Ladies and gentlemen... Warren Ellis! |
A seguire un'interessante intervista, risalente all'ormai lontano 2002, in cinque domande (che ricordo ci costò molta fatica), a WARREN ELLIS, fondamentale autore britannico di comics e molto altro.
L'intervista fu da me realizzata con l'aiuto di Silvio Schirru e Omar Martini; condotta via e-mail il 15 Luglio 2002 e pubblicata lo stesso mese su Ultrazine.
Buona lettura.
Ultrazine: Penso a Transmetropolitan, Superidol [leggi qui] e all'imminente Global Frequency [1]. Nell'introduzione all'edizione italiana di Superidol, Silvio Schirru ha scritto: "Warren Ellis è convinto di essere uno scrittore di fumetti. Si sbaglia. Warren Ellis è un antropologo".
Sembra che tu stia utilizzando la "maschera" della fantascienza come uno strumento per analizzare la società contemporanea. Ricordo che qualche tempo fa hai dichiarato: "Se c'è una cosa che odio è la gente". Qual è l'esigenza che ti spinge a scegliere un tema o un approccio particolare per le storie che scrivi? Sei un po' disilluso dall'umanità?
Warren Ellis: Non lo siamo un po' tutti?
La fantascienza, per quanto mi riguarda, è qualcosa pensata specificatamente come uno strumento con cui analizzare il mondo contemporaneo. Esistono in realtà solo due tipi di fantascienza: quella di Mary Shelley, in cui si considerano le implicazioni etiche di una nuova idea, e quella di HG Wells, in cui la nostra condizione attuale viene esaminata da un punto di vista distaccato dato dall'ambientazione nel futuro. Come scrittore ondeggio tra le due posizioni, ma tendo verso quella di Wells, soprattutto per quanto riguarda Transmetropolitan. La fantascienza come romanzo sociale.
Sei uno dei pochi autori di comics che parla apertamente e con chiarezza della necessità di trovare nuovi modi per attrarre chi generalmente non legge fumetti, per convincerli che il fumetto è una forma artistica valida, che i fumetti possono essere piacevoli quanto un film, una canzone o un videogioco. Per questo dici "no" alla dittatura dei supereroi (nel Quinto Punto del tuo grandioso The Old Bastard's Manifesto [2]), "no" alla serializzazione e "sì" alle graphic novel e alla diversità dei generi fumettistici. Quale pensi sia il futuro dei comics?
Molto dipenderà dagli editori e dal fatto che mettano in moto per i fumetti un'efficiente distribuzione nelle librerie di varia. Ci stiamo muovendo (sembra) inesorabilmente verso la graphic novel come formato standard per i comics, sia che si tratti di lavori che escono direttamente in volume o di un serial costituito da un numero finito di albi che esce poi in raccolta.
I fumetti che si vendono nelle librerie di varia sono, in larga parte, estranei al genere supereroistico. Penso che stiamo entrando in una fase… e potrebbe essere solo una fase, un periodo transitorio… in cui le fumetterie esistono solo per accontentare i fan dei supereroi o i nostalgici, e che il vero movimento sia altrove. Ci sono in giro 135 mila copie di From Hell, non penserai che le abbiano vendute tutte in fumetteria?
La tua parola definitiva sul genere supereroistico è Planetary. Che cosa significa questa serie per te? Perché hai scelto l'approccio di compilare una sorta di enciclopedia del genere supereroistico?
L'ho fatto per togliermi dalla testa cinque anni di ricerche. C'è stato un periodo nel fumetto americano, che fortunatamente sta finendo, in cui, per far conoscere alla gente le cose che fai in altro genere, dovevi passare del tempo a scrivere fumetti di supereroi. Non sono mai stato un grande lettore di supereroi, perciò ho dovuto fare delle ricerche piuttosto approfondite sull'argomento per scriverli bene. E ora ho la testa piena di questa robaccia, unita ad una stridente consapevolezza che i fattori che avevano originariamente attratto la gente verso quel genere ora sono del tutto assenti. Perciò Planetary è il modo di far uscire tutta quella spazzatura dalla mia testa e farla finire sulla pagina, e anche per mostrare ai lettori perché il genere supereroistico sia durato così a lungo. "Queste sono le glorie che hanno originariamente attratto i lettori. Vedi cosa ti sei perso per colpa di tutti i successivi incroci? Vedi cosa si nasconde dietro questa ridicola e abnorme estensione di un singolo sottogenere? Vedi che cosa ne è rimasto?"
Warren Ellis e Internet: il tuo sito, il tuo famoso Warren Ellis Forum (che incredibile ma vero chiuderai molto presto) e Artbomb.net (il tuo modo diretto di appoggiare e promuovere i romanzi a fumetti). Quanto importante e strategica nella tua idea di Fumetto è stata, e continua ad essere, la Rete?
Ho iniziato ad usare Internet come strumento di promozione personale. Vivendo in Inghilterra, non essendo nel circuito delle convention, non apparendo regolarmente su Wizard, promuovere i miei lavori era davvero difficile. E, francamente, mi piace vivere in Inghilterra e non dover trascorre tutte le estate invischiato in fiere e mostre. Perciò ho cercato di utilizzare il Web come un modo per viaggiare senza dovermi muovere. A cinque o sei anni di distanza secondo alcuni sono "il guru del Fumetto su Internet" e oggi le tecniche che ho utilizzato sembrano costituire almeno la metà di quelle usate da un qualunque PR.
Molte iniziative sono partite dal Warren Ellis Forum, compresa l'idea base di Artbomb.net. [L'idea era] che (ottimisticamente) metà delle fumetterie non hanno i fumetti che potrebbero piacere ad un numero significativo di persone, e un'elevata percentuale di queste stesse persone non entrerebbe in ogni caso in una fumetteria. E una maggiore diffusione dei punti vendita non cambierebbe questo fatto. Ed è qui che il web interviene in favore del fumetto. Il web non è una cosa per fanatici del fumetto. Le connessioni internet sono ovunque. E con la considerazione per i fumetti seri che cresce di mese in mese, c'è un sacco di gente che legge di questi nuovi interessanti fumetti sul web ma non sa dove trovarli, o che vorrebbe saperne di più. È questo che Artbomb.net fa, ed è in questo modo che il Web è davvero utile al medium fumettistico.
Una strana domanda finale. Proprio in questo momento il cielo della tua città è oscurato da una flotta di astronavi aliene apparse dal nulla. Non c'è tempo. Devi correre e scappare di casa. Puoi portare con te solo 3 fumetti, 3 CD musicali, 3 film, 3 romanzi. Quali salverai dalla distruzione e perché?
FROM HELL [di Alan Moore e Eddie Campbell], LE AVVENTURE DI LUTHER ARKWRIGHT [di Brian Talbot], ALEC: THE KING CANUTE CROWD [di Eddie Campbell]. Gli ultimi due sono delle importanti fonti d'ispirazione, il primo è il capolavoro di Alan.
CD? AGAETIS BYRJUN dei Sigur Ros. DOOLITTLE/COME ON PILGRIM dei Pixies. THE VELVET UNDERGROUND AND NICO. Non potrei vivere senza.
La scelta dei film è difficile, perciò barerò. La serie televisiva della BBC EDGE OF DARKNESS su DVD: la sceneggiatura è davvero magistrale. NETWORK, che è perfetto per la sua rabbia e perversione. E forse qualcosa di John Woo, per la forza dei suoi film… direi l'operistico HARD BOILED.
Leggo soprattutto saggistica, perciò prenderei EASY RIDERS, RAGING BULLS di Peter Biskind (la storia della nuova Hollywood), ALL THE PRESIDENT'S MEN di Woodward e Bernstein, e BARROW'S BOYS, la pazza cronaca dell'esplorazione inglese al Polo, bisogna leggere per crederci.
**** Note ***
[1] da www.warrenellis.com
Ci sono 1001 persone su Global Frequency.
Una organizzazione indipendente di difesa estesa su scala planetaria costituita da 1001 agenti sparsi in tutto il mondo. Qualcuno che conosci potrebbe essere uno di loro. […] Potresti stare seduto a guardare il telegiornale e d'improvviso sentire uno strano squillo telefonico, e poco dopo potresti vedere il tuo vicino uscire in tutta fretta di casa, indossando una giacca o una camicia con un distintivo con il simbolo di Global Frequency ... o, accidenti, la tua ragazza potrebbe rispondere lei al telefono, e mettersi il cartellino di Global Frequency e prometterti che ti spiegherà più tardi […] chiunque potrebbe essere su Global Frequency e non lo saprai mai finché loro non ti chiameranno… da Aleph, la sede centrale di Global Frequency, dove gli ordini vengono dati da Miranda Zero, ideatrice e operatrice dell'organizzazione. Non è certo il suo vero nome, ma è l'unico che avrai. […] Global Frequency esiste grazie al denaro che ha fatto compiendo delle brute azioni negli anni '90 e dai finanziamenti occulti che le nazioni industrializzate del G-8 passano a Global Frequency per fare... quello che fa. […] Tenere un occhio aperto sulle brutte cose che l'opinione pubblica non deve mai venire a conoscenza. Tutti i "black project", le aberrazioni della scienza, i terrorizzanti incontri con l'ignoto, le trappole della Guerra Fredda … sono tutti lì, come mine sparse sul terreno. Alla fine qualcuno ci finirà sopra. Global Frequency è lì per evitare questo e per disinnescare la mina prima che esploda nella coscienza popolare e causi danni maggiori di quanto ne abbia già fatto.
Sei anche tu su Global Frequency?
12 storie. 12 albi. Pubblicato da DC Wildstorm, a partire da Ottobre 2002.
[2] Tratto da The Old Bastard's Manifesto di Warren Ellis (2000)
QUINTO PUNTO
In tutta franchezza, fanculo ai supereroi. L'idea che quella roba domini un intero genere è assurda. È come se tutte le librerie del mondo avessero gli scaffali pieni di romanzi sulle infermiere. Immagina la scena. Vuoi un nuovo libro, ma devi farti largo attraverso trecento nuovi romanzi rosa in esposizione prima di poter trovare qualsiasi altro genere. Un medium in cui la proporzione di romanzi sulle infermiere sovrasta il resto della produzione di libri con rapporto 100 a 1. I fumetti di supereroi sono come dei maledetti funghi che soffocano tutto quello che c'è intorno.
Ultimamente c'è stata la tendenza di dire che i supereroi tutto sommato sono ok. E se sono fatti bene non posso che essere d'accordo. C'è spazio per qualsiasi tipo di fumetto ben fatto, non importa quale sia il genere.
Ma questo non esenta nessuno dall'andare in giro e bruciare con le torce tutti i brutti fumetti fino a ridurli in cenere. Non è una scusa per tutta quella roba insulsa con cui DC, Marvel, Image e tutti gli altri inondano il mercato ogni mese.
Se vuoi leggere 300 albi di supereroi al mese allora sei malato e hai bisogno di farti curare.
Strappa dal cadavere fumante del genere supereroistico gli elementi che l'hanno portato a dominare il medium - la folle energia, l'incredibile ricchezza grafica, il feticismo, qualsiasi cosa - e utilizzali per raccontare storie di genere differente. Questo è quello che hanno fatto per MATRIX, dopotutto.
[Intervista pubblicata a Luglio 2002 su Ultrazine.org]
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