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lunedì 13 gennaio 2020

Alan Moore su El País

©1984, 2020 Stephen R. Bissette.
Nel seguito, la traduzione di alcuni estratti da un articolo apparso su El País il 12 gennaio, in occasione dell'uscita dell'edizione spagnola di Jerusalem.
Nel pezzo Moore ribadisce alcune dichiarazioni già note sulla Scrittura e sui rapporti con gli editori di comics. L'intervista completa può essere letta QUI, in spagnolo.
Alan Moore: [...] Scrivere può essere impegnativo ma i momenti di progresso lo compensano. Quando si crea sento che siamo a un solo millimetro dal divino. [...]

[Parlando della DC Comics] Sono come l'Inferno di Dante, mentre la scena indipendente sembra 1984. Sono stanco dell'industria dei comics. Hanno già preso troppo del mio tempo. Ho ripudiato l'80% del miei lavori in quell'ambito dal momento che non mi permettono di detenerne i diritti. Mi hanno completamente alienato. A casa mia non ho più copie di quei lavori e non li rileggerò più.

[...] Ho spesso trovato impossibile mantenere il controllo, l'autonomia sulle mie creazioni. E ho incontrato molte persone che hanno cercato di sfruttare il mio talento. Prenderei di nuovo tutte le decisioni che ho preso, nonostante il loro costo. Non ho rimpianti. L'unico, a volte, è il fatto stesso d'essermi dedicato al Fumetto.

[...] L'individuo medio è in grado di affrontare una narrazione complessa ma spesso non è quello che gli viene offerto. Nella cultura popolare, in primo luogo, si decide che il pubblico è composto principalmente da sempliciotti che non apprezzerebbero nulla di intelligente. Quindi vengono prodotte opere con questo approccio supponendo che sia ciò che la massa vuole. Questo processo, prolungato per decenni, genera un pubblico che difficilmente può riconoscere un lavoro intelligente, se lo vede.

giovedì 2 gennaio 2020

Bilancio 2019

Continua la "tradizione" dei bilanci, per quei pochi habitué interessati a simili faccende.

Rispetto all'anno passato, si registra un qualche, inatteso miglioramento: smokyland passa dai 28 post del 2018 ai 36 del 2019 (e chiusura col "botto" con l'intervista a Mike Allred sul suo imminente lavoro su Bowie, QUI), con un incremento di circa il 28%; Alan Moore World invece ha proposto 57 aggiornamenti contro 46 e un aumento di circa il 24% (e i grandi numeri dell'intervista ad Alan Moore realizzata dal brasiliano R. Sassaki, ripresa da mille fonti, che ha registrato 50mila visite nel giro di una manciata di giorni dalla pubblicazione!!!); Sardinian Connection si conferma un archivio statico, con l'ultimo e unico aggiornamento datato 2016.

Il 2019 ha visto inoltre la concretizzazione di uno dei due progetti cartacei rimasti in sospeso nel 2018 - ossia il volumetto Alan Moore: 5 interviste, auto-prodotto con il supporto inestimabile di Diart - mentre dell'altro, per ora, si son perse le tracce, indipendentemente dalla mia volontà.
Bonus annuale: l'articolo sull'amato Barbuto comparso sul numero di dicembre di Linus.
Apice dell'anno fumettistico as usual, e non potrebbe essere altrimenti, il rituale soggiorno trevigiano per il TCBF e... qualche new entry per la mia fumosa collezione (qui).

E il 2020 cosa porterà? Diceva il saggio: "Chi vivrà, vedrà!" ;)