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giovedì 6 novembre 2014

Paura e delirio a Lucca 2014

Da sx a dx: Gilbert Shelton, Robert Crumb e il traduttore dell'incontro. Resoconto su Fumettologica.
Mancavo da Lucca da qualche anno (dal 2011) e ho deciso di partecipare a questa edizione, praticamente all'ultimo minuto, "spinto" sostanzialmente da due input: la presenza dei "guru" dell'underground Gilbert Shelton e Robert Crumb (occasione direi irripetibile per poterli "incontrare" dal vivo) e, soprattutto, l'invito di Michele Nitri di Hollow Press a dargli una mano allo stand in Self Area durante i giorni della manifestazione. Ulteriore minima motivazione input: avevo scritto la postfazione (una paginetta scarsa) per il secondo numero di U.D.W.F.G. che veniva presentato in anteprima proprio a Lucca. Tutto qui.
Per cui veloce organizzazione della trasferta ed è stato... Lucca time!
Folla e cosplayer. This is... Luccaaaa!
Partiamo subito dal finale: il mio giudizio, negativo, su questa Lucca è fortemente condizionato dalle oggettive difficoltà di spostamento (all'interno degli stand e nei collegamenti tra questi) e di logistica (strade, autostrade, parcheggi, ristoranti, etc...) che hanno reso assai problematico godere degli eventi, soprattutto quelli legati ai "Comics", gli unici, o quasi, di mio interesse.
Paragonare, con tutti i distinguo del caso, la mia esperienza quasi horror di questa Lucca 2014 a quella, praticamente, idilliaca dello Stripped 2013 di Edimburgo è... un'operazione impossibile!
Certo è stato un piacere rivedere amici e autori che non incontravo da anni di persona ma è come se tutto fosse stato fagocitato da un ritmo e da un senso di compressione (di spazio e di tempo) insostenibili.
I numeri parlano di un ennesimo straordinario successo di presenze ma i numeri non sono tutto. O meglio, sono solo una "fotografia neutra", direi, che necessita di un'analisi attenta a mente fredda. Si può crescere a dismisura? Oppure, così facendo, si rischia l' "implosione" su se stessi?
Sabato 1 Novembre, dentro le mura, Lucca era un ammasso uniforme di corpi incollati l'uno all'altro. In ogni dove: nelle strade, dentro gli stand, nei locali, o-v-u-n-q-u-e! Oltreoceano le foto diffuse hanno suscitato "stupore" e rivalutazione della folla che prende d'assalto il San Diego Comic-Con. Domenica la situazione è leggermente migliorata ma se fosse accaduto il contrario sarebbe stato un tangibile segno dell'Apocalisse imminente.
Il 4 di Novembre sulla sua pagina Facebook, l'apprezzato sceneggiatore Francesco Artibani, con cruda schiettezza ha "riassunto e commentato" i numeri: "E' tempo di bilanci per Lucca Comics: 240.000 biglietti venduti e 400.000 presenze in città. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: 160.000 persone non sapevano che cazzo fare." [l'uso di questa citazione è stato autorizzato da Artibani medesimo, N.d.R.]

E così a pochissimi giorni dalla fine della manifestazione il direttore della rassegna Renato Genovese ha dichiarato: "Si dovrà intervenire però assolutamente a tutela del vero popolo dei Comics che è quello che arriva a Lucca perché vuole partecipare al sempre più ricco programma di eventi proposto. Per questo penso che dovrà essere messo in campo un sistema per disincentivare gli arrivi in città, o almeno in alcune aree del centro storico, di coloro che non sono visitatori paganti."
In un interessante articolo su Lo Spazio Bianco - dal calzante titolo Lucca Comics & Games è morto - Ettore Gabrielli, proiettato verso quel che succederà, ha scritto: "Non mi stupirei per questo di vedere in un futuro non tanto lontano, sparire l’attuale denominazione [...] magari per far posto a un Lucca Entertainment Festival." Hurm...
Stefano Casini riportava un po' di "speranza" chiudendo così il suo resoconto: "Lucca è bella perché unica nel suo genere. La dimostrazione è che, nonostante tutto, anno dopo anno siamo qui a parlarne."
Una crumbiana Marvel Girl ammira le opere di Gabriele Dell'Otto esposte nella mostra a lui dedicata.
Insomma, non ci giro ulteriormente intorno, questa Lucca non me la sono goduta quasi per nulla.

Molti degli autori che volevo vedere non li ho neppure minimamente intravisti (Brian K. Vaughan c'era? Fiona Staples c'era? Enrique Breccia c'era? Solo per fare qualche nome...) tanto da dubitare della loro presenza (sì lo so, c'erano, c'erano... sommersi dalla folla!) e con molti amici ho scambiato solo chiacchiere veloci oppure ho semplicemente desistito sopraffatto dal flusso della moltitudine umana. Inoltre ho scoperto che alcuni "fenomeni" mi risultano totalmente imperscrutabili e, azzardo un termine, indigesti (come spiegare la fila immane per "tale" Sio contrapposta agli sparuti appassionati che si fermavano per uno sketch o una dedica dal gigante Vittorio Giardino?)

Meno male che c'era la Self Area, isola felice (e vivibile), crepitante di energie e good vibrations!
Al centro: Shelton e Crumb durante l'incontro a San Romano.
Dicevo "non me la sono goduta quasi per nulla" perché, come scritto sopra, mi sono "goduto" i due vecchietti straordinari, Gilbert Shelton e Robert Crumb, che il 1 Novembre sono stati protagonisti di un eccezionale incontro-intervista condotto da Matteo Sefanelli e Paolo Interdonato nella splendida cornice dell'Auditorium San Romano. Crumb, stante la location, è entrato benedicendo la folla emozionata e in trepidante attesa e domandando "dove sono i preti? dove sono i chierichetti?" Risate e applausi come se piovesse. I due, nell'oretta dell'incontro, hanno ricordato i tempi andati ed è emerso chiaro il noto disinteresse di Crumb per la scena attuale del fumetto: "ci sono molte storie pretenziose, i testi non si leggono, spesso il lettering è incomprensibile... i disegni possono anche andar bene ma per me le storie vengono prima di tutto." [ricordo estrapolato, non le vere parole di Crumb, N.d.R.]
Particolarmente dolente il ricordo di Crumb sul suo "eroe" Harvey Kurtzman, come riportato dal sito Bad Comics (così evito d'attivare la mia fumosa memoria!): "Harvey Kurtzman, creatore della rivista Mad, è stato senza dubbio l’artista che maggiormente li influenzò, oltre a dar loro una mano effettiva nell’emergere. Una figura tragica, finito schiacciato dall’impero di Playboy, per cui lavorava e a cui dovette sacrificare la propria autenticità per i compensi notevoli che assicurava. Crumb infatti confessa di odiare ancor oggi Hugh Hefner per quel che fece a Kurtzman, che aveva bisogno di denaro, e di aver giurato a se stesso che non avrebbe mai permesso che qualcuno facesse lo stesso a lui e alla sua arte. Kurtzman era il suo eroe. Un giorno andò a trovarlo e lo trovò che scriveva un fumetto per Playboy [Little Annie Fanny, N.d.R.]. Hefner, un fumettista frustrato che aveva abbandonato le sue velleità, voleva visionare ed approvare tutto il lavoro di Kurtzman che si trovava correzioni del patrono di Playboy su carta trasparente, vergate con una penna blu: stupidi interventi privi di valore per cercare di essere parte del processo creativo. Crumb racconta che a volte Kurtzman piangeva pensando a ciò che era obbligato a fare pur di lavorare. Ma ai tempi della fondazione di MAD, e prima ancora, nel ‘64 e ‘65 con la rivista Help, aveva pubblicato e creduto nei fumetti di Crumb e Shelton, pagandoli 35 dollari a pagina: metà dell’affitto di casa dei due. Un grandissimo aiuto per loro." [il resto può essere letto qui]

Beh... Crumb e Shelton "valgono" una Lucca intera, no?
Foto "carpita" dalla mostra di Hirohiko Araki.
Una menzione la meritano anche le mostre visitate, ahimè, a iper-velocità: Gabriele Dell'Otto, Silver, Rutu Modan, Hirohiko Araki, Guido Scarabottolo e... le varie chiacchiere con amici e addetti ai lavori (che non elenco perché di sicuro dimenticherei qualcuno) in Piazza San Michele e in Piazza Anfiteatro, as usual! Ah... e il bel tempo!
Ah... ho "visto" per circa 3 secondi in totale Masakazu Katsura, incrociato in Area Pro e individuato spuntare dallo stand assaltato dai fan memori dei turbamenti di Video Girl Ai, suppongo!
Al centro, con cappello, il sensei Katsura firma per i fan. Foto gentile omaggio di un generoso visitatore di passaggio.
Special thanks to: Bruno Olivieri, la crew della Hollow Press (Michele Nitri, Paolo Massagli e Gabriele Di Fazio) e... i frenetici, esplosivi Mammaiuto!

Alla prossima Lucca... ehmmmm, anche no! A meno che dopo Crumb non mi portino... IL Barbuto! LOL!!!

[A casa di problemi tecnici al mio personale equipaggiamento fotografico, tutte le foto a corredo di questo post (se non diversamente indicato) sono state scattate dall'amico Gabriele Di Fazio, animatore dell'ottimo blog Just Indie Comics, che ringrazio vivamente per il supporto.]

3 commenti:

  1. veloce saluto in una coda incredibile. sarà per la prossima volta

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  2. @Passenger
    Che delirio! E non ho preso neppure i volumi! Dannazione! :(

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  3. Se anche vivessi altri cent'anni, sono sicuro che mi ritroverei al Roxy Bar con Morrison, Moore e Mollica a discutere xchè ancora una volta si associa quell'inossidabile vecchietto di Crumb alla cultura underground ed agli hippies. Ho il sospetto che tra i tanti che ne hanno fatto un guru, senza che lo avesse chiesto mai, nessuno abbia davvero letto almeno una bracciata delle cose di Crumb. Il cartoonist sembra il nonno di Steve Buscemi che fa il cosplayer di John Waters.Già questo dovrebbe essere un indizio. Ama la musica folk e non il rock ( okay, ha visualizzato Purple Haze, ma una rondine etc ). Il suo Mister Natural è la parodia dei santoni che prendevano x i fondelli coloro tra i piccoli borghesi americani cercavano un nuovo tragitto, un nuovo progetto. Ha stecchito il suo Fritz nel momento in cui era una superstar ed il gatto era la cosa + vicina ad un individuo imbevuto di controcultura che Crumb potesse strutturare. Gli piace Carl Barks ( che è probabilmente il miglior storyteller di sempre, anche + del mio amato Kirby e lo dico obtorto collo ) e le tecniche della narrazione "tradizionale" sono sempre state centrali nei suoi fumetti ( si veda la resa della " allucinaz " di Philip K. Dick ).
    Sono molti + underground la storia di Swamp Thing e Abbie ( Abby x gli italiani ndr ) che sperimentano una comunione succedaneo di un rapporto sessuale o il dialogo tra Buddy Baker ed il suo demiurgo che gli ha appena stecchito la famiglia o il fumetto che sto scrivendo e disegnando in cui un commando di probiviri sequestra Mollica e lo costringe a registrare dieci minuti di trasmissione in cui la recensione di un fumetto non è un saggio di agiografia ( alla prossima Lucca , b/n, seicentosessantasei tavole ndr ). See ya in the comics.

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