sabato 22 marzo 2014

20 anni insieme a... HELLBOY!

Come passa il tempo! Ebbene oggi è l'HELLBOY DAY e iniziano i festeggiamenti per i 20 anni della fortunata, infernale creazione di Mike Mignola, artista che grazie (soprattutto) a Hellboy si è guadagnato un posto, meritatissimo, da star nel panorama fumettistico mondiale, andando a "influenzare" anche altri media, come cinema e videogiochi. 

Personalmente c'ero fin dalla prima miniserie "Seed of destruction", 1994 appunto (anche se il nostro diavolo preferito aveva fatto le sue primissime apparizioni a inizio anni '90, compresa una italianissima), pubblicata dalla Dark Horse all'interna della collana creator-owned Legend, la cui sceneggiatura fu affidata da Mignola - ancora incerto circa le proprie doti di scrittore - al veterano John Byrne. 

Nel corso di questi due decenni mi sono goduto tutte (più o meno) le innumerevoli avventure di Anung Un Rama, compresi i numerosi spin-off che, via via, sono andati a costituire il Mignola-verse.

Ma tornando alle celebrazioni, ecco che scende in campo lo stesso Mignola che per il noto blog io9 ha selezionato - e commentato - i suoi dieci "pezzi" preferiti nella ventennale avventura editoriale e creativa di Hellboy. Prima il buon Mike ha però precisato: "Di solito non mi piace nulla di quello che faccio. Ma se riguardo a 20 anni di mia produzione riesco a trovare un paio di "pezzi" di cui posso dirmi più o meno felice." Ah, gli artisti e la perfezione... 

E siccome mi sembra che si tratti di un gioco, tra le dieci illustrazioni o tavole scelte da Mignola, nel seguito troverete la mia fumosa Top 3, tre "pezzi" davvero infernali. Chi invece volesse vedere e leggere (in Inglese) la selezione originale può andare qui
E si va a cominciare...
Mignola: Questo è il primo disegno di quello che sarebbe diventato Hellboy. Mi ricordo perfettamente il momento in cui lo disegnai. Dovevo fare un disegno per una convention e mi chiesero di disegnare qualcosa. E dato che al tempo non ero conosciuto per nessun personaggio in particolare, ideai questa cosa sgraziata e in un secondo momento ci scrissi sopra il nome Hellboy. Pensai che fosse la cosa più dannatamente divertente che avessi ideato. Non avevo alcuna intenzione di fare un fumetto su questo tizio. Ma un paio di anni dopo, quando venne il momento di fare una mia serie, ci tornai sopra e pensai che mi era piaciuto disegnare quel mostro e che il suo era l'unico nome che avessi mai inventato che pensavo fosse divertente, così... eccoci qui.
[...] Ci sono cinque o sei disegni che mostrano la transizione da questo tizio al personaggio che è finito nel primo numero della serie. Ma per lo più fu una questione di ridurlo di dimensioni e di mettergli sopra un cappotto.
Hellboy: The Third Wish #1 Cover (2002)
Mignola: Questo è uno dei rari disegni di cui sono davvero contento perché comunica un senso di quiete che non è necessariamente quello che la maggior parte della gente vede in un fumetto. Inoltre è un ottimo esempio del motivo per cui non ho mai voluto separarmi da Dave Stewart, la persona che colora i miei lavori. Funziona perfettamente secondo me e trasmette una sensazione di quiete.

I leoni fanno parte della storia. [...] C'è questa sequenza onirica in cui Hellboy è circondato da dei leoni che in pratica gli dicono: "non ti vogliamo qui, vattene."
Abe Sapien: The Devil Does Not Jest Cover (2011) 
Mignola: Ci sono giorni in cui disegnare è un incubo e altri in cui è un vero piacere. Questa illustrazione è un cumulo di cose astratte, è complicato da fare ma adoro disegnare cose astratte. Non ricordo se questa illustrazione l'abbia fatta di getto o se mi abbia fatto impazzire per tre giorni. Ho la sensazione che sia nata di getto o per lo meno che sia stata un'esperienza davvero piacevole altrimenti, probabilmente, non sarebbe nel fumetto. Si tratta di un tipo di immagini che puoi pianificare fino a un certo punto. E probabilmente realizzai uno schizzo di massima per la roba che sta sopra Abe Sapien ma per la maggior parte di tratta di aggiungere ombre e sottrarre ombre e di mettere un'ombra scura là dietro per far spuntar fuori quel dente. Può essere una specie di piacevole esperienza terapeutica.
Quando ho iniziato a pensare a questa copertina, conoscevo quale riferimento fotografico usare per la casa, per cui sapevo che la casa avrebbe funzionato. Sapevo che la forma della luce avrebbe funzionato, una forma che scendeva dall'alto e si legava alla casa, e poi c'era tutto quella merda là sopra. È uno di quei disegni che semplicemente... ha funzionato.

L'articolo originale può essere letto qui.

Tutte le immagini sono © Mike Mignola. 

2 commenti:

Claudio Fattori ha detto...

"... avevo pochi anni e vent'anni sembran pochi, poi ti volti a guardarli e non li trovi più..."

Cantava De Gregori qualche annetto fa ^__^

Auguri, Anung Un Rama!

Anonimo ha detto...

Sono fermo al primo volume da troppo tempo. Devo assolutamente recuperare tutta la serie. Spin-off compresi.


Gulp!