lunedì 29 agosto 2016

[Oldies but goldies] JAMES KOCHALKA 2001

James Kochalka
Continuano i recuperi dal dismesso sito Ultrazine.org. 
Questa volta il palcoscenico spetta a JAMES KOCHALKA, prolifico e amato autore indie (con qualche incursione nel mainstream), tutt'oggi poco pubblicato in Italia. Lo intervistai nel lontano 2001: l'intervista rimane una delle più divertenti e sincere che abbia mai fatto. Buona lettura!
JAMES KOCHALKA
L'importanza d'essere una Superstar
a cura di smoky man
(special thanks to: Chris Staros, Alessandro Onori e Gianfranco Loriga)
 Intervista originariamente pubblicata su Ultrazine.org nel marzo 2001

James Kochalka è stato definito "una delle luci più brillanti del fumetto indipendente [USA]" (da Diamond Comic Distribution). Ed è vero!
Con il suo stile cartoonist, unico e immediatamente riconoscibile, e i suoi lavori pieni di elfi, gatti, robot e minimali eventi della vita quotidiana ha conquistato il cuore dei lettori e della critica. Jeff Smith, creatore di Bone, dice di lui: "Il lavoro di James Kochalka è libero e spontaneo… Amo i suoi fumetti. Non c'è nulla di meglio che vedere qualcuno buttare inchiostro sulla pagina bianca senza alcuna inibizione; riempire gli angoli e disegnare oggetti su oggetti con piena comprensione della profondità spaziale che esiste in un mondo bidimensionale… Amo i fumetti di James Kochalka. Attirano la mia mente e mi trasportano fino alla fine" (dall'introduzione a Quit Your Job).
I suoi lavori per etichette indipendenti comprendono piccoli capolavori come: Quit Your Job (Alternative Press); The Horrible Truth about Comics (Alternative Comics), una fondamentale riflessione sul medium fumettistico; Monica's Story (storia di Jon Lewis e chine di Tom Hart, Alternative Press), l'irriverente cronaca del caso Clinton-Lewinsky; le graphic novels, Magic Boy and The Robot Elf and Magic Boy and the Word of God.
Il suo libro più recente si intitola Monkey vs. Robot (Top Shelf Production): una divertente lotta tra un gruppo di scimmie e un gruppo di robot, forse rivelatorio dello scontro tra il nostro passato e il nostro futuro e dei pericoli dell'industrializzazione. Progetti futuri comprendono la pubblicazione dei suoi diari di sketch quotidiani, il sequel di Monkey vs. Robot intitolato Monkey vs. Robot: Battle Wars e la sua prima apparizione su un libro edito da una major. Infatti, contribuirà all'hardcover Bizzaro Comics, un volume antologico di "bizzarre e sovversive" interpretazioni dei classici supereroi DC da parte di alcuni dei più interessanti autori indipendenti e della small-press. Il volume srà disponibile a Giugno.
I suoi fumetti sono stati pubblicati in Canada, Giappone, Inghilterra, Messico, Australia, Olanda, Portogallo, Spagna. Presto vedremo la prima edizione italiana di uno dei suoi lavori: un albo di 16 pagine pubblicato dallo staff di Kerosene contenente Little Lovers, una tenera storia di gatti e uccellini, originariamente pubblicata nel volume del 1998 della Small Press Expo, il tutto arricchito da una nuova cover.
Ma questo è davvero tutto quello che si può dire su un uomo che si è autoproclamato Superstar? Naturalmente no! James Kochalka ha un'altra carriera che s'intreccia con quella di cartoonist, una carriera che dura da oltre dieci anni. È una rock star con il suo gruppo chiamato, naturalmente, James Kochalka Superstar. Ha prodotto tre CD: Carrot Boy the Beautiful (Sudden Shame Records), The True Story of James Kochalka Superstar (Dot Dot Dash), e il suo ultimo, Monkey vs. Robot (Tarquin Records). Con la sua musica ha raggiunto un grande successo nei circuiti indipendenti e Monkey vs Robot ha recentemente vinto The College 500 Awards (votato da tutte le radio e le etichette musicali della nazione) come "Best Indie Record".
In una breve autobiografia su www.bigheavyworld.com ha ammesso con franchezza: "Non so suonare nessuno strumento, ma scrivo le canzoni nella mia testa, le canto ai miei musicisti e loro capiscono come suonarle. È divertente e mi piace". Attualmente sta registrando il suo nuovo CD, Don't Trust Whitey. Ah, Magic Boy Superstar, ovverosia James Kochalka, vive a Burlington, Vermont, con sua moglie Amy e il loro gatto Spandy.

Ulteriori info su James Kochalka:
KOCHALKALAND 
JKS music
su Comic Book DB
SULLA STRADA PER ESSERE UNA SUPERSTAR

smoky man: Ricordi la prima volta che hai letto un fumetto?
James Kochalka: No, non ricordo quand'è stata la prima volta. Sono quasi sicuro che è iniziato tutto prima che sapessi leggere, perché mio padre era un grande fan delle prime strisce che uscivano sui quotidiani, e probabilmente me le leggeva. Da piccolo il mio preferito era Pogo, e avevamo un sacco di vecchie raccolte di Pogo. Mi piacevano anche i Peanuts, Flash Gordon, Krazy Kat, Little Nemo in Slumberland, Li'l Abner.

Quando hai capito la potenzialità del medium fumettistico di proporre idee importanti?
Non credo d'averlo capito che di recente, tra l'inizio e la metà degli anni '90. Fino ad allora pensavo ai fumetti come una stupidaggine disturbata. Quando entrai a far parte della scena dei mini-comics [pubblicazioni autoprodotte, a volte di piccolo formato, spesso fotocopiate, in tirature bassissime, N.d.R.], fu quando capii il lato poetico del fumetto. King Cat di John Porcellino e Boom Boom di David Lasky sono stati una grande influenza per me.

Perché il Fumetto?
Quando avevo 8 anni, il mio miglior amico ed io avremmo disegnato fumetti insieme per tutto il tempo. Ci incoraggiavamo a vicenda. Penso che ora lui sia un meccanico d'auto. Non ci parliamo più né ci vediamo. Al college e negli anni successivi mi sono dedicato alla pittura ad olio. Nessuno ha mai visto i miei dipinti se non i ragazzi delle consegne delle pizze a domicilio e mia moglie Amy. Ma con i minicomics, centinaia di persone li avrebbero visti e mi avrebbero persino scritto lettere d'incoraggiamento. In pratica, ho disegnato fumetti per tutta la mia vita e fu inevitabile che scoprissi la stampa indipendente e che mi unissi a loro. E se si pensa ad essa come una scena, è molto più vibrante di quanto non sia la pittura americana in questo periodo.

Quali sono le tue influenze?
Non ho già risposto? Un'altra grande influenza sono i libri dei Moomintroll. Sono incredibili. Anche Tintin e Asterix erano tra i miei favoriti quando ero piccolo. I fumetti per ragazzi non hanno avuto un grande impatto su di me quanto quelli per bambini.

Cosa significa esser un fumettista "indie"?
Credo significhi libertà. Libertà di fare quello che voglio.

Fumetto: industria o arte?
È un'arte, per quanto mi riguarda, e i miei editori sono più dei mecenati che degli uomini d'affari.
ELFI, GATTI E MONICA LEWINSKY

Le tue storie sembrano così tenere, piene di elfi, anelli magici, maghi e, naturalmente, per via del tuo stile cartoon. Ma spesso contengono dei momenti disturbanti come per esempio la pisciata finale in Magic Boy's Welcome to Earth e in The horrible truth about comics, o, la scimmia che fa i suoi bisogni sulla testa pelata di Adamo in Paradise sucks. Questo solo per citarne alcuni. Si tratta di un'eredità dello spirito punk o forse di una lezione del fumetto underground? 
Si, è lo spirito punk. Ero solito passare di fronte alle vetrine dei ristoranti e sputare sulle persone che stavano mangiando. Sputavo sulla vetrina, all'altezza degli occhi, per disgustarli. Ma ero giovane e stupido allora. Mi sentivo un po' respinto dalla società e così io respingevo loro a mia volta. Alla fine ho imparato che azioni positive hanno un ritorno molto maggiore. Ora cerco di scrivere storie carine e positive. Attualmente penso che il mio lavoro possa rendere le persone più felici e migliori.

Che tipo di storie preferisci raccontare? Potresti cercare di definire la tua personale visione estetica?
La vita è una lotta, e io cerco di mostrare questa lotta. Ma per me, per quanto sia forte il livello di stress che sento, vedo che la Terra è un posto che scoppia di bellezza. Sto cercando di passare oltre le cose stressanti della mia vita e vivere il mondo come un esplosione gioiosa. Quando smetti di lottare, la vita è allegra e spensierata.

Se dovessi definire i tuoi comics che cosa diresti?
I miei fumetti sono la conferma del mio modo di vedere la vita.

Hai disegnato Monica's Story, un fenomenale racconto sul grottesco caso Bill Clinton-Monica Lewinsky. Quale è stato il motivo per una storia simile?
Oh, è stata l'idea dell'editore. Jeff Mason della Alternative Comics pensava che sarebbe stato divertente se ne avessimo fatto un veloce adattamento quando il rapporto Starr stava uscendo. Naturalmente non potevamo fare una narrazione vera della cosa. Rappresentammo le autentiche, umane emozioni che stavano dietro lo scandalo. Infatti, non l'abbiamo trattato come uno scandalo, ma come un'onesta analisi di come funzionavano i cuori di questi due esseri umani.
Nella tua ultima graphic novel Monkey vs. Robot, racconti, quasi senza parole, una crudele lotta tra un gruppo di scimmie e dei robot. È la natura contro la tecnologia? Hai cercato di mandare un messaggio ambientalista ai lettori?
Può essere letta come una storia ambientalista, natura contro tecnologia, se vuoi, ma non è il vero messaggio. La morale non è che la tecnologia è sbagliata e che sta distruggendo la natura, ma piuttosto che tecnologia e natura sono due facce della stessa medaglia. Se guardi attentamente la storia, vedrai molte similitudini tra le scimmie e i robot. Lottano perché pensano d'essere opposti, ma in realtà sono la stesa cosa. In realtà il libro è il mio tentativo di unire la mia natura analitica con quella animale.

I gatti sono un importante elemento nei tuoi lavori. Perché?
Perché nella mia vita i gatti sono stati importanti per me quasi quanto le persone.

Puoi dirci qualcosa su Little Lovers, la storia che verrà presto pubblicata in Italia? In che modo i tipi di Kerosene ti hanno contattato?
Si tratta una storia d'amore tra un gatto innamorato di un uccello e un uccello innamorato di un gatto. Il gatto vorrebbe masticare la testa dell'uccello, e l'uccello vorrebbe che la sua testa venisse masticata. Ecco ho rovinato la storia per tutti! Penso che uno dello staff di Kerosene mi abbiano mandato un'email dicendomi che gli sarebbe piaciuto pubblicare qualcuno dei miei lavori… ed io gli ho mandato questa storia. Non so se c'è qualche aneddoto magico dietro tutto questo. Mi domando un po' perché la gente è interessata a tradurre i miei lavori e di sicuro ci sono autori di fumetti italiani che meriterebbero d'essere pubblicati quanto me. Comunque, sono molto eccitato d'essere pubblicato lì da voi e spero d'avere altre possibilità in futuro. Spero che agli italiani piaccia il mio fumetto. E spero che Kerosene faccia un buon lavoro di traduzione.

Presto vedremo in stampa le tue strisce quotidiane tratte dal tuo diario personale. Aggiungeranno qualcosa di nuovo che i tuoi lettori non sanno già di te o vedremo il solito, sorprendente JKS?
Umh, non so se ho ben capito la tua domanda. Ma sì, credo che le mie strisce giornaliere documentino abbastanza accuratamente la mia vita. Catturano la mia monotona vita fisica, la mia vita emozionale e la mia vita immaginativa. Danno un quadro abbastanza completo della realtà di questo singolo essere umano. Il libro si intitola The Sketchbook Diaries e dovrebbe uscire per Top Shelf abbastanza presto.

Da quanto ho letto hai una storia su Bizarro Comics della DC Comics. Questo è il tuo primo lavoro mainstream perciò come ti senti e quale sarà il tuo contributo?
Ho scritto una storia di Hawkman, che è stata disegnata da Dylan Horrocks (che ha realizzato l'interessante e complessa graphic novel Hicksville). La DC non avrebbe lasciato che la stessa persona scrivesse e disegnasse la storia. Credo che se uno avesse scritto e disegnato la storia avrebbe potuto reclamarne il copyright, e la DC vuole evitare simili situazioni. Ma amo i supereroi e acchiapperei al volo l'occasione di scriverne o disegnarne un altro di nuovo.
L'ORRIBILE VERITÀ SUI FUMETTI

Parliamo di The horrible truth about comics. È uno dei fumetti più importanti che io abbia letto ed un fenomenale punto di partenza per una riflessione critica sui fumetti. Naturalmente mi trovo d'accordo con te su un sacco di punti. Allora è vero che "non riesci a smettere di pensare ai fumetti"?
È vero che non riesco a smettere di pensare ai fumetti. Specialmente ora che sto facendo le strisce quotidiane per il mio diario, qualsiasi cosa faccia durante la giornata, lo traduco nella mia mettere in forma di fumetto. The Horrible Truth About Comics è il mio tentativo di spiegare l'attrazione magica che i fumetti sembrano avere su di me su molta altra gente.

Qual è la tua opinione su Capire il Fumetto di Scott McCloud?
È un libro molto eccitante da leggere quando inizi ad interessarti al medium fumettistico. Ma più disegni e diventi familiare con esso, più ti sembra che sia semplicistico e diagrammatico.

Quale pensi possa essere una forma di sperimentazione nei fumetti? Può Internet essere la nuova frontiera? O la rivoluzione deve essere fatta nella testa e nell'anima degli artisti?
Sì, la rivoluzione sarà nelle nostre teste. Comunque, una rivoluzione tecnologica può cambiare la nostra mente e anima. Come anche una rivoluzione filosofica potrebbe portare dei cambiamenti nella tecnologia. Penso che sia un po' sciocco da parte di Scott McCloud essere così eccitato per i fumetti su Internet. Il grave problema è che sono brutti da vedere. Lo schermo, fino ad ora, è un sostituto inadeguato per la pagina stampata. Penso che sia più eccitato per il futuro che per il presente. Non sono però uno contro la tecnologia, amo il mio computer quasi quanto amo il mio gatto. A Spandy piace un sacco rannicchiarsi vicino al computer mentre sto scrivendo o giocando ai videogames.

Tu hai detto: "L'abilità tecnica è il nemico", "Il mestiere non è un amico" e queste affermazioni hanno dato il via a discussioni e polemiche. Puoi dirci che cosa volevi davvero comunicare?
Non so esattamente che cosa stessi pensando quando dicevo "L'abilità tecnica è il nemico". Perciò partiamo da un nuovo inizio. Penso che gli artisti che hanno un grande mestiere, che hanno perfezionato la loro tecnica, sono artisti che si sono atrofizzati e hanno smesso di crescere. Io vorrei scuotermi sempre per qualcosa che non è ancora a posto piuttosto che pensare che sia tutto in ordine. In più, il processo per raggiungere la grandezza è una battaglia contro difficoltà insuperabili e superiori alle proprie abilità. Non si raggiunge la grandezza conoscendo un certo numero di trucchi grafici o di tecniche che tu puoi estrarre dal cappello in momenti opportuni.
THE MAGIC MUSIC BOY

In che modo la tua musica e i tuoi fumetti interagiscono tra loro?
Sono entrambi una parte importante della mia vita di tutti i giorni. Disegno fumetti ogni giorno, e scrivo canzoni ogni giorno. Come la vita stessa, musica e fumetti fanno parte della ribollente gioiosa spuma della mia esistenza.

Musica e fumetto: se dovessi scegliere?
Gli intervistatori AMANO farmi questa domanda! Perché dovrei scegliere?

Ho ascoltato un po' della tua musica e mi sembra molto attuale e "low-fi". Quali sono le tue influenze musicali?
Mi piacciono i musicisti dilettanti. Amo la musica di gente che manca di abilità tecnica, ma che trabocca di meravigliose melodie. Ma apprezzo anche i buoni musicisti. La melodia però è probabilmente la qualità più importante nella musica che colpisce il mio animo più in profondità.

Se dovessi definire la tua musica?
È futile e a volte un po' sporca, ma il suo cuore melodico batte in profondità. Non sono canzoni di novità, sono canzoni sui miei pensieri e sentimenti più intimi espresse in un modo frivolo e buffo.

In una delle tue canzoni intitolate I am rock, "Io sono rock" canti: "my name is Mr. Rock n' Roll - il mio nome è Mr. Rock n' Roll / and you know that I want your body - e sai che voglio il tuo corpo/ I could also use your soul - potrei anche prendere la tua anima/ my name is rock, Mr. Rock n' Roll - il mio nome è rock, Mr. Rock n' Roll ". La tua musica è un esperienza soprattutto fisica?
Le mie esibizioni dal vivo sono molto fisiche. Esco sempre dai miei shows con lividi e graffi. Ma penso che la musica in se stessa sia un fatto fisico. Nel senso che può suscitare una potente risposta emotiva, e le emozioni possono avere un forte effetto fisico sul corpo.

Ricordo una storia divertente riportata nel volume a fumetti della Small Press Expo del '99 e intitolata The 3 Geeks in: Who heck is CBLDF? ("I 3 fumettomaniaci in: chi diavolo è CBLDF?"), di Rich Koslowski. In quella storia ci sei tu che come ospite d'onore te ne andavi in giro nudo cantando qualcosa su "un piccolo pony". È un fatto vero? Abitualmente fai questo numero nel tuo show dal vivo?
Mi sono esibito nel bar dell'hotel alla Small Press Expo (l'expo si tiene in un hotel). E mi sono tolto i vestiti mentre cantavo. Però, non ho mai camminato nudo durante la convention di fumetti come è disegnato nella storia. Spesso rimango parzialmente nudo durante i miei concerti rock, ma non sempre. È un po' diverso da come uno può immaginarsi la cosa, non si tratta di qualcosa di così strano.

Qual è l'emozione più forte che ricevi mentre canti dal vivo di fronte ad una platea? Che differenza c'è rispetto a quando incontri i tuoi lettori a una convention di fumetti?
Incontrare i miei fans ad una convention è sempre un po' imbarazzante, ma loro sono più nervosi di quanto non lo sia io, perciò cerco di fare del mio meglio per metterli a loro agio. Ma non è niente in confronto ad esibirsi su un palco. Un concerto è pura energia…

Una semplice curiosità: è vero che conosci Moby?
Sì e no. Da quando è famoso non ho davvero trascorso del tempo con lui. L'ultima volta che ci siamo frequentati è stato anni fa. Ha promesso di fare gli scratch in uno dei miei dischi ma non è mai successo. Il mio prossimo album dovrebbe contenere una canzone in cui lui fa il controcanto. E quando dico controcanto, significa che lui è uno delle 30 persone del coro. Lui e il suo amico Paul Yates hanno tirato fuori i loro peni durante la registrazione!

Come ci si sente ad essere una Superstar?
Mi sento benissimo. È davvero bello che così tanta gente apprezzi il mio lavoro. Spero di avere un effetto positivo sul mondo.

Qual è il tuo progetto che sogni di realizzare nel campo fumettistico? E in quello musicale?
Ora il mio sogno per quanto riguarda i fumetti, è quello di disegnare un albo nello stile di un videogame fantasy come Zelda o Final Fantasy. Comunque, devo finire un paio di altri lavori prima di lavorare su questo. Attualmente sto dedicandomi ad un nuovo fumetto per la Top Shelf dal titolo Pinky & Stinky su due maiali che esplorano la luna. È davvero stupido. Non so ancora se finirà per diventare qualcosa di più profondo di una stupida chiassata. Musicalmente, mi piacerebbe molto avere un mio programma musicale settimanale alla TV.
Concludiamo facendo un piccolo gioco sui fumetti. Ti dirò 5 nomi di artisti e 5 nomi di personaggi e tu potrai dire quello che vuoi. So bene che sei un uomo senza paura!

Artisti: Robert Crumb
I suoi schizzi sono migliori dei suoi fumetti. I suoi schizzi sono fantastici!

Moebius
Elegante, ma alla fine, senza senso.

Alan Moore
Troppo pretenzioso e mistico. Ma ho amato Watchmen. È uno dei miei fumetti preferiti di sempre.

Hernandez Bros
Sono orribili. Ho cercato di leggere qualcosa, ma l'ho trovata terribile e ho smesso. Per quanto ne so, piacciono ad un sacco di persone. Penso che uno di loro disegni davvero bene, ma non so dirti chi di loro sia.

George Herriman
È un grande! Mi piace specialmente la serie delle strisce di Krazy Kat intitolata Tiger Tea.

Personaggi: Pogo
Un personaggio con un gran bell'aspetto. Una bella testa rotonda e un naso divertente.

The Spirit
Non mi ha mai attirato quando ero piccolo perché sembrava troppo adulto. Non mi attira neppure ora.

Sandman
Mi è piaciuta la storia del Baby Sandman. Quella che aveva quei graziosi disegni cartoony di Sandman da bambino: è la sola che abbia mai comprato.

Calvin& Hobbes
Il design di Calvin e Hobbes è grande. Sono perfetti messi l'uno vicino all'altro. Si completano l'un l'altro sia in grandezza che in forma che in movimento.

Superman
È grande. Le storie buffe e bizzarre di Superman sono le migliori. I fumetti DC degli anni '60 sono meravigliosi ed eccezionali. Amo i disegni un po' rigidi, ma non amo molto lo stile di scrittura altrettanto rigido. Quei fumetti sembrano il prodotto di cattivi scrittori con una meravigliosa immaginazione. 

Grazie per la tua disponibilità, la tua gentilezza e il tuo tempo. 

[Intervista originariamente pubblicata su Ultrazine.org nel marzo 2001]

sabato 20 agosto 2016

Moore & Coulthart e... il Crowley perduto!

Dettaglio dell'illustrazione realizzata da John Coulthart.
L'illustrazione completa è visibile qui.

Nei giorni scorsi girovagando sul Web mi sono imbattuto nel sito The Orphan in cui veniva citato un progetto incompiuto, risalente agli anni '90, scritto da Alan Moore e illustrato da John Coulthart, incentrato sulla controversa figura dell'esoterista e scrittore inglese Aleister Crowley
Seppur la faccenda non mi suonasse del tutto nuova, anche considerando che Moore aveva più volte citato Crowley nelle sue opere (basti pensare, tra gli altri, a V for Vendetta, Promethea N. 12 e La Lega degli Straordinari Gentlemen), confesso che non ricordavo d'avere mai visto l'illustrazione realizzata da Coulthart che apriva il pezzo su The Orphan (un dettaglio dell'immagine lo trovate sopra: l'illustrazione completa è visibile qui).
Ho così contattato John Coulthart per saperne di più e Coulthart, con la sua solita e apprezzata gentilezza mi ha prontamente risposto, autorizzandomi alla pubblicazione di quanto segue. 

John Coulthart: Le informazioni pubblicate sul sito sono un po' scarne rispetto alle spiegazioni che inviai a Brendan. Ho recuperato i dettagli scritti al tempo:

    Si tratta di una mia collaborazione con Alan Moore, datata 1996, che poi Alan fu costretto ad abbandonare. La spinta iniziale fu che l'editore Creation Books aveva intenzione di realizzare un'antologia di racconti su Aleister Crowley.
Alan era contento di darmi l'opportunità di illustrarli dal momento che la nostra pianificata collaborazione sul progetto "Yuggoth Cultures" (anche quello per Creation) era naufragata dopo che Alan aveva dimenticato il manoscritto originale su un taxi a Londra. Non ricordo il titolo della storia (devo verificare questo dettaglio), era una stramba frase tratta da "Il Libro della Legge" di Crowley, ma Alan aveva pensato a sette sezioni ognuna delle quali suddivisa in un determinato numero di paragrafi. Non ricordo quale fosse questo numero - derivato da John Dee, credo - ma era alla base dell'intero scritto. Ah, ora ricordo... le sezioni erano sette perché quello è il numero di Babalon, la Donna Scarlatta; Crowley chiamava tutte le sue mogli e amanti Donne Scarlatte per cui ogni sezione avrebbe preso in esame Crowley attraverso vicende legate ad ognuna di queste donne. Realizzammo solo la prima parte, incentrata sulla prima moglie di Crowley, Rose Kelly, e le loro esperienze al Cairo nel 1904. Alan mi prestò i suoi libri di Franz von Bayros dal momento che voleva che lo stile del disegno richiamasse quello che lui definiva "la pornografia frattale" di von Bayros. 
L'immagine è tratta da una fotocopia ridotta di un disegno davvero molto grande realizzato a china che prima d'ora non è stato mai pubblicato da nessun'altra parte. L'illustrazione incorpora numerosi e precisi riferimenti a Crowley. L'originale è così grande che non sono sicuro che sarebbe stata una buona illustrazione poiché molti dettagli sarebbero svaniti [in stampa]. Ma il disegno mi piace anche se manca dell'eleganza dello stile di von Bayros. Questo è il solito problema dei pastiche: spesso si riesce a catturare i dettagli ma si perde l'essenza del lavoro dell'artista originale.

    [...]

    Se hai bisogno di maggiori dettagli sulla storia dal lato di Alan, credo che l'intera opera si sarebbe intitolata "La casa disordinata della Città Vittoriosa", da "Il Libro della Legge" di Crowley. Sette è il numero di Babalon, così come lo è 156. Il 156esimo verso del Libro della Legge (Capitolo III, paragrafo 11) include quella frase. Alan utilizzò il numero 156 come base dell'intera storia al punto da scrivere paragrafi di 156 parole ciascuno. Non ricordo quanti fossero i paragrafi. Si trattava ovviamente di un compito arduo ed è una delle ragioni per cui la storia non fu completata. La parte centrale dell'illustrazione è contenuta entro una griglia composta da 156 quadrati.

    Altro elemento: la sequenza di Rose Kelly è piuttosto disgustosa --- Crowley aggredì la moglie e poi la costrinse a guardare il corpo in decomposizione della loro figlia. Sebbene Alan avesse scritto solo quella sezione mi disse che nelle altre parti le donne sarebbero state trattate meglio, per il loro bene e non per quello di Crowley. L'intenzione era quello di spostare l'attenzione da Crowley alle sue donne che a lui diedero moltissimo ricevendo pochissimo in cambio. Rose Kelly finì in manicomio.

    Da qualche parte, credo, ho ancora il fax o fotocopie del testo anche se è materiale di Alan e, ovviamente, non è nelle mie disponibilità.

Un sentito ringraziamento a John Coulthart per questo piccolo "scoop". Rimando a The Orphan per la visione dell'illustrazione completa.
Rose Kelly e Aleister Crowley.

lunedì 1 agosto 2016

recensioni in 4 parole [43]

Quando giunge la fine.
I giorni della merla
Raccolta di intriganti storie.
Alieni: poteva andare meglio.
La saga dei Bojeffries
British humour da maestri.
*********
Abbiamo detto 4 parole su:
di Walter Simonson
Editore: Editoriale Cosmo
Formato: brossurato, 164 pagine, colore
Prezzo: € 7,50
Anno di pubblicazione: 2016
Per qualche parola in più: QUI (English)
 
I giorni della merla
di Manuele Fior
Editore: Coconino Press / Fandango
Formato: brossurato, 104 pagine, colore
Prezzo: € 18,50
Anno di pubblicazione: 2016
Per qualche parola in più: QUI

World War X
di Jerry Frissen (testi) e Peter Snejbjerg (disegni)
Editore: Editoriale Cosmo
Formato: brossurato, 160 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 5
Anno di pubblicazione: 2016
Per qualche parola in più: QUI (English)  

La saga dei Bojeffries
di Alan Moore (testi) e Steve Parkhouse (disegni)
Editore: Bao Publishing
Formato: brossurato, 96 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 14
Anno di pubblicazione: 2016
Per qualche parola in più: QUI