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lunedì 5 febbraio 2018

Alan Moore: i libri sono Universi

Alan Moore fotografato da Immo Klink.
Nel mese di novembre dell'anno scorso su Next, supplemento di Libération, è apparsa un'interessante intervista ad Alan Moore, in occasione della pubblicazione dell'edizione francese di Jerusalem. L'articolo è corredato da alcune delle più belle foto di Moore che abbia visto in questi ultimi tempi, realizzate da Immo Klink.

Nel seguito potete leggere un breve estratto nella traduzione dal francese dell'amico Omar Martini che ringrazio sentitamente. L'intervista integrale è disponile QUI.

ALAN MOORE: Anni fa ho avuto l'opportunità di assistere a una performance dell'artista concettuale John Latham. La sua specialità era... maltrattare i libri. Un giorno prese in prestito un libro da una biblioteca, lo portò a casa e lo masticò completamente, pagina dopo pagina. Quindi distillò la pasta risultante fino a ottenere un liquido completamente trasparente che riportò in biblioteca prima della scadenza. Tra le cose davvero illuminanti che ha detto sulla letteratura, c'è questa frase che mi ha profondamente segnato: «In un libro c'è il tempo percepito dai personaggi e quello percepito dal lettore. Quando il libro è chiuso, il tempo non scorre più allo stesso modo». Aveva proprio ragione. Quando il libro è chiuso, tutte le vite e le esperienze dei personaggi, che possono essere separate da decenni o secoli nel testo, si trovano a una frazione di millimetro l'una dall'altra. Un libro chiuso è un «universo blocco». Quando lo metti via, l'universo che contiene scompare, ma è sufficiente rileggerlo per farlo rinascere. Un libro è come una vita.
[L'intervista integrale è disponile QUI.]

Per maggiori informazioni su John Latham, oltre che la scarna pagina Wikipedia (qui), consiglio la visione dei video disponibili su YouTube (qui, qui e qui). Per i legami tra Latham e i Pink Floyd consiglio invece la lettura di questo e quest'altro articolo.
John Latham.
Come sempre il buon Moore fornisce innumerevoli spunti di approfondimento, percorsi da seguire su una mappa in divenire. Grazie, Bearded One!