentre lavoravo al capitolo sei mi resi conto che mia figlia se ne stava seduta nella stanza a disegnare la sua versione degli... ORRORI. Non voglio dire che stesse disegnando il suo From Hell. Il suo libro era molto più originale. Stava disegnando un compendio di tutti i possibili modi in cui morire. Ne disegnò una trentina prima di perdere interesse. Dopotutto aveva solo sette anni, e poca esperienza della morte. Ma sì, mi sembra sia abbastanza normale. Deve aver trovato il modo di liberarsi della cosa.
Un esempio degli "orrori" di Hayley Campbell
PÓM: Ne stavo parlando con lei poco fa, e mi ha detto che le piacerebbe se venisse pubblicato. E so che sta lavorando ad un libro su Neil Gaiman, al momento [verrà pubblicato da Ilex Press a Marzo 2014]. Hai visto qualche anteprima? 
EC: Penso che quello sia stato il suo primo libro. The Ripper Files, era questo il titolo che aveva scelto, è stata la prima volta in cui ha scoperto d'essere un'autrice. Tutti noi abbiamo avuto la nostra "prima volta", la prima volta in cui abbiamo espresso le nostre idee invece di fare delle cose che ci erano state ordinate o che si aspettavano da noi, come ad esempio i compiti a casa. E Hayley ora è arrivata al punto di scrivere un "vero" libro, intendo dire un libro commissionatole da un editore, che è l'opposto dell'urgente e completa gioia di realizzarne uno, e credo che al momento sia in quella fase in cui si trova a discutere con la casa editrice che vuole trasformare il tutto in un "compito a casa", eventualità che voleva evitare. La parte più difficile quando stai scrivendo un libro è quella fase in cui devi discutere con l'editor che vuole qualcosa di diverso dal libro che gli hai consegnato. Succede ancora anche a me, persino con The From Hell Companion, che tu ci creda o no.

PÓM: Vedremo mai pubblicate tutte le sceneggiature di From Hell? Mi piacerebbe molto che la serie pubblicata dalla SpiderBaby Grafix di Steve Bissette venisse completata. 
EC: Chi può dirlo? Ma alcuni capitoli sono andati persi. Nel Companion ho risolto coprendo quei buchi con altro materiale. Inoltre penso che ci vorrebbe un interesse di studio davvero motivato per spingere una persona per leggere la storia in quel modo. Inevitabilmente, gran parte di una sceneggiatura tende essenzialmente all'obiettivo di mettere tutto al posto giusto. Ho selezionato le parti più interessanti di "pura scrittura", e alcune sono davvero, davvero notevoli. Chiunque sia interessato all'opera di Alan troverà nel libro diverse cose validissime, la maggior parte mai viste prima. E circa la medesima quantità delle mie speculazioni teoriche. Per cui c'è parecchio materiale interessante per chi è affascinato dal capire come realizzare un buon fumetto. Tutti quei "letterati" potrebbero imparare una cosa o due.

PÓM: Hai mai avuto una tua ipotesi personale su chi potesse essere davvero Jack Lo Squartatore, sia prima che dopo aver lavorato al fumetto? 
EC: La mia ipotesi è che non riusciamo a sopportare il fatto che l'universo sia frutto del caso e per questo abbiamo inventato dio e le varie teorie della cospirazione. Preferiamo credere che siano i malvagi ad avere il controllo rispetto al fatto che nessuno abbia il controllo.
Copertina di Campbell per la raccolta in volume di From Hell.
PÓM: Di recente hai scritto, anche se sei stato un po' rude con l'ottimo Bryan Talbot, sulle tue "Regole Base per la Comprensione" di un fumetto. 
EC: Adoro stilare delle regole... per vedere la reazione della gente. Tutti gli artisti vogliono essere dei punk che infrangono le regole. Per cui se dico "fatti la barba dopo che hai fatto la doccia perché così la pelle del tuo viso si sarà già ammorbidita grazie all'acqua calda", loro replicheranno "non dirmi cosa fare, farò al contrario, mi farò la barba prima della doccia così che il getto dell'acqua laverà via tutta la schiuma e i peli residui". Oppure potrei dire "non indossare delle calze umide o ti verranno i crampi ai piedi quando sarai più vecchio" e loro risponderebbero "fottiti papà, me ne starò a mollo nelle pozzanghere e vediamo se ti piace. Sì, fottiti".
Ho preso Bryan come esempio perché ora che gli hanno dato la laurea honoris causa di sicuro si risentirà all'idea che io pensi di saperne più di lui. 

PÓM: Hai raccolto tutte queste regole da qualche parte?
EC: No. In realtà le ho abbandonate dopo la prima volta che le ho scritte. E poi, ogni volta che ho avuto bisogno di qualcosa da mettere sul mio blog ho cercato di ricordarle, solo che a quelle che sono riuscito a recuperare ho dato il nome sbagliato, e questo lo so perché le mie annotazioni per la lista delle regole originarie è saltata fuori dopo. Ma davvero credo che i comics siano diventati praticamente illeggibili. Lo sforzo che serve per capirci qualcosa è di gran lunga superiore al "valore nutrizionale". Riguardo quest'aspetto sono come il sedano. Tutti questi nuovi giovanotti che fanno fumetti dovrebbero essere più disciplinati in quello che raccontano e come. Alla fine diranno, forse le regole hanno un senso, forse dopotutto avremmo dovuto indossare le scarpe con le calze.

Ad ogni modo ci sono molte questioni tecniche che vengono trattate nel Companion, i motivi per cui la storia è stata raccontata in un modo e non in un altro, le complesse strategie organizzative a cui bisogna pensare quando si realizzano dei fumetti molto lunghi.

PÓM: Ci sono novità sui due volumi dell'edizione integrale di Bacchus?
EC: Continuano ad essere posticipati. L'edizione Spagnola uscirà prima di quella in lingua Inglese. 
Copertina di Dapper John.
PÓM: E poi c'è quel libro elettronico, Dapper John. Uscirà prima o poi una versione cartacea?
EC: Si tratta di un e-book [in realtà una App per iPad/iPhone, PÓM] perché Russell Willis voleva pubblicarlo e nessun altro era interessato. Credo che alla fine tutto uscirà come e-book. E poi i volumi cartacei faranno il loro inspiegabile ritorno, un po' come sta succedendo ora col vinile.

PÓM: C'è qualcos'altro che dovrei chiederti? Altri libri di cui non sono a conoscenza? Film? Serie tv?
EC: C'è un libro che ho fatto con Neil Gaiman, s'intitola The Truth is a Cave in the Black Mountain. Ed è un'altra pubblicazione che è stata posticipata. È pronta per andare in stampa da un anno.

PÓM: Grazie per il tempo che mi hai dedicato per l'intervista.
EC: Grazie a te, Porridge. L'ho pronunciato correttamente? Stai facendo un ottimo lavoro con i tuoi articoli e interventi sul Fumetto. Ti auguro di continuare a lungo!

... e ora lo sapete anche voi. 

L'intervista originale può essere letta qui.

Le interviste precedenti: