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domenica 21 ottobre 2012

2020 Visions: parla Jamie Delano

Tornano le interviste, dopo un (prevedibile) periodo d'assenza.
Ed eccoci così ad una chiacchierata con il noto sceneggiatore inglese JAMIE DELANO, in occasione dell'uscita Italiana di  2020 VISIONS, volume edito da Green Comm Services.
Ricordo inoltre che Jamie Delano sarà presente alla prossima Lucca Comics & Games per promuovere il volume e incontrare i lettori, presso lo stand GCS.

La seguente intervista è stata condotta e tradotta da me insieme all'amico - e co-traduttore del volume - Antonio Solinas.
La seconda parte dell'intervista è disponibile sul blog di Solinas.

E ora la parola a JAMIE DELANO e... buona lettura!
Facendo un salto indietro a 2020 VISIONS… quando ti è venuta l’idea per la storia? E perché hai dipinto un futuro apocalittico con così poca speranza?
Jamie Delano: Da quel che mi ricordo, è stato nei primi anni ’90 che ho pensato, per la prima volta, che sarebbe stato divertente sviluppare delle storie ambientate in un futuro prossimo attraverso le quali esplorare (e sfruttare) alcune funeste visioni del domani.
Non sono un ottimista di natura, perciò per me l’esponenziale accelerazione del cambiamento - che anche in quell’epoca distante, “più dolce e gentile” [kinder and gentler, in originale. Riferimento alle parole di George Bush, pronunciate nel 1989 durante il suo primo discorso dopo l’elezione a Presidente degli Stati Uniti, N.d.T.] era già evidente - offriva le premesse drammatiche di un caotico sconvolgimento.
“Distopico” è l’aggettivo che di solito si utilizza per definire il tipo di futuro che immagino ma, per una significativa parte della popolazione mondiale, in un dato momento, il presente può essere descritto in quel modo. A dire il vero è una scelta obbligata: le utopie sono aberranti.
Ogni persona deve affrontare la realtà in cui vive, ed è nel coraggio e nella resistenza con cui gli individui costruiscono la loro sopravvivenza contro le avversità inflitte dal Fato crudele che risiede l’umana speranza, elementi che spero si ritrovino anche nelle mie storie.
Era l’altro Millennio, ma… credi che la tua “visione” abbia, in qualche modo, incontrato le tue aspettative, espresse nel fumetto, considerando lo stato attuale del mondo? Personalmente ritengo che tu sia sempre stato uno scrittore politico… inserendo idee e commenti acuti e provocatori nei tuoi fumetti… non ci sono solo mantelli e tutine aderenti…
Beh, non mi sono mai approcciato alla scrittura di speculative fiction con simili intenti. Le ambientazioni di 2020 VISIONS erano state pensate per mostrare gli Stati Disuniti d’America, in un ipotetico futuro, in modo che potessi concentrarmi sui personaggi, che avevo costretto a vivere in quell’ambiente, e alla conseguente “evoluzione” delle loro personalità e comportamenti. Il modo di relazionarsi dell’individuo nei confronti della situazione politica, delle strutture di potere che ci limitano, è la forza principale che modella la nostra esperienza di vita, ed è questo fondamento che sollecita il mio interesse e mi spinge a scrivere. Ma, in generale, spero di affrontare le mie storie in modo soggettivo e con una qualche ironia, piuttosto che tediare i miei lettori con dogmi imposti. Preferisco lasciare i “mantelli e le tutine aderenti” a chi ha una infantile predilezione per vestirsi in maschera.
Per essere un autore inglese che lavora per un editore USA, 2020 VISIONS era davvero un libro forte e “provocatorio” per un pubblico americano. Ti ricordi quali furono le reazioni al tempo? Dall’editor, dalla casa editrice, dai lettori…. Forse si spiega anche perché la DC non l’ha raccolto in volume… forse dopo l’11 Settembre era troppo complicato… Forse la Vertigo del nuovo Millennio non è la stessa forza innovatrice che è stata nel passato… 
Reazioni… Beh, così come per la maggior parte dei miei lavori ci furono delle complicazioni durante la lavorazione. L’editor fu distratto dall’insorgere di un serio problema di salute e i commenti sulle sceneggiature arrivarono in modo confuso, e ci volle del tempo e un altro editor, perché i disegni fossero completati e il libro fosse pronto per la pubblicazione. Sospetto che qualche preoccupazione da parte dei capi sia stata oscurata nella confusione, ma mi è sempre piaciuto avere un considerevole margine di fiducia (forse mal riposta) da parte di chi era ai posti di comando, al tempo. Ci furono molte più resistenze al mio desidero di intitolare Il Grande Satana quello che poi sarebbe diventato Nazione Fuorilegge, ma questa è un’altra storia.
Riguardo la reazione dei lettori: è stata in qualche modo molto polarizzata. Il fumetto è stato amato o odiato. Dopo l’11 Settembre ci furono delle discussioni per una raccolta edita dalla DC: Karen Berger era favorevole (sia benedetta) ma i “capi” bocciarono il suo suggerimento e così fui in grado di rientrare in possesso dei diritti.
Potresti essere nel giusto nell’ipotizzare che questo sia stato un primo segnale del declino della forza innovatrice della Vertigo. Non sono nella condizione di commentare.

Rileggendo 2020 VISIONS, ne sei soddisfatto? Lo so che questa è una domanda difficile per uno scrittore… 
A posteriori nulla si rivela così valido come si spera che possa essere mentre lo si crea (ecco perché continuiamo a scrivere, nella speranza di farne uno buono, alla fine), ma, sebbene ci siano sempre degli elementi e delle strane frasi che causano imbarazzo, non c’è molto che prenderei in considerazione per riscriverlo. Un’opera è necessariamente figlia del suo tempo. Io non sono più la stessa persona che ha scritto 2020 VISIONS… e anche il mondo è cambiato un po’..
Anche se i luoghi e le città sono importanti in 2020 VISIONS, personalmente penso sia una storia “trainata” dai personaggi. È vero? Qual è stato il tuo approccio nella scrittura, in questo caso?  
È vero. Credo che la maggior parte dei miei lavori sia “trainata” dai personaggi. Il mio processo di scrittura per 2020 VISIONS è stato piuttosto usuale: delle vaghe tematiche ambientaliste a fare da sfondo, un tenue canovaccio come soggetto, dei personaggi per intrigare la mia immaginazione… Metto quei pazzi bastardi in cammino, li lascio parlare e annoto i momenti interessanti, i dettagli che rivelano del loro mondo e le loro reazioni ad esso.
Hai fatto riferimento a problemi durante la lavorazione. Che mi dici del team di disegnatori? Come è stato scelto? Hai dato qualche indicazione?
Se la mia memoria è affidabile, ma non posso garantirlo, fu l’editor iniziale, Lou Stathis, a mettere insieme i quattro disegnatori di 2020 VISIONS e io non ebbi nulla da ridire sulle sue scelte.
Sono sicuro che, se non fossi stato felice della cosa, la mia opinione sarebbe stata presa in considerazione.
Mi piaceva l’idea d’avere disegnatori diversi che illustrassero ognuno una delle storie della serie. Ognuno di loro portò la propria visione della storia e la varietà di stili fu d’aiuto per dare risalto ai diversi “generi” rappresentati, seppur in modo sfumato: horror, noir, western, storia d’amore… 
In termini di puro processo creativo, qual è stata la dinamica? Quanto hai interagito con i disegnatori?
Come ho detto prima, la lavorazione fu, in qualche modo, compromessa dalla malattia dell’editor Lou Stathis e mi sembra di ricordare che le sceneggiature furono completate prima che i disegnatori iniziassero a lavorarci. Credo che fu Alex Alonso, che subentrò come curatore della serie, a gestire il libro fino alla pubblicazione dopo la triste scomparsa di Lou.
I disegnatori coinvolti erano dei validi professionisti e non ci fu alcun bisogno di negoziazioni giornaliere.
Nel libro, l’influenza di William Burroughs è molto forte. Ce ne sono altre, magari meno evidenti ma altrettanto importanti?
Sì, Burroughs viene spesso individuato come una presenza nei miei lavori, che si aggira furtiva a combinare guai. Non riesco a pensare al momento ad altre “influenze consapevoli” in 2020 VISIONS, ma gli scrittori sono il prodotto delle letture che fanno, così un critico acuto potrebbe intravedere “radici” nascoste… forse un tocco di J. G. Ballard? Non lo so… dimmi tu.

Le immagini a corredo sono tratte da 2020 Visions.


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