Dal 9 al 16 Novembre a Leeds, UK, si è svolto il settimo
Thought Bubble Festival, tra le manifestazioni più interessanti di questi anni in terra d'Albione.
L'evento fumettistico vero e proprio, il Comic Con, si è tenuto nei giorni 14 e 15 Novembre con la partecipazione di numerosi autori di rilievo tra cui, per fare qualche nome, Scott Snyder, Jeff Lemire, Jason Aaron, Charlie Adlard, Mark Buckingham, Cliff Chiang, Becky Cloonan, Andy Diggle, Duncan Fegredo, Adi Granov, Matt Kindt, David Lloyd, Sean Phillips, Eric Powell, Tim Sale (
qui l'elenco completo).
A seguire potete leggere un agile reportage dell'amico
Antonio Solinas che, evitato di "godersi"
Lucca Comics, ha preferito fare una capatina a Leeds.
Le foto a corredo di questo pezzo sono anch'esse opera di
Antonio che ringrazio caldamente per la testimonianza.
Buona lettura e... buona visione!
Ci sono delle similarità ricorrenti nelle convention britanniche e Leeds non fa eccezione: per prima cosa, in pratica, a parte la 2000AD-Rebellion, è tutta piccola (o al massimo media) editoria, quindi è tutto un fiorire di editori indie accanto alle classiche proposte editoriali mainstream americane vendute negli stand delle fumetterie. In secundis, le dimensioni sono sempre piccole, quantomeno rispetto ai numeri importanti delle nostre fiere di punta (parliamo sempre di qualche migliaio di persone, un po' i numeri delle nostre convention "piccole").
Quello che differenzia Leeds dalle altre fiere cui sono stato, in primis Bristol e il (defunto?) Ka-Pow, è il gemellaggio più o meno ufficiale con la Image (che pubblica l'antologia della manifestazione), il focus meno preciso sul settore supereroistico, che invece era il cardine di altre manifestazioni (Bristol era storicamente un feudo della DC Comics, ma nel corso degli anni ha ospitato anche colonne Marvel come Joe Quesada e il duo Morrison-Quitely quando erano su X-Men, mentre la londinese Ka-Pow era il vanity project di Mark Millar), e un'attenzione dovuta e intelligente anche alle autrici, in un mondo da sempre dominato dagli uomini.
A Leeds, a parte i nomi grossi, quasi tutti in forza alla Image Comics (e ce n'erano tantissimi, dal nostro Matteo Scalera a Scott Snyder, da Jason Aaron a Jason Latour, da Matt Kindt a Sean Phillips, da Tim Sale al team di Elephantmen, dalla coppia McKelvie-Gillen a Cameron Stewart, solo per citarne alcuni) c'erano anche un bel numero di invitate, da Vanesa R. del Rey a Emma Rios, da Emma Vieceli a Natasha Allegri e molte altre, alcune più conosciute, altre meno (Hope Larson, Yishan Li, Danielle Corsetto etc.). Un' iniziativa meritoria, senza dubbio. Com'è meritoria la capacità di affiancare ai "soliti" autori britannici un nutrito gruppo di star che gravitano nell'ambito del mercato americano.
Le dimensioni, dicevamo. Ridotte, certo, ma in espansione (per capirci, in totale lo spazio espositivo era circa quanto due padiglioni grossi di Lucca). Ma soprattutto appannaggio, in massima parte, di appassionati di fumetto. In UK, il fenomeno cosplay non ha ancora raggiunto le dimensioni italiane (forse anche a causa del fatto che Leeds non è proprio dietro l'angolo: per esempio, non c’era la solita invasione di franciosi che caratterizza le convention del sud Inghilterra) e quindi negli stand gironzolano soprattutto curiosi di fumetto.
In questo senso, sembra avere grande rilevanza l'aspetto collezionistico (le code per le firme e gli sketch a pagamento/commission sono state davvero enormi per tutta la durata della fiera, e i prezzi richiesti spesso abbastanza altini, se non decisamente da ricchi), ma anche la possibilità di parlare con gli autori rimane un aspetto da non sottovalutare, soprattutto perché, a dispetto degli stereotipi, i creatori britannici sono, nei confronti dei fan, quanto di più distante ci sia dall’immagine fredda e altera da cliché. Di solito, è davvero semplice parlare con loro, molto più semplice di quanto accada nel nostro paese, in generale (per varie ragioni non sempre necessariamente imputabili agli autori, sia chiaro).
In questa atmosfera rilassata e "friendly", l'unica nota un po’ stonata è stata quella del party a metà convention, sabato, che si è tenuto in un palazzo comunale alquanto “freddo”. Questo, unito al fatto che era in collaborazione con il Leeds International Film Festival, ha dissuaso gli autori, molti dei quali hanno abbandonato il luogo subito, disperdendosi in città senza integrarsi al bar come accade di solito, mancando un bar ufficiale della manifestazione. È quindi mancata quella bella atmosfera che si crea di solito in un locale pieno di fumettisti e alcool. Un peccato, visto che questo è sempre stato uno degli aspetti che ho sempre apprezzato di più di queste convention, ma compensato dal profilo degli autori e da qualche libro abbastanza valido, come alcune proposte dei “soliti sospetti” Self Made Hero e Nobrow ma non solo (alcuni libri della Soaring Penguin Press e della microeditoria sembrano particolarmente validi).
Come sempre, abbiamo raccolto qualche pettegolezzo interessante, ma ne parleremo una prossima volta, forse... A seguire, alcune foto della convention.
Antonio Solinas
Altre informazioni e reportage sul TBF2014 su
Bleeding Cool (
qui;
qui e
qui, ad esempio) e
Forbidden Planet Blog (
qui e
qui).
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