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mercoledì 24 maggio 2017

recensioni in 4 parole [49]

Irrisolvibile questione di finzione.
La Bestia
Le vie del Male.
They live in me
L'orrore nella casa.
Lo Scuotibare
Un DD in multicolor.
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Abbiamo detto 4 parole su:
di Adriano Barone (testi) e Officina Infernale (disegni)
Editore: BeccoGiallo
Formato: brossurato, 208 pagine, bianco & nero e colore
Prezzo: € 19
Anno di pubblicazione: 2017
Per qualche parola in più: QUI
 
La Bestia

di Bruno Enna (storia) e Luigi Siniscalchi (disegni)
Copertina: Luigi Siniscalchi
Editore: Sergio Bonelli Editore; Collana: Romanzi a Fumetti n.33
Formato: brossurato, 288 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 9,90
Anno di pubblicazione: 2017
Per qualche parola in più: QUI

They live in me (disponibile Inglese e in Italiano, "Vivono in me")
di Jesse Jacobs (testi e disegni)
Editore: Hollow Press
Formato: cartonato, 48 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 12
Anno di pubblicazione: 2017
Per qualche parola in più: QUI

Dylan Dog Color Fest N. 21 - Lo Scuotibare
di G. Masi (soggetto e sceneggiatura), G. Pontrelli (disegni), S. Algozzino (colore)
Copertina: Giulio Rincione
Editore: Sergio Bonelli Editore
Formato: brossurato, 96 pagine, colore
Prezzo: € 4,90
Anno di pubblicazione: 2017
Per qualche parola in più: QUI

giovedì 18 maggio 2017

Toronto Comic Arts Festival 2017: un reportage

Il poster della manifestazione realizzato da Jeff Lemire.
A seguire potete leggere, a cura dell'amico Koom Kankesan, un veloce resoconto accompagnato da alcune foto (non di eccelsa qualità, lo ammetto, ma comunque una valida testimonianza) - del Toronto Comic Arts Festival tenutosi durante lo scorso fine settimana.

Il TCAF, organizzato dalla storica fumetteria The Beguiling in collaborazione con la Toronto Public Library, è uno dei più interessanti eventi del Nord-America, "una celebrazione dei comics, graphic novel e dei loro autori". L'edizione 2017 si è svolta presso la Toronto Reference Library e il circostante quartiere di Bloor/Yonge.

Un sentito ringraziamento a Koom per  il reportage.
Secondo gli organizzatori quest’edizione del TCAF è stata la più grande di sempre con un numero record di ospiti e di certo così è parso! 
Ho sempre apprezzato il sistema delle biblioteche pubbliche qui a Toronto - è probabilmente la mia istituzione preferita - e il modo con cui celebrano i libri, la lettura e ora… i fumetti. Come al solito i luoghi del festival erano affollati e mentre mi muovevo tra i visitatori ho sentito diversi accenti e lingue fatto che suggeriva come un gran numero di persone fosse giunto da fuori per partecipare all'evento. C'erano alcune storiche presenze canadesi - come Drawn and Quarterly, Seth, Chester Brown e Conundrum Press - ma anche diversi eccellenti editori americani come NBM (di cui ammiro da tempo l’approccio europeo al fumetto) e Dark Horse che era qui per promuovere il nuovo libro di Dave McKean su Paul Nash. Come al solito era presente anche Fantagraphics e stavolta con loro c’era il leggendario Gary Panter. La Image celebrava il suo 25esimo anniversario e la conferenza del venerdì è stata davvero affollata.
Charlie Adlard ha tenuto il discorso d’apertura venerdì mattina e mi è stato ricordato che ora è lui il Comics Laureate (l’ambasciatore dei fumetti) per il Regno Unito.

Quello che rende speciale il mondo dei fumetti indipendenti è che, non essendo così grande, non c’è una netta separazione tra chi è famoso e chi non lo è. Al TCAF c’erano molti tavoli in cui gli stessi autori presentavano le proprie auto-produzioni, c’era una delegazione dalla Germania e c’erano diversi gruppi locali come il Toronto Comic Jam di cui faccio parte.

Forse l’auto-produzione che mi ha più colpito è stata "Shitty Watchmen" realizzata da un collettivo di Los Angeles: il loro obiettivo era riprodurre le tavole realizzate da Dave Gibbons per Watchmen in forma di sketch in modo da esaltare il formalismo dell’opera originale. 
Ho anche preso parte alla sessione più accademica del festival, prima dell’inizio dello stesso, in cui venivano presentati diversi lavori di ricerca sul Fumetto. Il mio preferito è stato quello di Dru Jeffries che prendeva in esame l’adattamento a fumetto di Jack Kirby di "2001: Odissea nello Spazio" rispetto al film di Kubrick. 

Nel complesso è stato un gran bel festival!
[Koom Kankesan]
Charlie Adlard.
Da sx a dx: Dave McKean e Mark Askwith.
David Collier.
Dave McKean in azione!
Frank Bedek e Dave Howard del Toronto Comic Jam.
Hope Nicholson e il suo nuovo libro.
Celebrazione per i 25 anni della Image.
I 25 anni della Image al Masonic Temple.
Il panel di Koyama Press.
La conferenza per celebrare i 40 anni di NBM.
Da dx a sx: Nina Bunjevac e Igor Hofbauer.
Da sx a dx: Robert Sikoryak e Gary Panter.
Da dx a sx: Seth e Ethan Reilly prima del loro panel.
Rick Geary.
Lo sketch di Geary per Koom sul volume dedicato a Sacco & Vanzetti.

giovedì 4 maggio 2017

Alan Moore, la realtà e l'Orso Yoghi

Estratto da un'intervista pubblicata qualche giorno fa sul sito Daily Grail.
L'intervista completa è disponibile QUI. 

Alan Moore: [...] Rispetto al fatto che le entità evocate siano reali o meno, credo che si debba iniziare dal fatto che la parola “realtà” è un costrutto la cui definizione è davvero labile. […] 

È piuttosto evidente che la realtà sia uno stato relativo e anche quello su cui generalmente concordiamo possa essere materialmente reale, in ultima istanza, è soggettivo e non un fenomeno oggettivo. Quando poi di parla di altre entità coscienti – in questa realtà o in altre – è parte della nostra condizione non poter mai sapere per certo se siano reali nel senso in cui percepiamo noi stessi come reali. Questo sfortunatamente è vero sia che parli con il demone Asmodeo, con una presunta Intelligenza Artificiale, con un'allucinazione con le fattezze dell’Orso Yoghi prodotta dall’uso di LSD oppure… con tua madre.

Dal punto di vista pratico personalmente trovo che il test migliore – qualsiasi sia il tipo di entità con cui si sta parlando – sia capire se quest’entità ci stia fornendo delle vere informazioni, che siano di natura intellettuale, emotiva o, in mancanza di una parola migliore, spirituale. Se invece sbrodola solo cose senza senso che non hanno alcun aggancio o legame con quella che è la tua esperienza della realtà, allora è abbastanza sensato riferirsi a una simile entità come qualcosa di irreale, anche se si trattasse della tua stessa madre oppure, ad esempio, di un apparentemente esistente Presidente degli Stati Uniti. Se, viceversa, l’informazione sembra coerente e ha applicazioni sul mondo così come lo percepisci allora sarebbe semplicemente gentile interagire e rivolgerci a una simile entità come se fosse reale come te stesso, anche se si trattasse di un'allucinazione con le fattezze dell’Orso Yoghi prodotta dall’uso di LSD. 

Penso che se ammettessimo che il mondo materiale e il mondo della mente sono entrambi “reali”, anche se in modo diverso, allora non ci rimarrebbe altro che i criteri di scelta sopra citati. La domanda “quell’entità è reale?” diventerebbe così “quell’entità è utile oppure no?”. 

In altri termini, Glicone e tutte quelle persone che ho incontrato la scorsa settimana al rifugio per senzatetto sono di sicuro reali mentre Boris Johnson e Barney il Dinosauro non lo sono affatto. [...]

[L'intervista completa è disponibile QUI.]