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martedì 25 settembre 2012

13 Italiani per Sergio Toppi

13 ore. 13 autori. 1 Maestro. 
SERGIO TOPPI
- 13 manifesti -
A un mese dalla morte del Maestro, tredici autori italiani omaggiano Sergio Toppi
con un’affissione collettiva 
online sul blog di Mosso.

lunedì 24 settembre 2012

The Nao of Brown: lo spettacolo di un fumetto che aspettavo!!!

Eccolo, il tomo è arrivato (via The Book Depository)!!! Confezione stellare, disegni strepitosi, storia intrigante (sin dalla prima volta che ne ho avuto notizia). E sì, si "sente" il lavoro, la dedizione e la passione dell'autore. 
Se fossi un bravo critico (critico?) non direi quello che sto per dire, invece "oso" dirlo: dopo aver letto solo una trentina di pagine (anche per volontaria scelta di centellinare una simile gemma) ci troviamo di fronte a uno dei potenziali "graphic novel" dell'anno!!! Ecco, l'ho detto...

Ah... ma di cosa stiamo parlando? Di THE NAO OF BROWN, graphic novel (200+ pagine, in gran formato, colore, cartonato) ideata, scritta e illustrata dal fenomenale GLYN DILLON (autore che mancava dal fumetto da diversi anni), pubblicata dalla mai troppo lodata SelfMadeHero.

Di cosa parla The Nao of Brown? Ecco la presentazione direttamente dal sito dell'editore
"La storia di una giovane donna in lotta con la vita, l'amore e pensieri omicidi."

Nao Brown soffre di disturbo ossessivo-compulsivo, ma non è quel tipo di persona che si lava sempre le mani in un eccesso di igiene e che la gente spesso descrive scherzosamente.
Nao soffre di violente ossessioni patologiche e le sue pulsioni prendono forma nella sua mente come rituali invisibili.
Impegnata part-time in un "designer toy shop" nell'attesa di far decollare la sua carriera di illustratrice, è ancora alla ricerca dell'amore perfetto, della sua "anima gemella". E una volta incontrato l'uomo dei suoi sogni, si rende conto che... i sogni possono essere davvero bizzarri. La pratica della meditazione di Nao è solo un tentativo per placare la sua mente e aprire il suo cuore ed è così che giunge a comprendere che le cose, dopotutto, non sono bianche o nere. Piuttosto, tendono al... marrone
(N.d.T: brown).

Nel seguito, qualche foto del tomo fatta dal Vostro fumoso.
Io corro, con calma, a leggere... :)
 
 
 
 
Sopra, preview da The Nao of Brown di Glyn Dillon
Per maggiori info: il blog di Dillon, preview da Forbidden Planet e una primissima recensione da Publishers Weekly (ehm, il riferimento a Manara, a mio modestissimo parere, c'entra poco e niente!).

E ancora, due pagine extra, Charles & Maureen, "legate" al volume (realizzate per Art Review Magazine) e un'intervista a Dillon firmata dal super-esperto Paul Gravett (in Inglese, of course).

Che fate? Correte a comprarlo in originale... o aspettate, pazienti, che qualche Italico editore, chissà, lo proponga prima o poi?

venerdì 21 settembre 2012

ma, ma... è un fumetto??? no, no... questa è Arte!

L'artista americana Sharon Moody si diletta a riprodurre su tela, con la tecnica del trompe l'œil, alcuni albi di comics degli anni '70. Forse così l'Arte (con la "A" maiuscola) nobilita, o cerca di nobilitare, il Fumetto, un arte "minore", dandole una dignità superiore al suo "presunto" status "naturale". 
Non sono convinto né degli intenti né del risultato, seppur intrigante a prima vista.
Dopotutto l'esempio pop di successo non manca, ma anche lì il confine tra Arte, furberia e plagio è davvero labile. Ah, l'Arte contemporanea! 

Viva il Fumetto! Sempre!
 
 
Sopra: opere di Sharon Moody
Altri lavori, realizzati sul tema, dalla Moody possono essere visti QUI.

sabato 15 settembre 2012

Oppenheimer, Fermi, Einstein (e molti altri)... in un fumetto?

Sì, si può! Ovviamente... tutto questo può accadere solo su Manhattan Projects, tra i fumetti più folli e divertenti che abbia letto di recente in lingua originale (of course! La prima raccolta propone gli albi 1-5 della serie regolare).
Manhattan Projects è scritto da Jonathan Hickman, uno dei "nuovi" autori di comics, divenuto ormai una vera garanzia, e disegnato da Nick Pitarra, con un segno piacevole e leggibile che richiama i lavori di Geof Darrow
Il cast!!!
Pubblicato da? Ma dall'Image Comics, che domande! La casa editrice che sforna i migliori fumetti mainstream del momento! Nuff said!

Anzi no, visto che sono pigro ma anche generoso vi segnalo il post sul tema apparso sull'ottimo Evil Monkey says.
Nel seguito qualche tavola da Manhattan Project, così per ingolosirvi (e riconoscere qualche faccia nota, magari!) :)
 
 
Sopra: tavole da Manhattan Projects. Testi: Jonathan Hickman; disegni Nick Pitarra.

venerdì 14 settembre 2012

Meno otto. Adam dice...

William Burroughs... spara!
"Non mi sento al sicuro qui. Non so che cosa devo fare."
[Adam]

giovedì 13 settembre 2012

Meno otto. Ethan dice...

"Da qualche parte ho un fratello."
[Ethan]

mercoledì 12 settembre 2012

Meno otto. Jack dice...

William Burroughs fotografato da Allen Ginsberg
"Guarda che cielo del cazzo. Ci aspetta una tempesta?"
[Jack]

martedì 11 settembre 2012

lunedì 10 settembre 2012

il Futuro sta arrivando...

Brion Gysin, William S. Burroughs, Danger, Paris 1959, The Barry Miles Archive
... e sarà pericoloso. Molto pericoloso.

Lo Zio Bill lo sapeva bene.

(Anche Lucca sta arrivando!)

venerdì 7 settembre 2012

il Grande Joe e io

Spettacolare illustrazione "autobiografica" realizzata da Kubert
Il 12 Agosto scorso, JOE KUBERT, un Grande del Fumetto ci ha lasciato e l'infinito reame dell'Immaginazione è diventato meno luminoso e scintillante.

Navigando sul Web troverete moltissimi commenti e contributi dedicati a questo autentico Gigante della Nona Arte; tra questi segnalo, soltanto per indicare una possibile traiettoria, quelli di Luca Boschi, Tom Spurgeon e Stephen Bissette, allievo di Kubert nel primo corso della leggendaria Scuola che porta il nome dell'Artista americano. E soprattutto, l'eccellente blog Kubert never dies.

E sì, lo so, io arrivo in "ritardo" ma... non è mai tardi per scrivere e parlare di un Gigante, no? C'è tutta l'Eternità. E, parlando di tempo, ecco che "rovistando" nella mia casella di posta elettronica ho ritrovato una manciata di email, di cui ammetto d'essermi colpevolmente dimenticato, che scambiai col Grande Joe tra il 2000 e il 2001.
Con una sfacciataggine che rileggendo il testo, anche in questo esatto momento, mi fa arrossire d'imbarazzo, il 21 Settembre del 2000 mandai a Kubert una mail (dopo aver recuperato, non ricordo come, il suo indirizzo), chiedendogli, senza grandi giri di parole, se fosse interessato a contribuire allo speciale dedicato ad Alan Moore (ovviamente!) che stavo allora allestendo per Ultrazine.org. Non mi aspettavo alcuna risposta: era una richiesta che avevo fatto ad altri autori in precedenza e non tutti avevano replicato. Invece, qualche giorno dopo, il 23 Settembre, mi arrivò la risposta di Kubert che con gran classe declinava l'invito: "Thank you for your kind words. I'm sorry, but my busy schedule prevents me from doing the contribution that you request. Best of luck with all your projects. They sound great!".
Joe Kubert mi aveva risposto! Dico... JOE KUBERT!!!  Forse il mio "io" del 2000 non era rimasto impressionato... ma ora rileggendo quelle parole mi... emoziono, è inevitabile.
Non pago, replicai (!) il 24 Settembre: "gentilmente" chiesi se davvero non potesse inviarmi neppure qualche riga su Moore, spostando però subito il discorso sul Texone (che al tempo si diceva di prossima pubblicazione) e porgendo "ruffiani" complimenti ai suoi figli, Adam e Andy, che avevano seguito le orme del padre. Kubert il 28 rispose dicendomi che il lavoro sul Ranger di Casa Bonelli era finito e ringraziandomi per le mie parole: "TEX was finished last month, all 224 pages! We do not have a publication date at this time. We also will relay your message to Adam and Andy. We appreciate your kind words."
Il 29 mandai una mail informandolo che, da quello che si sapeva, il Texone sarebbe uscito probabilmente nell'estate seguente e conclusi affermando scherzoso che avrei continuato a "pensare positivo" circa la possibilità, che prima o poi, potesse mandarmi qualcosa per lo speciale su Moore. Il 4 Ottobre il Grande Joe mi confortò dicendomi che quello era il giusto atteggiamento da tenere: "It's a good idea to keep thinking positive! Ciao!"
Passò qualche tempo, probabilmente ci scambiammo qualche altra mail di cortesia (forse gli auguri di Natale e Anno Nuovo, ma non sono sicuro) e nel Giugno 2001 il Texone, finalmente, uscì. Il 26 Giugno avendo apprezzato il volume e colpito da un violentissimo attacco di sfacciataggine e/o ottimismo scrissi a Kubert complimentandomi per il suo lavoro sul volume e, "pensando positivo", allegai una manciata di domande sulla lavorazione dell'opera. Ehmm... devo candidamente ammettere che l'Inglese che usai non era certo perfetto.
Nonostante questo... il 27 Giugno 2001 ricevetti le "sintetiche" risposte. Che potete leggere nel seguito (e pubblicate originariamente su Ultrazine). Potevo dire d'aver... "intervistato" JOE KUBERT!

Grazie e ancora grazie Mr. Kubert per l'inestinguibile Magia delle tue creazioni. E... per aver sopportato un Italiano così sfacciato!
Copertina de Il cavaliere Solitario. Disegni di Joe Kubert, storia di Claudio Nizzi

Come si è sentito lavorando su Tex?
Joe Kubert: Mi sono divertito molto. Ed erano un mucchio di pagine!

Qual è la caratteristica che ha maggiormente gradito nel ranger?
Era il genere di storia western che preferisco. Nizzi è uno scrittore eccellente.

Ha realizzato un "mostro" di più di 200 pagine in circa sette anni. In questo lungo tempo quando è stato il momento più difficile?
È stato difficile far rientrare questo lavoro tra i miei impegni. Nello stesso periodo ho lavorato ad altri progetti, tutto questo in aggiunta al mio ruolo di insegnante e ai corsi per corrispondenza.

Lei ha un approccio molto cinematografico, quale attore pensa sarebbe perfetto per interpretare il ruolo di Tex?
Clint Eastwood - John Wayne - Randolph Scott.

Come è stato il suo rapporto con Claudio Nizzi? Ha lavorato su una sceneggiatura dettagliata o su uno script generico tipo Marvel?
È stato un piacere lavorare sulla sceneggiatura di Claudio. È un grande scrittore. E la sua era una sceneggiatura dettagliata.

Quando ha concluso il lavoro, qual è stato il suo primo pensiero?
Ero felice di aver finalmente finito!

Una splendida tavola da Il cavaliere solitario
E meno male che c'è Kubert. E ci sarà sempre.

Ancora grazie GRANDE JOE!