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lunedì 28 aprile 2014

opinioni sul fare fumetti... [4]

Parliamo chiaramente: a volte capita di desiderare di fare di più. Nello specifico di questo blog mi piacerebbe scrivere analisi dettagliate, mini-saggi, recensioni articolate, interviste approfondite ma... Sì ci sono dei "ma": alla fine occorre fare i conti con la realtà e... "accontentarsi", accontentarsi di "piccoli" interventi, citare appunti presi in giro, pubblicare con minime aggiunte post lasciati in draft da settimane se non mesi. 
Ecco, dopo questa doverosa dichiarazione procedo col "segnalare" un tris di "estratti" da interviste e/o dichiarazioni di tre (in rigoroso ordine alfabetico) Grandi Autori del Fumetto Italiano e, direi, Mondiale. Non posso però non rivolgere un pensiero al fatto che le loro affermazioni generino uno strano contrasto se accostate alla sterile questione dell'aumento del prezzo di copertina di Dylan Dog (!!!) che sembra tanto coinvolgere, in questi giorni, gli "appassionati".
"Quando scrivi, devi essere responsabile, non puoi fare le cose con leggerezza. Chi va in edicola o in libreria e compra il tuo lavoro ti sta scegliendo; sta scegliendo una parte di te, e tu devi essere onesto, e dare il meglio. Chi ti legge merita rispetto." [Bonvi]
Gipi
"L’unica cosa che ho fatto è stato riflettere sulla vanità, cioè su quali sono gli effetti della vanità su uno che in sostanza è un artista, che ha impostato la sua vita al guardare e al raccontare le cose. Ci ho riflettuto, ho cercato di mettere dei freni, dei paletti e modificare la vita, in modo che la vanità fosse meno permeante, e alla fine, dopo cinque anni di questo trattamento, un giorno così dal nulla mi sono rimesso al tavolo a disegnare, ma senza pensare prima." [Gipi, dall'intensissima intervista "a cuore aperto" pubblicata su Minima&moralia]
Hugo Pratt
"[...] nella mia biblioteca di 35.000 volumi c’è un po’ di tutto. Soprattutto saggi, libri di viaggi, annate di riviste di geografia. Sì, ho avuto una buona formazione classica, che peraltro non ho mai terminato, ma ho sempre preferito la letteratura avventurosa di altri paesi. Quella italiana mi interessa meno, mi sembra di orizzonti più limitati, un po’ provinciale, soprattutto la narrativa. Insomma a Moravia preferisco Claudio Magris col suo Danubio, che evoca mondi fantastici e complessi. Bisogna leggere molto per fare un buon fumetto, anche cinquanta libri per tirarne fuori venti pagine."[Hugo Pratt, estratto da un'intervista pubblicata su Fumettologica]

Buone fumose riflessioni... (in particolar modo ai sopra citati "appassionati")!

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