A seguire la traduzione (a partire dai sottotitoli in inglese) di un interessante, breve video dedicato al fenomenale artista giapponese
YOSHITAKA AMANO (che non credo abbia necessità di presentazioni!). Il
video è disponibile su YouTube (
QUI) da Aprile;
realizzato da Archipel in collaborazione con l'editore francese Mana Books alla fine del 2017.
Quando mi trovo di fronte a un foglio bianco mi chiedo come lo "sporcherò". Aggiungere colori, forme... Come posso spiegarmi?
Non è un processo doloroso, al contrario è piacevole.
Succede sia quando lavoro su qualcosa sia quando faccio degli sketch veloci.
Il fatto che le persone apprezzino quello che faccio è un bonus. Mi spinge a disegnare ancora di più.
Succedeva già quando ero un bambino e non è cambiato da allora.
Quando avevo 14 anni, il mio migliore amico si trasferì a Tokyo e andai a trovarlo.
Poiché lo studio di animazione
Tatsunoko Pro era poco distante, andai a far vedere i miei disegni e così mi fecero un'offerta di lavoro.
Mi unii al gruppo di produzione, inizialmente come animatore. Una delle caratteristiche di Tatsunoko Pro era che realizzavano serie originali. Per questo fino a quasi trent'anni lavorai per loro alla creazione di nuovi personaggi.
I miei disegni venivano usati come base dagli animatori per le varie serie che poi venivano trasmesse alla tv. Ma volevo che le persone vedessero direttamente i miei disegni e per questo sono diventato un illustratore.
Anche se sono giapponese, mi piace moltissimo il fantasy occidentale. Volevo disegnare cavalieri, etc...
Così iniziai a realizzare copertine per libri. Questo mi ha permesso di disegnare mondi che non esistevano. Mi sono divertito moltissimo a farlo.
I videogame al tempo erano qualcosa di nuovo. Non ne sapevo granché.
Ricevetti un'offerta da
Sakaguchi della
Square, che stava cercando qualcuno per disegnare un universo fantasy.
Mi sembrò un'offerta interessante. Ed è così che iniziai a lavorare a Final Fantasy. Mi sembra strano visto che sto tuttora lavorando alla serie.
Quando sento parlare di videogame, penso sempre a Final Fantasy. Include varie mitologie, come ad esempio quella greca. Ma anche in quel caso ho dovuto immaginare dei nuovi universi che incorporassero degli elementi fantastici. Ero libero di disegnare qualsiasi cosa mi venisse in mente.
Alla fine, per me, questi universi sono reali, sono oltre la semplice fantasia.
È come se questi mondi mistici possano esistere grazie ai videogame.
Per il gioco, ho creato personaggi, mostri e anche illustrazioni e vario materiale visivo.
All'inizio pensavo che avrei dovuto disegnare nello stile da videogioco, fatto di pixel... ma mi dissero che potevo realizzare delle illustrazioni realistiche.
Per me fu come se i miei disegni venissero materializzati dentro il videogioco.
L'eterna ricerca dello stile
Non ho mai dovuto davvero sforzarmi o faticare [per il disegno]. Non penso molto, cerco soltanto di disegnare seguendo il mio istinto.
Per esempio, se mi viene richiesto di creare 10, o 20 personaggi per una determinata scadenza, incomincio a disegnarli uno dopo l'altro senza pensarci. È così che lavoro. Non ho mai avuto problemi da questo punto di vista.
La pittura è il campo in cui esprimo le mie emozioni.
Attualmente costituisce il 90% della mia attività anche se tutto il lavoro d'illustrazione che ho fatto o per Final Fantasy è anch'esso rappresentato, in un modo o nell'altro.
La sola differenza è il modo in cui i miei disegni vengono utilizzati.
Ma per me, non c'è una netta divisione tra i due aspetti.
La differenza è nel mezzo che viene usato.
Al momento mi piace cercare di trovare un mio spazio nel mondo dell'arte. A differenza dell'illustrazione o dei videogame, in questo campo non sono un veterano per questo mi piace evolvere in questa scena.
La mia carriera è iniziata nel character design che consiste, in parte, nel creare delle identità grafiche.
Quando ho iniziato come illustratore non sapevo quale fosse il mio stile sebbene dovessi esprimerlo attraverso le mie opere. Per questo mi sono ispirato al lavoro di artisti come Gustave Moreau, Mucha e molti altri, tra cui Leonardo Da Vinci. Cercando di imitarli, il mio stile si è via via definito da sé. È così che sono arrivato ad esprimermi, in un certo senso.
Tuttora non so quale sia il mio stile né che cosa definisca il "tocco" Amano ma, ciò nonostante, continuo a disegnare quello che mi piace.
Forse è questo il mio stile.
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