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lunedì 27 ottobre 2014

Gary Spencer Millidge: ritorno a Strangehaven!

La copertina firmata Gary Spencer Millidge per Meanwhile... N.1.
Dopo quasi un decennio d'assenza, e una vita editoriale "travagliata", ritorna STRANGEHAVEN, la serie culto scritta, disegnata e auto-prodotta dall'inglese GARY SPENCER MILLIDGE che sin da metà degli anni '90 ha saputo guadagnarsi l'attenzione della critica specializzata e di un ristretto ma fedele pubblico.
In Italia la serie (interrotta, in originale, col N. 18) è stata proposta da Black Velvet Editrice dal 2003 al 2006, giungendo col volume n. 6 all'episodio N. 12. Di quella serie - capace di mescolare sapientemente atmosfere che richiamavano Twin Peaks e Il prigioniero - sono stato il traduttore e il curatore, insieme all'amico Omar Martini.
Ebbene Strangehaven riappare nel 2014 sulle pagine dell'antologico Meanwhile... pubblicato da Soaring Penguin Press per essere lì serializzato con cadenza semestrale fino alla conclusione dell'intrigata e appassionante trama ideata da Gary Spencer Millidge (prevista per il 2016).
Per i più curiosi rimando all'entusiasta recensione, in Inglese, apparsa sul blog di Forbidden Planet International (qui).
Chissà che prima o poi anche i lettori Italiani non possano godere di questa piccola gemma del Fumetto mondiale.
Nell'attesa potete leggere, nel seguito. l'intervista a Gary Spencer Millidge che ho realizzato via email nel mese d'Ottobre 2014. Buona lettura!
La versione in Inglese dell'intervista può essere letta qui.

Per maggiori info su Gary Spencer Milldige visitate il suo blog.
Una sequenza di Strangehaven da Meanwhile... N.1.
Il primo numero dell'antologico Meanwhile... è uscito e, finalmente, contiene la prima nuova storia di Strangehaven dopo... nove anni d'assenza (il N. 18, l'ultimo albo della serie originale da te auto-prodotta uscì nel 2005)! Come ti sei sentito a tornare alla tua serie e ai suoi personaggi e a raccontare la tua storia? È stato difficile? Oppure è stato come incontrare dopo anni dei vecchi amici e raccontarsi quello che era successo nel frattempo di fronte a una birra?
Gary Spencer Milldige: La trama della storia è stata definita anni fa. Dopo aver completato il N. 12 della serie [nel 1999, N.d.T.], che chiude il secondo libro, ho deciso che Strangehaven sarebbe stata composta di quattro libri, anche se, al tempo, non l'ho annunciato pubblicamente. Per cui mi sono seduto e ho scritto la trama dei successivi due libri e, da allora, ho lavorato seguendo quella traccia. Ci sono state delle variazioni e degli aggiustamenti nel corso degli anni ma ho voluto rimanere fedele alla mia visione originale. Anche se non è stato pubblicato nessun nuovo numero di Strangehaven dal 2005 non ho mai smesso di occuparmene. Anche quando stavo lavorando ad altri progetti, mettevo insieme pezzi di informazione, raccoglievo e ordinavo la documentazione necessaria, sperimentavo nuove tecniche di disegno e via discorrendo.
Molti dei dialoghi erano già abbozzati ma li cambio ogni volta che li rileggo e sto sempre rivedendo i testi sino all'ultimo momento utile prima d'andare in tipografia, anche se ora dovrei dire prima di mandare i materiali all'editore. Direi che i personaggi sono stati una compagnia costante per cui non è stato come ritrovare dei vecchi amici. Ma so che per molti lettori quella è la sensazione, ed è una cosa gratificante.

Quello che è stato davvero difficile è stato ritornare a disegnare con regolarità ogni giorno. Io sono invecchiato di nove anni, anche se i miei personaggi non lo sono. I miei occhi, le mie giunture, le mie facoltà mentali si sono ridotte, ed è davvero dura ritornare a una tranquilla routine. Sono sicuro che diventerà più facile ma realizzare fumetti è un lavoro duro anche nelle migliori condizioni ed essere rimasto fermo per quasi un decennio non rende le cose più semplici.
Pagina di Strangehaven da Meanwhile... N.1.
Come ti sei sentito nello stringere tra le mani l’albo stampato? So anche che la nuova storia è a colori…
È sempre una delusione perché le aspettative sono sempre così alte. Riesco a immaginare come dovrebbe essere se tutto fosse perfetto ma la sola cosa che noterò saranno i difetti.
L’emozione di vedere i tuoi lavori stampati diminuisce rapidamente via via che pubblichi, e nonostante la lunga attesa, non ho provato alcuna eccitazione nel tenere tra le mani l’albo. La mia mente è sempre proiettata su come rendere migliore il prossimo numero.
Questa volta è un po’ diverso per me perché non ho controllo sulla fase di stampa ora che sono solo un autore e non mi auto-produco ma devo dire che la stampa di Meanwhile... N. 1 è davvero buona.
È un soddisfacente contributo per un’antologia. Personalmente sono deluso dalla resa dei colori nell’episodio di Strangehaven che in stampa risultano essere molto più scuri di quello che volevo e oscurano un po’ il disegno. Ma sospetto che sia colpa mia piuttosto che dell’editore o del tipografo. Per cui ci sono sempre lezioni da imparare e questo difetto potrà essere corretto in un’eventuale raccolta e, di certo, nei prossimi episodi. 

Così alla fine... “sta succedendo di nuovo”. Quale è il tuo piano? Per Strangehaven, ovviamente...
Sto cercando di non fare piani a lunga scadenza. Il mio accordo con l'editore è per dodici episodi bimestrali, approssimativamente di 13 o 14 pagine ciascuno, con un paio di eccezioni in cui ci sarà qualche pagina addizionale. Per cui, in teoria, dopo due anni, il libro quarto sarà completato e Strangehaven sarà concluso, per quanto la cosa possa suonare strana e improbabile.
Dopo, se tutto andrà bene, ci sarà una edizione in volume ma, considerati i miei precedenti, vediamo a che punto saremo tra diciotto mesi e che cosa succederà.
Una sequenza di Strangehaven da Meanwhile... N.1.
Di recente hai partecipato al Lakes International Comics Festival. È stata la prima apparizione pubblica per Meanwhile… e per il nuovo Strangehaven. Qual è stata la reazione del pubblico? E in generale, ti piace partecipare alle convention e interagire con i fan?
Ovviamente, chi non vorrebbe essere trattato come una superstar al giorno d’oggi? Adoro l’idea di andare a convention o festival quando mancano sei mesi all’evento, poi incomincio a pentirmi d’aver dato la mia disponibilità quando manca qualche settimana e inizio davvero a temere il viaggio, le spese, la perdita di giornate di lavoro e così via. Poi, una volta che sono sul posto, passo delle giornate meravigliose in compagnia di lettori che mi riempiono d’elogi, ritrovandomi con altri colleghi e facendomi nuovi amici e contatti. È un ciclo che si replica per ogni manifestazione.
È stata la mia prima volta al Lakes Festival e si tratta della manifestazione più simile a quelle europee che si tiene in Inghilterra, ma è ancora tipicamente inglese nella sua essenza. La differenza più grande rispetto agli altri eventi inglesi è che l’accesso era gratuito e solo specifici eventi e incontri erano a pagamento per cui c’era una salutare partecipazione di visitatori casuali. L’atmosfera era molto rilassata e amichevole, e la lista degli ospiti era eccezionale. Avere la possibilità di rivedere nuovamente autori come Scott McCloud e Jeff Smith è una rara sorpresa e incontrare Boulet e Wilfrid Lupano per la prima volta è stato un onore.
L’accoglienza per il ritorno di Strangehaven è stata fantastica. L’albo è andato esaurito allo stand, a parte una manciata di copie che la fumetteria Page 45 ci ha letteralmente strappato dalle mani.
Un lettore si è avvicinato al tavolo della Soaring Penguin chiedendomi quando Strangehaven sarebbe ritornato… ho potuto mostrargli il numero uno di Meanwhile… e dirgli “Eccolo. È tornato!”, visto che era all’oscuro della novità. È stato davvero un bel momento.
Pagina di Strangehaven da Meanwhile... N.1.
Che ne pensi dell’attuale scena fumettistica inglese? Penso ci sia molto movimento considerando nuovi editori di qualità come Nowbrow e SelfMadeHero, l’attenzione verso il Fumetto da parte di eventi importanti come l’Edinburgh International Book Festival e, ai miei occhi, l’apparente ottimo stato di salute di 2000 AD
Sono assolutamente d’accordo. In questo periodo vengono pubblicati molti splendidi fumetti non solo dagli editori che hai citato ma anche da moltissimi giovani autori che si auto-producono con piccole tirature. I computer e l’evoluzione delle tecnologie di stampa sono a portata di mano di una nuova generazione di talenti fumettistici e il risultato è la produzione di una gran quantità di fumetti, di generi e argomenti eterogenei, da parte di un numero maggiore, rispetto al passato, di giovani autori. 
Di questi tempi vado alle convention in treno e scelgo deliberatamente di portarmi solo uno zainetto a spalla in modo da non spendere troppi soldi altrimenti comprerei così tanti libri da riempire il bagagliaio della mia macchina. Farsi un giro per gli stand del Thought Bubble fa rimanere davvero a bocca aperta.

Elenca gli ultimi tre validi fumetti che hai letto. E perché.
Ho una memoria davvero terribile, specialmente per le cose che ho letto, a meno che non mi si chieda di titoli specifici. Per cui mi dimenticherò un sacco di opere importanti. Inoltre sono  terribilmente indietro con le letture e, sebbene a volte non resista a leggere qualcosa che ho appena comprato, altri titoli sono vecchi di due anni, o forse di cinque. Per cui ecco la mia lista, un po' casuale.
Pachiderma di Frederik Peeters è probabilmente il miglior graphic novel che abbia letto da un sacco di tempo a questa parte. Beh lo sono tutti e tre questi titoli ma Pachiderma mi ha colpito per l'equilibrio della storia tra surrealismo, simbolismo e realtà. È una sorta di puzzle alla David Lynch ma con sufficienti indizi perché il lettore possa trovare la soluzione da solo. Uno storytelling geniale e disegni meravigliosi e particolari.
Devo citare insieme, come un'unica scelta, Le Bibendum céleste e Foligatto (scritti da Alexios Tjoyas), entrambi disegnati da Nicolas de Crecy perché non so decidere quale dei due sia migliore. I disegni di De Crecy sono così ricchi e le storie così dense che non riesco a leggerne più di qualche pagina per volta: è come abbuffarsi di cioccolatini di prima qualità. Amo entrambi questi fumetti e le prime quattro pagine di Foligatto mi hanno quasi fatto smettere di fare fumetti da quanto sono splendide. 
Il Quinto Beatle (di Vivek Tiwary e Andrew C Robinson) è stata un'altra ottima lettura e ha dei disegni meravigliosi. Ci sono uno o due anacronismi ed errori che danno davvero fastidioso ma, crescendo in una famiglia con dei fratelli più grandi, i Beatles sono stati parte della mia vita sin da piccolo. Il fumetto racconta un segmento relativamente sconosciuto della mitologia dei Beatles e rievoca splendidamente quel periodo.

Riguardo le serie regolari, se mi è permesso aggiungere tre altri titoli sotto una differente categoria, il ritorno di Stray Bullets di David Lapham è stato davvero spettacolare. Sembra che stavolta la narrazione sia più lineare con un minor numero di personaggi maggiormente caratterizzati, elementi che rendono gli albi un vero piacere da leggere.
Alex and Ada (Jonathan Luna e Sarah Vaughn) è un thriller fantascientifico davvero originale e dal ritmo misurato, con un gran cuore e una venatura erotica. È splendidamente minimalista, dal design di copertina fino alla scelta di colorazione.
E infine Mind MGMT di Matt Kindt. La velocità con la quale Kindt riesce a produrre questa serie è semplicemente incredibile, anche se apprezzare i suoi disegni è un “gusto acquisito”. Con una storia surreale e suggestiva, e ricca di intrecci, una volta che ti prende non c'è più scampo.

1 commento:

  1. @Domenico
    Grazie per la visita e per i complimenti. (e per il "lei" :) )
    Direi che al momento non ho notizie di una possibile edizione Italiana. Personalmente penso che, se Gary porterà a termine la serie nei tempi da lui indicati, poi si vedrà... ;)

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