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mercoledì 26 ottobre 2016

recensioni in 4 parole [45]

Celebrando immersi nell'incubo.
Viaggio a Tokyo
Perdersi, ritrovarsi nel gekiga.
Doom Patrol N.1
Quasi incomprensibile ma intriga.
Fafhrd e il Gray Mouser N. 1
Fantasy che non invecchia.
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Abbiamo detto 4 parole su:
di Roberto Recchioni (testi) e Gigi Cavenago (disegni e colore)
Editore: Sergio Bonelli
Formato: brossurato, 98 pagine, colore
Prezzo: €3,20
Anno di pubblicazione: 2016
Per qualche parola in più: QUI
 
Viaggio a Tokyo
di Vincenzo Filosa
Editore: Canicola
Formato: brossurato, 264 pagine, bianco e nero
Prezzo: €18
Anno di pubblicazione: 2015
Per qualche parola in più: QUI

Doom Patrol N.1 (English)
di Gerard Way (testi), Nick Derington (disegni)
Editore: DC Comics (Young Animal line)
Formato: spillato, 32 pagine, colore
Prezzo: $ 3.99 U.S.
Anno di pubblicazione: 2016
Per qualche parola in più: QUI (English)

Fafhrd e il Gray Mouser N. 1
di Howard Chaykin (adattamento e sceneggiatura), Mike Mignola e Al Williamson (disegni)
Editore: Editoriale Cosmo
Formato: brossurato, 96 pagine, colore
Prezzo:  € 4,90
Anno di pubblicazione: 2016
Per qualche parola in più: QUI

2 commenti:

  1. Quasi incomprensibile ma intriga è anche sul mio biglietto da visita. Trovato in uno di quei cosi che si rompono a fine pranzo in un ristorante cinese ovunque, ma non in Cina. Non ti dico le gare di estraz di biglieto da visita quando ceno con gli altri ghost cartooonists in qualche risto cino: praticamente Bale e gli altri yuppies in quella scena di American Psycho che - capita di rado - è meglio nel film di quanto non sia nel libro. Sto divagando, sorry, come mi capita solo dall'alba al tramonto, nella fase ipnagogica e quando dormo come un sasso. Dicevo del tuo motto che condivido e che ho difeso anche qualche sera fa al risto cino unico ghost tra cartoonists che firmano con il loro nome. Io cantavo le lodi di Popbot con il gatto rockstar e lo Holmes che si strugge x la mancanza del suo perduto Watson ed il clone di Warhol che conduce uno show e Tiziano ha detto che anche prima del 1987 ( si veda la sua recentissima intervista x Repubblica ndr ) quando le sue storie erano "sgangherate e sgangherabili " secondo la felice definizione di Eco era uso fornire al lettore un inizio, una parte centrale ed una fine. Alan - che ha lavorato con il Sam Kieth di Popbot su The Maxx di cui ha scritto anche una bella introduzione ad un volume , mi pare il quarto - ha sorriso sotto i baffi e ha detto che le storie sono viaggi da vivere come quando si era bimbi e si aveva il tempo sul sedile posteriore della familiare di vivere tutto quanto dal finestrino ci ispirasse e che se le cose avessero senso, ma non lo hanno davvero a meno che sia quello che tentiamo di dare loro , la ns esistenza sarebbe un perpetuo stare seduti sul sedile posteriore mentre capelli e barba ci credono e le rughe son sempre + fitte e diamo significati sempre nuovi e diversi ed interessanti a cosa passa davanti al ns occhio curioso.
    Rrobbe ha bofonchiato qualcosa sulla continuity orizzontale e sul concept del lavoro e dei lavori e sulla suddivisione in seasons come nella fiction della HBO e sul sentire mainstream come bussola, ma ho perso la coda perchè , as usual, stavo regolando il conto. Cattivi.

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  2. @Crepascolo
    Cattivi! :D

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