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mercoledì 26 ottobre 2011

ESISTONO. ESSI ESISTONO!

Quasi non ci credevo più. O meglio, come San Tommaso, avrei creduto solo nel caso in cui avessi toccato con mano. Ora, non ho "toccato"... ma le foto (sopra e nel seguito), seppur non ad altissima definizione (per gentile concessione del "buon fotografo" Omar Martini :)), testimoniano che... ESSO ESISTE!
Un libro  - oggettivamente strabiliante e un must-have per tutti gli appassionati e studiosi di Alan Moore - che ho curato (ed è stato un onore, anche per via del legame e l'ammirazione per il lavoro di Khoury in tutti questi anni), originariamente previsto in uscita per Lucca 2009 (sì, 2009!). Come si può facilmente intuire il tomo ha avuto una lavorazione accidentata e travagliata, ma non mi addentrerò in noiosi, inutili dettagli...
Nelle scorse settimana sapevo che il volume era andato in stampa, ma giusto ieri ecco una mail di Martini: "Ehilà! Appena ricevuto il libro. Direi che l'aggettivo giusto è colossale! Imponente sia nel formato che nello spessore." ESSO ESISTE!!!
Che altro aggiungere... Un doveroso grazie a tutte le persone che hanno contributo al libro in questi anni, in rigoroso ordine alfabetico (sperando di non dimenticare qualcuno): Davide Conti, Nicola D’Agostino, Ottavio Gibertini, Stefano Marchesini, Eugenio Marica, Leonardo Rizzi, Valentina Serra, Daniele Tomasi. E fuori lista, Omar Martini per il titanico lavoro di revisione, contro-revisione, contro-contro-revisione, contro-contro-contro-revisione e via a continuare... condotto insieme. Grazie per il vostro essenziale apporto e per la paziente attesa!
E soprattutto grazie a tutti coloro che acquisteranno il volume, che probabilmente aspettano da anni, perché naturalmente l'acquisto è... caldamente consigliato! Il tomo sarà disponibile già in occasione di Lucca Comics presso lo spazio Alastor, in piazza San Michele, per poi essere distribuito in tutte le fumetterie e librerie della Nazione, isole comprese! ESSO ESISTE!!!
 
 
 
 
 
Le straordinarie opere di Alan Moore! ESSO ESISTE!
Ma non finisce qui. Nel seguito le foto ("scattate" da Alessio Trabacchini. Thanks!) di Materia Oscura, antologico di short di David Lloyd e Coraline, nell'adattamento di P. Craig Russell. Entrambi editi da Nicola Pesce Editore e in anteprima durante Lucca Comics presso lo stand NPE.
Altri due acquisti doverosi e consigliatissimi! ESSI ESISTONO!!!
 
Materia Oscura! ESSO ESISTE!
Coraline! ESSO ESISTE!
E dopo questo tris potrei anche ritirarmi...

lunedì 24 ottobre 2011

Materia Oscura: l'Arte di David Lloyd

Avere l'opportunità di collaborare e "dar vita" a un progetto insieme a un MITO del Fumetto mondiale, non è cosa da tutti i giorni. Soprattutto è una "faccenda" che... un po' terrorizza e un po' riempie d'orgoglio. Ed è esattamente quello che mi è capitato in questi mesi febbrili, passati a lavorare su un "qualcosa" che poi è fortunatamente diventato realtà: un tangibile libro di prossima materializzazione su tutti gli scaffali delle italiche fumetterie e librerie, con l'immancabile "première" in quel di  Lucca Comics
Ovviamente il MITO in questione è DAVID LLOYD e il volume di cui parlo è Materia Oscura, pubblicato e fortemente sostenuto da Nicola Pesce Editore, nella persona del suo inarrestabile e vulcanico direttore editoriale Andrea Mazzotta.
DAVID LLOYD sarà tra gli ospiti di Lucca e a lui sarà dedicata una mostra su V, oltre a essere presente, durante tutta la manifestazione, presso lo stand NPE per le dediche sul nuovo libro.
Ma... facciamo un passo indietro.

Tutto è nato sulla scia del Comicon. Contattato dagli organizzatori, ho dato un piccolo aiuto al recupero di materiali e originali per la mostra dedicata ai rapporti tra Musica e Fumetto. Uno degli autori da "recuperare", per via delle partiture musicali inserite in V for Vendetta, era appunto LLOYD - artista e gentiluomo straordinario - con cui avevo contatti da qualche anno e che era stato già ospite del Comicon nel 2006, nell'edizione dedicata alla Gran Bretagna e alla Germania. Impossibilitato a fornire gli originali di V, David aveva proposto, in cambio, una storia breve, Journal of a Space Traveller, risalente alla metà degli anni Ottanta che conteneva dei rimandi musicali, in particolare al mondo dell'opera. Ricevute le jpeg mi sono immediatamente "innamorato" di quel vibrante bianco e nero e... ovviamente le tavole sono state poi inserite, con grande soddisfazione di tutti, nella mostra napoletana! In una delle comunicazioni scambiate, David aveva fatto cenno alla possibilità di un antologico che raccogliesse alcune delle short che aveva realizzato nel corso degli anni. Inutile dire che la cosa mi aveva assai intrigato. E non ho dovuto faticare molto a convincere Andrea Mazzotta della bontà potenziale dell'iniziativa.
Come si sa, da cosa nasce cosa... e dopo sei mesi di lavoro a strettissimo contatto con David, un esorbitante numero di email, traduzioni e controlli incrociati, il contributo attento della redazione NPE (su tutti una menzione speciale la merita l'amico Alessio Trabacchini), svariate notti insonni ecco... Materia Oscura!
Un volume che comprende 11 storie realizzate da DAVID LLOYD (con la collaborazione ai testi, in alcuni casi, di illustri sceneggiatori) che vanno dalla fine degli anni Settanta alla metà del primo decennio del nuovo millennio, commentate dallo stesso autore con interessanti dettagli sulla loro origine e lavorazione. Tutte le short, come fa facilmente intuire il titolo del libro, traggono linfa da ambientazioni e tematiche da "lato oscuro": demoni, omicidi, amori strazianti, apocalissi...
Una raccolta semplicemente... imperdibile!

Nel seguito, sommario del volume con titoli delle storie e vignette in anteprima. Enjoy!
(sopra) Arpia
storia e disegni di David Lloyd

Titolo originale: Vixen
Prima pubblicazione: «Negative Burn» N. 6 (Caliber Press, 1993).
Storia originariamente completata nel 1977.
(sopra) L’oro del diavolo
storia e disegni di David Lloyd

Titolo originale: Demon’s gold
Inedita. Storia originariamente completata nel 1978.
(sopra) L’uomo nella nebbia
storia di Robert Curran e David Lloyd, disegni di David Lloyd

Titolo originale: Man in the fog
Prima pubblicazione: «Tales of Terror» N. 3 (Eclipse Comics, 1985)
(sopra) Diario di un viaggiatore spaziale
storia e disegni di David Lloyd

Titolo originale: Journal of a Space Traveller
Prima pubblicazione: «Alien Encounters» N. 5 (Eclipse Comics, 1986)
(sopra) Ricordando Renée
storia di Stephen R. Bissette, disegni di David Lloyd

Titolo originale: Remembering Rene
Prima pubblicazione: «Tales of Terror» N. 7 (Eclipse Comics, 1987)
***
Mano
storia e disegni di David Lloyd

Titolo originale: Hand
Prima pubblicazione: AARGH! (Mad Love, 1988)
(sopra) La grande morte
storia di Peter Milligan, disegni di David Lloyd

Titolo originale: The Big Death
Prima pubblicazione: «A1» N. 2 (Atomeka Press, 1989)
(sopra) L’altra casa
da un racconto di Ramsey Campbell, adattamento di David Lloyd

Titolo originale: The Proxy
Prima pubblicazione: «A1» N. 5 (Atomeka Press, 1991)
(sopra) Impressione duratura
soggetto di David Lloyd e Siobhan Dodds, sceneggiatura e disegni di David Lloyd

Titolo originale: Lasting impression
Prima pubblicazione: «Dark Horse Presents» n. 86 (Dark Horse, 1993)
(sopra) Internet
storia e disegni di David Lloyd

Titolo originale: Internet
Prima pubblicazione: Vampires (Editions Carabas/Dark Horse, 2001)
(sopra) La città dei fantasmi
storia di Josef Rother, disegni di David Lloyd

Titolo originale: City of Ghosts
Prima pubblicazione: «Heavy Metal» Vol. 28, n. 5 (Metal Mammoth Inc., 2004)

giovedì 20 ottobre 2011

James, Craig & Chris

A volte ci si deve "accontentare" di piccole gioie. Così - dopo qualche settimana d'attesa (e preordini che risalgono a qualche mese fa) e qualche trepidazione dovuta a quella nube di probabilità non ben definita che caratterizza le tempistiche di consegna del nostrano servizio postale - nei giorni scorsi, ho ricevuto tre pacchetti che mi hanno mandato in momentaneo solluchero (che il solluchero, sia ben chiaro, sempre momentaneo è!).

REBUS è un volumone in formato coffee-table (parola che fa tanto chic, no?) del fenomenale James Jean che, abbandonato il Fumetto (anche se poi, fondamentalmente, ha fatto quasi sempre solo l'illustratore di copertine, tra tutte la stratosferica run per Fables) si è dato alla Pittura con la P maiuscola, come credo direbbe lui. I risultati sono... stupefacenti. E questo libro ne è testimonianza. Se volete riempirvi gli occhi di bellezza... accattatevillo!
Sopra, pagine da Rebus!
HABIBI, è l'ultima fatica di Craig Thompson, noto già per un altro tomo, Blankets, molto apprezzato da pubblico e critica. Lavorazione di svariati anni, per un risultato... semplicemente abbacinante. Un librone ricchissimo che già solo a sfogliarlo proietta in una dimensione magica da Le mille e una notte.
Ah, parlavo di "sfogliare" perchè trovare il tempo e il momento giusto per leggere sarà tutta un'altra impresa. E lo dico riferendomi a entrambi i libri. Ma succederà. Prima o poi. Dopotutto l'Apocalisse Maya è prevista per la fine del 2012, no? C'è tempo... forse.
Sopra, tomo e pagine da Habibi!
E, dulcis in fundo, qualche tempo fa l'amato Chris Sprouse - di cui confesso colpevolmente di possedere già qualche tavola - ha comunicato la "svendita" di alcune suoi originali. Come farsi sfuggire una simile ghiotta occasione? Impossibile!
Per cui ecco un bel poker: una tavola da Batman: The Return of Bruce Wayne (scritta da Grant Morrison), una da Tom Strong and the Robots of Doom, una dall'inedito Tom Strong and the Planet of Peril, tutte e tre inchiostrate da Karl Story; quarta, una tavola "rejected" (ma che io ho trovato invece assai piacevole, no?), non inchiostrata che potrei/vorrei affidare a qualche amico in vena di sperimentazioni in modo da "completarla". Diceva il saggio: "chi vivrà, vedrà."
Poker di Sprouse!
E' tutto per ora. See you later alligators!

lunedì 17 ottobre 2011

Arriva Coraline: intervista a P. Craig Russell

Copertina dell'edizione italiana di Coraline
In questi mesi, come i più attenti avranno notato, ho lavorato ad alcuni progetti per Nicola Pesce Editore. Tra questi ho avuto il piacere di tradurre, insieme ad Annunziata Ugas, l’adattamento a fumetti di CORALINE, l’acclamato romanzo firmato da Neil Gaiman, realizzato da P. CRAIG RUSSELL.
Il volume, inserito nella collana Clouds (inaugurata da Moving Pictures, romanzo a fumetti scritto e disegnato dai coniugi Immonen), verrà presentato in anteprima da NPE durante l’imminente Lucca Comics per poi essere disponibile in tutte le fumetterie e librerie italiche.
Sperando di fare cosa gradita a tutti gli appassionati e ai frequentatori di questo blog, ho così colto l’occasione per una breve chiacchierata con l’artista statunitense, che ringrazio per la sua gentilezza e disponibilità.
Fumettista e illustratore raffinato, fortemente influenzato da Preraffaelliti e Art Nouveau, P. CRAIG RUSSELL ha raggiunto, in una carriera trentennale, un posto di riguardo nella Storia dei comics, e non solo. Ricordato da lettori e critica per Ramadan, magistrale numero 50 della serie Sandman, Russell, dopo gli esordi nei primi anni ’70 per la Marvel Comics, si è distinto soprattutto per i numerosi ed eccellenti adattamenti a fumetti di romanzi e racconti – tra cui opere firmate da Rudyard Kipling, Oscar Wilde e Michael Moorcock – oltre alle collaborazioni con Gaiman.

P. Craig Russell sul Web: sito ufficiale; fan site; Wikipedia

Intervista condotta nel mese di Ottobre 2011. Pubblicata con l’autorizzazione dell’autore.
Tutte le immagini sono © degli aventi diritto.
Coraline va in esplorazione!
Nella tua lunga carriera hai adattato a fumetti, con successo, numerose opera provenienti da media diversi. Qual è il tuo approccio al materiale originale? In genere fai molte ricerche e studi prima di iniziare?
In realtà non faccio moltissime ricerche e studi prima di iniziare un progetto. Ovviamente se la storia è ambientata ad esempio nel Giappone feudale o nell’Olanda del XIX secolo devo reperire per tempo le informazioni sugli abiti e l’architettura del periodo e se è richiesto un approccio più realistico faccio posare dei modelli e scatto delle foto da usare come riferimento.
Le uniche volte in cui faccio molti sketch è quando inizio a disegnare una storia il cui approccio grafico è maggiormente cartoon. Per il mio adattamento del racconto di Oscar Wilde L’amico devoto ho riempito cinquanta pagine del mio quaderno di schizzi.

Qual è il tuo approccio nell’adattamento? Segui un procedimento "standard"? Suppongo che dipenda dall’opera o dall’autore specifico… ma forse ci sono degli aspetti comuni, dal punto d vista tecnico o dello storytelling, che puoi identificare...
Quando inizio un adattamento per prima cosa fotocopio il libro due pagine per foglio in formato Ledger (11x17 pollici, ossia 432 × 279 mm; simile a un A3, N.d.T.).
In questo modo ho molto spazio ai margini per i thumbnail delle varie versioni di tavola di cui ho bisogno per trovare una soluzione all’adattamento delle pagine.
Inoltre uso questi fogli così grandi per fare una prima “cernita” delle parti di testo da utilizzare nel fumetto. In altre parole, basandomi sull’esperienza, “stimo” quanti paragrafi possono “passare” dalla prosa alla tavola a fumetti. A volte non si tratta neppure di interi paragrafi ma solo di alcune frasi che diventano una tavola. Cerco anche di trovare dei validi punti per chiudere ogni tavola, un po’ come le stanze di un poema. Non si può interrompere nel mezzo di una frase.
Ancora, è più semplice dispiegare questi foglio sul tavolo di lavoro che stare costantemente a sfogliare il libro mentre faccio i layout.
Tavola da L'altro mondo
Come è cambiato il tuo metodo nel corso del tempo? Se è cambiato…
Per me, “metodo” è evoluzione nello stesso modo in cui la grafia o il modo di disegnare si evolve pian piano col passare degli anni. Detto questo, ci sono stati alcuni “cambiamenti sismici” come passare dal realismo de Il dono dei Magi (di O. Henry; Opus 31) al segno fortemente cartoon de L'altro mondo o Gli stati e gli imperi della luna (di Cyrano de Bergerac; Opus 32).
Ma quei cambiamenti nel disegno erano dettati dalla natura intrinseca della storia. Lo stile dei layout è stato più costante nella sua evoluzione anche se nell’anno (il 1996?) in cui non ho fatto altro che pagine di layout, oltre seicento, ho rapidamente sviluppato un approccio alla tavola che era fortemente consapevole dell’allineamento e della confluenza dei vari spazi bianchi tra una vignetta e l’altra. C’è stato un altro cambiamento parecchi anni dopo quando stavo lavorando a Coraline e ho iniziato a “inserire” gli spazi bianchi nell'ottica delle doppie tavole. Non è una cosa che accade in maniera coerente in tutto il libro ma è piuttosto presente. Con Coraline ho anche iniziato a prestare attenzione, nella maggior parte delle tavole se non in tutte, ai rimandi e alle relazioni che ci sono tra vignette molto grandi e vignette molto piccole. Mi piaceva la sfida di rendere le tavole visivamente interessanti come un succedersi di vignette rettangolari, senza perdere di vista lo storytelling, ossia lo scopo per cui quei rettangoli si trovavano sulla pagina. In altre parole sarebbe stato un fallimento se avesse prevalso un aspetto rispetto all’altro.
Strane mutazioni!
Parlando nello specifico di Coraline, come è nato il progetto? Quali sono state le difficoltà, se ce ne sono state, che hai dovuto affrontare?
La prima parte della domanda è facile da rispondere. Il progetto è nato da una telefonata di Neil Gaiman che mi ha chiesto se fossi interessato ad adattare Coraline. Ho risposto “sì”. È stato facile.
Non ci sono state grandi difficoltà eccetto una: la descrizione di Neil dell’ “altro padre” quando è relegato nel seminterrato e sta regredendo in una creatura innaturale. In pratica è una lumaca con delle braccia come ramoscelli. Nella storia deve inseguire Coraline per tutto il seminterrato. E questo funziona nella prosa ma l’ho trovato molto difficile da disegnare. La mia versione è una creatura, seppure in decadimento, che ha ancora fattezze umane, solo così potevo far in modo che si muovesse. Vedendo il lavoro completato Neil malinconicamente mi ha chiesto che fine avesse fatto il suo “padre-lumaca”. E io gliel’ho spiegato. Quando è uscito il film non vedevo l’ora di scoprire come gli animatori avevano risolto il problema. ANCHE LORO L’AVEVANO SEMPLICEMENTE EVITATO. Avevano messo l’altro padre su una specie di bicicletta ad inseguire Coraline per il giardino. Sprofondando all’indietro nella poltrona ho esclamato: “Oh no, povero Neil. Mi dispiace.”

Ho davvero apprezzato il tuo approccio al romanzo con un tono “leggero”. Mi piace davvero il modo in cui hai disegnato Coraline. Mi piace pensare sia una sorta di “cartoon realistico”  Che cosa ci puoi dire sulle tue scelte grafiche? Sul design dei personaggi? Suppongo conoscessi le illustrazioni che Dave McKean aveva fatto per il libro… erano molto più dark rispetto alla tua versione…
Le splendide illustrazioni di Dave erano certamente più dark e con un segno più “nervoso” rispetto alle mie. Quando stavo discutendo del progetto con Neil sentivo una certa circospezione da parte sua sul perché mi stessero coinvolgendo. L’avevo capito. Gli ho detto: vuoi un artista dal segno più “facile” che piaccia ai ragazzi. Lui ha risposto “sì” e ho potuto percepire nella sua voce come un sorriso di sollievo.
Tavola da Ramadan
Facendo un passo indietro… sono sempre rimasto ammaliato dal tuo Ramadan, il tuo episodio di Sandman che, a mio modesto parere, è una delle massime espressioni del medium, un vero capolavoro. Mi chiedevo… come è lavorare con Gaiman?
La ragione per cui faccio così tanti adattamenti di classici della letteratura è perché, come molti registri che girano film basandosi su romanzi o opere teatrali, vado semplicemente alla ricerca di una buona storia da raccontare. E così sei già a metà del lavoro. Lo stesso vale per le mie collaborazioni con Neil. Lavorare con Neil non è diverso dal lavorare con Oscar Wilde o Rudyard Kipling. Tranne per il fatto che loro sono morti mentre Neil è… vivo e vegeto. Ed è molto eccitante lavorare con uno scrittore “vivente” la cui opera è ancora in divenire e non un corpus definito. Inoltre Neil è sempre molto propositivo nei miei confronti e questo a cercare di fare ancora meglio in ogni nuovo progetto. 
Copertina de Il Principe felice
A cosa stai lavorando al momento? Qualche coinvolgimento mainstream? Supereroi? Di recente ho visto la tua storia per l’albo di Spirit in b&n ed è stata una lettura davvero divertente e d’ “intrattenimento intelligente”…
All’inizio di quest’anno ho finito Il Principe felice, il quinto volume della serie dedicata all’adattamento di tutte le fiabe di Oscar Wilde. Ora sto lavorando al sesto e all’ultima di quelle storie, Il Pescatore e la sua Anima.
C’è anche un libro di racconti di Neil Gaiman che dovrei fare più avanti. Stiamo anche discutendo di un adattamento di qualche centinaio di pagine de Il figlio del cimitero che dovrebbe coinvolgere differenti disegnatori che lavorerebbero basandosi sui miei layout.
Niente supereroi al momento. La storia di Spirit (su The Spirit N.17) è quanto di più vicino al genere mi sia capitato di fare da un po’ di tempo a questa parte. E che sceneggiatura deliziosa Will Pfeiffer mi ha dato!
Così tra Gaiman e Wilde ho praticamente pianificato i prossimi anni. E questo mi fa venire in mente una vecchia barzelletta. Domanda: “Come far ridere Dio?” Risposta: “Raccontagli quali sono i tuoi piani.”
Tavola tratta da The Spirit N. 17