Il precedente post sembra abbia suscitato qualche reazione. Alessandro Bottero, addetto ai lavori di lunga esperienza e persona con cui in passato ho condiviso qualche piacevole momento durante fiere e convention in giro per l’Italia, scrive "un corsivo" su Fumetto d’Autore citandomi con parole lusinghiere (Smoky Man, traduttore e critico la cui competenza e bravura sono da tutti riconosciute (perché sono concrete, e questo è vero)) e per questo lo ringrazio.
Poi pone (MI pone. MI pone?), sin dal titolo, confondendo probabilmente il mio post, una domanda "provocatoria": Traduzioni Planeta: chi è che massacra cosa, Smoky Man?
Dico confondendo perché mai ho parlato di “massacrare” alcunché. E la domanda sembra invece far intendere questo. In realtà il verbo “massacrare” lo usa Bottero, in prima istanza, scrivendo "Un professionista vede massacrato il proprio lavoro, e reagisce in modo netto e chiaro" per poi legarlo a un commento ad un mio intervento, sulla vicenda, apparso sul forum di Comicus. Non certo parole mie quindi.
Semplicemente alla luce della mia esperienza di traduttore per Bao quale service di Planeta, giudicando il risultato finale, ossia i volumi pubblicati HB di Peter Milligan N.3 e Pandemonium (come spiegato, lettura interrotta su una tavola con due didascalie identiche) ho ritenuto di interrompere qualsiasi possibile futura collaborazione (inerente traduzioni per Planeta). Magari non avrei avuto altra occasione, ma ho preferito comunicare questa mia decisione al mio interlocutore, ossia Bao.
Stando al solo volume di Milligan, come già detto qui e rilevato con matematica lucidità nella segnalazione di Fumo di China, il problema è il numero esorbitante di errori nella resa del lettering (parole tutte attaccate, sillabazione random, etc…) fatto che non ha alcuna attinenza con il lavoro di traduzione.
Il traduttore consegna un file Word o in formato similare. Punto. Non fa il lettering, non supervisiona alcunché. Il traduttore non supervisiona la propria traduzione (ci mancherebbe!) né la resa del lettering di questa sulla tavola. Ovviamente il lettering parte (o dovrebbe partire) se e solo se la traduzione, da chi supervisiona, è ritenuta idonea. Poi sulla pagina letterata si farà (si dovrebbe fare) un ulteriore fase (o fasi) di revisione.
Ripeto che a mio modesto parere la qualità di un libro è responsabilità finale dell’editore qualunque sia la catena di lavorazione seguita. E l’editore su tale catena deve (dovrebbe) esercitare un controllo.
Nessun editore di fumetti (e non solo) dovrebbe permettere, a mio modesto avviso, che arrivi sugli scaffali un volume come l’HB di Milligan N.3. Se la traduzione non fosse stata all’altezza un editore con un controllo di qualità interno e un sistema di revisione funzionante non l’avrebbe accettata. Ancora, se la traduzione è accettata (perchè ritenuta valida), un editore dovrebbe controllare la fase di lettering in modo che il risultato finale sia ottimale. Non stampando un tomo, citando ancora Fumo di China, con una media di 1,52 errori per pagina!
Questo post è l’ultimo da parte mia sulla questione.
Credo che Bottero, stante la sua lunga esperienza anche da editore, sia perfettamente a conoscenza dei meccanismi sopra esposti. E di quale lavoro lui faccia per produrre dei libri non gravati da 1,52 errori a pagina!
Chi è che massacra cosa?
Vamos a la playa, amigos! ;)
Poi pone (MI pone. MI pone?), sin dal titolo, confondendo probabilmente il mio post, una domanda "provocatoria": Traduzioni Planeta: chi è che massacra cosa, Smoky Man?
Dico confondendo perché mai ho parlato di “massacrare” alcunché. E la domanda sembra invece far intendere questo. In realtà il verbo “massacrare” lo usa Bottero, in prima istanza, scrivendo "Un professionista vede massacrato il proprio lavoro, e reagisce in modo netto e chiaro" per poi legarlo a un commento ad un mio intervento, sulla vicenda, apparso sul forum di Comicus. Non certo parole mie quindi.
Semplicemente alla luce della mia esperienza di traduttore per Bao quale service di Planeta, giudicando il risultato finale, ossia i volumi pubblicati HB di Peter Milligan N.3 e Pandemonium (come spiegato, lettura interrotta su una tavola con due didascalie identiche) ho ritenuto di interrompere qualsiasi possibile futura collaborazione (inerente traduzioni per Planeta). Magari non avrei avuto altra occasione, ma ho preferito comunicare questa mia decisione al mio interlocutore, ossia Bao.
Stando al solo volume di Milligan, come già detto qui e rilevato con matematica lucidità nella segnalazione di Fumo di China, il problema è il numero esorbitante di errori nella resa del lettering (parole tutte attaccate, sillabazione random, etc…) fatto che non ha alcuna attinenza con il lavoro di traduzione.
Il traduttore consegna un file Word o in formato similare. Punto. Non fa il lettering, non supervisiona alcunché. Il traduttore non supervisiona la propria traduzione (ci mancherebbe!) né la resa del lettering di questa sulla tavola. Ovviamente il lettering parte (o dovrebbe partire) se e solo se la traduzione, da chi supervisiona, è ritenuta idonea. Poi sulla pagina letterata si farà (si dovrebbe fare) un ulteriore fase (o fasi) di revisione.
Ripeto che a mio modesto parere la qualità di un libro è responsabilità finale dell’editore qualunque sia la catena di lavorazione seguita. E l’editore su tale catena deve (dovrebbe) esercitare un controllo.
Nessun editore di fumetti (e non solo) dovrebbe permettere, a mio modesto avviso, che arrivi sugli scaffali un volume come l’HB di Milligan N.3. Se la traduzione non fosse stata all’altezza un editore con un controllo di qualità interno e un sistema di revisione funzionante non l’avrebbe accettata. Ancora, se la traduzione è accettata (perchè ritenuta valida), un editore dovrebbe controllare la fase di lettering in modo che il risultato finale sia ottimale. Non stampando un tomo, citando ancora Fumo di China, con una media di 1,52 errori per pagina!
Questo post è l’ultimo da parte mia sulla questione.
Credo che Bottero, stante la sua lunga esperienza anche da editore, sia perfettamente a conoscenza dei meccanismi sopra esposti. E di quale lavoro lui faccia per produrre dei libri non gravati da 1,52 errori a pagina!
Chi è che massacra cosa?
Vamos a la playa, amigos! ;)
Ma perchè chi traduce non può "supervisionare", anzi, "controllare" il suo lavoro? Quando scrivo o traduco qualcosa, prima di pubblicarlo lo esamino con attenzione, per emendarlo degli errori. Un traduttore, quindi, dovrebbe consegnare un lavoro che già complessivamente non presenta errori. Per la Planeta questo non accade. Al di là del lettering, si notano tanti, tantissimi errori grammaticali, dell'uso dei verbi, della costruzione della frase, ecc. E allora viene da pensare: non è la supervisione o il lettering (il primo mancante, il secondo fatto male), ma la traduzione di base ad essere sbagliata e le traduzioni Planeta, dal 2006 ad oggi, non sono mai state (e sottolineo mai) aliene da errori. Quando il problema viene affrontato sui forum, si arriva alla stessa conclusione: la colpa è dell'editore e per suffragare questa ipotesi assurda si citano spiegazioni ancora più assurde (come l'uso dei file errati). Penso che i problemi si risolverebbero se fossero ingaggiati traduttori che consegnino un lavoro già "controllato" e che non si limitino a dire cose tipo "questa è la brutta copia, vedete un po' come aggiustarla, io più di questo non posso fare".
RispondiElimina@Observatory Comics
RispondiEliminaNei miei post mi riferisco ovviamente alla mia esperienza, limitata ai "miei" 2 volumi. Evidentemente al momento della consegna del file il traduttore manda un file, da lui, controllato. Ma devi tenere in conto che quello che il lettore potrà valutare è solo ed unicamente la tavola letterata del volume stampato. E' questo il punto chiave. E per arrivare al volume stampato, dal file mandato dal traduttore, ci sono altri passaggi che si possono facilmente immaginare.
Poi ovviamente anche ipotizzando che il traduttore abbia fatto un lavoro orrido - non solo di traduzione in sè, leggibilità o scorrevolezza nella lingua d'arrivo (l'Italiano), ma pieno di refusi, parole attaccate e sillabazione a caso - per quale motivo tale lavoro arriva fino, e dico fino, alla pagina stampata?
Chi dovrebbe fare il "controllo di qualità"?
Ultimo mio "contributo" alla questione. :)
Ho appena ricevuto da un editore alcune copie di un libro di prossima uscita, tradotto da me.
RispondiEliminaSfogliandolo mi sono accorto subito di un errore: "sé stesso". Mi si sono rizzati i capelli (fortuna che ne ho pochi). Ho subito "riesumato" la traduzione che ho ancora sul desktop del computer. Io avevo scritto "se stesso", non "sé stesso". Ho consultato subito il "Devoto": dice che si può usare anche accentato, ma meglio di no.
Mi chiedo: perché se io scrivo "se stesso" me lo cambiano in "sé stesso"? "Eccesso di supervisione", evidentemente. A chi tutto, a chi niente.
Però, immaginarsi una persona che, dopo aver acquistato il libro, legge "sé stesso" e pensa che il traduttore sia un ignorante, dà parecchio fastidio.
Solidarietà a Smoky.
Ho capito quello che vuoi dire. In pratica, è come se un testo ben tradotto guadagnasse errori nelle fasi successive dopo essere stato consegnato ad altre persone. In pratica, verrebbe fatto una supervisione al contrario: da un testo privo di errori e ben tradotto, ad un testo incomprensibile e pieno di strafalcioni. Non capisco perchè ciò accada. La responsabilità allora è della Bao? Quando c'era la Magic tutti questi errori non si vedevano. Si stava meglio quando si stava peggio.
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