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martedì 29 marzo 2016

[Oldies but goldies] DAVIDE TOFFOLO 2000

Davide Toffolo nel 2000.
Qualche anno fa (!), nell'Aprile 2000, su Ultrazine.org pubblicavamo un'intervista a DAVIDE TOFFOLO, già allora uno degli autori più interessanti del panorama fumettistico & musicale italiano: chiacchierata (con qualche ingenuità da parte mia) che ricordo con grande piacere e un tuffo nel passato che spero possa interessare i lettori di questo piccolo blog.
Ovviamente, tutto questo nell'ambito del recupero dei materiali di Ultrazine.org non più online. More to come.
Buona lettura!
DAVIDE TOFFOLO 2000
Confessioni di un artista

ULTRAzine: Il tuo esordio se non ricordo male è stato su Cyborg, la rivista di fantascienza adulta, curata da Brolli per la Star prima e per la sua casa editrice, la Telemaco, poi. Ricordo sul primo Cyborg una tua storia oscurissima, di horror urbano, che mi aveva molto colpito. Com’è stato l’inizio della tua carriera? Hai sempre pensato che il mondo del Fumetto fosse il tuo futuro?
TOFFOLO: A dire il vero prima di Cyborg c'è stato altro. Tic e la redazione milanese di Storie e Strisce, ancora prima Frigidaire. Poi la scuola Lyonel “Zio” Feininger dove ho conosciuto Igort, Brolli, Mattotti e ho avuto la fortuna di entrare in contatto con Magnus, Munoz e Sampayo, Scozzari.
Ma è con Cyborg che ho conosciuto bene Brolli, Palumbo e Semerano, tre tipi che amano i fumetti tanto che mi hanno contagiato. Non posso non ringraziarli per questo.

Nei tuoi lavori emerge una predilezione per le tematiche riguardanti l’adolescenza, i problemi universali del crescere, letti però in un’ottica narrativa che inserisce elementi surreali, fantastici. Questo mi sembra accada sia quando sei tu a scrivere e disegnare sia quando realizzi storie scritte da altri. A cosa si deve questa tua scelta narrativa?
Se intendi  le storie con Giovanni  Mattioli, la nostra è una scrittura a due mani. Piera ha più elementi del mio vissuto di qualunque altra storia io abbia affrontato e Animali è ambientata nel quartiere dove ho vissuto la mia adolescenza. Non sono capace di disegnare cose che non scrivo... L'adolescenza è stato il mio territorio narrativo negli anni dal 1994 al 1999. L'indagine che ho spinto su questo fronte non so da dove è partita ma ho avuto molto tempo per capire alcune cose. Ho capito che per me l'adolescenza è il luogo dove l'Occidente si mostra più fragile, dove mostra tutte le sue mostruosità.
Cyborg N.6, Star Comics. Copertina di Daniele Fabbri.
L’altra componente che mi sembra d’individuare è un certo “vento” triste, malinconico, che attraversa le tue storie, si parla spesso di solitudine, di incomunicabilità, seppur equilibrato dal valore forte dell’amicizia. Pensi che questo mondo in cui viviamo sia veramente così problematico?
Lo dico senza retorica. Il mondo in cui viviamo è  falso, ha la lingua bifida e riesce a confezionare anche la merda. Ma in fondo mi piace la gente che si mette in discussione, mi piacciono le difficoltà che ti stimolano il cervello. Il mondo fa schifo e la gente che cerca di cambiarlo mi emoziona.

I film horror della Hammer, Tim Burton, Tod Browning, Fellini, Fregoli, la dolce vita, David Bowie... sono alcuni dei “sapori” che ritrovo nei tuoi lavori o è solo una mia illusione? Quali sono le tue fonti d’ispirazione?
Sono nudo e senza difese quando scrivo e disegno. Per questo sono trasparente rispetto alle cose che mi hanno influenzato. Amo alcuni visionari, Burton è quello che sento più “fratello”, in Kusturica mi  specchio, Pazienza mi ha fatto vedere quello che avrei voluto essere... comunque basta guardare un mio disegnino e tutto diventa trasparente. 

Riguardo il tuo stile di disegno mi è sempre parso un segno originale e poco “citazionista”. Quali sono stati i tuoi maestri? Spesso quando si parla di Toffolo spunta fuori il nome di Pazienza. Qual è il tuo legame con il Paz? Pensi che la sua lezione fumettistica sia stata recepita appieno?
Se qualcuno cercasse in me Pazienza, forse resterebbe deluso. Condivido con lui la voglia di raccontare il tempo che si vive. Ma il mio tempo non coincide con il suo. Non ho la sua prontezza meridionale, ma come lui penso di  parlare diretto. Penso che come nel suo lavoro, anche nel mio ho scelto di non avere filtri. Io e chi mi legge. Uno di fronte all'altro.
Dinamite N. 1 (Granata Press). Copertina di Davide Toffolo.
Come mai la tua predilezione per personaggi zoomorfi, sia in Piera che in Animali? È solo un fatto grafico?
No, sono le maschere che ho scelto per rappresentare i sentimenti. Come fanno i Giappo, o Spiegelman, o il teatro dell'arte. Stilizzare per poter parlare della vita... penso sia questo.

Come ti è venuto in mente il personaggio di Fregoli? E perché farlo interagire con Don Chisciotte?
Non so. Volevo il mio Casper, e non ho avuto paura che ci fosse un Bone in giro. Penso che il mio apparato digestivo mi aiuti e non mi dia mai la paura dell'originalità... cosi' volevo un fantasmino come Casper e l'ho fatto a modo mio. Lasciandomi guidare dallo stomaco.
Per quanto riguarda Don Chisciotte invece la cosa è più complessa. Volevo lavorare su un personaggio già presente nell'immaginario collettivo, un po' come fanno i giappo. Don Chisciotte è la letteratura, la pazzia, il progetto di resistenza alla realtà. È l'Occidente. Era già dentro di me.

Passiamo a “Fandango - Cinque Allegri Ragazzi Morti”.  Le storie dei Ragazzi sono le stesse inizialmente progettate per Dinamite (Granata Press-1995) o le hai rielaborate?
Sono tutte nuove, tranne le origini, che ho risceneggiato e ridisegnato ma nascono da quel calderone che è stato Dinamite.

Perché “Fandango” e non semplicemente “Cinque Allegri Ragazzi Morti”?
Voleva essere un luogo, non un serial... e così è un luogo, non un serial.

Devo dire che sono rimasto sorpreso dal fatto che l’editore fosse la Marvel Italia. Anche se dopotutto mi sono dato una mia spiegazione: gli adolescenti non sono poi così diversi dai mutanti... Non per niente si parla di “Generazione X”! È così, oppure sto immaginando tutto?
Mi piace quello che pensi ma la realtà è che Marvel è l'editore che permette più libertà agli autori. Non dico che siano “buoni”, ma la realtà è questa. Ortolani è libero nel fare Rat-Man, io altrettanto. Comunque lavorare con la Marvel mi ha permesso di allargare molto il mio pubblico, di costruire un esperienza produttiva che nessun altro editore mi avrebbe permesso e di sapere che, se stai con il lato “oscuro”, puoi anche avere tanti nemici, e in questo anno ne ho trovati tanti, ma ti senti forte e fiero... una specie di super eroe.

Come è lavorare per la Marvel?
Trovo Francesco Meo una persona intelligente e piacevole e Marco Lupoi, il capo, una persona serena, leggera e allo stesso tempo fortissima... mi comunicano sempre buone vibrazioni... sarà il  fascino di lavorare per il lato oscuro “Oscuro”?
Fandango N. 1. Copertina di Davide Toffolo.
Mi pare che in Fandango tu realizzi tutto, dai fumetti alle rubriche alla scelta per il Link... Pensi che Fandango sia il modo più riuscito di presentare Toffolo/Eltofo in tutta la sua tridimensionalità creativa e umana?
Questo è un po’ troppo. Fandango è il GIORNALINO che volevo fare.

Quali sono i criteri con cui scegli il “Link” di ogni numero?
Leggo, tutto quello che arriva o cerco in giro. Quello che mi piace pubblico. Preferisco gli inventori di mondi ai raccontatori di storie ma non è sempre facile incontrarli.

A proposito di Toffolo/Eltofo, sei mai stato in Messico? Hai assistito alla Festa dei Morti? Se sì, qual è stata la tua impressione?
Eltofo viaggia come Salgari, con la mente e con la penna. In Messico stavo per andare poi mi è venuta una paura folle che non riuscivo neanche ad uscire di casa e a fare la spesa... non ho capito se a causa del Messico o della chimica del mio cervello...

Oltre che per la Marvel Italia, tu hai lavorato per la Star Comics / Kappa Edizioni e per la Granata Press (per poco). Ti manca solo Bonelli... Scherzi a parte, cosa puoi dirci di queste esperienze? Dove ti sei trovato meglio, dove peggio?
L'orribile verità è che un autore è spesso solo con il suo lavoro. La Kappa Edizioni nell'ultimo anno mi ha fatto sentire molto solo. Ma mi prendo le mie responsabilità. Faccio il mio viaggio da surfista dell'editoria e so che non esistono editori-amici, o meglio, io non li voglio. Rispetto si, quello lo cerco. Non sono una persona di potere, sono un visionario che inventa storie. Non cerco la linea editoriale da ripetere, mi piacciono le sfide perciò continuerò a cercare editori coraggiosi... potrebbe essere anche un titolo per una prossima storia.

Ugo e Cristina: li hai inventati per il corso di fumetto di Kappa Magazine, o avevi in mente “Anatomia di un’Adolescenza” già da allora?
A dire il vero li inventai per una rivistina di Bologna che si chiamava Mongolfiera, poi la pubblicai per due anni  su Magazine Beautiful, ancora su un quotidiano locale ed infine su Kappa.

Perché Cristina gira sempre in mutande (e ultimamente anche senza)? È una scelta simbolica (la paura, il sentirsi vulnerabili) o semplicemente ti piace disegnarla così?
In realtà sono io che sto sempre in mutande. Stare in casa, per me, è stare in mutande. Godersi la propria intimità. Cristina ci fa godere la propria intimità.

Toffolo e i manga. Che cosa ti ha insegnato il fumetto giapponese? Perché piace così tanto?
È colpa della Tv e del talento degli autori giapponesi...
Eltofo fumettista, Eltofo musicista: quanto coincidono, e quanto si differenziano? Voglio dire: ci sono cose che ritieni meglio dire attraverso il fumetto, e altre attraverso la musica? O sono entrambi parte di uno stesso messaggio?
I Tre Allegri sono un gruppo... una super identità, non la proiezione dei miei pensieri.E anche le storie sono di proprietà altrui quando hanno la fortuna di essere lette da altri.

I video dei “Tre Allegri” sono basati sui tuoi disegni. Che sensazione ti dà vedere le tue creature “prendere vita”?
Sono un bambino davanti alle animazioni... perdo ogni difesa anche quando poi faccio la regia. Eppure i miei pensieri sui cartoni animati non sono mai stati cosi' ossessivi.. fra poco Fregoli... prima i Ragazzi Morti.

Quali sono i fumetti che hai letto di recente, anche vecchi, che ti hanno colpito?
Li elenco velocemente:
Cronache del grande male [di David B., in Italia edito da Rasputin, N.d.R.]
Non mi sei mai piaciuto [di Chester Brown, in Italia edito da Black Velvet, N.d.R.]

L’angolo della polemica: Che significato hanno per te (se hanno ancora un significato) le parole “alternativo” e “underground”?
Alternativo, è relativo a qualcosa, ha un connotato di “contro”... Underground... underground è il fumetto di un certo periodo specifico... a queste due parole preferisco INDIPENDENTE... che vuol dire che quello che fai è assolutamente tuo... senza mediazioni. Io produco cosi'. L'unica mediazione è la mia pancia? Quello che mi muove.

E per il gran finale due domande:
1) In tutta sincerità, cosa vede Eltofo nelle macchie di Rorschach?
Eltofo vede...dannatamente, ripetutamente se stesso.

2) Qual è il Vero Senso della Vita? (e della Muerte, già che ci siamo?)
Quello del film dei Monty Python.
Intervista a cura di smoky man (con il contributo di A. Pala)

3 commenti:

  1. Oggi rilancio su afNews :-) http://www.afnews.info/wordpress/2016/03/29/davide-toffolo-2000/

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  2. @Gianfranco
    Ma grazie! :)

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